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Autore: DawnRose    05/09/2013    5 recensioni
Quando una lettera riporta alla luce le ombre del passato le Pretty Cure saranno costrette loro malgrado a tornare ancora una volta a combattere il male.
Tra nuovi personaggi e vecchie conoscenze, tra nemici agguerriti e vita di tutti i giorni, riusciranno le leggendarie guerriere a salvare il mondo... per l'ennesima volta?
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Coco/Kokoda Koji, Nozomi Yumehara/Cure Dream, Nuovo personaggio, Rin Natsuki/Cure Rouge, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A CURE STORY

 


CAPITOLO UNO: DOPO (IL LIETO) FINE...

 


-Potresti uscire con Haruki, quello della squadra di basket. O con Ken, il tennista. Lo sai che assiste ad ogni tua partita e applaude sempre ogni volta che conquisti un set?- il sorriso di Nozomi Yumehara andava da un orecchio all'altro e la sua migliore amica Rin Natsuki, lo trovò piuttosto irritante. Possibile che, dopo aver trovato per se stessa un fidanzato, certo non era neanche una creatura del loro mondo ma su quello si poteva anche sorvolare, si fosse fissata nel cercare di appiopparlo anche a lei? Lei che per diciassette anni ne aveva fatto volentieri a meno? Scosse il capo: ogni volta che Nozomi si metteva in testa di fare qualcosa non c'era modo di distrarla dal suo obiettivo. Già la vedeva esclamare: "bisogna trovare un fidanzato a Rin. È deciso, sì!"
Una scena terrificante.
-No e poi no!- esclamò con tono scocciato, per poi allungare il passo. -La vuoi smettere di farmi da paraninfo!-
-Da cosa?- Nozomi si affrettò per raggiungere l'amica. Sbuffò leggermente scocciata, prima di replicare: -Non c'era bisogno di usare quella parola-.
Il suo tono di voce era tra il divertito e l'offeso, ma Rin era consapevole che lei ignorava bellamente il significato di quel termine obsoleto.
-Non volevo offenderti- si sentì in dovere di specificare, anche se l'amica, se davvero aspirava a diventare una professoressa, avrebbe forse avuto bisogno di conoscere il significato di quella parola.
-Ah- sul volto di Nozomi si stampò una strana espressione: sembrava sorpresa -e allora cosa vuol dire quello strano termine? Com'era già? Parapimpo? Paralimpo?-
-Paraninfo- sillabò Rin lentamente, fissando l'amica negli occhi.
-Che significa quindi?-
-È un termine che deriva dal greco antico. Viene usato per indicare la persona che combina matrimoni- rispose una voce alle loro spalle.
-Kokoda!- trillò Nozomi estatica, mentre gli correva incontro come se non lo avesse visto per un mese intero. "Ma se lui è stato via per due giorni appena" fu il pensiero acido di Rin, che però decise di trattenere per sé. Chissà che Nozomi non avesse ragione quando affermava che aveva bisogno di un fidanzato...
