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Autore: _YouKnowWho_    05/09/2013    1 recensioni
Cosa succederebbe se Magnus decidesse di dare una festa a tema "Il mondo degli animali"?
Lui, Alec, Simon, Isabelle, Jace e Clary dovrebbero trovare dei costumi adatti e chissà quali potrebbero essere le reazioni se i travestimenti fossero una sorpresa.
Sicuramente se ne vedrebbero delle belle.
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JacexClary / SimonxIzzy / MagnusxAlec
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutti, chi più chi meno, si stavano preparando per la festa di quella sera.
Magnus Bane, il sommo stregone di Brooklyn, avrebbe dato una delle sue solite feste aperte al Mondo Invisibile e quella volta sarebbero stati presenti anche dei Nephilim muniti di invito.
Lo stregone, infatti, aveva iniziato una relazione con uno Shadowhunter, Alec Lightwood, e per questo lui e tutti i suoi amici erano i benvenuti.
Questa, però, era una festa abbastanza particolare.
Magnus era famoso per essere un individuo molto eccentrico e le sue feste erano tutt’altro che normali, ma quella lo sarebbe stata ancora di più. Lo stregone, infatti, aveva avvertito tutti e scritto sugli inviti, che sarebbe stata una festa in maschera e che il tema scelto da lui stesso era “Il mondo degli animali”.
Chiunque non indossasse il costume di un animale non sarebbe potuto entrare e non avrebbe partecipato alla festa.
All’Istituto di New York la situazione poteva sembrare comica.
Isabelle Lightwood aveva tirato fuori ogni singolo indumento dal suo armadio per creare il suo costume e dopo averlo fatto aveva iniziato ad assillare Simon Lewis, il suo ragazzo, chiedendogli quale fosse il suo travestimento.
Simon non le aveva voluto rivelare niente e rispondeva alle telefonate, anche se poi non stava realmente a sentire quello che Isabelle gli diceva. Lui era in giro per New York. Anche se era un vampiro poteva andare sotto la luce del sole perché era diventato un "diurno" e così  aveva potuto accompagnare la sua migliore amica, Clary, che doveva andare a prendere il proprio costume in un negozio di travestimenti per Halloween o altre feste del genere.
Il ragazzo di Clary, Jace, invece, era all’Istituto e stava assistendo annoiato e senza molta attenzione, il suo miglior amico e parabatai, Alec.
Alec non curava mai il proprio aspetto.
Vestiva in maniera abbastanza trasandata, aveva un taglio di capelli irregolare e non pensava mai attentamente a cosa indossava.
Quella volta, però, voleva essere impeccabile.
Conoscendo Magnus immaginava quale potesse essere il suo travestimento e voleva che il proprio vi fosse legato.
Tuttavia era ansioso che potesse sbagliarsi, perché nonostante credeva di conoscerlo in qualche modo Magnus riusciva a sorprenderlo.
E per questo motivo aveva iniziato ad assillare Jace che, lì con lui, affilava e controllava armi.
«E se faccio la figura dell’idiota?» domandò Alec, esaminandosi l’ennesima volta nello specchio.
«A Magnus non importerà» rispose Jace, senza alzare lo sguardo dal pugnale che aveva in mano. «E poi saremo tutti ridicoli. O meglio sarete… Io sarò perfetto come al solito» aggiunse, con la solita aria di superiorità tipica di Jace.
«Tu e Clary avete trovato un costume insieme?» chiese Alec, senza distogliere lo sguardo dal suo riflesso e aggiustandosi uno dei guanti.
Così concentrato sul suo travestimento non aveva ancora chiesto all’amico quale sarebbe stato il suo.
«Oh, no. Mi ha detto che vuole farmi una sorpresa» disse Jace, mettendo da parte l’arma e dando la propria attenzione al suo parabatai. «Sistemati l’orecchio destro» aggiunse, alzandosi in piedi e facendolo lui stesso. «Se hai fortuna» continuò con naturalezza, «a fine serata il costume nemmeno ti servirà più…».
Alec arrossì di botto e abbassò lo sguardo.
Jace, che intanto si era voltato per prendere le proprie armi, non se ne accorse.
«Manca mezz’ora, è meglio che vada a prepararmi» disse, uscendo dalla stanza e lasciando un Alec ancora imbarazzato che, però, scosse la testa e tornò a controllare ancora il suo travestimento.
