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Autore: TruvsJack    12/03/2008    1 recensioni
Ora che le carte sono quasi tutte in gioco, resta solo una cosa da fare: cercare di capire da che parte stare... Non sarà un momento facile nè per Tru nè per Harrison, questo... // Questo è l'episodio successivo al 2.07 "Lo scambio" della FanFiction su Tru Calling scritta da me. Buona lettura!!
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Eccoci qui!! Il secondo episodio della mia FanFiction su Tru Calling!! Questo episodio sarà molto diverso dal primo che ho scritto e sembrerà più un episodio della prima stagione. Infatti ho cercato di vedere come personaggi come Jack, Carrie e Jensen potessero agire in una trama “chiusa” come quella degli episodi della prima stagione. Quindi, più recensioni, meglio è (come al solito... hihi)!!

Per rispondere a Lyrapotter: Carrie avrà un ruolo davvero perfido nella mia fan-fiction, ma ti assicuro che riceverà quello che si merita e quando accadrà, sarà veramente una soddisfazione...

Una sola cosa ancora: se non ve ne foste accorti, ho inserito la Track List di canzoni che avrei utilizzato nell’episodio 2.07 «Lo scambio»!! Ne inserirò una per tutti gli episodi!! Che telefilm sarebbe senza musica!!

Ora non mi resta che augurarvi una buona lettura e spero che anche questo episodio vi piaccia come il primo!!

 
Episodio 2.08 “Eclissi interiore”

 
Negli episodi precedenti:
«Se Carrie avesse saputo del tuo dono, per esempio, oggi non avrebbe mandato Jensen in quel bar! __ Credo dovremmo dirglielo. Sarebbe più facile!» fece Davis.
«Non lo so...» rispose Tru. «Non mi fido ancora di lei...». __

__Jack guardò Carrie negli occhi. «...Invece tu?».
«Non male. Ho conosciuto meglio Davis...» disse Carrie, soddisfatta. «... ometto interessante». «E...?».
«E si beve ogni singola parola che io gli dico!». Carrie brindò con Jack. __

__Harrison corse fuori dall’appartamento. «Tu lavori per Jack! Come ho fatto a non pensarci prima?!».
Harrison arrivò al telefono pubblico per avvisare sua sorella dell’accaduto.
Tru sentì il suo cellulare suonare. Il cadavere a fianco a lei si mosse. «Aiutala!». La giornata si riavvolse.

__Richard guardò Jensen e si rivolse a Jack senza farsi notare. «Lui non doveva essere uno dei tuoi?». «Dagli tempo!» rispose Jack, con la stessa attenzione a non farsi notare. Richard volse lo sguardo a Carrie, che parlava con Davis.
«E che mi dici della talpa?». __
«Vedi, Carrie...». Davis non sapeva da dove cominciare.
«Devo raccontarti un segreto e questo segreto riguarda Tru». __
Carrie annuì a Jack. Questi si rivolse a Richard. «Ce l’ha in pugno!».

__«Lui è morto e non mi ha chiesto aiuto...» disse Tru a Davis. _«... E Carrie ha ragione: per me non è mia successo!!». Tru fisso il cadavere di Jensen sul lettino metallico e poi uscì dalla stanza.
__Il cadavere si mosse. «Aiutami!». La giornata si riavvolse.
__«Già è grave quando salvi chi ti chiede aiuto, ma se salvi anche chi non lo fa...» fece Jack, guardando la ragazza. «Io salverò Jensen...» disse Tru. _ Tru si gettò verso Jensen: l’auto non riuscì a colpirlo e finì nella vetrina del bar. _ «Secondo me stai scivolando verso un sentiero pericoloso...» commentò Jack, grave.
__«E’ strano...» disse Jensen, toccandosi il polso. «Che succede?» chiese Tru, preoccupata. «In questo momento ho una fortissima sensazione di déjà vu...» spiegò Jensen.

__Tru entrò al Gray Market._ Il proiettile la colpì._ Harrison si gettò verso di lei._ «Aiutami!» disse Tru a Harrison._ La giornata si riavvolse. _ «C’è di buono che Jack non può saperlo!».
__ Carrie chiuse il telefono. La talpa aveva agito.
__ I rapinatori erano entrati nel supermercato._ Jack trattene Tru per il braccio. _ «Perché non mi hai lasciata andare, prima? Quando i rapinatori sono entrati, mi hai fermato, come se fossi certo che se avessi seguito Linda Gordon mi sarebbe accaduto qualcosa...» chiese Tru.
__ Tru non poté far altro che essere fiera di lui: quel giorno, anche se aveva fatto qualche piccolo errore, l’aveva aiutata, ma soprattutto, l’aveva salvata. _ «Dimmi che non ho io il potere... Dimmi che non è passato a me!» fece Harrison, andando subito al dunque. Davis non sapeva cosa rispondere. «Non so dirti cosa accadrà, Harrison».