Rivolse uno sguardo alla coppietta alle sue spalle e, con sorpresa, si ritrovò a provare un po' di invidia nei loro confronti. Ormai erano tre anni che stavano insieme e nonostante le evidenti difficoltà continuavano ad andare avanti, sempre ottimisti e con il sorriso sulle labbra.
"Beati loro" si ritrovò a pensare, con un pizzico di tristezza, mentre Nozomi si staccava dall'abbraccio del ragazzo e tornava da lei,
-Ora vi lascio- le salutò Kokoda -l'anno scolastico sta per iniziare anche per me-
-In bocca al lupo, professore!- sbraitò Nozomi. Da quando avevano iniziato le superiori lui non era più stato il loro insegnante, con sommo dispiacere della ragazza dai capelli magenta, ma, per fortuna dei due fidanzati, continuavano a incrociarsi per la scuola e talvolta pranzavano anche insieme. Rin spesso si sentiva un terzo incomodo tra i due, ma si sacrificava volentieri per l'amica: era convinta che Nozomi avrebbe fatto lo stesso per lei.
In effetti Nozomi, per ricambiare tanta comprensione, si era intestardita nel voler trovare un fidanzato anche a lei, cosa che l'aveva allertata parecchio. Per tutte le vacanze non aveva fatto altro che insistere sul cercare di combinarle appuntamenti con ogni ragazzo che entrava nella Natts House e per quanto Rin fosse stata contenta di assistere alle dimostrazioni d'affetto dell'amica, quando era troppo era troppo!
-Buona fortuna, ragazze- replicò Kokoda salutandole e dirigendosi verso l'edificio del complesso scolastico Cinq Lumières dove si trovavano le classi delle medie. Le due amiche, invece, proseguirono verso le classi delle superiori.
-Mi togli una curiosità?- le domandò tutto d'un tratto Nozomi.
-Va bene- era terrorizzata dalla domanda che lei voleva porgli: sperò che non fosse nulla di estremamente assurdo o stravagante o tantomeno riguardante un fantomatico fidanzato.
-Dove hai imparato quella parola di prima? Quella strana: parafinfo-
Rin rise. -Paraninfo, si dice. L'ho letta nell'ultimo libro di Komachi, quello ambientato nell'Antica Grecia. "Il flauto del filosofo"...- sospirò: il titolo, per lei, era tutto un programma.
-Perché sbuffi?- domandò Nozomi, la quale probabilmente non doveva essere andata oltre la prima pagina.
-Te lo dico se prometti di non farne parola né con Komachi né con nessun altro-
-Ok- sembrava ansiosa di venire a conoscenza di quel piccolo segreto.
-L'ho letto e... non mi è piaciuto. Era un mattone pesante come pochi ed anche un po' noioso...-
Nozomi annuì. -Secondo me dovresti dirglielo in ogni caso. Credo che Komachi apprezzerebbe le tue critiche sincere-
Rin sorrise, abbracciando la sua amica. "Come farei senza di te, Nozomi?"



