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Autore: metaldolphin    05/09/2013    2 recensioni
Meryl e Vash, post anime.
Tornato con Knives privo di sensi, il "Tifone Umanoide" deve decidere cosa fare del fratello deciso a sterminare la razza umana...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ho sognato nulla, o forse non lo ricordo. Ma è chiaro che quando apro gli occhi, sono distesa sul letto e la mia guancia poggia sull’ampio petto di Vash: mentre dormivo mi ha portata accanto a se’. Mi sposto appena per guardarlo in volto e riesco a perdermi ancora una volta in quegli occhi chiari che mi fissano sereni.
Mi sorride e mi sembra di librarmi in volo.
Prende il mio viso tra quelle mani così grandi e mi innalzo ancora di più.
Mi bacia e sono in Paradiso.
È delicato e tenero, forse un po’ esitante. Allora lo incoraggio, aiutandolo ad approfondire il contatto schiudendo le labbra per facilitargli l’accesso alla mia bocca. Non tarda ad accogliere quel suggerimento così poco velato ed i nostri respiri si fanno più ansiosi, affannati, alla ricerca di un’aria che i polmoni cominciano a bramare.
Ma quando porto le mani sui bottoni della camicia che gli avevamo messo la sera prima, mi ferma, serio. Lo guardo interrogativa e lui si gira verso la parete per evitarmi.
-Scusa, Meryl, non avrei dovuto– comincia a dire. Frenando un impulso improvviso e non proprio salutare, tocca a me arpionargli il volto per costringerlo a fissarmi.
-Perché?- chiedo con voce dura, ma resta muto, con gli occhi chiusi, in atteggiamento di totale chiusura.
Allora gli strizzo le guance con una certa violenza, voglio fargli capire quanto sono arrabbiata. Perché forse ho capito cos’ha.
-È ancora per le cicatrici, Vash?- gli soffio senza mezzi termini.
Apre gli occhi, fissandomi in silenzio.
Chi tace acconsente, mio caro Vash. Mi sollevo da lui, rimanendo però seduta sul letto e gli passo una mano tra i capelli. Sospiro. Gli delineo il bordo del viso ispido di barba non rasata.
-Vash, a me piaci. Così come sei. Se non avessi i segni che hai, non saresti tu. Non saresti il Vash che sogna la pace ed un futuro senza uomini che si uccidono tra loro. Se mi vedi tremare davanti alle tue cicatrici, non è per disgusto, ma per la rabbia che provo al pensiero di ciò che ti hanno fatto.
Sottolineo il concetto appena espresso aprendogli la camicia con decisione e lambisco la pelle con le dita e le labbra. Stavolta mi lascia fare e presto soffoca gemiti che non riesce a reprimere; cerca di nuovo la mia bocca, famelico e passionale.
E poi ci perdiamo l’uno nell’altra ed è eccitante sentirlo su di me, imponente eppure attento a non farmi male.

I due Soli sono alti nel cielo, quando scendiamo in cucina alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Sul tavolo, un foglietto reca un messaggio di Milly. Ci comunica il suo rientro per cena e che il misterioso involto sulla credenza è per il sig. Vash. Cara ragazza, sempre attenta agli altri… ciambelle fresche, sa che sono la passione di Vash.
Sgranocchiando ciambelle, Vash mi tiene sulle ginocchia, come senon volesse perdere il contatto fisico tra noi. Ad un tratto, sospira ed inizia a raccontare: -Meryl, ti sarai chiesta cosa sia successo ieri…
Naturalmente, annuisco.
-Conosci già la mia natura e quella di mio fratello. Sai quanti anni ho e ciò che ha se gnato la nostra vita. Tra le rovine dell’astronave verso cui ci siamo diretti ieri, ci sono macchinari ancora funzionanti, ma con la fonte d’energia ormai in esaurimento. Ho cercato di dar loro quanto potevo, pur di tenerli in funzione il più a lungo possibile… ho fermato Knives, l’ho messo in un campo di stasi. Non potevo ucciderlo. Non potevo…
Nuove lacrime percorrono il suo viso e lo stringo forte. –Non avevi scelta, Vash.– gli sussurro più dolcemente che posso.
-Però, quando si sveglierà, io non ci sarò, Meryl– mi dice –Con ciò che ho speso per alimentare il campo di stasi, ho accorciato la mia vita e non potrò esserci tra un centinaio di anni, quando l’energia si esaurirà.
Assorbo il colpo cercando di mantenere la calma, ma lui riesce a leggermi dentro e si affretta a rassicurarmi.
-Non preoccuparti, mia dolce Meryl, non sto per morire.– Sorride –Avrò il tempo di invecchiare insieme a te, se lo vorrai. Mi resta il tempo vitale di un normale essere umano, sempre che mi voglia al tuo fianco…
Lo guardo, stupita. Come poteva dubitarne? L’unica cosa che poteva costituire un ostacolo tra noi non c’era più… -Oh, Vash! Certo che ti voglio con me!- Esclamo, abbracciandolo forte.
-Non preoccuparti per tuo fratello, troveremo il modo di assicurare che la stasi continui ancora a lungo; possiamo tramandare alle generazioni future un ammonimento…
Ora è lui ad annuire.
Dopo più di cento anni ha raggiunto una pace a lungo cercata, un po’ come noi umani su questo pianeta, da quando abbiamo iniziato a trovare l’acqua ed a portarla in superficie dalle sue viscere.
E chissà, forse i figli dei nostri figli avranno la possibilità di ammirare un mare vero, un giorno, chiaro e limpido come gli occhi che mi guardano anche adesso, finalmente sereni e pronti ad affrontare la vita che avremmo condiviso d’ora in poi.
   
 
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