__  «E’ che mi è successa una cosa strana...» disse Every. «Ho fatto uno strano sogno...». «E cosa hai visto nel sogno?» chiese Carrie. Every non rispose subito. «Quello... quello che mi sarebbe accaduto oggi...».
__ Carrie subito prese il cellulare dalla sua borsa. «Sono io...» disse. «L’ho trovato, Jack! Ho trovato l’opposto di Harrison!».

 
 
Capitolo 1 “Competizione”

 
Ore 8.00

 
Non era una domenica come le altre per Tru.
La sveglia suonò, svegliandola. Sarebbe rimasta a dormire volentieri, ma aveva un impegno.
Spostando le coperte, spense la sveglia e si alzò dal letto.
Prese il cellulare che aveva sul comodino e guardò se qualcuno l’avesse chiamata o le avesse mandato un messaggio. Noto che il cellulare aveva la batteria quasi scarica.
«Oh...» fece, svogliata. «Lo metterò in carica dopo...»
Svelta si diresse in cucina a fare colazione.

 
A casa di Davis, lui stava dormendo tranquillamente fra le coperte, quando la sveglia suonò.
L’uomo sussultò. Un gemito uscì dalle coperte.
«Cosa diavolo... Oh Mio Dio...».
Quando si voltò, si accorse di aver tirato un calcio a Carrie. La donna si svegliò di malo modo.
«Davis... Cosa succede? Mi hai fatto male...» disse la donna, con voce ancora assonnata.
«Emh... Scusami...» voltandosi verso di lei.
Quando la vide, non poté fare a meno di notare che, per quanto fosse ancora assonnata, per quando avesse i capelli arruffati e gli occhi semichiusi, Carrie rimaneva sempre bellissima.
«Cosa c’è?» chiese lei.
«E’... è stato davvero bello questa notte...» rispose dolcemente Davis, appoggiandosi su un braccio a osservarla.
Carrie sorrise. «Sì... E’ stato bellissimo anche per me...».
Lei si avvicinò e lo baciò.
Era molto che Davis non provava un sentimento così forte per una donna.
Carrie si lasciò coccolare nelle braccia di Davis.
«Emh... Sono le otto...» disse lui. «Dovremmo alzarci...».
«Giusto...» fece Carrie, svogliata. «Mi ripeti perché dobbiamo assistere come pubblico ad una competizione di giovani scrittori?».
«Perché ci partecipa Jensen... e perché quando Tru me lo ha detto, le ho promesso che ci saremmo andati...».
«Ma da quando Jensen ha scoperto questa sua vena artistica?» chiese Carrie.
«A dire il vero, da poco...» spiegò Davis. «Anche Tru era molto sorpresa quando mi stava raccontando dell’evento...».
«Allora sarà meglio che vada a prepararmi...» disse Carrie, alzandosi dal letto.
La donna prese il lenzuolo e coprì il suo corpo nudo. Si alzò e si diresse in bagno.
Quando vide tutta la sua eleganza e la sua sensuale femminilità, Davis sentì crescere il desiderio dentro di sé.
Fu in quel momento che si accorse di essere rimasto nudo sul letto... e senza coperte.
Subito arrossì quasi imbarazzato: prese un cuscino e si coprì. 


