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Autore: L i f e    07/09/2013    7 recensioni
Storia scritta per un moto di ispirazione.
Ma soprattutto, storia scritta perchè Slenderman, almeno una volta, è stato un umano.
[Dal testo]
« Si-signore, perché piangi? » chiese nuovamente quella vocina di una bimba troppo ingenua per capire.
Troppo piccola per comprendere il dolore, troppo stupida per captare il pericolo a cui si era esposta.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I'm not naughty
 
La creatura li osservava di nascosto, sentendo le loro risate spensierate risuonare per il parco giochi.
Era sempre così, non poteva farne a meno.
L’allegria dei bambini era la sua ossessione.
Lo era sempre stata, dopo quel giorno…

I ricordi si susseguivano nella sua mente, in un incubo che troppe volte aveva sperato di aver semplicemente sognato.
E poi la rivide.
La casa era in fiamme, veniva scossa dal vento come un fiammifero incendiato.


Il tramonto ormai era passato, l’aveva sentito cercare di riscaldare il suo corpo freddo, morto.
Un tramonto rosso, rosso come il fuoco che quella sera bruciava qualsiasi cosa trovasse sul suo cammino, compreso lui stesso.

Certo che ormai tutti i bambini fossero tornati a casa con i propri genitori, lo Slenderman si avvicinò lentamente alle altalene di quel parco giochi.
Le fiamme rendevano la vista offuscata ai suoi occhi, due occhi che poi non videro più nient’altro.
L’aria era pesante ed irrespirabile, il fuoco gli ustionava il viso senza pietà…
E poi eccolo. Il suo unico figlio, che urlava avvolto dall’abbraccio rovente di mille lingue di fuoco; urlava con la voce graffiata, lo sguardo smarrito… vedeva solo fumo.


« Ehi, signore… »
Quello che tempo addietro era stato un uomo, si riscosse bruscamente dai suoi ricordi, nei quali un gracile corpicino implorava aiuto, senza risultato.
Non alzò nemmeno lo sguardo. Sarebbe stato inutile.
Si domandò come aveva fatto a non rendersi conto dei delicati passetti che si erano avvicinati sempre di più a lui, in un silenzio che solo un bambino avrebbe potuto produrre.
«Si-signore, perché piangi? » chiese nuovamente quella vocina di una bimba troppo ingenua per capire.
Troppo piccola per comprendere il dolore, troppo stupida per captare il pericolo a cui si era esposta.

Lo Slenderman piangeva. Era una visione surreale, quella di lacrime che affioravano da due profondi solchi all’altezza di occhi inesistenti; il mostro credette di poter spaventare la piccola solo alzando il viso, abbandonato senza nemmeno rendersene conto fra le mani lunghe e fredde, in un moto di vergogna. Ma non lo fece. Rimase lì a singhiozzare, con il corpo orribilmente deformato che tentava ridicolmente di nascondersi, senza che il pensiero di diventare invisibile lo sfiorasse nemmeno.
« Piangi perché hai perso la mamma? Sai, anche io non trovo più la mia. Se vuoi… se vuoi le cerchiamo insieme. » parlò la bambina, ignara della domanda che aveva posto e dell’ondata di emozioni che aveva suscitato nel fragile corpo senz’anima di quell’essere spregevole, di quel vigliacco che non era riuscito a salvare il figlio da una realtà troppo crudele.

Il mostro si impose di fare qualcosa.
Le parole dettate da quella vocina infantile lo avevano colpito forti, senza pietà, ed inesorabilmente avevano distrutto un cuore raggelato dall’odio e dalla disperazione, ma… lui non poteva.
Non poteva e non doveva assolutamente lasciarsi andare, no.
A momenti sarebbe potuta arrivare la… la madre di quella piccola umana, e non poteva essere visto.
Deciso ad ignorare la strana sensazione alla bocca dello stomaco che l’aveva riscosso, Slenderman cercò di concentrarsi sul sapore di vendetta, sul colore del sangue che non poteva vedere, sulle urla di piccoli, stupidi bambini…

Ma poi, con sgomento si rese conto che anche lei piangeva.
Il cigolio che accompagnava l’incessante su e giù dell’altalena al suo fianco, improvvisamente si era arrestato, seguito dal respiro affannato di chi annaspa per sciogliere un nodo in gola, per tornare a respirare.
La visione del figlio perduto che inerte abbandonava la vita lo finì crudelmente, accompagnata dal respiro così angosciato e maledettamente simile della bambina al suo fianco.
Quello era troppo, decisamente.
In un orrendo scricchiolio di ossa il mostro raddrizzò la schiena contorta, ed ergendosi in tutta la sua altezza lasciò che il dolore lo trapassasse da parte a parte. Lunghi tentacoli neri fuoriuscirono da lui, agitandosi e contorcendosi come le zampine raccapriccianti di un ragno semimorto…

La bambina non urlò neppure.
Con un ultimo pensiero, le riconobbe di essere una creatura molto coraggiosa per essere umana.
Poi la avvolse fra le sue spire, senza un lamento.
Buio.
***
« Mamma, mamma! »
« Che il cielo sia ringraziato! Piccola mia, come hai fatto a tornare a casa? Oh, sono stata così preoccupata… »
Un groviglio indistinto di braccia che si cercavano affettuose, un calore che solo una madre e una figlia possono scambiarsi, e poi la rivelazione.
« Un signore mi ha portata qui! Sai, non gli ho nemmeno dovuto dire dove abitavo! Mi ha presa in braccio e mi sono ritrovata qui, è stato come volare! »

Un sussulto terrorizzato.
« Che cosa…? D-devi essere spaventata, non può essere così! Non esiste qualcuno in grado di… di volare! »
« Ma mamma, io dico sul serio! »

Una risatina nervosa.
« Dai, smettila di inventare stupidaggini e vieni in casa, che la cena si sta raffreddando. Bambina mia, devi smetterla di lavorare così di fantasia… »
Il rumore di una porta che si richiuse, poi solo il soffiare del vento gelido su una pelle morta, coperta soltanto da stracci in bianco e nero, come la vita a cui è destinato il suo possessore.

Quel giorno aveva avuto dell’incredibile.
Slenderman aveva pianto.
Ma soprattutto, Slenderman aveva sorriso.
 
 
Angolo autrice:
E poi boh… finendo casualmente nella sezione Slenderman e scoprendo che esiste, mi è saltata in mente questa storia.
Insomma… okay, è un mostro, lo sappiamo tutti. Ma una volta Slenderman era stato un uomo, quindi doveva aver conosciuto l’amore, la tristezza e la gioia… o almeno spero.
Non è nulla di speciale, lo so, ma potreste lasciarmi una recensione, per favore?
Ringrazio chi è arrivato fin qui e chi mi dirà se ho scritto un obbrobrio o se è qualcosa di leggibile :)
L i f e
P.S. Non l’ho riletta con attenzione, quindi potrebbero esserci degli errori.
Se è così, segnalatemeli pure, grazie :3
  
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