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Autore: Miyo_Chan    07/09/2013    2 recensioni
- Miki, vieni qui! E' arrivata una lettera per te. -
- Arrivo! -
- E' arrivata una lettera da parte di Kaien, è indirizzata a te. -
- L'aprirò dopo, ora devo andare da Sayori. Torno presto. - corse via, come faceva sempre. Miki aveva una resistenza fisica superiore alla norma: non stava mai ferma, neanche durante la notte.
Sopratutto la notte.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabusa Aido, Kaname Kuran, Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Yuki Cross
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PROLOGO



 

Miki Shibuki era appena una ragazzina quando decise di affrontare il mondo, da lei tanto temuto. Sapevo che quella sarebbe stata, probabilmente, la decisione più difficile di tutta la sua vita e io come madre avevo il dovere di aiutarla. L'avrei fatto, se solo Miki avesse chiesto il mio parere. Ogni tanto ringrazio il cielo che non l'abbia fatto, perché l'unica cosa che sarei stata in grado di dirle era di restare con me, per sempre.

Iniziò tutto dieci anni fa. Veramente l'inizio fu nel momento stesso in cui mi accorsi di essere incinta, circa ventisei anni fa; avevo appena diciotto anni e quella era la mia prima gravidanza. Successero tante cose, in quei nove mesi. Fu una gravidanza sofferta, dolorosa e desiderata allo stesso tempo ma non mi pentirò mai di quello che ho fatto, iniziando dall'uomo che avevo scelto. I primi quindici anni di Miki passarono velocemente e senza alcun intoppo, per questo inizierò il racconto dai suoi quindici anni in poi. Per l'appunto:

Tutto iniziò dieci anni fa...

 

<< Miki, vieni qui! E' arrivata una lettera per te. >> urlai alla finestra alle mie spalle. Stavo seduta nel tavolo della cucina a controllare la posta.

<< Arrivo! >> urlò di rimando mia figlia. La vidi inseguire suo fratello di appena tre anni, lo raggiunse in neanche tre falcate afferrandolo da dietro e facendolo girare finché non caddero entrambi. Le loro risate mi riempivano il cuore di gioia. Mi ricomposi appena in tempo per vederli entrare dalla porta della cucina che dava sul giardino.

<< E' arrivata una lettera da parte di Kaien, è indirizzata a te. >> dissi porgendole la lettera. La soppesò per qualche istante prima di scrollare le spalle e rispondere che probabilmente voleva che andasse a trovarlo. A quei tempi la mia bambina era ancora così innocente.

<< L'aprirò dopo, ora devo andare da Sayori. Torno presto. >> corse via, come faceva sempre. Miki aveva una resistenza fisica superiore alla norma: non stava mai ferma, neanche durante la notte. Sopratutto la notte.

<< Ilenia, cara, hai visto Akito? >> la domanda di mio marito mi ridesto da un importante progetto. Ero a capo di una importante azienda (il settanta per cento delle persone che vivevano nel nostro paesino lavoravano lì) e il lavoro non mi lasciava neanche la domenica. Alzai gli occhi dal portatile e lo chiusi.

<< E' andato a fare compere con Machi. >> Akito era molto simile a sua sorella: entrambi non sopportavano di stare fermi nello stesso posto per più di un paio d'ore. Per fortuna Machi, la nostra domestica, amava portarlo con se quando usciva. Diceva che era un tocco di vita nella sua misera esistenza.

<< Ryo. >> richiamai mio marito prima che raggiungesse le scale. Si voltò a guardarmi.

<< Potresti chiamare Miki? Ormai è quasi sera e conoscendola avrà dimenticato di guardare l'orologio. >> sorrisi al pensiero di quanto fosse sbadata.

<< Certo, non preoccuparti vedrai che starà bene. >> nel parlare mi si era avvicinato. Mi strinse leggermente a se e io mi sentì terribilmente in colpa. Non avevo detto neanche a lui chi fosse il vero padre di Miki, solo io e lei lo sapevamo. Eppure Ryo riusciva a capirmi meglio di quanto facessi io stessa: sapeva la profonda paura di perdere mia figlia che provavo ogni giorno, conosceva la tristezza nascosta nelle profondità del mio cuore. La sua famiglia era profondamente contraria al nostro matrimonio e non potevo che essere d'accordo con loro: una ragazza di appena ventiquattro anni, rimasta sola ad accudire una figlia non era il massimo che si potesse desiderare; avrei anche aggiunto che si meritava qualcuno che potesse donargli tutto il suo cuore, certo non come me che non avrei mai amato nessun altro come avevo amato il padre di Miki. Ryo però non si era arreso, aveva accettato i rimasugli del mio cuore e la mia bambina piena di vita. Io lo amavo a modo mio, lui mi amava a modo suo, eravamo felici e ci bastava. Mi diede un leggero bacio sulle labbra e mi sorrise con tutta la tenerezza di cui era capace. Lo attirai di nuovo verso di me in un bacio molto meno casto di quello ricevuto poco prima. Non sentì la porta aprirsi, né la squillante risata di Miki, l'ammonimento di Machi o i passi di Akito che correva verso la cucina. Mi accorsi del loro rientro solo quando Ryo si staccò da me, non prima di avermi dato un ultimo bacio sulla fronte. Scendemmo le scale mano nella mano. Il resto della famiglia era in cucina, Machi e il piccolo Akito stavano sistemando la spesa mentre Miki sembrava indecisa se aprire o meno la lettera arrivata quella mattina.