Ore 9.47 

Tru suonò il campanello dell’appartamento 711.
La porta si aprì e suo fratello la guardò con un sorriso 32 denti.
«Allora...» fece Tru. «Fammi vedere!!».
«Benvenuta nella mia umile dimora...» disse Harrison, spostandosi dalla porta.
Tru entrò impaziente nell’appartamento di suo fratello.
«Mio Dio, Harrison!!» fece, arrivando in soggiorno. «E’ bellissimo!!».
«Quindi ne è valsa la pena non avertelo fatto vedere fino a quando non era tutto arredato...».
«Sì, credo di sì!!» fece Tru. «E’ forse più bello del mio!!».
Harrison sorrise compiaciuto. «Certo i mobili non saranno di legno d’acero e le poltrone di vera pelle, però credo di aver fatto un bel lavoro...».
Tru era rimasta stupita. «E lo hai fatto tutto da solo?» chiese.
«A dire il vero... nell’ultimo periodo mi ha aiutato... Every!». Harrison arrossì un poco.
«Aaaah...» fece Tru. «Si vede un tocco femminile...».
I due sorrisero.
«Ma dove hai trovato i soldi per prendere tutte queste cose?».
«Sai... il lavoro con papà va bene... avevo già messo da parte qualche soldo per prendermi un appartamento, ma poi nostro padre esce fuori con questo regalo!! Allora ho utilizzato i soldi che avevo messo da parte per prendermi tutto l’occorrente per la casa...».
«Magari...» fece Tru, prendendo le chiavi della sua auto. «Potevi tenere quei soldi per prenderti un’auto nuova che non ha bisogno di essere riparata ogni due mesi...».
«Ok, capito cosa vuoi dire...» fece Harrison, sbuffando. «Ora che ho dei soldi non devo gettarli al vento dalla mia... nuova finestra ermetica!!» disse, ridendo.
«Tieni...» fece Tru, sorridendo.
Harrison prese le chiavi della macchina di Tru e la baciò sulla guancia. «Grazie mille!! Te la riporto domani!».
«E sarà meglio che sia senza un graffio, fratellino...».
«Non ti fidi di me?» fece Harrison.
«Muoviamoci...» disse Tru. «Jensen è giù che mi aspetta in auto!».
I due uscirono dall’appartamento.

Ore 10.14

Tru, Jensen, Davis e Carrie entrarono nella palestra del Liceo della città.
«Ah, quanti ricordi...» fece Tru. «In questo liceo ne sono successe di cose...».
«MI ricordo che... poco più di un anno fa qui c’è stato un tentato omicidio!» disse Jensen.
Tutti lo guardarono, straniti. Tru lanciò un occhiata a Davis: Jensen si riferiva proprio ad una giornata rivissuta da Tru.
In fondo alla palestra era stato messo un palco e sopra di esso si ergeva l’insegna “IV Concorso per Giovani Scrittori”.
Una giovane ragazza porse ai quattro il volantino con il programma della giornata.
«Ah...» fece Carrie. «Ore 11: Lettura Poesie. Ore 12: Ristoro. Ore 13: Lettura di Racconti d’Avventura. Alle 14 i Racconti Romantici...».
«Questi li voglio sentire...» disse Tru, prendendo Jensen a braccetto.
«La mia lettura invece è alle 17...» disse Jensen.
«Orrore?» chiese Davis, guardando il programma. «Hai scritto un racconto dell’orrore?».
Jensen annuì. «Mi sono divertito molto...» disse.
«E si può sapere di cosa parla?» chiese Carrie.
«Di un ragazzo che, dopo essere scampato alla morte, comincia a capire il vero senso di essa e apprezzerà questa seconda possibilità...».
Non era quello che Carrie si aspettava di sentire. «Oh, beh... sì, beh, credo che sarà un racconto molto... interessante!» disse, sorridendo. «Non vedo l’ora di sentirlo!».
«Grazie» rispose il ragazzo. «Ora credo che andrò a chiedere cosa mi aspetta oggi...».
Tru lo baciò. «Buona fortuna...».
«Non me ne servirà...» fece Jensen.
Tru trovò quella risposta un po’ strana: Jensen era sempre molto gentile con tutti e si sarebbe aspettata un grazie. Ma forse era solo l’agitazione per la giornata.
Il ragazzo si scostò dai tre e scomparve nella piccola folla intorno ad uno stand.
«Secondo me l’idea di Jensen può funzionare...» commentò Davis.
«Non mi sembra una così grande sorpresa che a te possa piacere questo racconto...» commentò Carrie.
«Perché?» chiese Davis.
«Insomma... lavori in un obitorio: è ovvio che tu rimanga affascinato da un racconto che possa definire la morte...».
«Mmm...» commentò Tru. «Porti il lavoro anche a casa...».
«Già... E il fatto che tutti vorremmo avere una seconda possibilità, ma non tutti riescono a darcela».
Le parole e lo sguardo di Carrie fecero credere a Tru che la donna si stesse rivolgendo proprio a lei e alla sua chiamata.
Carrie sorrise. «Credo che se qualcuno ha una seconda possibilità, deve sfruttarla al meglio...».
Davis capì cosa stava facendo Carrie: doveva conquistarsi la fiducia di Tru per far si che la ragazza desse la libertà a Davis di dirle che lei sapeva del dono.
«Anche io la penso così...» disse Tru, un po’ confusa.
Nei tre secondi seguenti vi fu un interessante scambio di sguardi fra le due donne.
«Perché non andiamo a prendere posti?» chiese Davis.
«Ottima idea!» disse Tru.
I tre si fecero spazio nel corridoio centrale fra le sedie e si diressero il più vicino possibile al palco.

