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Autore: Miss Loki_Riddle Gold    05/09/2013    6 recensioni
Se i Durley avessero avuto ragione sul modo in cui Voldemort uccise i Potter? Se avesse davvero usato una macchina? Ecco io ho voluto spiegare come avrebbe dovuto fare… questa storia è votata alla demenzialità come tutte le volte che esco con la mia migliore amica e finiamo per parlare delle nostre rispettive storie.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Potter, Peter Minus, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Primo angolo autore:
 
No… cioè… sì, lo so sono pazza… ma capitemi: I Dursley dicono che i Potter sono stati uccisi in un incidente automobilistico e tutti sappiamo che sono morti in casa… poi ci si è messa anche la mia amica che mi parlava di una investita da un uomo che la voleva uccidere a forza, senza parlare di quel pazzo di Sheldon Cooper di The Big Bang Theory ( serie e personaggio li adoro) riusciva a finire al sesto piano di un grattacelo con la macchina… il mio cervello è andato in tilt ed è uscito questo dalla mia penna… Ci vediamo sotto… se decidete di leggere la storia per intero, ovvio!
 


Era la notte di Halloween il giorno in cui inizia la nostra storia e due uomini sospetti si aggiravano per le strada di Godric’s Hallow. Erano incappucciati come tanti altri se non fosse stato altro che erano in macchina.
-Dannazione e io adesso come ci arrivo alla festa?- Andava borbottando uno di loro continuando a guidare la macchina appena rubata ad un ignaro Babbano. L’uomo era senza naso, né labbra, né sopracciglia, né capelli. Sì, insomma, una larva umana.
- Mio Signore, non si preoccupi sicuramente il suo ritardo verrà annoverato fra quelli di una vera star!- Squittì il suo compagno di viaggio, che sedeva al posto del passeggero. Lui era bello grassoccio e paffuto carino se non fosse stato per i brufoli adolescenziali che facevano bella mostra sul suo volto e gli occhi acquosi. Per di più era abbastanza basso che non si vedeva quasi.
- Oh, ma perché mi sono dovuto portare proprio te dietro? Piuttosto ripetimi la strada, che non me la ricordo più! Dove abitano quei gentili dei Potter?- Si voltò, nella speranza di non essersi nuovamente perso. Dovete sapere che i Potter quell’anno avevano pensato bene di rabbonirsi –o di prendere in giro, ai posteri la sacra sentenza- il Signore Oscuro invitandolo alla festa che avrebbero tenuto a casa loro per Halloween. L’invito lo avevano inviato seppur fossero ben a conoscenza che il povero Signore non ci sarebbe potuto arrivare a causa della protezione inflitta sopra l’abitazione. Non si erano aspettati, però, che Voldy accettasse lo stesso ben contento di essere invitato da qualche parte.
L’uomo, che altri non era che Peter Minus, prese in mano la cartina mettendosi a studiarla e girandola avanti e indietro senza capirci nulla, ma non era colpa sua se capiva solo quella dei Malandrini… o sì?
- Ehm… non si capisce… ma direi dall’altra parte della città!- Fu la semplice risposta che fece gridare il povero guidatore, spostando per un attimo lo sguardo verso l’altro anche perché non si vedeva nulla lì fuori a causa della caduta del suo cappuccio sugli occhi.
- Oh, no... mi scusi, signore! Stavo guardando la cartina al contrario!- La girò nuovamente senza accorgersi che erano appena arrivati.
- Direi…- Se avesse alzato lo sguardo si sarebbe accorto che il nostro caro vecchio Voldy era appena riuscito ad entrare nel giardino dei Potter senza nemmeno accorgersene, anche a causa di quello stupido cappuccio.
- Allora?- Chiese Voldy, continuando a guidare dritto come un fuso, senza sapere di aver preso la via diretta verso casa dei Potter, ignaro persino che la festa era finita una decina di minuti prima a causa dei continui piagnistei del pargolo dei padroni di casa.
- Aspetti un attimo, che cerco di capire dove siamo…- Disse Peter continuando a tenere la testa sepolta nella cartina, mentre Voldy voltava per l’ennesima stradina inventata dato la situazione in cui si trovava con il cappuccio.
- Sbrigati, no? Non vorrai che arriviamo a festa finita, vero?- Chiese quel “buon” uomo, si fa per dire, di Tom senza sapere di essere appena andato a sbattere col muso della macchina contro la porta dei Potter. Sentì il rumore, però, ecco spiegato perché si decise finalmente ad alzare il cappuccio senza poter comunque vedere niente a causa della protezione inflitta sull’edificio.
- Oh, sì… adesso mi ricordo come si fa a leggere una cartina!- Disse Peter, facendo alzare gli occhi al cielo a Voldy, che continuando ad andare dritto era entrato in casa Potter uccidendo il capofamiglia.
Peter si mise d’impegno, ma no. La cartina stradale era troppo diversa da quella magica dei Malandrini: non c’erano i vari piani della scuola, non c’erano classi, non c’erano puntini che si muovevano, non c’erano nemmeno i cunicoli segreti che portavano chissà dove! Insomma non era colpa sua se quella cartina era troppo e ripeto troppo semplice per lui né che non andasse molto d’accordo con tutti quei segni strani!