<< Miki quella lettera non ti mangerà, aprila e basta! >> anche Ryo sembrava aver capito che quella non era come le altre che arrivavano durante l'anno.

<< Ma è strano papà, Cross non mi ha mai mandato una lettera così... formale. Anzi di solito è sempre Yuuki ad invitarmi e di certo non lo fa con una lettera contenente il timbro della Cross Academy. Ho un brutto presentimento. >>

<< Dà retta a tuo padre e aprila. >> intervenni. Ricevetti un sonoro sbuffo come risposta ma almeno si era decisa ad aprire la lettera.

<< Vediamo un po'.. >> sembrò impiegare un'eternità a leggerla, tutti in quella stanza la fissavamo in attesa di notizie, persino il piccolo Akito. Quando sembrò avesse finito fu lei a fissarci tutti, uno ad uno.

<< Sono belle notizie? >> le chiese Machi.

<< No. >> rispose e corse a chiudersi in camera sua.

<< Cosa può aver provocato una reazione del genere? >> chiese mio marito.

<< Forse qualcuno dovrebbe andare a parlarle. >> ipotizzò Machi ma dubitavo che saremmo riusciti a farla parlare. Non capitava spesso che si comportasse così: l'ultima volta che si era chiusa in camera sua aveva pesantemente litigato con la sua più cara amica. Non aveva aperto la porta prima del giorno seguente. Temevo che si sarebbe comportata allo stesso modo anche questa volta.

<< Farei prima a chiamare Kaien. >>

Quella sera cenammo senza Miki. Non appena Akito si addormentò nel suo letto richiusi la porta della sua camera facendo attenzione a non fare rumore. Scesi giù in salotto e chiamai Kaien. Dopo che mi ebbe spiegato la situazione anche io provai l'impulso di chiudermi in camera mia e non uscirne più. Quella notte non riuscì a dormire.

Miki non si presentò neanche a colazione. Bussai alla sua porta, prima di andare a lavoro, ma non ricevetti risposta. Chiesi a Machi di andare a controllare come stesse Miki ogni tanto e dopo aver ricevuto le sue rassicurazioni mi avviai.

Quando tornai a casa, verso il tardo pomeriggio, Machi mi informò che Ryo era stato trattenuto alla capitare a causa di un caso importante e Miki era uscita dalla sua stanza solo a pranzo. Non aveva aperto bocca durante tutto il pasto e finito di mangiare era tornata in camera sua.

<< Non ho sentito lo scatto della serratura... >> aggiunse Machi. Salì le scale e andai in fondo al corridoio, l'ultima porta era socchiusa. Miki doveva averla lasciata aperta di proposito. Bussai piano ma non attesi nessuna risposta: entrai e andai ad aprire le pesanti tende facendo entrare la luce del sole che si avviava a tramontare. Solo dopo essermi fatta forza mi girai a guardarla.

<< Mamma... >>

<< Sono qui. >> corsi ad abbracciarla. Mi stesi insieme a lei nel letto accarezzandole i lunghi capelli castani così simili ai miei. Alzò la testa per riuscire a guardarmi in faccia. Miki somigliava interamente a me, più cresceva più sembravamo sorelle. C'era solo un piccolo particolare che mi ricordava che non era solo figlia mia: i suoi occhi. Erano grandi, con folte ciglia e grigi, così limpidi che avrei potuto specchiarmici. Erano così simili ai suoi.

<< L'hai saputo? >> mi chiese. Annuì, lasciando che fosse lei a espormi le sue idee per prima.

<< Era una lettera di ammissione alla Cross Academy. C'era scritto che avrei potuto scegliere se stare nella Night o Day class. So bene che l'accademia è molto lontana da qui, ci ho pensato molto e ho deciso di andarci, voglio frequentare la Day class>> sembrava così sicura mentre pronunciava quelle parole. Sapevo bene che lasciarla andare significava rischiare di perderla. Era l'unica cosa che mi ricordava il tempo passato con lui, la prova vivente che i miei diciotto anni non erano stati solo un sogno. Ma potevo davvero tenerla incatenata a me solo per paura che me la portassero via? No, non sarei mai stata così egoista. Lei aveva preso la sua decisione, ci aveva pensato, ragionato ed era arrivata ad una conclusione, che io avrei accettato.