 
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Quaranta minuti dopo Isabelle raggiungeva l’ascensore dell’Istituto, trovandosi di fronte Alec e Jace che l’aspettavano impazienti.
«Non si mette fretta a…» iniziò la ragazza. «questo» concluse, indicandosi e sorridendo soddisfatta.
Poi avanzò, mandando indietro una ciocca di capelli e precedendo i fratelli nell’ascensore.
«Simon mi ha detto che lui e Clary ci raggiungeranno direttamente alla festa, perché hanno avuto un contrattempo» annunciò, mentre si avviava sulla strada, per raggiungere l’incrocio dove fermare un taxi. «Qualcosa con un autobus, non so…»
Jace grugnì in risposta. La rivalità con Simon era scomparsa, ma era ancora leggermente infastidito del tempo che Clary e l’amico passavano insieme.
All’arrivo alla casa di Magnus li accolse all’ingresso una fata, vestita da farfalla.
«Buonasera» salutò, fissando negli occhi i tre ragazzi, come se volesse leggere nel loro sguardo. «L’invito, prego» aggiunse, con voce melliflua, porgendo una mano su cui i ragazzi posarono alcuni cartoncini.
La fata li osservò e poi fece scorrere il proprio sguardo sui costumi e sorrise, compiaciuta.
«Potete entrare».
Nella stanza la musica era ad alto volume e i movimenti erano limitati a causa della gente presente. Non che ci fossero molte persone, ma tanti invitati avevano dei travestimenti abbastanza ingombranti.
C’era un uomo, che doveva essere un lupo mannaro, che aveva un gigante costume da gorilla, nello stile di King Kong. La sua natura fu chiara perché era circondato da altri lupi mannari che si erano limitati a trasformarsi a metà. C’era qualcuno vestito da alligatore, con una lunga coda, che si arrabbiava ogni volta che gli veniva pestata e poi tre goblin che, insieme, si erano travestiti da toro e dovevano muoversi insieme e in maniera sincronizzata per spostarsi senza problemi.
Alec fece scorrere velocemente lo sguardo sulla folla, alla ricerca del suo ragazzo. Lo vide in un angolo a versarsi da bere e il suo sguardo si illuminò.
Aveva indovinato.
Magnus era vestito da gatto.
Il segno che caratterizzava il suo essere stregone erano proprio le pupille sottili e verticali da felino e Alec fu entusiasta di aver indovinato che Magnus le avrebbe sfruttate.
Solo che il modo in cui aveva realizzato il travestimento era molto originale.
Indossava una tuta che sembrava di vero pelo e che gli copriva tutto il corpo, nonostante le forme non fossero nascoste, anzi, esse erano accentuate dal modo in cui l’indumento aderiva.
Non si era limitato alla coda, alle orecchie e al trucco, come Alec aveva pensato. Ma doveva immaginarselo, non sarebbe stato da Magnus.
Il ragazzo alzò un braccio per farsi notare mentre si avvicinava e un sorriso apparve sul volto dello stregone quando si accorse di lui.
«Devo mettermi a correre?» domandò Magnus, con malizia nel tono e nello sguardo, mentre ammirava il costume del Nephilim.
Alec aveva pensato di essere il predatore dello stregone.
Per questo motivo aveva scelto di vestirsi come un cane, con guanti che imitassero le zampe, il trucco giusto e delle orecchie pendenti sui lati del viso, tenute su con elastici e ferretti nei capelli.
«Per ora mi andrebbe bene una tregua» rispose Alec, avvicinandosi ancora di più per salutare Magnus con un bacio.
«Salve anche a voi» salutò Magnus, dopo che lui e Alec si furono separati, rivolgendosi a Jace e a Isabelle che si stavano guardando attorno, alla ricerca di Clary e Simon.
«Bel costume» aggiunse rivolto a Jace che sorrise e tirò giù il becco che fino ad allora era stato posato sui suoi capelli.
Dal collo in giù partiva un piumaggio marrone chiaro che ricopriva tutto il corpo di Jace fino al polpaccio. Da lì fino a terra il ragazzo indossava degli stivali su cui erano disegnate delle zampe di rapace e alla punta dei quali c’erano degli artigli. Il piumaggio alle spalle era più scuro e si stendeva anche sulle braccia. Orgoglioso del proprio travestimento Jace gonfiò il petto e fece un passo indietro per aprire le braccia, dispiegando delle perfette ali di falco.
