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Autore: Asu_chan    12/03/2008    6 recensioni
Allen scopre di provare qualcosa di nuovo, e non riesce a sciegliere tra Lavi e Kanda...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Kanda/Allen, Rabi/Allen, Rabi/Kanda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Unsure
-If you can't choose, Someone else will do it for you-


-Ultimamente abbiamo una montagna di missioni, vero?- domandò Lavi, stancamente. Sbadigliò, senza preoccuparsi minimamente di mettere una mano davanti alla bocca.
-Già...- mormorò Allen sospirando, seduto accanto a lui. Faceva fatica a tenere gli occhi aperti e per un momento rischiò davvero di addormentarsi.
Un silenzio indifferente fu la risposta di Kanda, in piedi poco distante, che dava loro le spalle.
Il più piccolo si chiese se in realtà non si fosse girato per non far vedere che anche lui stava dormendo. In fondo, lo credeva capace di addormentarsi in piedi. Sospirò di nuovo, cercando di scacciare quei pensieri poco gentili verso il compagno di squadra.
Non era cosa facile. Anzi, non pensare affatto a Kanda, aveva scoperto, era alquanto difficile. Ed era tutta colpa sua.

-Muoviti, moyashi!- aveva gridato Kanda in mezzo alla mensa, come se fosse la millesima volta che lo chiamava e invece era solo la seconda.
Allen tossì e bevve un bicchiere d'acqua tutto in un sorso, evitando di poco il soffocamento.
-Perchè urli?! Ci sento benissimo!- replicò, imbronciato. -Cosa vuoi?-
-Komui ti vuole nel suo ufficio- rispose secco. -Se fosse per me, ti avrei lasciato volentieri qui...- aggiunse quando vide l'espressione di Allen intristirsi davanti alle numerose portate ancora illese. Alzò gli occhi al cielo, sbuffò, e poi si allontanò.
-Guarda che stiamo aspettando solo te, moyashi!- disse per l'ultima volta, ormai alla porta, al limite della sopportazione.
Allen si alzò di scatto. -Ho capito, ho capito, smettila!- disse lui, decidendosi finalmente a seguirlo. -E il mio nome è Allen, bakanda!-
L'altro preferì fingere di non sentirlo e procedette a passo spedito. Conoscevano la strada a memoria. Percorrerla in perfetto silenzio, però, non era particolarmente piacevole.
L'Esorcista inglese sbirciò un attimo verso Kanda. L'espressione seccata come sempre, lo sguardo fisso davanti a se.
Possibile che non ci fosse nemmeno una remotissima occasione di andare d'accordo, per loro due? Soprattutto, Allen si chiedeva perchè gli interessava.
Sapeva che non era solo gentilezza, o buona educazione, o qualsiasi altro sentimento di quel genere. Nonostante tutto, gli sembrava di non essere completamente scontento quando Kanda appariva.
Era così strano. Non aveva molto senso, lo capiva, litigavano ogni volta. Non poteva esserne felice.
Lanciò un'altra occhiata furtiva al ragazzo al suo fianco.
-Che c'è?- gli chiese all'improvviso, guardandolo appena con la coda dell'occhio.
Quando i loro sguardi si incontrarono, Allen si sentì troppo a disagio per rispondere a tono, e si voltò dall'altra parte.
-Niente, figurati!- rispose il più indifferente possibile.
Aveva sentito come la puntura di uno spillo, al cuore. Impossibile!
Sentì un vago calore alle guancie, ma fece finta di niente e continuò a cammirare, vicino a Kanda.
Di solito, quella strada gli sembrava molto ma molto più breve.

-Allen, andiamo, è arrivato il treno!- chiamò Lavi, tirandolo per la giacca. Alla fine si era addormentato.
Un pò disorientato, perchè aveva sognato proprio lui?, si alzò e si guardò attorno. Lavi non gli diede il tempo di ricordare che era in stazione e che si erano seduti aspettando l'arrivo del treno e il Finder con i biglietti.
Lo prese per un braccio, raccolse la valigetta e lo trascinò sul treno.
-Yu, aiutami per favore!- esclamò. Aveva fretta, non voleva perdere anche quello. Non vedeva l'ora di stendersi su un bel materasso e dormire fino a mattina. Gli lanciò la valigia e spinse Allen sugli scalini, mentre l'altro si lamentava debolmente che non ce n'era bisogno. Kanda, già dentro, lo afferrò per l'altro braccio e lo tirò sul treno, e Lavi lo seguì con un balzo, appena in tempo.
-Fiuu, per fortuna ce l'abbiamo fatta!- disse sorridendo. -Vieni Allen, questa è la tua cabina- aggiunse, avanzando nel corridoio.

