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Autore: oceanodilacrime    06/09/2013    2 recensioni
*SPOILER CITY OF GLASS*
Ricordava Alec. Ricordava ogni singolo momento di quel giorno straziante. Le immagini di quel corpo così minuto e fragile ricoperto dalle fiamme, percorrevano la sua mente, ogni singolo istante.
Sopportava Alec. Sopportava ogni notte quegli orribili incubi che avevano pervaso la sua mente, le grida di Max che cerca il suo aiuto, il suo  esile corpo straziato da Sebastian, la sua giovane vita che scorre via e gli occhi del suo omicida pieni di inaspettato divertimento e rabbia.
Odiava, Alec. Odiava Sebastian, ma soprattutto odiava se stesso. Avrebbe dovuto capire, sarebbe dovuto restare con i suoi fratelli, doveva proteggerli...Si tormentava continuamente Alec, anche se lui non aveva nessuna colpa per quello che era accaduto. Aveva degli occhi Alec, occhi color tempesta.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Occhi color tempesta
 
Quella notte le strade di brooklyn erano deserte. Nel loft di Magnus persisteva una fragranza di sandalo e fiori di loto. Era una notte tranquilla, quella. Nessun demone da uccidere, nessuna assemblea del conclave a cui partecipare, tutto era tranquillo. Quella notte c’erano solo le braccia di Magnus a cui pensare. Dormiva Magnus. Le braccia di Morfeo lo avevano accolto in un sonno sereno e profondo.
Alec era intento ad osservarlo e a contemplare la sua bellezza. Amava Magnus.
Era l’unico a sapere dei suoi incubi  dopo…la morte di Max.
Non riusciva più  a dormire Alec. Il sonno lo aveva abbandonato ormai da tre mesi.
Diede un leggero bacio sulle labbra  sottili  di  Magnus, per poi andare a rannicchiarsi
sul davanzale della finestra aperta. Una leggera brezza percorreva il suo corpo.
Chiuse gli occhi e respirò.
Ricordava Alec. Ricordava ogni singolo momento di quel giorno straziante. Le immagini di quel corpo così minuto e fragile ricoperto dalle fiamme, percorrevano la sua mente, ogni singolo istante.
Sopportava Alec. Sopportava ogni notte quegli orribili incubi che avevano pervaso la sua mente, le grida di Max che cerca il suo aiuto, il suo  esile corpo straziato da Sebastian, la sua giovane vita che scorre via e gli occhi del suo omicida pieni di inaspettato divertimento e rabbia.
Odiava, Alec. Odiava Sebastian, ma soprattutto odiava se stesso. Avrebbe dovuto capire, sarebbe dovuto restare con i suoi fratelli, doveva proteggerli...Si tormentava continuamente Alec, anche se lui non aveva nessuna colpa per quello che era accaduto. Aveva degli occhi Alec, occhi color tempesta.
Pianse Alec. Tutto ciò era troppo per lui. Si sentiva così debole.
Era solo Alec. O almeno si sentiva solo. Solo nel suo dolore, immerso in quella straziante realtà. Non riusciva più a sopportare. Pianse Alec. Silenziosamente, senza farsi sentire. Era l’unica cosa che riusciva a fare in quel momento. Piangere.
Era così immerso nel suo dolore, che non notò gli occhi felini di Magnus che l’osservavano nel buio della notte. Le lacrime che gli rigavano il volto divennero sempre di più, tratteneva a stento i singhiozzi, ‘’sta per cedere’’ pensò Magnus.
Si avvicinò a lui, adesso Alec sentiva il suo caldo respiro sul  collo.
Non si girò Alec. Rimase lì immobile, per poi sussurrare tra un singhiozzo e l’altro:
‘’Dovevo proteggerlo.’’
Magnus lo strinse a se, come farebbe una mamma con il suo bambino.
Alec si accasciò sul petto di Magnus. Urlava. Piangeva. Era come se si volesse liberare da tutto il dolore che aveva in corpo.
Stringeva Magnus a se, come se fosse una coperta, la sua roccia, come se fosse.. la sua salvezza. Perché in fondo era così, lui era la sua salvezza.
Magnus accarezzò dolcemente la chioma spettinata del giovane cacciatore e lo indusse a sedersi sul letto. Prese il viso di Alec tra le sue mani leggiadre per incrociare il suo sguardo. Gli occhi di Magnus erano fissi in quelli di Alec. ‘’Avevano un pezzo di oceano in tempesta, quegli occhi’’ pensò. Percepiva il suo dolore. Avrebbe  voluto strapparglielo da dosso, non poteva vederlo in quello stato.
‘’Basta Alec, non puoi farti questo’’. Disse Magnus.
‘’Perché lui? Perché doveva uccidere proprio lui? Era un bambino Magnus! Non riusciva nemmeno ad uccidere una mosca. Era il bambino più dolce del mondo. Non doveva morire, non doveva. Era il mio fratellino!’’ Urlò disperato Alec.
‘’Lo so tesoro, lo so’’ sussurrò dolcemente Magnus.
Era da quando aveva 10 anni che Alec non piangeva. Reprimeva i suoi sentimenti dentro di sé. Soffriva in silenzio Alec. Ma quella notte non ci riuscì.
‘’Non devi darti la colpa per quello che è successo. Tu non potevi sapere chi era Sebastian, nessuno poteva saperlo. So cosa provi adesso Alexander, lo so perfettamente. Ci sono passato non sai quante volte, ma si continua a vivere e imparerai a conviverci.
So che adesso per te è straziante e non riesci ancora a sopportare l’idea che non sia più lì, al tuo fianco. Ma lo supererai. Ce la farai Alec, lo so.’’
I due amanti si guardarono profondamente negli occhi. Le dita affusolate di Magnus sfiorarono il volto di Alec, asciugando le guance scarlatte del ragazzo dalle lacrime.
Le loro labbra si incontrarono per allinearsi perfettamente l’una all’altra, finendo in un lungo, meraviglioso bacio.
Dopo poco Alec, cullato dalle braccia di Magnus si addormentò, per la prima volta dopo tanto tempo, sereno. Aveva un viso angelico e un respiro tranquillo. 
‘’Sembra un bambino’’ sussurrò Magnus, sorridendo.
Aveva l’aria stanca, Alec. Di chi aveva sofferto tanto, forse anche troppo e finalmente era riuscito a ritrovare un minimo di pace. Quella notte, finalmente, era sereno e quegli occhi, color tempesta, ormai erano due lapislazzuli lucenti, due scintille di speranza nel buio della notte.
  
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