«Ammirevole» commentò Magnus, annuendo. «Anche questa pantera non è male» mormorò dopo, rivolto a Isabelle.
La ragazza era completamente vestita di nero. Aveva una tuta di pelle lucente e attillata che copriva tutto il suo corpo. L’unica cosa fuori dal costume era la solita frusta attorno al polso. Aveva abbandonato, però, i soliti stivali-arma e aveva messo degli stivaletti col tacco alto e aveva anche lei dei guanti che imitassero le zampe dell’animale e un trucco scuro e pesante che donava ai suoi occhi una colorazione totalmente nerastra. Nonostante questo, però, il suo sguardo sembrava scintillare, così come facevano i suoi capelli, lasciati sciolti e ribelli.
«Grazie» rispose la ragazza, mandando indietro un’altra ciocca. «Simon e Clary sono già arrivati?»
Magnus scosse la testa.
«Non li ho visti ancora» disse, tornando poi a guardare Alec, che aveva preso la parola.
«E dov’è Il presidente Miao?» domandò questi, guardandosi attorno.
«Non saprei, è scomparso quando ho iniziato a prepararmi» rispose Magnus. «Sarà stato intimorito da me come un perfetto gatto» convenne. «Vieni, vorrei presentarti qualcuno» gli spiegò poi, prendendolo da un braccio e trascinandolo dall’altra parte della stanza.
 
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Jace andò ad occupare l’angolo in cui era fermo poco prima Magnus e rimase in attesa, mentre Isabelle scompariva davanti a lui con movimenti sinuosi, adattissimi al suo travestimento, per andare al centro della pista e iniziare a ballare senza Simon.
La ragazza era lì da una decina di minuti quando vide Simon entrare nella stanza. Così si avvicinò a lui, seguendo sempre la musica, e quando fu abbastanza vicina da osservare il travestimento del ragazzo scoppiò a ridere.
«Non posso crederci» mormorò, mentre metteva le braccia al collo di Simon, cercando di tirarlo in pista con lei.
Simon, impacciato, fece qualche passo e poi salutò qualcuno alle spalle di Isabelle. La ragazza si voltò per trovarsi davanti Alec e Magnus.
«Siete arrivati anche voi, finalmente, vi aspettavano» disse lo stregone, salutando Clary che era dietro Simon.
Strano che Isabelle non l’avesse vista, considerato il vestito che aveva.
Era vestita totalmente di bianco e alle sue spalle erano attaccate delle ali che sembravano più quelle di un angelo che quelle di un cigno, che era il soggetto del suo travestimento. Questo si capiva dal copricapo che portava che, abbassato sulla faccia, era proprio la maschera del viso di un cigno.
«Sapete Jace dov’è?» domandò Clary, dopo aver salutato Magnus.
Alec si voltò a controllare che l’amico fosse dove l’aveva lasciato e poi indicò la direzione alla ragazza, che scomparve tra la folla.
«Allora, che ne dici?» domandò Simon, indicando il proprio corpo. «All’ultima festa il mio travestimento era più… impeccabile e veritiero, lo ammetto, questa volta non sono riuscito a fare di meglio» mormorò, alzando le spalle.
Era vestito completamente di grigio e aveva una coda e delle orecchie da topolino. Con una matita per gli occhi gli erano poi stati disegnati dei baffi e il musetto da topo.
Magnus scoppiò a ridere, ricordando che durante l’unica altra festa in cui i Nephilim erano stati, Simon era stato trasformato in topo dopo aver bevuto una bevanda e poi era stato rapito da alcuni vampiri.
«Vacci piano» disse lo stregone, indicando il tavolo su cui erano posate le bibite, prima di fare un cenno di saluti a qualcuno alle loro spalle e allontanandosi.
 
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Clary si muoveva con molta attenzione, per evitare di rompere le ali che aveva attaccato al corpo grazie alcuni elastici sistemati in maniera complicata e con accortezza.
Ad un tratto vide Jace posato al muro e avrebbe tanto voluto avere un blocchetto e una matita per poterlo ritrarre in quel momento.