Sistemate le sue cose nello scompartimento, Allen si accorse di avere fame. Rimise il cappotto dell'uniforme e uscì in corridoio, diretto verso il ristorante. Per la fame, non si era nemmeno accorto che Lavi era davanti alla porta della sua cabina, e gli finì addosso. Il giovane Bookman fu abbastanza rapido da afferrarlo prima che cadesse all'indietro, stringendolo forse un pò troppo.
Infatti Allen arrossì lievemente, e si scusò imbarazzato.
-Non preoccuparti, non è nulla!- rispose Lavi gentilemente. Teneva ancora il braccio attorno alle sue spalle, e perchè lo tratteneva così?
Il più piccolo rimase forse un secondo di troppo a fissare il verde perfetto del suo occhio sinistro. Ma gli piaceva talmente tanto che non gli sembrò nemmeno strano, e il calore del suo braccio e del suo corpo era quasi più piacevole.
Si trattenne all'ultimo momento, prima di appoggiare la testa al petto di Lavi. Sarebbe stato davvero imbarazzante, in mezzo al treno, in balia di qualsiasi curioso.
Colpa di quel verde meraviglioso, che l'aveva incantato. Colpa della notte già tarda, dell'oscurità e della pallidissima luce della luna, che rendevano quell'occhio più misterioso e affascinante.
-Pensavo che ti saresti addormentato subito!- la voce di Lavi lo risvegliò.
-S-sì, ma... mi è venuta fame...- rispose, nervoso. Da quando l'amico lo agitava in quel modo?
-Allora sbrigati!- esclamò l'altro, divertito. Gli accarezzò velocemente i capelli, e si spostò in modo che potesse andare avanti.
Allen lo guardò ancora un attimo, poi continuò verso il vagone ristorante.
Lavi aprì la porta e si infilò nella cabina, sorridendo un pochino meno.

-Avrei potuto pensarci prima, uffa...- mormorò l'Esorcista tristemente. -A quest'ora di notte, come fa ad essere aperto il ristorante?- si chiese, sospirando.
Non aveva altra scelta, se non quella di tornarsene al suo lettuccio, nella cabina che divideva con il Finder. Lui si era sicuramente già addormentato, ma Allen non era certo di poter fare lo stesso. E se la fame l'avesse tenuto sveglio fino alla mattina dopo?
Senza interesse buttò uno sguardo fuori dal finestrino, ma si fermò. Era la voce di Lavi? Sì, era proprio la sua, anche se bisbigliava, era certo di non sbagliare.
Nulla di cui preoccuparsi, forse non era riuscito a dormire e stava chiacchierando con Kanda, che stava nella sua cabina.
Trovava strano solo il fatto che sentire la sua voce impedisse alle sue gambe di allontanarsi se non con un grande sforzo. La voce di Kanda gli avrebbe fatto lo stesso effetto? Scoprì subito che era così.
Ma, a bloccarlo, forse era il tipo di sussurro. Non le parole, non le capiva, forse non c'erano parole, non era una frase.
Si avvicinò alla porta, con una brutta sensazione. Non doveva farlo, non doveva e lo sapeva. Eppure qualcosa di più forte superò quella vocina che gli dava il giusto consiglio, e con il cuore quasi fermo sbirciò all'interno.

-La-Lavi, non...- si lamentò appena Kanda, stringendo poco di più la spalla dell'altro.
-Shhh, facciamo piano...- mormorò Lavi, all'orecchio del giapponese. Lo spinse contro il materasso, appoggiando tutto il corpo sul suo. Le mani scivolavano silenziosamente lungo le gambe bianche, spostandole, guidandole, sistemandole in una posizione migliore.
Kanda appoggiò la testa all'indietro, sul cuscino, socchiudendo gli occhi, serrando la presa sul suo braccio. Qualche debole gemito gli sfuggì dalle labbra, mentre Lavi si muoveva piano, e gli leccava il collo. Infilò le dita tra i capelli scuri e spostò la bocca più in alto.

Cercava di respirare il più piano possibile, ma non c'era davvero pericolo che lo sentissero. Senza contare che il suo respiro era già abbastanza stentato. Notò che stava tremando leggermente, non poteva nemmeno impedirlo. Si sentiva forse tradito?
Voleva essere lui a ricevere quei baci? Allen scosse appena la testa per non pensarci.
Ma come poteva? Le labbra dei due compagni si staccavano solo per brevi respiri e gemiti. La mano di Kanda era scesa lungo la schiena di Lavi.
E Allen non sapeva al posto di chi avrebbe preferito essere.
Si allontanò di un passo dalla porta. Non era una cosa da pensare, non era una cosa da volere.
L'ennesimo sospiro e le braccia del giapponese si strinsero attorno al collo di Lavi, e lo stesso fecero le sue, abbracciando l'altro Esorcista.
Non poteva sopportare oltre. In fondo, non aveva già visto abbastanza?