Nel frattempo che io vi descrivevo la situazione di Peter anche il caro Voldy era nei guai: non sapeva perché, ma sentiva che stava salendo da qualche parte… quasi come se ci fossero dei gradini eppure era più che convinto che la strada fosse lineare, sinceramente non riusciva a capire cosa stesse succedendo senza contare che la macchina sembrava sempre più distrutta e schiacciata, ma sinceramente come poteva essere possibile? Lui davvero non lo capiva!
Nella casa, nel frattempo, la giovane Lily si ritrova a temere che quel folle di Voldy avesse deciso di venire alla festa seppur non li potesse vedere e dai rumori della macchina che saliva le scale, sì perché erano quelle che stava percorrendo la macchina, intuiva che doveva essere proprio così. Quanto tempo ci avrebbe messo a capire che era entrato, chissà come, in una casa con una macchina?
Peter continuava, così, a tentare di decifrare quella strana cosa che aveva in mano, tenendosi piegato quasi incollato con il muso a quel cartoncino con quegli strani segni che costituiva la cartina, mentre Voldy guidava seguendo una strada che vedeva solo lui ed inesistente ai più. Quella stessa strada non dava via di scampo: seguiva dritta le indicazioni per la camera da letto del pargolo… che fosse la via dell’amore? La via della vita? Che il piccolo Harry lo avesse in realtà invitato in camera sua per poter giocare con lui? Che il piccolo volesse solo delle braccia rassicuranti (Ma dove?) che lo coccolassero? Nessuno questo lo ha mai saputo, ma quello che successe dopo lo sappiamo per esperienza: Voldy fu costretto a voltare e così facendo entrò in camera da letto del pargolo e, sempre per puro sbaglio investì anche la cara dolce Lily, seppur Severus gli avesse ripetuto più volte di non toccarla, né guardarla durante la festa temendo che la “sua” Lily s’innamorasse di Voldy e non di lui.
D’altro canto tutti sappiamo che persino il caro Signore Oscuro è più bello di Severus.
Il nostro “bravo” Tom glielo aveva promesso, anche perché non aveva davvero intenzione di tradire la sua dolce Nagini e di sentire i piagnistei di Severus quando fosse tornato.
Nessuno sa, però, che Voldy nel voltare la macchina era andato a sbattere contro lo spigolo della stanza con il parabrezza, il quale vetro si era definitivamente frantumato in mille e più pezzi. Nessuno sa, per cui, che la verità per il quale Voldemort finì per svanire nel nulla quella prima volta non furono tanto gli strenui sforzi di una madre di proteggere il figlio, ma quanto le schegge del vetro che finirono per infilzarsi nel suo “bel” corpo, si fa per dire, da Mago Oscuro. Non si sa nemmeno che in realtà la cicatrice del Bambino-Sopravvissuto-Ad-Una-Macchina-Impazzita-Come-Abbiamo-Appena-Scoperto non era altro che una scheggia che si andò a posare sulla fronte del bambino facendolo, per altro, svenire. Questo successe perché si era sporto troppo per capire cosa diamine stesse succedendo e perché la sua mamma sembrava dormire sotto a delle ruote. Si chiese, persino, nella sua mente da bambino ingenuo, se fosse piacevole dormire lì sotto.
La situazione fu questa, ma so già che molti di voi si staranno chiedendo che fine fece quel bravo ragazzo di Peter ed ecco perché ve lo dirò. Lui si salvò dalle schegge grazie alla cartina stessa dov’era ancora sepolto e alla sua altezza che non lo mostrava più. Fu solo qualche secondo dopo che comprese quella strana cosa e sollevando la testa esclamò:- Mio Signore ho capito!- Fece un sorriso, voltandosi verso l’uomo, senza capire perché stesse dormendo con dei triangoletti di mille colori e piuttosto taglienti tanto da sembrare di vetro - e sì, quella materia la conosceva perché copriva le finestre di Hogwarts, seppur quelle fossero ancora più colorate -.
- Siamo arrivati!- Solo allora si guardò attorno, mettendosi una mano davanti alla bocca capendo che erano nella cameretta del piccolo Potter. Non comprese immediatamente che cosa fosse successo ecco perché decise subito di trasformarsi in topo per guardare meglio. Fu solo quando vide il corpo inerte di Lily sotto alle ruote della macchina che temette il peggio, ma anche lui come il bambino si chiese se le piacesse dormire in quel modo, così provò a scendere di sotto, ma la casa era mezza distrutta a causa della macchina. Allora comprese che forse era meglio scappare perché… chi lo avrebbe sentito, poi, Sirius?
 




Angolo Autrice:
 
 
Vi ringrazio per essere fin qui… se voreste lasciare un ricordino (non quello dei cani, sia chiaro! J ) di essere passate per di qua ne sarei più che lieta… per il resto direi che la storia si spiega già da sola.
   
 
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