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Autore: cecily182    05/09/2013    0 recensioni
Mya, una mezz'elfa stregona, insieme alle sue tre nuove compagne, si ritrova a Faënal, una regione a loro sconosciuta. Ognuna di loro ha il suo obbiettivo da portare a compimento e unite da un'utilità reciproca vivranno avventure inaspettate. L'utilità reciproca si trasformerà però in una salda e fedele amicizia. Vivranno bei momenti ma anche dissaventure terribili, soprattutto dopo aver conosciuto quattro ragazzi, viandanti come loro. Si troveranno tutti e otto coinvolti nella guerra che potrebbe portare Faënal alla rovina.
Questa storia è liberamente ispirata alla campagna di Dungeons & Dragons mia e dei miei amici.
Genere: Azione, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai di botto in una stanza buia e mi guardai intorno, aspettando che lo stordimento dovuto al sonno passasse. Ad un tratto un brusco movimento mi svegliò definitivamente e ricominciai a pensare con lucidità: la nave.
Mi sporsi verso il letto al di sotto del mio e vidi Yavanna dormire pacificamente a bocca spalancata. Il letto a castello di Shanna e Rynis era vuoto.
Scesi dal letto recuperai il mio zaino, la mia scarsella e il mio bastone e mi avviai verso la porta: chiusa a chiave. Apprezzai il buon senso delle mie compagne di chiudere la porta; eravamo a bordo di una nave mercantile, decisamente non destinata a passeggeri.
Era colma di marinai ubriachi da mattina a sera, poco affidabili.
Mi sedetti in un angolino e sussurrai un incantesimo in draconico: tre flebili lucine mi svolazzarono intorno.
Tirai fuori il mio quaderno di viaggio e cominciai a scrivere.
Sono due giorni che siamo in viaggio, ormai la nostra meta dovrebbe essere piuttosto vicina. Sto imparando a conoscere le altre due elfe e la drow che viaggiano con me. Sono tutte e tre purosangue, che contano almeno un secolo di età più di me e sicuramente più esperienza. Yavanna, la ranger,  ha un caratterino difficile, un re dei goblin da uccidere per vendicare la sua famiglia e tanta simpatia; ogni tanto è un po’ ingenua ma apprezzo molto la sua compagnia. Shanna è una chierica favolosa, se non ci fosse stata lei ad aiutarmi col mio mal di mare a quest’ora sarei morta, credo. Per quanto riguarda Rynis.. beh Rynis dovrebbe andarci piano con il suo desiderio di soldi, ma è un ladro con i fiocchi, ci tornerà utile.
In questi due giorni di viaggio ho pensato molto a quello che farò quando (e se) troverò mio padre. Non ho la più pallida idea di chi sia, conosco solo il suo nome, non so nemmeno se si trova a Faënal. Di una cosa però sono certa: devo ucciderlo e fermare la sua folle tirannia.
Ho trovato delle ottime compagne, ci aiuteremo a vicenda e lo troverò anche a costo di morire nell’impresa.
Stavo per iniziare una nuova frase quando sentii aprire la porta.
-Ben svegliata Mya-
-Grazie, buongiorno anche a voi- rivolsi un sorrisone alla dolce Shanna.
-Che fa quella scansafatiche? Dorme ancora? Svegliati ranger, chi dorme non piglia goblin- Rynis si avvicinò urlando al letto di  Yavanna e cominciò a punzecchiarla.
L’elfa si svegliò fra imprecazioni e accidenti.
-Che ore sono?-
-L’ora in cui tu ti svegli, fra due ore attraccheremo al porto di Minsburg e prima di scendere dalla nave voglio vedere se troviamo qualcosa che può tornarci utile una volta a terra-
Recuperò la sua roba e si preparò ad uscire.
