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Autore: Altair13Sirio    06/09/2013    4 recensioni
STORIA IN STATO DI MANUTENZIONE - CAPITOLI CORRETTI AD ORA: 7
"Sono passati tre anni da quando Pitch e Jack Frost hanno avvolto il mondo con la paura e il freddo. Da allora, la Terra è avvolta in un perenne inverno e tutti hanno paura. I Guardiani sono scomparsi. Nessuno crede più in loro. Questo perché bisogna vedere per credere, e nessuno li ha mai visti, a parte me!"
Un ragazzo viaggia attraverso il suo paese. Non sa dove va, né quando ci arriverà. Con lui la sua sorellina che cerca di educare e convincere del fatto che la paura non esiste. Vuole porre fine a tutto ciò. Questo vortice di paura deve finire! Sembrerebbe un'impresa impossibile, se non fosse per il fatto che lui ha un asso nella manica...
Genere: Avventura, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack Frost, Jamie, Nuovo personaggio, Pitch, Sophie
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sono passati tre anni da quando Pitch e Jack Frost hanno avvolto il mondo con la paura e il freddo. Da allora, la Terra è avvolta in un perenne inverno e tutti hanno paura di uscire dai propri nascondigli. I Guardiani sono scomparsi; nessuno crede più in loro. Questo perché bisogna vedere per credere, e nessuno li ha mai visti a parte me!
Jamie stava camminando per una strada buia, sua sorella in braccio a lui sonnecchiava con qualche difficoltà. Da quando erano fuggiti aveva continuato a viaggiare e le aveva sempre ricordato di credere, perché quegli esseri che avevano portato la felicità nel mondo per tanti anni erano esistiti veramente. Lei era ancora piccola, e non voleva rovinarle l’infanzia dicendole cose che la avrebbero delusa: le diceva semplicemente la verità, e la verità era che i Guardiani esistevano.
Jamie si sentiva osservato. Era da quando erano scappati che venivano inseguiti dagli Incubi, quei disgustosi mostri dall’aspetto di cavalli neri fatti di sabbia, ma ancora non riusciva a spiegarsi il perché.
Si infilò in un vicolo senza dare troppo nell’occhio; se gli Incubi stavano arrivando, voleva essere pronto. Poggiò delicatamente Sophie dietro un cassonetto della spazzatura, adagiando con estrema cautela la sua testa alla parete. Faceva un po’ schifo, ma era l’unico posto ben nascosto che aveva trovato; non era il momento di fare gli schizzinosi.
La piccola rabbrividì non appena entrò in contatto con il suolo freddo ricoperto di neve.
<< Resta qui, Sophie. Io torno subito! >> Sussurrò con un filo di voce, osservando per un istante le nuvolette di vapore che uscirono dalla sua bocca. Poi si alzò e uscì dal vicolo a grandi passi.
Come immaginava, delle ombre stavano formandosi sui muri e stavano prendendo la forma di cavalli oscuri. Fiutavano la sua paura, ne aveva fin troppa… Lui lo sapeva bene.
Sollevò il braccio, si concentrò fortemente su ciò che voleva, e nella sua mano, dopo che un nugolo di sottilissima sabbia nera si fosse aggregato attorno ad essa prendendo una forma allungata, con un lampo apparve una spada con la lama talmente lucida che ci si sarebbe potuto specchiare sopra.
La guardò un po’ con aria soddisfatta. << Non è male… >> Commentò.
Un cavallo nero si era eretto in mezzo alla strada, a circa sei metri da lui, guardandosi intorno; cominciò a caricarlo a testa bassa. Jamie scattò in avanti con la spada tesa di lato e lo colpì in pieno tagliando l’aria di fronte a sé trasversalmente. Quello si dissolse in una nuvola di polvere nera producendo un rumore come un fruscio molto forte.
Un altro cavallo stava arrivando da sinistra. Jamie impugnò la spada con tutte e due le mani, girò su sé stesso verso destra e colpì di taglio il cavallo, che si dissolse. Saltò indietro facendo una capriola, sapendo di non poter mai restare fermo. Proprio mentre era in aria però, sotto di lui comparve un cavallo che riuscì a prenderlo alla sprovvista. Jamie mantenne il sangue freddo e, abbassando con forza la lama, tagliò a metà l’Incubo.
Atterrò piegando le ginocchia, pronto a scattare. Una violenta raffica di vento lo sollevò da terra e lo spinse verso un muro. Jamie sbatté violentemente con la schiena e sentì un improvviso intorpidimento per qualche secondo; scivolò giù, e fu caricato da un cavallo furioso che lo sollevò da terra e lo spinse indietro con la sua enorme testa.
Il ragazzo scivolò per alcuni metri sulla strada ghiacciata, prima di fermarsi. Si alzò a fatica, ma determinato a non mollare. Non poteva mollare! Cosa sarebbe successo a Sophie, se si fosse arreso? Era questa la motivazione che lo aveva spinto a continuare lungo quel cammino per tutto quel tempo.
Il cavallo corse verso di lui, preparandosi all’impatto. Jamie fece sparire la spada e scattò verso il cavallo, volendo prendere una bella rincorsa; prima di venire investito dalla bestia, Jamie fece un passo più lungo degli altri e si diede la spinta necessaria ad eseguire un salto in alto che gli fece scavalcare l’Incubo. Eseguendo una capriola e a testa in giù allungò le braccia, concentrandosi attentamente per non commettere errori; aveva un solo tentativo, una sola possibilità che non avrebbe dovuto sprecare. Tra le sue mani comparve un arco con una freccia già incoccata, pronta a colpire. Scoccò la freccia e colpì in pieno l’Incubo, trapassando il suo corpo dalla consistenza fumosa.
L’essere rimase fermo un istante, come immobilizzato dal colpo di Jamie, poi esplose in una nuvola di sabbia nera, come facevano tutti quando venivano sconfitti.
Jamie atterrò inciampando e rovinando a terra; non aveva calcolato con molta attenzione l’atterraggio, e questa sua mancanza avrebbe potuto costargli caro. Erano finiti, ma non sapeva cosa sarebbe potuto accadere se non fosse stato così. Non doveva mai abbassare la guardia, o avrebbero potuto prenderlo alla sprovvista in qualsiasi momento!
Fece sparire l’arco, che si dissolse così come si era creato, con un piccolo lampo e tanti granelli di sabbia, poi si voltò verso il vicolo dove aveva lasciato sua sorella. Si tirò su il cappuccio della felpa e tornò indietro a prendere Sophie.
La piccola stava dormendo beatamente. Finalmente ora aveva trovato una posizione comoda e aveva potuto quindi trovare la forza di addormentarsi; chissà se stava avendo un incubo in quel momento, oppure se l’Uomo Nero l’avesse risparmiata almeno per quella notte…
Non era stata vista, per fortuna. La prese in braccio facendo attenzione a non disturbare il suo riposo e cominciò a camminare. Non sapeva verso dove, ma sapeva che non poteva fermarsi.
   
 
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