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Autore: Valeriagp    06/09/2013    7 recensioni
Arthur lo guardò per un istante, e stava per dire qualcosa quando iniziò a diffondersi per il locale il beat inconfondibile di "Sexyback" di Justin Timberlake e lui saltò in piedi.
"Balliamo" disse, e non era un invito, sembrava quasi un ordine.
"Sai che non ballo, Arthur" rispose rassegnato l'altro.
"Ma stasera lo farai. Su, fai un bel sorso e andiamo."
Genere: Angst, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
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Nota dell’autrice:
Questo era un tarlo che avevo da almeno un paio di mesi… non riuscivo a levarmi questa scena dalla testa. L’ho dovuta scrivere perché sennò non me ne sarei mai liberata :)
Spero vi piaccia!
Grazie come sempre alla mia fantastica Beta Shipalltheships che mi ha aiutato anche questa volta a chiarire dei dubbi esistenziali :)

Dedicata a Silvia - A late happy birthday :*

Valeria

Il discopub era gremito di gente, di tutte le età e tutti i tipi. Ragazzetti a malapena maggiorenni che con un bicchiere in mano si atteggiavano a uomini di mondo; coppie che tubavano discretamente negli angoli più bui del locale; gruppi di amici che vociavano invadendo lo spazio vitale degli altri clienti.

Merlin faceva parte proprio di uno di questi gruppi: lui e i "cavalieri", come amavano chiamarsi i suoi amici, erano seduti intorno a tre tavoli accostati l'uno all'altro, che erano ricoperti di bicchieri vuoti e ciotole di stuzzichini.

Gwaine era intento a lanciare noccioline a Percy, e lo stava portando lentamente all'esasperazione, mentre Leon ed Elyan stavano discutendo animatamente dell'ultima partita del Manchester United.

Arthur era andato con Lance ad ordinare il prossimo giro di birra per tutti, e Merlin sapeva che non era una buona idea: nonostante non avesse bevuto molto, si sentiva già troppo brillo così, e un'altra birra lo avrebbe sicuramente mandato fuori di testa. Ma tanto non era mai stato capace di dire di no ad Arthur... Quindi avrebbe bevuto.

Il suo meraviglioso, maledetto Arthur, a cui non sapeva rifiutare nulla. E da cui era disperatamente attratto. In certi momenti gli sembrava che lui ricambiasse, ma Arthur non era gay - come la schiera di ex donne ben testimoniava - e Merlin cercava di rispettare la sua eterosessualità come poteva, anche se in qualche occasione era stato beccato dall'oggetto del suo desiderio a fissarlo un po' troppo intensamente... Ma con un paio di battute il momento imbarazzante era passato.

Oggi era una di quelle sere in cui Merlin era seriamente in difficoltà però, perché il biondo sembrava uscito dalla copertina di una rivista di moda: camicia bianca che gli fasciava il torace possente, jeans strappati in alcuni - strategici - punti, che esponevano centimetri di pelle delle sue gambe, il che mandava in tilt il moro. Capelli arruffati ad arte, e un'ombra di abbronzatura che gli baciava la pelle, che si era guadagnato durante l'ultima sfida a calcio fra amici. Qualcuno avrebbe dovuto creare una legge per cui fosse illegale per Arthur andare in giro così, le coronarie di Merlin non reggevano ad uno spettacolo così deliziosamente e oscenamente sexy.

I due tornarono dal bar con le mani cariche di boccali pieni, e Merlin se ne trovò uno davanti, mentre quello semivuoto che aveva coccolato fino a quel momento gli venne strappato dalle mani. "Ehi! Che grazia..." disse nella direzione da cui era sbucata la mano che gli aveva sottratto il suo birroso compagno di rimuginamenti, e in tutta risposta gli arrivò uno scappellotto dietro la testa. "Era vuoto idiota... Te ne ho portato un altro pieno! Invece di ringraziarmi..."

Merlin alzò lo sguardo e vide Arthur che tornava a sedergli accanto, come sempre faceva, ad un soffio da lui. Gli si appiccicava sempre addosso... Forse ci godeva a farlo stare male, o forse era troppo inconsapevole di cosa gli facesse anche solo il più innocente dei contatti. Ora per esempio... La coscia di Arthur era incollata alla sua, e non dava segno di volerla spostare. E Merlin sudava... C'era un taglio nei jeans esattamente dove il quadricipite formava quel delizioso affossamento, vicino al ginocchio... E Merlin ancora una volta lo stava fissando. Cazzo... Beccato di nuovo. Arthur lo guardò per un istante, e stava per dire qualcosa quando iniziò a diffondersi per il locale il beat inconfondibile di "Sexyback" di Justin Timberlake e lui saltò in piedi.