Si infilò sotto la coperta senza nemmeno svestirsi. Non riusciva a ragionare, non su cose così poco importanti almeno.
Perchè non gli piaceva ciò che provava in quel momento. Era geloso, si sentiva tradito, e si sentiva in colpa per questo. Ma non gli importava molto che la causa fossero ben due persone invece di una, per quanto lo trovasse sbagliato.
Nascose il viso contro il cuscino, bagnandolo con alcune lacrime. Ad occhi chiusi continuava a rivedere i due compagni insieme e il cuore batteva sempre più veloce.
"Non va bene!" si diceva. "Non va bene, per niente!"
Perchè, se da una parte quella scena lo infastidiva, dall'altra faceva nascere il desiderio di intromettersi e prendere il posto di uno dei due. Avrebbe voluto infilarsi tra loro e lasciarsi toccare da uno, anzi da entrambi. E mentre pensava questo quasi non si accorgeva che le mani che lo accarezzano erano le sue.
Immaginando che fosse Lavi a scivolare sempre più in basso, intrufolandosi sotto la sua divisa, e si spogliò quel poco che bastava.
Un colpo di tosse del Finder, che si girò dall'altra parte, e Allen si bloccò.
Non poteva continuare, non con qualcuno nella stessa cabina. Allungò un pò l'orecchio nella speranza di sentire qualcosa dallo scompartimento accanto. Silenzio assoluto.
Il ragazzo alzò la testa, con cautela, e lanciò un'occhiata al Finder che dormiva beato. Ci pensò bene una volta ancora, e infine si decise.
Si rimise in piedi, senza chiudere la divisa, ma semplicemente accostando le due parti. In silenzio aprì la porta e sgusciò fuori.

Sbirciò all'interno. Lavi era steso nel suo letto, sulla schiena, con le braccia incrociate dietro la testa. Kanda, dalla parte opposta, dormiva su un fianco, girato verso il legno scuro. Sembravano proprio addormentati, e Allen notò che non si erano nemmeno scomodati a vestirsi.
Entrò e chiuse la porta alle sue spalle, poi evitando gli indumenti sul pavimento arrivò al centro.
"E ora?" si chiese. Non aveva senso quello che stava facendo. Non capiva più nulla.
Si sedette con un sospiro sconsolato. Cosa aveva in mente? A cosa stava pensando quando aveva deciso di andare li?
-A-Allen?- chiamò a bassa voce Lavi, leggermente allarmato. Si alzò quasi a sedere, appoggiandosi su un gomito e tirando prontamente la coperta verso il petto con l'altra mano.
Il ragazzo più piccolo lo fissò sorpreso per qualche secondo, poi iniziò a tremare e arrossendo (ringraziò che era buio e non poteva vederlo) cercò di rialzarsi.
Ma il treno scielse proprio quel momento per fare una brusca curva, e Allen perse il precario equilibrio che aveva recuperato. Finì direttamente tra le braccia di Lavi.
-Allen, va tutto bene?- domandò il giovane Bookman, preoccupato.
-Io... io...- cercò di dare una risposta affermativa, ma non trovava le parole. E senza volerlo iniziò a piangere silenziosamente.
-Allen, che ti prende? Che cos'hai?- continuò Lavi, sempre più teso.
-M-Mi dispiace... I-io non... non lo s-so!- singhiozzò piano il piccolo Esorcista, stringendosi all'altro.
Per qualche secondo rimasero in quella posizione. Lavi non sapeva come comportarsi.
-Che sta succedendo?- chiese un'altra voce. Kanda si alzò e si avvicinò ai due.
Allen ebbe un piccolo scatto, e arrossendo ancora di più cercò di andarsene. Ma Lavi lo trattenne e Kanda si inginocchiò accanto a loro. L'Esorcista inglese guardò prima uno, poi l'altro. Strinse la stoffa della divisa sul petto: il cuore batteva così forte da fargli quasi male.
Le braccia del futuro Bookman gli stringevano le spalle, e il ragazzo abbassò le labbra vicino all'orecchio.
-Calmati, Allen. E' tutto a posto- sussurrò, ottenendo l'effetto totalmente opposto.
-Che stavi facendo, moyashi?- mormorò il giapponese, infilando una mano sotto il cappotto, verso i pantaloni slacciati.
-Yuu, che fai? Lascialo stare- lo rimproverò debolmente Lavi. Poi continuò a sussurrare all'orecchio del compagno più giovane, cercando di farsi spiegare perchè si trovava lì. Kanda rimase in silenzio, aspettando di vedere come le cose sarebbero cambiate.
-Ecco, io prima... ho visto...- cercò di ammettere sotto voce. Gli altri si guardarono un momento.
Si sentiva sempre più a disagio, e le cose non migliorarono quando Lavi lo strinse e bisbigliò un semplice "capisco", prima di baciargli una guancia ancora umida per le lacrime. Spostandogli il viso gentilmente, accostò le labbra alle sue e gli diede un piccolo bacio.
Allen strinse gli occhi, combattuto tra l'imbarazzo e il piacere. Le dita si serrarono attorno a quelle di Kanda, che aveva fermato poco prima.
-Che ne dici se ora ci facciamo perdonare?- domandò piano Lavi, slacciando il fiocco rosso del giovane inglese.
Yuu ne approfittò per abbassarsi subito dopo sul suo collo, e così Allen non potè nemmeno rifiutare. Non che lo volesse, comunque.
Lasciò che i due ragazzi si muovessero esattamente come aveva sperato per tutta la sera, e per una notte non si preoccupò di quanto potesse sembrargli sbagliato.




   
 
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