Libri > Twilight
Ricorda la storia  |       
Autore: CUCCIOLA_83    13/03/2008    4 recensioni
Attenzione probabili spoiler di Eclipse
[...]La stanza di Edward era accogliente come sempre anche grazie ai colori caldi di cui erano adorne le pareti e i mobili. L’attenzione di Bella però fu attirata da un pacchetto infiocchettato posto al centro del letto a baldacchino [...]
Cosa conterrà quella scatolina? questa e altre sorprese vi attendono in questa ff sul fenomeno letterario dell'anno. Buona lettura e buon divertimento ;)
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non mi guardate così male. Ebbene sì, anche io mi sono fatta contagiare dalla passione per Twilight, New Moon ed Eclipse.

Adoro questi libri e adoro la loro creatrice, che ormai venero come una dea, diciamo che ha preso il posto della Rowling (pazza assassina serial killer).

Un giorno la mia amica Angelombra mi ha messo la pulce nell’orecchio dicendomi “perché non scrivi una ff sui personaggi della Mayer? E così eccomi qui.

Non ho grandi pretese, è la prima che scrivo in riferimento a Bella, Edward e tutta l’allegra compagnia. 

Spero che vi faccia divertire e sognare come è successo a me mentre la scrivevo.

Buona lettura. J

 

 

Tutto Nelle Mani Di Alice

 

Dedicata ad Angelombra 

Per la consulenza tecnica

 e l’incoraggiamento,

e BabyBlue per i pareri entusiasti.

Grazie lettrici campione.

 

 

Nonostante fossero i primi giorni d’Agosto, nella penisola di Olympia il sole non ne voleva sapere di emergere dalla fitta coperta di nuvole grigie che la facevano da padrone.

Semplicemente perfetto.

Se due anni prima qualcuno avesse detto a Bella Swan che quello sarebbe diventato il suo clima ideale, probabilmente lo avrebbe preso per pazzo, lei che per tutta la vita aveva vissuto nella calda Phoenix in Arizona. Invece ora, mentre percorreva le familiari strade della cittadina di Forks nello stato di Washington, non poteva fare a meno di sorridere impaziente, noncurante di quel tempo cupo, all’idea di rivedere Edward. Cercando volutamente d’ignorare il vero scopo della sua visita a casa Cullen.

Dopo aver parcheggiato il suo vecchio pic-up nel grande garage della famiglia di Edward, tra la Jeep di Emmett Cullen e la nuova moto di Jasper Hale, fratelli adottivi del ragazzo, si diresse verso la casa in stile vittoriano che svettava tra due fila di sei antichissimi cedri. Non fece in tempo a mettere piede sul primo gradino della piccola scalinata che portava alla veranda, che si sentì sollevare da terra, stretta tra due braccia marmoree.

«Ciao amore, ben arrivata», le sussurrò Edward, avvolgendola con il dolce profumo del suo respiro.

«C…Ciao anche a te», rispose Bella dopo aver riacquistato il controllo della sua voce, e del suo cuore. Il ragazzo le prese il viso tra le mani, lo avvicinò al suo e la baciò, dapprima dolcemente poi sempre più intensamente.

Appena avvertì che entrambi cominciavano a perdere il controllo della situazione l’allontanò con un sospiro.

«A cosa devo questa… Calorosa accoglienza?» Chiese Bella dopo aver ripreso fiato.

«Devo avere un motivo particolare per accogliere la mia futura moglie?» Chiese a sua volta, sfoderando tutta la forza del suo sguardo ammaliante color miele verso di lei. Bella ebbe un fremito nel sentir pronunciare quelle parole, ma continuò a guardarlo con sospetto, sapeva che le stava nascondendo qualcosa.

«Edward…»

«Ok, va bene. Volevo… Indorati la pillola», ammise.

«Cioè?» Il tono della sua voce tradiva una certa apprensione.

«Alice…» Bisbigliò Edward, osservando attentamente ogni sua reazione.

Sentendogli pronunciare il nome di Alice Cullen, sorella adottiva di Edward, le sfuggì un gemito.

«Ti prego, sii carina con lei, si sta impegnando molto per organizzare tutto al meglio», si raccomandò.

«Lo so…» Sospirò Bella, abbozzando un sorriso forzato, che lo convinse pochissimo.