"Balliamo" disse, e non era un invito, sembrava quasi un ordine.

"Sai che non ballo, Arthur" rispose rassegnato l'altro.

"Ma stasera lo farai. Su, fai un bel sorso e andiamo."

Merlin bevve - principalmente per prendere tempo - e quando posò il boccale, Arthur lo incalzò: "DAI! Andiamo!"

Poi successe tutto in un attimo: Merlin guardò a bocca aperta mentre l'altro lo afferrava per una mano e lo obbligava a mettersi in piedi, con gli altri che improvvisamente avevano smesso di occuparsi dei fatti loro e li fissavano. Merlin lanciò a Lance un'occhiata disperata in cui era evidente l' "AIUTAMI" che non poteva dirgli, ma il suo amico fece spallucce come a dire che quando Arthur decideva una cosa, non c'era nessuno che potesse opporsi.

I due si fecero strada fra la gente che già occupava la pista da ballo, con Arthur che tirava Merlin dietro di sé con fare deciso, mentre il secondo barcollava - in parte per l’alcool che gli circolava in corpo, in parte perché Arthur lo stava TENENDO PER MANO e lui rischiava seriamente di iperventilare. E il suo cervello non riusciva a processare lucidamente che l’uomo protagonista dei suoi sogni più proibiti, dichiaratamente eterosessuale, lo aveva invitato a ballare, e lui era un maschio, non una bionda provocante, e c’era qualcosa che non tornava. Non ci pensava Merlin, mentre evitavano i gomiti della gente che ballava scatenata al ritmo della cassa.

I’m bringing sexy back
Them other boys don’t know how to act
I think you're special, what's behind your back?
So turn around and I'll pick up the slack

Finalmente raggiunsero il centro della pista, e intorno a loro era pieno di coppie in vari stati di “smarrimento” nella musica e nel ballo, ma ciò che accomunava ogni gruppetto era lo strusciamento corpo a corpo. Doveva ammettere che la canzone in sé era estremamente eccitante, e il primo istinto - anche per uno come lui che non ballava perché innatamente goffo - era quello di cercare un corpo a caso e ondeggiarci insieme. Ma ovviamente Merlin non poteva farlo, visto che il corpo più vicino era quello di Arthur, che stava già perdendosi nella musica e si muoveva a tempo, a occhi chiusi e con la testa lievemente reclinata all’indietro.

Merlin non era sicuro di cosa dovesse fare… ovviamente VOLEVA con tutto sé stesso afferrare Arthur per la vita e incollare il proprio corpo al suo, ma non voleva metterlo in imbarazzo - così stava lì, nel mezzo della bolgia sudata e intrisa di ormoni, a fare piccoli passettini a tempo con la musica, e si sentiva decisamente fuori luogo.

Dirty babe
You see these shackles
Baby I'm your slave
I'll let you whip me if I misbehave
It's just that no one makes me feel this way

Ottimo, pensò Merlin. Manette, schiavi e frustini… proprio quello che gli ci voleva, immaginare Arthur legato, alla sua mercé e lui con in mano una frusta, pronto a…
No no no - basta Merlin, non pensarci, altrimenti non esci vivo dalla serata.
Chiuse gli occhi concentrandosi per provare a cancellare dalla mente quelle immagini, e improvvisamente si sentì trascinato in avanti con violenza. Sbarrò di nuovo gli occhi e ciò che si trovò davanti lo lasciò senza fiato: il blu profondo degli occhi di Arthur a pochi centimetri da lui, contornati dalla sua fronte imperlata di gocce di sudore - i capelli incollati alla fronte non facevano che rendere ancora più reale e terrena la visione.

Merlin stava andando nel panico molto in fretta - se Arthur continuava a stuzzicarlo così, come avrebbe resistito? - e puntò le mani sul (meraviglioso, caldo, muscoloso) petto del biondo per cercare di allontanarsi, ma l’altro in tutta risposta gli passò una mano dietro la schiena, con un tocco che, ad un occhio inconsapevole dell’eterosessualità di Arthur, sarebbe sicuramente sembrato intimo e sensuale. Ma ovviamente Merlin si sbagliava… La mano di Arthur scese lentamente lungo la sua spina dorsale, fino a fermarsi sulla cintura dei suoi pantaloni, afferrandolo alla vita.

