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Autore: Wolfgirl93    07/09/2013    1 recensioni
La storia di un'amore tra due creature completamente diverse fra loro, finirà bene o no la loro storia?
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sad Fairytale

 

 

Anno 1689 dell'epoca Edo

 

Era raro che nel bosco gironzolasse qualcosa che non fosse un procione o un tasso, a volte anche i cani randagi bazzicavano per quelle zone ma restavano sempre alla larga dal villaggio, quella creatura invece percorse velocemente il bosco e si addentrò nel sentiero che conduceva al piccolo villaggio.

Mikio stava raccogliendo della legna per il fuoco quando sentì le foglie secchie scricchiolare sotto il peso di qualcuno, si voltò lentamente e sussultò quando davanti a lui si accasciò una volpe bianca; l'animale aveva una ferita sanguinante che macchiava il suo pelo candido, il giovane lasciò cadere la legna a terra e strappò un pezzo del suo kimono per poter fasciare il fianco della volpe.
Quando ebbe stretto la fascia il sangue sembrò fermarsi, quando il giovane provò a rialzarsi ecco che i suoi occhi vennero catturati da quelli della volpe, due occhi rossi come rubini lo stavano scrutando e Mikio sentì un brivido scorrergli lungo il corpo, sembrava che quella bestia potesse leggere dentro il suo cuore, sembrava che lui potesse vedere cosa aveva fatto.
Il giovane aveva ucciso un uomo, si era trovato nel bel mezzo di una lotta con un soldato ubriaco, quest'ultimo aveva osato parlare male di sua madre e lui cieco dalla rabbia lo aveva pugnalato con il coltello che un tempo apparteneva a sua padre; il soldato cadde a terra con un tonfo e quando il ragazzo si accorse di ciò che aveva fatto scappò via cercando di dimenticare ciò che aveva fatto.

Quando vide gli occhi rossi della volpe quel ricordo ritornò alla sua mente facendogli contorcere lo stomaco, distolse lo sguardo da quello ferino dell'animale e poi si alzò ritornando a raccogliere la legna, quando si voltò pronto per tornare verso casa, la volpe era ormai sparita.

 

“Mikio, figlio mio hai trovato un po' di legna per il fuoco?” Domandò con voce flebile sua madre alzandosi leggermente dal letto.
Yasuko era costretta a letto per via della sua salute cagionevole, ormai si alzava di rado e doveva vivere come peso per il figlio, la donna sorrise dolcemente verso il ragazzo. “Che bravo bambino che ho, tuo padre sarebbe stato fiero di avere un figlio come te.” Sussurrò la donna mentre i pensieri andarono verso il marito ormai morto, Ichirou era morto in guerra quasi dieci anni prima, per Yasuko era stato un brutto colpo, fu infatti da quel momento che la sua salute aveva iniziato a peggiorare sempre di più.
“Non sono riuscito a trovare molto, madre, dovrete accontentarvi della solita ciotola di riso con qualche pezzo di carne.” Disse sconsolato il ragazzo mentre iniziava a cucinare, avrebbe voluto entrare nell'esercito per poter mantenere sua made, ma se fosse andato via lei sarebbe morta.
Yasuko sentiva sempre un peso sul cuore, era difficile per una donna come lei venire servita dal figlio, si sentiva umiliata e impotente, ogni volta che il figlio usciva l'idea di uccidersi si faceva sempre più forte.

 

Quando il pranzo fu finito la donna si rimise a letto e prese sonno velocemente, Mikio uscì di casa ritornando nel bosco per cercare la volpe ferita, quando però non la trovò tornò a casa con calma.
“Potrebbe nascondersi fra di noi! Sono furbe le kitsune, furbe come le vere volpi, assumono la forma di esseri umani e poi li uccidono!” Il bonzo del villaggio stava gridando a tutti la sua paura per delle creature che il ragazzo non conosceva, scosse velocemente il capo e poi tornò verso casa senza più fermarsi.
L'aria dentro l'abitazione era più fredda del solito, sua madre dormiva tranquilla “Madre, sono riuscito ad avere del pesce, stasera potremmo mangiarlo, spero di essere bravo come voi a pulirlo per non farvi trovare delle lische nel piatto.” Disse il ragazzo felice.
Yasuko però non rispose, era strano anche se dormiva il suo sonno era molto leggero e alla minima parola del figlio le si svegliava. “Madre?” Sussurrò di nuovo il giovane avvicinandosi al capezzale della donna. La trovò immobile e fredda, la morte l'aveva portata via nel sonno; gli occhi del ragazzo si riempirono di lacrime e un urlo di dolore gli morì il gola mentre stringeva il corpo senza vita della madre.

