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Autore: Selene K    05/09/2013    6 recensioni
Tutto quello che amiamo siamo destinati a perderlo. Tutto quello che ci dà conforto, un giorno potrebbe buttarci nel baratro. Tutto quello che ci fa sentire protetti, un giorno potrebbe ucciderci il cuore. E quando quel cuore sarà distrutto disperderà tutto il suo dolore, il suo rancore, la sua insicurezza, insudiciando la candida anima di un bambino.
E cosa resta, allora, se non il ricordo e la consapevolezza che niente sarà più come prima?
[Ispirata dalle note e dalle parole di “Scatterheart” di Bjork]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Sha Gojio, Son Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sono lasciata trascinare da Aronofsky per quel che riguarda la primavera e l’inverno citati alla fine. Questa è l’ultima flash, ho dovuto aspettare la notte per scriverla, perché quella che avevo scritto al mare non mi piaceva più e ho dovuto quindi rischiare con qualcosa di nuovo. Credo che il risultato sia quello che volevo ottenere: dolcezza infantile e poi il dramma della perdita di Goku. Ovviamente mi sono rifatta al Gaiden per questa perdita importante.
Spero sia di vostro gradimento anche questa flash, un po’ più lunga delle altre.

Ringrazio quelle anime pie che hanno letto questo mio primo esperimento con le flash e chi tanto gentilmente mi ha lasciato la sua opinione. Grazie davvero.

A voi.

 

Goku

 

“All the hurt in the world
You know
There's nothing I'd love to do more
Than spare you from that burden
It's gonna be hard

If I only could
Shelter you
From that pain
Just to make it easier on you”

 

Famiglia. Aveva letto la parola in uno dei libri che Tenpo gli aveva regalato. Che cos’era una famiglia? Lui non ce l’aveva… o forse sì. Nelle vignette c’erano sempre un uomo e una donna e uno o più bambini. Non aveva compreso bene cosa diceva la didascalia che spiegava l’immagine, così aveva chiesto a Tenpo. Gli aveva spiegato che una famiglia era composta da persone che si amavano, che non era necessariamente  come quella dell’immagine. Allora aveva sorriso, dicendo che loro erano la sua famiglia. Konzen era come un padre, Tenpo uno zio, Kenren il fratello maggiore, e Nataku l’amico di una vita.
Li amava tutti. Erano suoi. La sua famiglia. I suoi amici. Il suo tutto.

 

Tra le dita aveva solo cenere. Tutto era diventato nient’altro che quello. Esattamente come i resti di Konzen scivolavano via dalle sue dita, i ricordi gli bombardavano la testa. I loro visi, le loro voci, i loro profumi, il tocco delle loro mani. Tutto svanito.
Il dolore era così forte che lo rese folle, tra le dita non aveva più neanche quel poco che era rimasto e non poteva… non poteva…

 

I petali dei ciliegi caddero, l’equilibrio si era spezzato per sempre. Un animo puro e candido era stato ferito, macchiato, distrutto. Un cuore a pezzi disperdeva il suo dolore.
E non ci sarebbe stata più vita, in quei fragili rami.
Niente più Primavera.
Non fino alla fine del suo Inverno.

 

“You are gonna have to find out for yourself”

 

   
 
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