Più di una volta, negli ultimi due mesi, si era pentita d’aver lasciato nelle mani di Alice l’organizzazione del loro matrimonio. Ma ogni volta che provava a replicare, lei la guardava con occhi quasi luccicosi colmi di trepidazione e, alla fine, non poteva fare a meno di assecondarla in qualsiasi cosa le proponesse.

Edward la prese per mano e la condusse all’interno della casa. Una volta giunti nel grande salone, Bella rimase a bocca aperta.

Si era aspettata di trovare l’intera casa sottosopra: con fiori, nastri e quant’altro sparsi ovunque ed invece, niente.

«Edward, dove sono tutti?» Chiese confusa, continuando a guardarsi in torno.

«Sono… Usciti». Rispose vago.

Il cuore di bella cominciò a battere all’impazzata, rare erano le occasioni d’avere l’intera casa per loro. Edward sorrise sotto i baffi, le cinse la vita con un braccio e l’attirò a sé, baciandola.

«Ti dispiace?» Le sussurrò per poi cominciare a tracciare con le labbra un percorso immaginario che partiva dall’orecchio fino al mento per poi scendere verso il collo. «Respira». Sorrise.

Bella obbedì, «dove sono andati?»

«In giro…»

«“In giro” dove?» Edward scrollò le spalle e senza darle una risposta chiara la condusse al terzo piano.

La stanza di Edward era accogliente come sempre anche grazie ai colori caldi di cui erano adorne le pareti e i mobili. L’attenzione di Bella però fu attirata da un pacchetto infiocchettato posto al centro del letto a baldacchino, detto anche l’oggetto più inutile della casa visto che Edward come ogni vampiro che si rispetti non dormiva. Si avvicinò con cautela a quella strana scatola, come se la dovesse attaccare da un momento all’altro, mentre il ragazzo la osservava divertito appoggiato elegantemente alla porta chiusa.

«Cosa c’è lì dentro?» Chiese Bella cercando di non far trapelare dal tono della sua voce l’irritazione che provava per quel regalo inaspettato.

«Per scoprirlo devi aprirla…» Bella sbuffò ma la prese ugualmente in mano, lanciandogli un’occhiataccia. Tirò un lembo del fiocco bianco liberando così la scatolina. Con mano tremante sollevò il coperchio.

Nascoste da due leggeri fogli di carta velina bianca era nascosta una chiave. Bella la guardò allibita.

Edward le si avvicinò cingendole le spalle con un braccio, continuando a sorridere divertito, osservando la sua reazione.

«Cos’è?» Chiese dopo aver ripreso fiato.

«A me sembra una chiave». La prese in giro divertendosi come un matto a farlo.

«Questo l’avevo capito. Quello che volevo sapere è: di cosa»

«Suppongo di un’auto. La tua auto». Così dicendo cominciò a baciarle il collo.

«Edward, ma cosa ti è saltato in mente?» Urlò, allontanandosi da lui, lasciando cadere la scatola con il suo contenuto. Edward lo prese al volo con un movimento fulmineo, prima che toccasse terra.

«Sapevo che avresti reagito così». Mormorò appoggiando il tutto sul comodino, «ma sei stata tu a darmi il permesso ricordi? “Ti sposerò. Ti lascerò pagare le mie tasse universitarie. Potrai anche comprarmi una macchina veloce, se ciò ti rende felice…”» Bella si morse il labbro inferiore risentendo le parole che solo pochi mesi prima aveva pronunciato lei stessa.

«Sì, è vero. Solo non me lo aspettavo… Ora». Bisbigliò in segno di scusa, avvicinandosi nuovamente a lui, abbracciandolo. «Grazie». Quel regalo la riportò alla realtà, tra qualche settimana si sarebbe lasciata per sempre alle spalle la sua vita da essere umano, e sarebbe restata con lui per tutta l’eternità.

Edward la guardò meravigliato, si era aspettato di dover affrontare una lunga battaglia per fargli accettare quel regalo.

«Sicura? L’accetti così, senza protestare? Sicura di stare bene?»

«Quella sera ti ho promesso un sacco di cose. Questa, rispetto alle altre, è la meno difficile da accettare». Abbozzò un sorriso, poi si alzò sulle punte dei piedi e lo baciò. Edward la prese tra le braccia e la portò versò il letto, senza staccare nemmeno di un millimetro le loro labbra. Oggetto decorativo certo, ma a volte aveva i suoi pregi avere un letto così grande a disposizione.