Allo stesso tempo, spostò la testa di lato e avvicinò le labbra all’orecchio di Merlin, dove sussurrò “Devo proprio insegnarti tutto io, eh? Piccolo testa di fagiolo… non si balla così. Ora ti faccio vedere…”
Se a Merlin fosse rimasto qualche neurone funzionante a quel punto, avrebbe detto ad Arthur che la testa di fagiolo era lui e non aveva il diritto di chiamarlo con quel nome.

Ma non ebbe tempo di pensare, perché Arthur, con un movimento fulmineo - e prepotentemente da lui - gli fece fare mezzo giro e lo tirò di nuovo verso di sé, la schiena contro il suo petto.

“Si fa così, tu rilassati e segui i miei movimenti. Ti guido io…”

Il moro rabbrividì di nuovo al solletico caldo del fiato di Arthur sul suo orecchio - che era sempre stata una delle sue zone erogene più sensibili - e chiuse gli occhi, deglutendo sonoramente, per resistere alla tentazione di girarsi e baciare le labbra da cui quel delizioso respiro era uscito.

Lentamente prima, e man mano più decisamente, il bacino del biondo iniziò a ondeggiare lateralmente a ritmo di musica, e Merlin fu obbligato ad seguire i suoi movimenti - non che volesse fare niente di diverso a quel punto.

Come here girl
Go ahead, be gone with it
Come to the back
V.I.P.
Drinks on me
Let me see what you're working with
Look at those hips
You make me smile
Go ahead child
And get your sexy on

Da questa posizione sentiva il corpo caldo di Arthur dietro di sé, il suo petto a contatto con la schiena; sentiva guizzare i muscoli delle sue cosce che guidavano la danza quasi tribale in cui si stavano inspiegabilmente cimentando. E - non poteva fare a meno di notare, per quanto si sforzasse di ignorarlo - sentiva il bacino di Arthur incollato al suo sedere, ed era meglio di qualsiasi fantasia che fino a quel momento avesse avuto sul biondo.

Merlin perse rapidamente l’ultimo barlume di ragione.
Ormai non c’era più nulla che funzionasse in lui, tranne un particolare anatomico che stava iniziando a reagire all’adrenalina della situazione. E non doveva succedere… Perché Merlin non poteva tradirsi così, farsi ridere dietro dal suo migliore amico e, sicuramente, da tutti gli altri presenti alla scena.

Fu quello il momento che Arthur scelse per far girare di nuovo Merlin su sé stesso, fino ad incollare completamente i loro corpi, da spalle a caviglie, con il bonus che il suo ginocchio destro si fece strada nel mezzo delle gambe del moro, allargandole leggermente per far sì che la sua coscia potesse insinuarsi nel mezzo.
Oh oh… il “problema” di Merlin si stava facendo più pressante con ogni minuto che passava. Stasera sarebbe morto di frustrazione e vergogna, lo sapeva.

Eppure Arthur - che a quel punto doveva per forza esserne ben consapevole - non sembrava mostrare ribrezzo né imbarazzo al “terzo incomodo” che stava fra di loro.

Continuava anzi a ballare con ancora più convinzione, affondando il viso nel collo di Merlin, che era semi-pietrificato. Teneva le braccia saldamente bloccate ai propri fianchi, mentre le mani di Arthur erano una intorno alla vita del moro, e l’altra era impegnata ad accarezzare il suo bicipite, lasciato scoperto dalla maglietta a mezze maniche che portava.

Ora basta, pensò Merlin, io non ce la faccio. O adesso o mai più.
Forse era l’alcool a dargli coraggio, forse il fatto che finalmente si era reso conto che Arthur era spudoratamente impegnato a flirtare con lui, fatto sta che le inibizioni e le paure del moro andarono a farsi friggere. Lentamente, ed in netto contrasto col ritmo serrato a cui i loro bacini appiccicati ondeggiavano, le mani di Merlin scivolarono sul tessuto liscio della camicia di Arthur fino a fermarsi all’altezza del suo bacino. Una delle sue mani scivolò dietro la schiena di Arthur stringendolo a sua volta, come a volerlo tirare ancora più vicino a sé - cosa ovviamente impossibile perché erano praticamente un corpo unico ormai. E l’altra mano… beh l’altra mano non resistette e scese lentamente ad afferrare il perfetto culetto a pizzo del biondo, che a quel punto aprì gli occhi e fissò Merlin per un attimo. Ma fu solo un attimo, prima che le sue labbra si schiantassero contro quelle dell’altro, soffocandolo in un bacio rovente.