Sembrava davvero un falco che, dall’alto (in quel momento semplicemente da un angolo), osservava con cipiglio qualcosa. La ragazza notò con piacere i particolari di quel costume e cercò di imprimere nella sua mente quell’immagine per poterla rappresentare una volta tornata a casa.
In quel momento, invece, doveva semplicemente raggiungere il suo ragazzo.
«Jace» chiamò, urlando abbastanza, cercando di superare il volume della musica.
Jace la sentì e per questo la sua espressione si rilassò e iniziò a sorridere mentre si voltava verso di lei. Ma quando i loro sguardi si incontrarono in quello di Jace c’era solo terrore.
Clary stranita cercò di avvicinarsi, scansando una fata, ma Jace alzò le braccia per fermarla a distanza, continuando a guardarla impaurito.
«Clary… t… tu… s… sei…» iniziò a balbettare Jace, sorprendendo sempre di più Clary.
Cosa gli stava succedendo?
«Tu sei…» ripeté Jace, facendo un passo laterale, per non rimanere con le spalle al muro, quando Clary si avvicinò ancora. «Sei un’anatra» disse, terrorizzato.
Poi scosse la testa e, con un movimento fulmineo, si allontanò da lì.
Iniziò a camminare verso una finestra, voleva prendere un po’ d’aria. Non riusciva a credere che Clary avesse scelto proprio quel travestimento. Lui ODIAVA le anatre.
Mai fidarsi di un’anatra, diceva sempre.
Esseri così subdoli, che si fingevano indifesi e poi attaccavano quando meno te l’aspettavi.
E Clary aveva scelto proprio il travestimento in un’anatra.
La ragazza all’esclamazione di Jace era stata prima sbalordita, ma quando il ragazzo era praticamente fuggito via, lei era scoppiata a ridere.
Poi aveva cercato di inseguirlo, camminando, però, più a rilento di lui, visto che doveva star attenta alle ali.
«Jace…» mormorò, quando fu dietro di lui.
Il ragazzo si voltò a guardarla, questa volta fissando con disprezzo la maschera.
«Jace, sono un cigno, non un’anatra» disse Clary, senza riuscire a dirlo seriamente, ma ridacchiando. «E poi è solo un costume» aggiunse, alzando un sopracciglio.
Jace sbattè le palpebre e fece un passo in avanti per controllare la maschera e il fatto che fosse effettivamente un cigno. Immediatamente rilassò le spalle e anche i lineamenti del viso si stesero.
«L’avevo preso come un tradimento» affermò il ragazzo, sorridendo, però, in risposta all’espressione divertita di Clary.
Portò le mani sui fianchi della ragazza e la attirò a sé, facendo unire poi le loro labbra.
 
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Al centro della pista, invece, Simon e Isabelle si stavano scatenando. O meglio Simon si muoveva ondeggiando sul posto, mentre osservava Isabelle che ballava e si spostava da un lato all’altro con movimenti eleganti e veloci. La ragazza attirava il suo sguardo come un magnete e non poteva staccarle gli occhi di dosso. Continuava a guardare il modo in cui la tuta fasciava il suo corpo e lasciava vedere tutte le curve, il modo in cui i capelli si muovevano da un lato all’altro, ma soprattutto, quando erano uno di fronte all’altra, non riusciva a distogliere lo sguardo da quello luccicante e tenebroso di lei.
Ogni tanto le sorrideva e lei ricambiava.
Ad un tratto Simon allungò la sua mano e riuscì ad afferrare quella di Isabelle in movimento.
La ragazza si fermò rallentando gradualmente, fino a fermarsi e facendo intrecciare le proprie dita con quelle di Simon.
«Ti va una pausa?» domandò al ragazzo che annuì e, continuando a tenersi per mano, si spostarono verso i tavoli su cui erano posate le bevande e il cibo.
«È divertente» commentò Simon, indicando la stanza e poi voltandosi a prendere i primi due bicchieri pieni che riuscisse ad afferrare.
Ne offrì uno a Isabelle e stava portando l’altro alle proprie labbra, quando la ragazza con un movimento glielo fece cadere dalle mani, facendolo svuotare addosso a un goblin che iniziò a lamentarsi e a sbruffare.
«Basta, sparisci» disse Isabelle con sguardo minaccioso che quasi spaventò la creatura, che si allontanò borbottando.