La mente di Bella cominciò ad annebbiarsi, inebriata dal dolce profumo del respiro di Edward, senza rendersene conto si avvinghiò al suo corpo lasciandosi trasportare dall’istinto.

Con un sospiro, Edward, fu costretto ad allontanarla.

«Sei tu, Bella, quella decisa ad aspettare il matrimonio, Giusto?» Le chiese, sorridendogli malizioso. Lei annuì. «Peccato», sghignazzò stendendosi al suo fianco.

«Scusa. E’ che a volte è più forte di me». Mormorò diventando tutta rossa in viso, ma lui rise divertito, tornando ad abbracciarla e baciarla.

«Sicura di non voler cambiare idea?» La scrutò con occhi maliziosi per poi sfiorarle il collo con il naso. Bella fu scossa da un brivido che quasi le fece dimenticare il perché fosse necessario aspettare dopo il matrimonio.

Stava per abbandonarsi nuovamente a quelle dolci sensazioni, che solo lui le sapeva dare, quando una sorta di piccolo tornado entrò in camera.

«Ragazzi, Basta giocare! Ci sono ancora un sacco di cose da fare e da sistemare prima del tredici, e pochissimo tempo per farle!» Urlò Alice facendoli sobbalzare entrambi.

«A… Alice, non sai che di solito si bussa?» Ansimò Bella riprendendo fiato dopo quello spavento.

«Certo, ma ora sbrigati, vieni con me. Esme e Rosalie ci stanno già aspettando in camera mia. Edward tu resta lì. A te ci penseranno i ragazzi». E così dicendo trascinò Bella fuori dalla porta lasciando Edward ancora sbigottito. Ecco cos’era quello strano fruscio che aveva sentito poco prima dell’arrivo della sorella, stava cercando di disorientarlo con i suoi pensieri per non metterlo in allarme.

«E’ sempre la solita». Mormorò tra sé e sé.

Appena Bella mise piede in camera di Alice, capì perché i resto della casa era immacolato. Ovunque si posasse il suo sguardo trovava pezzi di organza e seta bianca e rosa, per non parlare dei fiori e carta da regalo.

«Alice, ma cos’è tutto questo… Casino?»

«Mi hanno vietato di occupare tutta la casa con i preparativi, così ho concentrato tutto qui»

«E tutte le cose di Jasper?»

«Ecco… Jasper ha momentaneamente traslocato nella stanza qui a fianco»

Bella la guardò allibita, povero Jasper buttato fuori dalla sua stanza. Improvvisamente si sentì responsabile e annotò mentalmente di scusarsi con lui appena lo avesse incrociato.

«Ora basta perdere tempo. Dobbiamo definire il tuo Look per il grande giorno». Bella non fece in tempo a realizzare il significato di quelle parole che si ritrovò seduta davanti all’enorme specchiera nel enorme bagno di Alice.

«Ciao Bella, tesoro». La voce di Esme la rincuorò molto, l’aveva sempre considerata una sorta di vice mamma, e non si accorse nemmeno che Alice si armava di arriccia capelli e spazzola.

«Alice ti prego non esagerare». L’ammonì Rosalie, ennesima sorella adottiva di Edward, «niente cose troppo estrose, lei è molto semplice».

Bella la guardò sconcertata non riuscendo a capire se fosse un complimento o un’offesa.

«Rose non ti preoccupare, so quello che faccio». Il tono di voce di Alice mise tutte in allarme.

«E’ proprio per questo che mi preoccupo». Mormorò Rosalie, ma Alice la ignorò cominciando la sua opera.

La “tortura” durò circa mezz’ora, tra urli di dolore e lamentele varie della povera malcapitata cavia da laboratorio.

«Ecco fatto, cosa te ne pare? Così potrai fissare tranquillamente il velo» esordì ammirando la propria opera.

Bella, Esme e Rosalie guardarono attentamente nello specchio. I capelli che fino a poco prima erano lisci e cadevano morbidamente sulle spalle di Bella ora erano pieni di boccoli e gonfi sulla nuca, classica pettinatura che faceva pensare agli anni 50.

«Ecco, molto… Carina, ma io avevo pensato a qualcosa di meno… Elaborato, sai più in linea con il vestito». Cercò di dire Bella soppesando ogni parola per evitare di offenderla.

