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Autore: mikka    06/09/2013    2 recensioni
Effettivamente, l'afa di quella giornata era particolarmente ardua da sopportare e, senza distinzione, smorzava la reattività di chiunque.
Makoto sorrise, avvicinandosi ad Haru e sedendosi di fianco a lui, allungando una mano per accarezzargli la testa.
« Perché non ti riposi? Stasera puoi rimanere a cena da noi, se ti va. »
Haru si limitò ad osservare Makoto, leggermente indeciso sul da farsi. Poi, senza dire nulla, si stiracchiò appena per poi allungarsi e sdraiarsi appoggiando la testa alle gambe dell’amico.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata ad athenachan che ama alla follia il MakoHaru e che, causa una nostra piccola scommessa, si è aggiudicata una storia fluff ispirata a questa immagine: here
Spero vivamente che sia anche di vostro gradimento.
Buona lettura;


Goodnight Kiss


Era parecchio tempo che non si prendevano un pomeriggio di pausa. Generalmente dopo le lezioni si fiondavano tutti, con la medesima euforia, ad allenarsi ma, vista la stanchezza generale, Gou aveva acconsentito facilmente ad un giorno di totale libertà.
Nagisa era riuscito, come suo solito, a trascinarsi dietro un arrendevole Rei per un pomeriggio di shopping e cinema; Makoto invece, da bravo figlio e fratellone, aveva acconsentito ad occuparsi dei due fratellini mentre i genitori si prendevano un pomeriggio da sposi. Mentre i piccoli di casa Tachibana saltellavano dalla gioia, Makoto si prese un attimo per chiamare Haru invitandolo ad unirsi, se ne avesse avuto piacere, a lui. Haruka aveva acconsentito con un semplice "sì" presentandosi poco dopo mezz'ora a casa del compagno di squadra.
Makoto non aveva avuto nemmeno il tempo di aprire la porta, con un sorriso stampato in faccia per la gioia, che i fratellini si erano catapultati addosso ad Haruka, accogliendolo con somma gioia.
« Ciao Haru. »
Haruka aveva accarezzato i capelli dei bambini, salutando con un cenno Makoto ed entrando finalmente in casa.
Per i due ragazzi non c'era stato modo, nemmeno un secondo, per parlare perché i piccoli avevano letteralmente rapito Haruka costringendolo, con rivale possessività, a giocare con loro. Tuttavia, il pomeriggio inoltrato ed il caldo inaspettato di quella giornata li aveva stesi dopo poco tempo.
« Mi dispiace che tutte le volte ti assillino così, ma gli piaci molto sai? Mi chiedono sempre quando verrai a trovarci. »
Makoto sorrise dolcemente, quasi incantato, guardando il suo fratellino, abbarbicato contro Haru, riposare sereno.
« Sai che non mi danno fastidio. »
Makoto, nonostante la sorellina in grembo, si allungò appena: gli occhiali -che indossava quando gli si affaticava la vista- scivolarono un poco lungo il profilo del suo naso, fin quando, recuperati i joystick, non si premurò di risistemarli al loro posto.
« Ti va? »
Haruka annuì, prendendo al volo il pad mentre, con l'altra mano, ricambiava il lancio con un ghiacciolo. Teoricamente doveva essere la merenda dei bambini, ma essendosi addormentati pensò che non vi fosse nulla di male nel mangiarli al posto loro.
Entrambi ignorarono i joystick per aprire il fresco spuntino, per poi iniziare la partita. Erano talmente presi che più volte si ritrovarono a stupirsi nel sentire, a causa del calore, le gocce del ghiacciolo sulle braccia. Preferirono quindi smettere per finire di gustarsi quelle piccole delizie fresche al gusto di anice.
« Non dovremmo metterli a letto? »
Makoto venne improvvisamente riportato alla realtà dalle parole dell'amico che, probabilmente, iniziava a patire il peso morto del fratello addosso. Con solo lo stecco ancora in bocca –ormai i ghiaccioli li avevano mangiati- Makoto si alzò tenendo stretta la sorellina, avvicinandosi ad Haruka.