<< Va bene. >> mi abbracciò forte e si scusò: per aver preso una decisione simile, per non avermi consultata, si scusò sopratutto perché stava per lasciarmi. Una lacrima solitaria sfuggì al mio controllo ma la scacciai prima che Miki potesse accorgersene.

 

<< Sei convinta di voler andare nella Day class? Sei molto intelliggente, se volessi andare nella Night class sono certa che passeresti il test d'ingresso senza difficoltà. >>

<< Mamma! La classe della notte è solo una copertura lo sai! >> mi rimproverò. Mi girai su un fianco per poterla guardare. Eravamo sedute sul dondolo in veranda, il sole era ormai calato del tutto, avevamo finito la cena e avevo messo a letto Akito ma Ryo non era ancora tornato dal lavoro.

<< So bene da chi è frequentata la Night class e so altrettanto bene che tu hai tutto il diritto di farne parte. Quindi non prendere una decisione così alla leggera. Pensa veramente a quello che vuoi fare. Vuoi veramente andare nella Day class? >>

<< Non lo so. Di certo non voglio ritrovarmi ad avere come compagni dei vampiri. >>

<< Va bene, niente Night class. Forse è meglio così dopotutto. Kaien mi ha assicurato che, se avessi scelto la classe del giorno, saresti stata con Yuuki e Zero. >>

<< Un urra per me! >> mi rispose in modo sarcastico.

<< Cosa c'è ora? Non eravate amiche tu e Yuuki? >> la rimproverai.

<< Yuuki è a posto, un po' con la testa fra le nuvole ma comunque una buona amica. E' Zero quello che non sopporto. >>

<< Lo sai che sta passando un brutto periodo, non trattarlo male quando lo vedrai. >>

<< Va bene. Certo, capisco che per un Hunter trasformarsi in vampiro sia una delle cose più brutte che potesse capitargli ma questo non gli dà il diritto di guardare tutti gli altri dall'alto. >> stavo per rimproverarla un'altra volta ma si alzò tanto veloce che quasi non riuscì a vederla: un momento prima era seduta, quello dopo se ne stava in piedi con le braccia incrociate.

<< Forse non starò nella Night class ma sono certa di riuscire a vedere Kaname almeno una volta, lo saluterò da parte tua. >> mi dedicò uno dei suoi sorrisi più furbi e sparì dentro casa. Miki sapeva combinare più guai in un solo giorno di quanto potessero fare centinaia di bambini insieme. Il fatto che si rivolgesse a Kaname Kuran senza alcuna forma di rispetto non l'avrebbe certo aiutata a non farsi notare dai vampiri, perlopiù nobili, che studiavano all'accademia. Speravo solo che Kaien sapesse quel che faceva. Mettere una ragazza speciale come Miki i mezzo ad un covo di vampiri non era certo il massimo della prudenza. Tutti però dobbiamo crescere prima o poi, era arrivato il turno di Miki, e ben presto si sarebbe accorta che non tutti i vampiri sono capaci di amare come faceva Machi, la nostra domestica, o di convivere pacificamente con gli umani e resistere all'odore del sangue come era in grado di fare Kuran. Vidi la macchina di Ryo entrare nel vialetto proprio in quel momento. Gli andai incontro salutandolo, baciandolo. Mi comportai come una perfetta moglie dovesse comportarsi. Quella sera neanche lui riuscì a scorgere il dolore che tormentava il mio cuore. Avevo osservato mia figlia per tutta la sua vita e sapevo per certo che non si sarebbe mai potuta accontentare si una normale vita da umana. I vampiri me l'avrebbero portata via, era solo questione di tempo ormai. Ancora una volta prima di addormentarmi tra le braccia di mio marito mi ripromisi che non mi sarei mai pentita di aver passato i miei diciotto anni con un vampiro.

Dopotutto è la giusta punizione per aver amato un Sanguepuro, poi mi addormentai.













 

Buongiorno! 
Spero che non vi siate annoiati/e a morte leggendo il prologo! E' la prima FF che pubblico su Vampire Knight. Vi avverto che dal primo capitolo in poi la storia sarà narrata da parte della protagonista: Miki. Il titolo è pessimo e non appena me ne verrà in mente uno migliore provvederò subito a cambiarlo :)

Ho messo l'avvio OOC, anche se cercherò di non cambiare di molto i caratteri dei personaggi.

Non sono molto brava come scrittrice ma spero che vogliate comunque lasciarmi un commento (positivo o negativo, li accetto entrambi!) e perdonare gli eventuali errori.

A presto, Miyo :D

   
 
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