«Sì, forse hai ragione. Riproviamo». Così prese in mano la piastra per lisciare i boccoli. Bella lanciò un’occhiata disperata ad Esme, la quale però era impotente di fronte all’esuberanza della figlia. Rassegnata rimase in attesa della fine di quella nuova tortura.

Nella stanza di Edward le cose non andavano meglio. Emmett, Jasper e Carlisle, padre adottivo di tutti i ragazzi, avevano bloccato ogni via d’uscita intrappolandolo.

«Perché non posso mettere semplicemente il mio abito scuro?» Chiese nervoso, osservandosi nello specchio mente si sistemava la giacca.

«Perché questa non è un’occasione qualsiasi». Rispose semplicemente Carlisle osservandolo da lontano per controllare meglio che il vestito cadesse bene.

«Comincio a pensare che l’idea di Las Vegas non era così male». Bofonchiò.

«Piantala di lamentarti, sei tu che ti sei cacciato in questo guaio. Ora ne pagherai le conseguente. Jasper cosa ne dici, sarà il caso di ritoccare anche il taglio di capelli?» Chiese sghignazzando Emmett al fratello, ignorando il ringhio furioso di Edward.

«Magari una spuntati qua e là non guasterebbe», rispose armandosi di forbici.

«Non vi azzardare…» Ma i tre lo avevano già bloccato.

Finalmente le ragazze erano arrivate ad un compromesso per la pettinatura, sfortunatamente per Bella, mancava ancora il trucco, la vera passione di Alice. Fin dalla primissima occasione, per il ballo di fine anno di due prima, Alice aveva scoperto quando fosse divertente truccare la gente, e la sua cavia preferita era senza alcun dubbio Bella.

«Alice, vacci piano con quel fard così sembrerà un clown», l’ammonì Rosalie.

«Rose ha ragione, Bella ha una pelle così bella, non coprirla con troppo trucco», concordò Esme. Alice sbuffò, ma obbedì, togliendo l’eccesso di fard.

«Visto che siete così esperte, che colore uso per l’ombretto?» Chiese acida.

«Direi che questo rosa perlato sia l’ideale, fa risaltare il colore degli occhi», suggerì Esme.

«E’ proprio quello che volevo usare». Sorrise soddisfatta.

Quando si guardò allo specchio, Bella, dovette ammettere che il risultato non era poi così male.

«Alice, sei grande».

«Grazie, lo so. Rose, hai segnato tutto?» Chiese, la sorella annuì, «perfetto, ora proviamo il tutto con il vestito per una sorta di prova generale», così dicendo la riportò in camera dove ad attenderle c’era già Esme con il vestito in mano, Bella non si era nemmeno accorta del suo rapido spostamento.

Emmett e Jasper non la smettevano di ridere mentre Edward cercava di rimediare la disastro che avevano combinato ai suoi capelli, mentre Carlisle faceva di tutto per non imitare i figli.

«Smettetela tutti e tre. Quando vi ci mettete siete peggio di Alice», sbuffò spazientito, si stavano divertendo da matti.

«Eddai non fare così. Non sai da quanto tempo aspettavo questo momento», confesso Carlisle.

«Da circa cent’anni?»

«Esatto. E’ bello vederti finalmente felice»

Sentendogli pronunciare quelle parole, Edward si calmò. In fondo aveva ragione, quelle erano piccolezze rispetto all’idea di avere Bella al proprio fianco per l’eternità.

«Vorrei tanto sapere cosa stanno combinando quelle quattro», sospirò preoccupato.

«Chi ti vieta di andare a sbirciare?» Chiese confuso Emmett.

«Vediamo, Alice, Rose ed Esme. Se mi scoprono rischio di lasciare vedova Bella ancora prima di sposarla».

«Andiamo, non fare il fifone», lo prese in giro dandogli una forte pacca sulla spalla che risuonò per tutta la casa.

Nella stessa identica posizione ma due piani sotto, Bella, attorniata dalle tre vampire di casa Cullen si osservava attentamente allo specchio. Era senza parole, faticava quasi a rendersi conto che quella che stava guardando era la sua immagine riflessa.