-Cosa stai leggendo?- chiese Karen alla sua grande amica Komachi Akimoto, intenta nella lettura di un tomo enorme sulle gradinate dell'università Les Papillons, una delle scuole più rinomate del paese. -I Promessi Sposi- rispose lei con un sorriso. Karen annuì, ignorando le ragioni che avevano portato l'amica a frequentare il difficile corso di letteratura italiana e a divorarsi romanzi così spaventosi. 

-Sei spaventata dalla grandezza del tomo?- le domandò lei, notando le sue occhiate bizzarre.
-No- rispose con sincerità -certi manuali di anatomia hanno la stessa dimensione!-
-E allora?- borbottò Komachi -è un libro veramente interessante! Le vicende del povero Renzo sono così intriganti...-
Karen dubitava che quel personaggio dal nome strano avesse vissuto delle avventure così interessanti come le descriveva la sua amica, ma la lasciò continuare. Komachi era veramente presa dalla trama del romanzo che non faceva altro che parlarne in toni decisamente entusiasti.
-E poi... Lucia! Anche lei finisce nelle mani di individui poco raccomandabili, povera ragazza... sai cosa ti dico: potrei scrivere un nuovo libro partendo dalle stesse premesse... non mi sono mai lanciata in questo genere! Magari potrei ambientarlo nell'era Meisho o nell'era Gosai. Tu che ne dici?-
Le rivolse un'occhiata eloquente. Dopo che il suo ultimo libro, una storia d'amore tra un filosofo e un'etera ambientata nell'Antica Grecia, si era risolto in un fiasco totale, Komachi aveva affrontato un difficile periodo di blocco. Karen era contenta di vedere l'amica così brillante e creativa ma aveva paura che se continuava a scrivere romanzi così poco accessibili avrebbe faticato a riscuotere il suo meritato successo. Voleva dirglielo ma si trovò incapace di aprire bocca. "Forse è meglio così..." si disse, per non infrangere i sogni della ragazza.
-E tu invece?- le domandò Komachi con le labbra increspate da un sorriso. -Hai già fatto la prima autopsia?-
-Non ancora... ehm... Sono solo al primo anno-
-Te l'hanno raccontata la storia di quello studente di medicina?-
-Cosa?- non ne aveva mai sentito parlare... -No- fece un cenno con il capo -non so di cosa tu stia parlando-
-Ci credo che non ve l'hanno mai voluta raccontare: è uno dei segreti meglio custoditi di questa università. Io l'ho scoperta per caso cercando nell'archivio della scuola. Una volta, infatti, in questa stessa università, un malcapitato studente di medicina dovette fare un'autopsia su una splendida ragazza. Era la prima volta che affrontava quel processo da solo, nonostante avesse già assistito alle dimostrazioni del suo professore. Ebbene una sera, dopo le lezioni, si trovava in un laboratorio, completamente solo ad eccezione di quello splendido cadavere, nudo sopra il tavolo. Le luci fredde del neon baciavano la pelle chiara di quel corpo, dandogli una sfumatura azzurra.
Lui si avvicinò, le toccò la pelle. Era gelida come marmo. La ammirò per diversi secondi, contemplando la sua bellezza, poi le scostò delicatamente i capelli dal volto. Era bionda. Lo studente prese gli strumenti del mestiere e li impugnò quasi fossero un pennello, perché riteneva che operare su quel corpo fosse un sacrilegio. Ma quando incise il ventre del cadavere, la donna.... La donna...
GRIDÒ!!!-

Karen fece un balzo indietro roteando gli occhi, mentre Komachi non la smetteva di ridere.
-Ci sei cascata in pieno!-
-Non è stato divertente-
-Forse per te! La tua espressione era fantastica, un vero peccato non averti scattato una foto!
"Una vera fortuna forse..."
Le due risero insieme: l'università, in fondo, non le aveva proprio cambiate!



"À Paris..."
Urara Kasugano cantò con dolcezza nella voce. Si passò una mano tra i capelli biondi, mentre i boccoli dei suoi codini rimbalzarono come molle.
-No!- disse il regista. -Ci vuole più enfasi, più grinta!-
La ragazza annuì. Prese un respiro profondo, poi intonò:
"À Paris,
Quand un amour fleurit..."

-No- fu il commento del regista. -Ci vuole più struggimento, più passione... Sei a Paris, ma chérie, non a fare la bambolina su un palcoscenico pieno di neon. La vedi?- gesticolò con le mani in maniera tanto evidente che Urara pensò dovesse prendere il volo -La vedi la Tour Eiffel, l'Ac du Thriomphe, les Champs Elysées???-
"La foschia, il freddo, l'umidità?" aggiunse mentalmente la cantante. Parigi era una bella città, ma il clima era terribile: era aprile e non aveva ancora visto il cielo sgombro la nuvole.
Il pensiero volò alla sua casa, al Giappone e alle sue amiche. "Per Nozomi e Rin è l'ultimo anno di liceo". Presto anche loro sarebbero andate all'Università. Le mancavano parecchio, nonostante avesse spedito loro diverse cartoline. Era molto dispiaciuta per la lontananza, ma in ogni caso avrebbe accettato quell'ingaggio a Parigi a tutti i costi. E poi non era completamente sola... Syrup era sempre con lei, e per quanto potesse a tratti apparire scorbutico, sicuramente apprezzava la sua compagnia. Pensò intensamente ai suoi amici e un sorriso le illuminò il volto.
"À Paris..."
Il direttore applaudì. -C'est magnifique- commentò -questa volta ci hai messo proprio tutto il cuore, eh? Lo si è visto, lo si è sentito. Continui così Mademoiselle Kasugano, e la sua carriera prenderà il volo, vedrà!-
Urara si sentì felice come poche volte nella sua vita.