Ma quando la ragazza tornò a guardare Simon nel suo sguardo c’era solo un po’ di esasperazione.
«Cosa devo fare con te?» domandò, alzando il proprio bicchiere pieno di un liquido di una leggera tonalità di azzurro.
Simon scoppiò a ridere, un po’ imbarazzato, ma poi prese il bicchiere, lo posò sul tavolo e ridusse la distanza con la ragazza. Simon era del parere che le piaceva Isabelle per diverse cose, oltre l’aspetto fisico, che aveva imparato a conoscere pian piano stando con lei e che l’adorava anche senza trucco e al naturale. Ma quella sera era totalmente irresistibile, con il suo sguardo marcato dal trucco e l’eleganza dei suoi movimenti esaltata dal costume.
Così prese un po’ di coraggio e le sussurrò: «Tutto quello che vuoi».
Isabelle rise, portando le mani sul petto del ragazzo e afferrandolo per la maglia per poterlo tirare fino al muro, meno affollato, dove poi buttò le sue braccia al collo di Simon e si avvicinò per baciarlo.
 
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Alec aveva seguito avanti e indietro Magnus che doveva accogliere gli invitati nella sua casa e qualche volta lo stregone presentava il Nephilim, che spesso, però, riceveva occhiate di sufficienza o di sospetto.
«Ignorali» gli ripeteva ogni volta Magnus, ma Alec stava diventando stufo.
«Tu va’, ti aspetto qui» disse, quando un lupo mannaro stava per avvicinarsi.
Magnus lo guardò quasi preoccupato e lo raggiunse subito.
«Basta fare gli onori di casa, ora pensiamo solo a divertirci» disse, avvicinandosi all’orecchio di Alec per farsi capire, visto che era partita una canzone abbastanza rumorosa.
Lo stregone prese Alec per i polsi e lo tirò verso il centro, dove in molti stavano ballando.
Alec non era mai stato molto attivo alle feste. Era Isabelle l’anima delle feste, quella che non la smetteva mai di ballare. Lui si teneva sempre in disparte o, semplicemente, non ci andava.
Non sapeva bene come muoversi e cercò di imitare Magnus che sembrava divertirsi molto, soprattutto a guardarlo muoversi in maniera impacciata. Il Nephilim, invece, non poteva far altro che osservare con attenzione Magnus ed era l’unica cosa che lo facesse stare lì.
«Credo che mi andrò a sedere un po’» disse ad un tratto, però.
Ballare non l’entusiasmava molto.
«Vado a prenderti qualcosa da bere» si offrì Magnus che si allontanò e comparve poco dopo accanto ad Alec con due bicchieri dall’aspetto innocente.
Ne porse uno al ragazzo, mentre, facendo attenzione alla coda, si sedeva accanto a lui sul divano che Alec era riuscito ad occupare.
«Allora, quando inizierà la caccia?» chiese Magnus, spostando lo sguardo sulle orecchie di Alec e poi abbassandolo su tutto il corpo, fino a raggiungere le zampe e poi la coda, che non era schiacciata sotto il ragazzo seduto.
Alec si guardò intorno.
«Quando questa gente sarà andata via non mi dispiacerebbe» mormorò sorridendo in maniera complice.
«Perché non farla cominciare subito?» domandò Magnus e, cogliendo Alec di sorpresa, si buttò letteralmente contro le sue labbra, per dargli un lungo e passionale bacio. 


 


NdA
Salve a tutti! :D 
So che questa storia non ha né capo, né coda, ma spero vi sia piaciuta :) 
L'idea mi è venuta guardando "Mirror mirror", in italiano "Biancaneve", film in cui Lily Collins interpreta proprio la famosa principessa. In una scena del film Lily indossa un costume da cigno. Nello stesso momento una ragazza, che stava guardando lo stesso film, ha commentato il fatto che Jace avrebbe potuto spaventarsi trovandosi Clary conciata in quel modo... et voilà! 
Tutta la storia mi è spuntata in mente ed eccola qui.
Non ha una precisa ambientazione temporale, come avrete notato ^^" So solo che volevo che ci fossero queste precise coppie :)
Grazie di averla letta, mi farebbe molto piacere avere la vostra opinione! 
Alla prossima, un abbraccio a tutti ^^
Fefè
  
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