La prima cosa che notò fu il nastro di seta bianco che le circondava la testa, qualcosa di nuovo da Rosalie. La frangetta erano stati sistemata in modo che aderisse perfettamente alla fronte e scendesse obliqua, evitando di coprire gli occhi, per finire bloccata dal nastro dietro all’orecchio destro. Voltò leggermente il capo per osservare meglio in retro dell’acconciatura: i capelli erano raccolti in uno chinion e racchiusi in una cupola d’argento intrecciato, fermato con uno spillone, anch’esso d’argento dal quale, attaccata ad una catenella a trama sottile, pendeva una piccola mela. Alcune ciocche di capelli ondulati uscivano dalla trappola argentata e ricadevano morbide sulle spalle ma s’intravedevano appena essendo nascoste dal velo in pizzo ricamato. Al collo aveva una catenina in oro bianco con un ciondolo a forma di cuore, qualcosa di prestato da Esme. Bella lo sfiorò con le dita tremanti e sorrise.

Mancava qualcosa. Ma cosa?

Gli orecchini. Ecco cosa. Bella osservò i lobi delle orecchie così disadorni rispetto a tutto il resto. Ma, come se le avesse letto nel pensiero, Alice sorrise.

«Tranquilla, ieri ho telefonato a Renée, dice che ha qualcosa da darti che farà al caso nostro».

«Ma cosa…?»

«Lo vedrai domani quando arriverà».

«Mia madre… qui?? No, non è possibile è troppo presto, non sopravviverà una settimana intera qui!» Esclamò Bella visibilmente allarmata.

«E’ stata lei a proporlo, tra…» Ma Alice si bloccò di colpo voltandosi di scatto verso la porta, affilando lo sguardo.

Edward era immobile come una statua, troppo estasiato da quella visione celestiale per riuscire a muoversi. Certo sapeva che Bella era stupenda, ma vederla così lo era ancora di più. Non riusciva a staccare lo sguardo dal suo viso, tanto da non pensare nemmeno al vestito in cui era stata infilata. Improvvisamente però s’irrigidì captando i pensieri della sorella infuriata.

«Edward Cullen sparisci immediatamente prima che ti prenda!» Tuonò Alice, mentre Esme e Rosalie coprivano con un lenzuolo, Bella.

Edward si allontano rapidamente dalla porta e sparì in un lampo, lasciando solo l’eco di una fragorosa risata alle sue spalle mentre Alice lo inseguiva ringhiando.

Era ormai sera quando, finalmente, Alice si era decisa a lasciarli liberi.

Edward e Bella si godevano quegli attimi di relax, lontani da discorsi di fiori, addobbi e regali di nozze, in santa pace nella stanza del ragazzo.

«Quanto hai visto mentre spiavi nella stanza di Alice? Dì la verità».

«Non molto, mi ha scoperto quasi subito. Ho visto solo che eri bellissima. Il vestito non l’ho nemmeno visto, ero troppo rapito da te».

Le guance di Bella si colorarono immediatamente di rosso, Edward sorrise beffardo, adorava farla arrossire.

«Avete rispettato tutte le tradizioni?» Chiese, facendola tornare alla realtà.

«Quasi. Ho qualcosa di nuovo da Rosalie, qualcosa di prestato da Esme, domani mia madre mi regalerà qualcosa, ma non so ancora bene cosa e tremo alla sola idea, conoscendola. Mi manca qualcosa di blu. Pensa che Alice voleva mettermi lo smalto di quel colore, per fortuna Esme e Rosalie l’hanno fermata in tempo, quindi, ha detto che troverà qualcos’altro». Edward scoppiò a ridere.

«Certo, lo smalto blu avrebbe sicuramente dato quel tocco in più, non c’è che dire».

«Non scherzare, ne sarebbe stata davvero capace».

«Senza dubbio. Così domani arriva Renée, sei contenta?»

«Credo… Di sì. Chissà come se la caverà qui per una settimana».

«Lo fa per te».

«Lo so». Bella si rabbuiò al pensiero che presto avrebbe dovuto lasciarla per sempre, per vivere chissà dove con lui, lontana da ogni tentazione di ferire qualsiasi essere umano. Edward capì immediatamente il suo turbamento e cercò di distrarla.

«Non hai ancora visto il tuo regalo», le disse tranquillamente. Bella sgranò gli occhi, con tutto il trambusto di quel giorno le era completamente passato di mente. «La vuoi vedere?» Chiese con viso angelico.