-Almond-
Quando Syrup lesse il nome del destinatario sulla busta ebbe un fremito. Quel nome non gli era nuovo... "Ma dove l'ho già sentito?" Si trasformò nel grande uccello arancione e solcò il blu del cielo infinito. Questo Almond dal nome già noto abitava in una zona isolata del Regno di Palmier, nel mezzo di una foresta incantata. Sorvolò l'area, ma tutto quello che vedeva erano alberi, alberi e ancora alberi... Sbuffò: alla prima radura scese a terra e assunse la forma di Shiro Amai.

"Questa volta mi toccherà andarci a piedi" si disse, mentre imboccava un sentiero scosceso, ricoperto di aghi di pino e foglie morte.
-Mailpo!- fu il commento stupito di Mailpo, che sbucò dal nulla al suo fianco.
-Cosa c'è?- ribatté Shiro -Non hai mai visto una foresta prima d'ora?-
-Mail-
-Beh, questa zona del Regno di Palmier è troppo fredda per coltivare gli alberi di Palmier... Immagino sia questo il motivo per cui crescono questi pini- alzò gli occhi: i tronchi sembravano non avere mai fine e l'unico cielo visibile da quel posto era color verde smeraldo.
Prese la busta. Il mittente era il Re Nuts di Palmier. Che motivo aveva di scrivere a questo Almond? Fissò il sigillo: c'era qualcosa di insolito, ma non sapeva spiegarsi cosa esattamente.
-Mailpo- si lamentò -abbiamo un nome che conosco ma non so perché, un sigillo che mi pare essere strano ma non so perché... Che cosa dobbiamo fare?-
-Mail-
-Non sono vecchio!- sbuffò Shiro di fronte alla battuta dell'amico -e per dimostrartelo ti propongo una gara-
-Mail?-
-Il primo che arriva da questo Almond vince. Ovviamente il vincitore lo si conosce già- gli rivolse un sorrisetto -ti batterò con le mie formidabili doti atletiche!-
-Mail!-
La creatura rosa scattò di colpo, e Shiro la inseguì. Le loro risate si udirono per tutta la foresta.




Dawn's corner

 
Convinzione a palla. Ci provo anch'io!!! *si butta nella piscina del fandom Pretty Cure, ma prende una capocciata terribile...*
Ok, avevo questa specie di storia (che poi è un delirio, ma chissene) e avevo pronto questo capitolo già da un po'. Volevo scrivere il più possibile perché per lo meno per me la scuola quest'anno sarà un inferno (gulp!) ma spero di postare regolarmente in futuro (siete liberi di ricordarmelo!)
Però non ho resistito... E ho pubblicato (in fondo questa non sarà una very long, ma una short long). Vabbè.
Quindi... Un po' di parlottio che non guasta mai.
DawnNotes.
1) Lo sapevate che la scuola in Giappone inizia a marzo/aprile? Io no e ci sono rimasta di stucco :O (ecco però piegata la dinamica degli episodi delle Pretty Cure *e il loro strambo calendario*) 
2) Per quanto riguarda le età delle PC se Nozomi e Rin sono all'ultimo anno di superiori, Karen e Komachi sono al primo di Università e Urara uno indietro (disse Mister Ovvio)... 
3) Altra cosa: la canzone che canta Urara è vecchissima. La davano alla ruota della fortuna quando usciva come premio Parigi xD (motivo per cui l'ho messa nel capitolo) 
4) Non so perché Komachi si sia iscritta a letteratura italiana... Non ha un verso sta scelta. Mah... *l'autrice non sa cosa dire e si appella al quinto emendamento*
5) Ebbene sì, sono tutti amici, anche i non presenti Milk e Nuts e si vogliono tutti benissimo, nessuno ha lasciato nessuno e il fluff regna sovrano. 
...
*Suona una musichetta inquietante* Ma qualcosa accadrà perché la pace non è destinata a durare*finisce la musichetta inquietante*
Al prossimo capitolo...
Dawn




  
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