Una volta in corridoio provammo ad aprire qualche porta a caso e non appena ne trovammo una aperta, dopo esserci guardate intorno con circospezione entrammo velocemente dentro, lasciando Shanna sulla porta a fare da palo. Rievocai le mie tre luci danzanti in modo più flebile che potevo, così da permettere ai nostri occhi elfici di vedere. Aprimmo tutte le credenze e trovammo una quantità abbondante di pane e qualche brocca d’acqua che ci ficcammo dentro lo zaino.
-Ehm, salve signori-
Sentii la voce di Shanna balbettare e feci cenno alle altre di fare silenzio.
-Ehi bella chierica, dove sono le tue amiche?-
-In camera a dormire-
-E tu cosa ci fai qui a vagare per il corridoio?-
-Mi sono appena alzata, mi sto sgranchendo le gambe-
-Okay adesso scansati, dobbiamo prendere la colazione-
-Io ehm..-
Mi si gelò il sangue nelle vene, ci saremmo messe in guai seri.
Vidi Rynis sgattaiolare nell’angolo più remoto della stanza e nascondersi nell’ombra; praticamente sparì.
La porta si aprì e feci appena in tempo a leggere il panico negli occhi di Yavanna prima di girarmi verso i due marinai che erano appena entrati.
-E voi due cosa ci fate qui?-
-Stavamo cercando un bagno-
“Ti prego fa che funzioni”. Di solito ero piuttosto credibile, i miei tentativi di raggirare la gente andavano spesso a buon fine.
-E a chi pensi di darla a bere? Voi stavate rubando qualcosa, adesso vi portiamo dal marinaio. Ah, io glielo dico sempre di non far montare a bordo dei passeggeri, ma quel vecchio pazzo ha un problema con i soldi-
Dopo aver pensato cose poco carine, trasmisi il mio potere all’interno del bastone e lanciai un incantesimo di charme; osservai soddisfatta il lampo che passò nei loro occhi e che rese l’espressione dei due marinai affabili.
-Ci passiamo sopra, ma stasera quando siete a terra, che ne dite di venire a bere qualcosa con noi alla locanda sul porto?-
-Certo!- esclamai.
I due si allontanarono come se niente fosse.
Il potere della magia.
Mi voltai verso le altre con espressione seria: -Appena sbarcate, allontaniamoci dalla nave velocemente, senza lasciare tracce. Quei marinai non avevano intenzioni troppo buone-.
Rynis uscì dall’ombra.
-E se provi di nuovo a compiere un’azione meschina come questa, giuro che ti trasformo in un rospo-
-Pensavo che quella fosse solo una leggenda-
-Ah, ti sbagli-
Dopodiché mi allontanai, con un ghigno beffardo sulla faccia.
 
Quando annunciarono che la terra era in vista chiesi a Yavanna di osservare la banchina del porto. Facevamo tutte affidamento sulla sua vista da ranger.
-C’è un mercato sul porto, quindi la banchina è piena di gente affaccendata nelle compere, se ci confondiamo nella folla di sicuro perderanno le nostre tracce-
-E nella folla potrei rubare qualche scarsella-
-Rynis la tua avidità ci metterà nei guai-
-Shanna la tua responsabilità ci manderà in rovina-
-Finitela, mi avete già stancata-
Rimasi in silenzio mentre le mie compagne si lanciavano in una discussione che di serio aveva ben poco.
Non appena fu messo il ponte, scendemmo dalla nave e senza dare nell’occhio ci confondemmo con la folla di persone che giravano frenetiche, sbrigando le proprie commissioni.
-Dovremmo cercare una locanda che non sia quella sul porto, non voglio avere niente a che fare con quei marinai-
-Io devo cercare del tabacco- Yavanna cercò la mia approvazione.
-Anche io. Troviamo del tabacco da fumare, dopo andiamo verso il centro della città in cerca di una locanda-
Trattammo il prezzo di una bustina di tabacco con un vecchio nano che di tabacco sembrava capirne ben poco.