 

Dopo due anni Mikio si era trasferito, quel villaggio aveva troppi ricordi per lui e dopo essere entrato nell'esercito decise di andare a vivere a Edo, la sua vita era agiata e felice, amava divertirsi con le donne ma dentro di se sentiva il bisogno di trovare l'amore e avere dei bambini.
Le sue preghiere furono ascoltate un giorno di primavera, stava passeggiando nel bosco nel primo pomeriggio e ad un tratto una voce attirò la sua attenzione: una donna con dei lunghi capelli neri stava seduta in riva al fiume, stava intonando una vecchia canzone, una canzone che riportò alla mente del ragazzo il ricordo di sua madre. Come attirato da quella melodia il giovane si avvicinò, quando alcuni rami caduti si ruppero al suo passaggio, la ragazza si voltò puntando i suoi occhi verdi verso il ragazzo.
Per Mikio quella donna era bellissima, il corpo coperto da un lungo kimono le dava la grazia e l'eleganza di una dea, i lunghi capelli neri l'avvolgevano come un nero manto e i suoi occhi verdi era magnetici e affascinanti.
Era la prima volta che il giovane vedeva quella donna, eppure dentro di lui sentiva la sensazione di averla già vista.
Sorrise dolcemente alla donna e abbassò il capo facendo un lieve inchino, la donna gli concesse un timido sorriso prima di alzarsi.

“Non volevo spaventarla, ojou-sama.” Disse il giovane facendo qualche passo indietro cercando di non intimorire la ragazza.
Quest'ultima scosse il capo velocemente “Non mi avete spaventato, ero solo immersa nei miei pensieri.” Ammise la giovane, la sua voce dolce e melodiosa fece sorridere il soldato.
“Come vi chiamate?” Chiese cortesemente il ragazzo, era curioso di conoscere quella donna, lo intrigava molto.
“Hisoka e voi?” Chiese timidamente la ragazza.
“Mikio, mi chiamo Mikio.” Disse il giovane senza staccare gli occhi da Hisoka.

 

C'era voluto poco tempo: Mikio e Hisoka si erano innamorati, dopo poco tempo però il giovane soldato fu richiamato in guerra e la ragazza restò a casa ad attendere il ritorno del suo amato.
Passò qualche mese e una sera mentre la giovane era intenta a preparare la cena, qualcuno bussò alla poeta, quando la donna andò ad aprire il suo cuore iniziò a galoppare come il più veloce dei cavalli: Mikio era di fronte a lei, era vivo ed era tornato da lei.
I due si abbracciarono e si baciarono, incuranti delle persone che passavano attorno a loro, quella sera nessuno dei due toccò cibo, passarono la notte a nutrirsi del loro amore cercando di recuperare il tempo perso.

Dopo qualche mese Hisoka era certa, sorrise dolcemente al marito e dopo aver preso la mano ruvida dell0uomo se la portò al ventre gravido dove stava crescendo il frutto del loro amore.
I bambini nacquero nella casa dei due amanti durante la notte, fuori dalla casa una tremenda tempesta stava sconquassando la città.

Le urla della donna erano attutite dal forte rombo dei tuoni che facevano tremare la piccola casetta; quella notte un bambino e una bambina vennero alla luce, ma nei neonati c'era qualcosa che non andava.
I bambini presentavano orecchie e coda di volpe ed entrambi i bambini possedevano dei grandi occhi color rubino, Mikio sentì un'enorme stretta al cuore alla vista dei figli.
“Perchè?!” Urlò fra le lacrime verso la moglie sfinita dal parto, quest'ultima accennò un sorriso e con le poche forze rimaste riprese la sua forza originaria.
Hisoka era una donna con orecchie e otto code color del grano, Hisoka era una Kitsune.
“Da quando tu mi salvasti quella volta nel bosco io non sono più riuscita a dimenticarti.” Ammise ansimando la donna..
“Io ti ho amata da donna! Non da volpe o da qualunque cosa tu sia!” Urlò l'uomo infervorato dalla rabbia.
La kitsune abbassò lo sguardo e sorrise malinconica mentre alcune lacrime le rigavano il viso “Io ti ho sempre amato, sia da contadino, sia da soldato.” Ammise piangendo.

Mikio si avvicinò alla volpe l'abbracciò, dopo averle posato un bacio sulla fronte affondò il coltello di suo padre nella schiena della donna. “Ti amo.” Sussurrò il soldato piangendo mentre le sue mani si macchiavano del sangue della sua amata.
Un tuono squassò il silenzio della casa e il vento forte aprì la porta, nell'oscurità una miriade d occhi rossi fissava il soldato, un gruppo di volpi bianche entrò nella casa guardando i neonati.
“Portateli via con voi, vi prego.” Sussurrò l'uomo disperato, ognuna delle volpi prese aspetto umano e dopo aver guardato con tristezza la loro compagna, uscirono dalla casa con in braccio i due neonati.
La casa piombò nuovamente nel silenzio, il soldato sorrise dolcemente prima di baciare le labbra fredde dell'amata. “Scusami se non ti ho potuto amare anche così, scusami amore mio.” Sussurrò prima di affondarsi il coltello nel petto all'altezza del cuore.

La mattina seguente i soldati andarono ad avvertire il loro compagno dell'imminente guerra, ma quando entrarono trovarono a terra due volpi dal manto bianco strette l'una all'altra mentre sotto di loro una macchia di sangue le avvolgeva.

   
 
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