«Ma io ho parcheggiato il mio pic-up in garage e non ho visto niente».

«Sapevo che lo avresti messo lì, così ho chiesto ad Emmett e Jasper di riportarla dentro solo dopo il tuo arrivo». Ecco spiegato il motivo dell’assenza di una parte dei Cullen.

«Ok se proprio ci tieni andiamo a vedere». Il tono riluttante della sua voce era fin troppo evidente.

«Se non ti va possiamo rimandare. Non c’è problema». Ma era chiaro che si era offeso.

«No, voglio vederla. Davvero!» Così dicendo saltò giù dal letto e cercò di convincerlo a fare altrettanto. Sul volto di Edward si dipinse un grande sorriso carico di eccitazione.

Arrivati nel garage, Bella si ritrovò bendata ancor prima che si accendessero le luci, cosa molto pericolosa vista la sua innata goffaggine.

«Edward ti prego, la benda no! Non voglio lividi!» Si lamentò.

«Tranquilla, ti porto io». Bella si sentì sollevare da terra così rapidamente che non ebbe il tempo di reclamare. «Pronta?» le chiese rimettendola con i piedi ben accorati al terreno dopo pochi secondi.

«Sì». Disse con un sospiro quasi esasperato, in un attimo la benda cadde a terra.

Bella era senza parole.

«Ti piace? Spero che il colore vada bene. Le mie sono tutte grigie ma per te volevo qualcosa di diverso, meno appariscente. So che non ti piacciono le cose troppo vistose», Edward parlò così rapidamente che Bella si perse metà delle parole, troppo presa nel mettere a fuoco quello che si era trovata davanti.

«Cos… Cos’è questo… Bestione? E’ enorme» Riuscì finalmente a dire, continuando ad osservare l’auto nera, con i finestrini oscurati e un grosso fiocco rosso sul cofano.

«Un Range Rover Arden sport. E’ molto robusto e sicuro. L’ideale per le zone impervie o ghiacciate tipo… L’Alaska». Le disse con un sorriso che la fece quasi sciogliere.

«E’ troppo io non posso…»

«Certo che puoi. Ed è tuo, non accetto un no come risposta». Le sussurrò ad un orecchio, facendole scorrere un brivido lungo tutta la schiena, mentre faceva dondolare davanti ai suoi occhi la chiave che le aveva fatto trovare quella mattina.

«G… Grazie…» Sussurrò con le lacrime agli occhi.

«Perché piangi, ora?» Chiese confuso asciugandole gli occhi con un dito.

«Non lo so» Sorrise. Edward la fece voltare verso di sé per poi baciarla.

«La vuoi provare?» Le chiese dopo essersi allontanato nuovamente di qualche centimetro.

«Cosa?? Hem forse è meglio aspettare, non vorrei distruggerla. Per ora l’affido alle tue sapienti mani». Meglio arrivare entrambe integre fino al giorno del matrimonio, pensò.

«Ok come vuoi. Oh no!»

«Cosa succede?» Chiese confusa.

«Alice… Ci sta cercando ha avuto un’altra geniale idea delle sue e vuole il nostro parere», Bella sgranò gli occhi colmi di terrore, conosceva fin troppo bene le geniali idee di Alice.

«Hey non fare quella faccia, sei tu che hai lasciato tutta l’organizzazione nelle sue mani». La prese in giro abbracciandola dolcemente per rincuorarla. Bella sospirò, rassegnata.

Così dicendo si avviarono nuovamente verso la casa, con la speranza che tutto quel trambusto finisse il più presto possibile.

 

 

 

Spero davvero che vi sia piaciuta. Se vi va lasciate un commentino, mi farebbe davvero piacere.

Volevo darvi un’idea dell’auto così eccovi un link dove la potete trovare.      

http://img138.imageshack.us/img138/5366/rangeroverardensportcz2.jpg                                       Range Rover Arden Sport

 

Avrei anche una sorta di disegno che ho fatto per l’acconciatura ma per ora non riesco a metterlo ondine. Rimedierò al più presto ;) ps: non è più una One-shot mi avete convinta a continuarla ;)

Ora vi lascio. E chissà forse un giorno scriverò ancora qualcosa su Twilight. Hehehe

Tao tao smack :*

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: CUCCIOLA_83