Mentre camminavamo per uscire dalla folla, Yavanna si bloccò di scatto davanti a me e quasi andai a sbatterle contro.
-Goblin-
La sua voce tremava. Ododar, il re dei goblin, 118 anni prima aveva ucciso la sua famiglia e quando Yavanna fu abbastanza grande, partì con la promessa di uccidere tutti i goblin che le sarebbero passati davanti. L’unico obiettivo che aveva nella vita era scovare Ododar e farlo fuori.
-Come possiamo ucciderli nel bel mezzo di un mercato cittadino? Yavanna è una follia, non ci metteremo nei guai per un tuo capriccio. Siamo arrivate oggi in città non è il caso di dare subito nell’occhio- la riprese Shanna.
Io capivo Yavanna. Comprendevo il suo desiderio di ammazzare quei tre goblin che giravano indisturbati per le vie della città, perché se avessi trovato degli uomini di mio padre, probabilmente i miei occhi sarebbero stati velati della stessa rabbia dei suoi in questo momento.
-Lì c’è una via secondaria dove nessuno ci noterà, portiamoli lì con l’inganno e uccidiamoli-
-Mya sei impazzita?-
-Ricordate? Aiutarci. Sempre. Facciamolo e basta-
Ci avvicinammo ai goblin con aria tranquilla, io tirai fuori il mio sguardo convincente.
-Abbiamo un affare per voi, un ottimo affare. Soldi sicuri. Seguiteci in quel viottolo-
Io e Yavanna li guidammo, mente Rynis e Shanna li seguirono.
Quando reputai fossimo abbastanza isolate prima di voltarmi verso i goblin sussurrai in draconico: -Kair tangus mio piar-
Le mie mani si incendiarono, mi girai di scatto verso i goblin che si trovavano dietro di me e gli posai le mani sulla testa. In un lampo si incenerì e le sue ceneri svolazzarono lente verso il terreno.
Nel frattempo Yavanna col suo falchion ne aveva agilmente infilzato un altro e Rynis cogliendolo di sorpresa aveva tagliato la testa del terzo.
Il tutto mentre Shanna osservava guardinga che non arrivasse nessuno.
-Prendete le scarselle e allontaniamoci velocemente di qui-
Prima di correrci dietro Yavanna si voltò verso il goblin che aveva ucciso e sputò sul suo cadavere inerte.
Giungemmo in quella che era evidentemente la piazza principale di Minsburg. Un’alta cattedrale di marmo bianco, con un sole intagliato sul portone, si scagliava imponente sulla piazza, sulla quale si affacciavano botteghe di tutti i tipi, fra cui una locanda e un rivenditore di oggetti magici, dal quale mi ripromisi di fare un salto più tardi.
Shanna stava osservando crucciata la chiesa.
-Io faccio un salto in quella chiesa, può tornarci utile sapere che religione professano qui, voi andate a prendere delle stanze-
Così ci dividemmo.
La locanda era accogliente e un ragazzo umano ci accolse con un sorriso.
-Due elfe e un draw. Cosa posso fare per voi mie belle signore?-
-Quattro stanze per favore-
-E la quarta?-
-Sta arrivando, è andata a fare una commissione-
Lo guardai con aria ammiccante.
-Bene intanto eccovi tre chiavi, quando arriva le farò avere la quarta-
Pagammo e andammo a mangiare qualcosa per pranzo.
Nel frattempo ci raggiunse Shanna.
-Qui professano il Dio del sole. Pelor, quindi attente a cosa dite in giro-
Finito di pranzare ci ritirammo ognuna nella sua stanza per riposarci e ci dammo appuntamento due ore dopo per andare a fare qualche compera.
Una volta nella mia stanza chiusi a chiave.
Mi spogliai dei miei vestiti e mi misi sul letto a pensare, ma dopo poco la stanchezza del viaggio ebbe il sopravvento e mi abbandonai ad un oblio tempestato di brutti sogni.
  
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