Ore 12.57

Harrison stava guidando l’auto di Tru. Il suo volto non era dei più felici, però.
«Che cos’hai?» chiese Every, seduta sul sedile del passeggero.
«Dovevano proprio venire anche Tyler e quel suo amico...».
«Jason?» fece la ragazza.
«Sì, sì... qualunque sia il suo nome non mi interessa... Dovevano proprio venire?».
«Eravamo all’Università e mi è scappato... Tyler si è praticamente auto invitato! E siccome Jensen oggi è con Tru, ha invitato un suo amico! Sarebbe stato molto imbarazzante se fossimo stati tu, lui ed io...». Every sorrise.
«Sì, ma poteva anche non venire...» sussurò Harrison. Era sicuro che non lo avrebbero sentito perché erano troppo impegnati a giocare ad un videogioco.
«Ma danno così tanto...».
«HO VINTOOOOOOOOO!» urlò Jason a Tyler, facendo qualche linguaccia.
«... fastidio? No...» rispose Harrison, sarcastico. «E’ solo che oggi avrei voluto rimanere un po’ con te... da soli!».
«Non preoccuparti!» disse Every. «Troveremo il tempo per noi!».
Harrison la guardò per qualche secondo e notò quanto il suo sorriso fosse solare.
Subito portò lo sguardo sulla stradina: non era trafficata, anzi, era completamente vuota. A entrambi i lati, alberi di pino si ergevano come una barriera.
«Sai che Jason potrebbe vincere il Premio Pulizer dell’anno?» fece Every.
«Davvero?» disse Harrison, non molto entusiasta di sapere la storia.
Jason si portò vicino all’orecchio di Harrison per parlargli. «Sì! Ho scritto 23 artico...».
«Hey, hey, hey...» disse Harrison. «Non starmi così vicino!».
Jason si spostò. «Dicevo... ho scritto 23 articoli nelle ultime 13 settimane e ben 16 di loro sono finiti in prima pagina!!».
«Ha come un fiuto per le grandi storie...» commentò Harrison. «Sembra riesca a capire subito quando una persona nasconda un segreto...».
«Nella mia Università mi odiano già tutti!!» fece Jason, sorridendo.
«Mi chiedo il perché...» commentò a bassa voce Harrison.
«Cosa?» fece Jason.
«No, mi chiedevo a che Università andassi!» ripose Harrison.
«Frequento il Corso di Giornalismo della stessa Università di Every e Tyler...».
«E puoi stare sicuro che ha trovato la sua vocazione...» disse Tyler, che ascoltava il discorso distrattamente mentre giocava con il suo videogioco. «Sì... muori mostro delle Caverne!!». Il ragazzo si mise a saltare sul sedile.
Harrison si voltò a guardare Tyler. «Non saltare! Stai fermo! Questa macchina non è mia... se le faccio un solo graffio mia sorella mi uccide!!».
«Attento!» urlò Jason, indicando davanti a loro.
Harrison si voltò a guardare la strada: un cervo era fermo in mezzo.
Tutti urlarono.
Harrison cercò di frenare, ma l’animale non si spostò.
Harrison dovette sterzare a destra per evitare l’animale, che subito corse via dalla strada.
Il ragazzo cercò di far ritornare l’auto in posizione, ma quando lo fece, il mezzo si ribaltò a causa dell’alta velocità a cui andavano.
La macchina rotolò su se stessa due volte e poi strisciò a terra per qualche metro, capovolta.
Harrison cercò di capire cosa fosse successo: era appeso a testa in giù, sorretto dalla cintura di sicurezza.
Guardò al suo fianco: anche Every era appesa a testa in giù, ma Harrison poteva vedere che aveva una ferita alla testa ed era priva di sensi.
«Tyler...» sentì.
La voce di Jason era dolorante.
Harrison vide nell specchietto che Jason cercava di svegliare Tyler, rannicchiato in una posizione inumana.
«Jason...» disse Harrison con tutte le sue forze.
«Tyler!» urlò ancora Jason.
Quelle furono le ultime parole che Harrison sentì prima che i suoi occhi si chiusero.

Fine capitolo, ma il bello deve ancora venire!! In fondo, Tru non ha ancora ricevuto la richiesta d’aiuto... o la riceverà Harrison!! Hihi...
Perdonatemi se il “Negli episodi precedenti” è troppo lungo, ma cerco di far capire il più possibile senza che diventi un semplice riassunto. Così è più simile alla serie!!
Spero vi sia piaciuto, anche perché questo intero episodio sarà molto importante per capire come si svilupperà la trama della mia FanFiction.
Come al solito vi chiedo di recensire il più possibile!!
Grazie 100000!!
Al prossimo capitolo,
Ciao Ciao

  
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