I'm bringin' sexy back
Them motherfuckers don't know how to act
Girl let me make up for the things you lack
Cause you're burnin' up, I gotta get it fast

Quello che ne seguì fu scoordinato, ipercinetico e surreale… Arthur… sto baciando Arthur. Dio esiste! pensò Merlin con l’ultimo barlume di sanità mentale che gli rimaneva… e in quel momento si chiese come avesse fatto a non capirlo prima, perché si era distrutto l’esistenza per paura di fare il primo passo, come cavolo aveva fatto a non notare che tutti gli scherzi, i giochi, le battutine che Arthur gli faceva nascondevano il fatto che anche lui gli moriva dietro… un po’ come fa un bambino dell’asilo che tira le trecce alla bimba per cui ha una cotta.
Ma in fondo chi se ne importava… ora erano lì, avvinghiati uno all’altro nel mezzo di una pista da ballo, cosa poteva fregargliene del resto?

Quando le loro labbra si staccarono nessuno dei due disse nulla, semplicemente continuarono a ballare. Arthur chinò la testa sudata fino all’orecchio di Merlin e gli diede un morso lì, sul lobo, mandandolo in visibilio. Il moro sollevò le mani ed intrecciò le dita fra i capelli umidi dell’altro, dopodiché catturò di nuovo le labbra di Arthur, gustando il suo sapore misto al sudore che gli gocciolava dalla fronte, per il caldo della sala e il ballo.

Dirty babe
You see these shackles? Baby I'm your slave
I'll let you whip me if I misbehave
It's just that no one makes me feel this way

Merlin sapeva. Sapeva che era perduto. Dopo aver assaggiato Arthur, non avrebbe mai più voluto nemmeno guardare nessun altro. Era suo schiavo, alla sua mercé, a sua disposizione per sempre. La prigione più dolce che potesse immaginare.

Le mani di Arthur erano dappertutto… quasi si erano scordati di essere in pubblico, tanta era la voglia di scoprirsi di nuovo sotto questa luce diversa. Arthur lo fece girare ancora su sé stesso, e le sue braccia cinsero di nuovo la vita di Merlin, mentre la sua bocca iniziò a mordergli il collo, lasciando dei deliziosi e dolorosi segni che sicuramente Merlin avrebbe dovuto coprire con un foulard, il giorno dopo. E in questa nuova posizione Merlin poteva sentire chiaramente che anche Arthur era eccitato quanto lui, e da bravo provocatore che era, spinse indietro il bacino per stuzzicare ancora di più il suo uomo a ritmo della canzone.

Era ad occhi chiusi a godersi le sensazioni che stava provando, quando sentì una voce sconosciuta a pochi centimetri dal suo orecchio dire: “E’ permesso?” Il moro aprì gli occhi e vide un bellissimo ed elegantissimo ragazzo, alto quasi due metri, che sembrava chiedere di poter ballare insieme a Merlin. Arthur si staccò fulmineamente da lui e si mise fra di loro, guardando dal basso in alto il nuovo arrivato.
Il suo sguardo avrebbe potuto uccidere, mentre invece le sue parole furono schifosamente gentili ed educate: “Mi spiace, lui è impegnato. Con me.”
Il rivale guardò Arthur per un secondo poi annuì, e si allontanò. Merlin avrebbe giurato di aver sentito Arthur dire “MIO!” mentre lo riabbracciava.

I'm bringin' sexy back
You motherfuckers watch how I attack
If that's your girl, better watch your back
Cause she'll burn it up for me and that's a fact

Merlin scoppiò a ridere, segretamente soddisfatto della possessività del suo uomo, e baciò Arthur dicendo: “Certo che sono impegnato con te, stupido asino. Ora piantala di attaccare briga come al tuo solito e andiamocene… quello che ho intenzione di farti da qui in poi non ammette un pubblico.”

Giusto per sottolineare il significato implicito della sua affermazione, Merlin trascinò via il biondo e gli mollò una pacca sul fondoschiena mentre lasciavano il locale, seguiti dagli applausi dei loro amici che avevano assistito a tutta la scena a bocca aperta.

Get your sexy on
(Go head be gone with it)
Get your sexy on
You ready?
(Yes)

  
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