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Autore: Surii_Otouto    05/09/2013    3 recensioni
Questa fanfiction è su una coppia che mi sta molto a cuore.
III e V sono da soli a casa, III porta il the a suo fratello V e...confessione shock! Cosa succederà?
Dedicata al mio amico QuintonArclightTheBest
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Christopher Arclight/ Five, Michael Arclight/ Three
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tranquilshipping'
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Era un giorno come tanti altri, se non fosse che III e V erano rimasti da soli a casa. IV era andato come al solito a dispensare fanservice, mentre Tron era chissadove - da tempo avevano rinunciato a capire il loro piccolo genitore.
III si avvicinò al fratello maggiore reggendo tra le mani un vassoio.
-Vuoi del the, nii-sama?-
V non rispose. III pensò che fosse intento nella lettura.
-The?- provò a insistere. V ne prese una tazza e iniziò a bere, sempre immerso nei suoi pensieri. L'altro stava per andarsene, ma V lo tratenne.
-III...-
-Sì, nii-sama?- disse reggendo ancora il vassoio               
-...III, sii sincero. Cosa pensi di me?-
-C-come?- III era confuso.
-Cosa pensi di me, come fratello?- chiese V, mentre i suoi occhi azzurri fissavano il vuoto.
-Che sei un fratello eccezionale, Chris- rispose il Vendicatore Gentile, senza neppure un minuto d'esitazione.
-No, III. Che "Christopher" era un fratello eccezionale me lo hai già detto, e ti ringrazio ancora
-Non capisco, nii-sama. Se dici che già te l'ho detto perché me lo hai chiesto?
-III...- V sospirò -...quando ero "Chris" non desideravo altro che essere un bravo fratello, non avevo altre preoccupazioni che la vostra felicità. Ora che sono V sono sempre assente, lascio te e IV da soli, e tu a soli quindici anni sei costretto ad addossarti anche le mie responsabilità di fratello maggiore.
III lo guardò senza rispondere, sapendo che il discorso di suo fratello non era ancora arrivato al punto che richiedeva una risposta.
-...per me esistono solo tre cose ormai: vendetta, numeri, duelli.- Mise una mano sulla spalla del fratello minore -odiami, III, ne hai tutti i motivi, perché sono un fratello incapace, e ti ho chiuso il mio cuore. Ho perso di vista ciò che conta realmente, senza accorgermi di starmi allontando semre di più da voi, da te.
III lo interrppe e lo abbracciò.
-Non dire così, V. Tu mi vuoi bene, io so che tu mi vuoi bene, e io te ne voglio come non potrei volerne a nessun altro.
V ricambiò l'abbraccio. La sua voce iniziava ad incrinarsi; sembrava stesse per piangere.
-Ma io non riesco a renderti felice! Io voglio solo che tu sia felice, ma non ci riuscirò mai, perché sono troppo distante; tu meriti qualcosa di meglio che un fratello come me!
-Nii-sama...- anche l'altro pianse -...niisama, non serve che tu mi dimostri di volermi bene. Io so che tu mi vuoi bene e mi basta questo per essere felice!
-III, ma io non ti voglio bene.- un sospiro. Chris non avrebbe mai pensato di dirglielo, e soprattutto non così. -Io ti amo.
-Nii-sama- non se lo aspettava, decisamente. -Anche io ti amo- disse mentre una grossa lacrima salata gli scendeva lungo la guancia.
I due rimasero lì a fissarsi, pensando a come solo cinque anni prima la loro vita fosse diversa, a come fossero felici, spensierati. Pensando a quando non erano altro che dei bambini. Pensando a quando erano Christopher e Michael.
III si asciugò le lacrime con la manica.
-Niisama, sta arrivando IV. Sento i suoi passi sulle scale. Meglio che non ci veda così, o ci prenderà in giro.
Sapeva che a V non sarebbe piaciuto per niente essere visto da IV mentre piangeva.
Anche V si asciugò le lacrime, e i due ebbero solo il tempo di guardarsi, e III di riprendere il vassoio, che per tutto questo tempo era rimasto sul tavolo, che il fratello di mezzo entrò.
-Come va, smidollati?- rise
III prese il vassoio e lo portò in cucina. Una presenza invisibile, che vegliava su tutti loro. Ecco ciò che era e ciò che sarebbe sempre stato. Una presenza invisibile e tuttavia amata, e questo lo faceva stare meglio.
-Non osare chiamare così i membri della nostra nobile famiglia!- lo redarguì il maggiore, affiancandosi a IV e facendo così emergere la differenza di altezza tra i due.
-E perché non dovrei, Christina?-
-...e non storpiare così il mio nome, IV- disse, sospirando per la puerilità e l'assoluta mancanza di nobiltà del fratello.
-...io invece ti chiamo come voglio, Christina!-
III non sentì la risposta, ma di certo non era una di quelle parole dolci che aveva detto a lui prima.
Sporse la testa fuori dalla cucina e vide i due che litigavano.
Non poteva negarlo, a volte era costretto a comportarsi da fratello maggiore, ma per amore di V avrebbe sopportato tutto.
V si accorse che III lo guardava e ricambiò lo sguardo. I loro occhi si specchiarono gli uni negli altri, complici di quel magico sentimento che era l'amore, mentre IV, ignaro, continuava a parlare.
 
  
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