« Ce la fai? »
« Tranquillo. »
Rimase vicino a lui -in caso il peso aggiuntivo del fratello lo sbilanciasse- finché Haruka non annuì, segno che ce la faceva. Riportarono i bimbi in camera, nei loro letti, e durante il ritorno si fermarono per lavarsi le mani e rientrare in camera di Makoto che, una volta all'interno, si premurò di chiudere la porta.
Haruka si avviò con naturalezza alla posizione che aveva occupato fino a poco prima, ovvero sul letto del castano, incrociando le gambe e guardando distrattamente Makoto.
« Sembri stanco, stai bene Haru? »
« Nh... Dev'essere il caldo. »
Effettivamente, l'afa di quella giornata era particolarmente ardua da sopportare e, senza distinzione, smorzava la reattività di chiunque.
Makoto sorrise, avvicinandosi ad Haru e sedendosi di fianco a lui, allungando una mano per accarezzargli la testa.
« Perché non ti riposi? Stasera puoi rimanere a cena da noi, se ti va. »
Haru si limitò ad osservare Makoto, leggermente indeciso sul da farsi. Poi, senza dire nulla, si stiracchiò appena per poi allungarsi e sdraiarsi appoggiando la testa alle gambe dell’amico. Quest'ultimo, dapprima sorpreso della posizione assunta da Haru, si spostò appena arrivando ad appoggiare la schiena alla parete fresca, cosicché anche Haruka fosse più comodo.
Con delicatezza prese ad accarezzare la testa di Haruka, scostandogli alcuni ciuffi che gli si erano appiccicati alla fronte, scivolando poi con le dita lungo il suo collo fino ad adagiare, con tutto il palmo, la mano sul fianco dell'amico, quasi come un abbraccio, una coccola.
« Riposa tranquillo, ti sveglio poi io. »
Haru annuì, strusciando la testa contro le gambe dell'altro, accoccolandosi poi meglio, pronto ad abbandonarsi ad un sonno ristoratore.
Makoto provò tenerezza a quella vista e si chinò, con il busto, fino ad arrivare con il viso sopra a quello del moro. Avvicinò la propria bocca al suo orecchio e con la mano, che ancora teneva sul suo fianco, gli regalò una carezza.
« Haru. »
Haruka a sentire la voce di Makoto così calda ma, soprattutto, così vicina a lui rigirò il viso verso l'alto, ritrovandosi quello di Makoto ad un soffio dal proprio. Inizialmente ebbe un attimo di confusione che svanì così come era arrivata.
Makoto si piegò ancora un poco, dopo essersi assicurato l'attenzione di Haru, adagiando le proprie labbra su quelle dell'amico con infinita delicatezza. Rimase immobile, così come Haruka sotto di lui, poi si separò di un no nulla e tornò ancora una volta a baciargli la bocca, con una maggiore consapevolezza.
Poi si allontanò definitivamente, sorridendo ad Haruka e accarezzandogli nuovamente il fianco.
« Sogni d'oro Haru.»
E si risistemò con la schiena contro il muro, gli occhi chiusi, un sorriso sereno sulle labbra e la mano che continuava a coccolare Haru; quest’ultimo, dal canto suo, si era ritrovato ad arrossire: non aveva detto nulla, e solo dopo si accorse che aveva anche iniziato a trattenere il fiato. A quella realizzazione si abbandonò ad un sospiro diverso dai soliti e ciò, come se non fosse già in imbarazzo, lo fece arrossire maggiormente, facendo allargare il sorriso sulle labbra di Makoto.
Vedendolo, Haru preferì tornare a guardare dritto, la mano che accorse vicino al proprio viso stringendo, poco dopo, i pantaloni di Makoto in cerca di un punto certo. Poi chiuse gli occhi e, incredibilmente, scivolò facilmente in un sonno sereno pensando che, probabilmente, avrebbe dovuto chiedere più spesso a Makoto di dargli il bacio della buonanotte.






Se vi fa piacere potete venire a delirare con me qui!
Grazie per aver letto e se vi va fatemi sapere il vostro parere.
Alla prossima,
Mikka.

  
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