Attimi
Un’atmosfera calda, accogliente… confortevole.
Quella musica forse fin troppo ritmata, che ho sempre definito ‘truzza’ e che ho iniziato a… no, apprezzare mai! Scherzi?... ad ascoltare, grazie a te, nelle orecchie. Continua…
martellante.
Un forte odore di alcool… tanti tipi di alcool
e fumo… quasi certamente tabacco. I posacenere di questo pub son sempre colmi
di sigarette.
Davanti a me, immobile sul tavolo, c’è un bicchiere di vodka e lime.
Detesto questo tipo di cocktail, troppo dolciastro per i miei gusti, ma…
tu volevi provarlo e quindi…
Mi volto, ignorando Lisa e Rita, che stanno discutendo con Marco e
Antonello.
Non so neanche di cosa, non voglio saperlo.
Grave errore, penso un attimo dopo, quando i
miei occhi incrociano i tuoi.
“Non ti piace?”
Oh Dio, eccome se mi piace il
tuo sguardo… passerei le ore a guardarti negli occhi.
“Come?”
“Il cocktail dico. Hai bevuto un sacco di
quella roba azzurra, ma… questo non lo tocchi neppure!”
Qualcosa mi dice, che forse è
meglio se smetto di divorarti con gli occhi…
“Oh sì, è buono!”
Il tuo sguardo perplesso, non mi abbandona neppure quando prendo una
lunga sorsata di… che schifo, sembra sciroppo!
Inghiotto velocemente e butto giù un po’ di birra, dal bicchiere di
Marco.
“Visto?! Bevuto!”
“…spiritosa…”
Ti rivolgo un breve sorriso.
No… che spiritosa… è che farei
di tutto per te, semplice.
Mi stai parlando. Lo vedo, me ne rendo conto.
Come mi rendo perfettamente conto che le tue labbra, delicate… rosa…
carnose, mi hanno ipnotizzata.
Oddio, non sento più quello che vuoi dirmi, mi perdo
a fissarti.
Non so più dove guardare… se perdermi nei tuoi occhi color speranza, o
lasciar morire lo sguardo sulla tua bocca.
Sei qualcosa di a dir poco irresistibile e
ringrazio mentalmente dio, di essere in un locale pubblico o… no, ma che?
Quante volte è capitato che stessimo solo io e te, abbracciati su di un
motorino? O seduti accanto?
Proprio come adesso. Gamba contro gamba, pressati l’uno
contro l’altro, su una panca di legno che a me pare persino troppo lunga.
Annuisco automaticamente, solo perché mi è giunto uno stralcio del tuo
monologo e so che mi hai fatto una domanda. Per quanto mi riguarda, poteva
riguardare me, te, il mondo… tanto non l’ho capita, ho detto di sì solo perché…
perché a te non dico mai ‘no’ o sbaglio?!
Mi avvicino ancora, cercando di prestare attenzione a ciò che dici.
“…ti vedo un po’ strana, bevuto troppo?”
Scuoto la testa e affondo una mano nei tuoi capelli dorati, alla base
della nuca, come sempre… coccole.
“Ma scherzi?! Sai che reggo l’alcool meglio di
voi cinque messi insieme…”
E’ la tua vicinanza che non
reggo più…
“Alcolizzata!”
Drogata direi che è un termine più
appropriato.
Drogata di te, per la precisione.
Riconosco il tuo profumo fra mille, quando fino a
un mese fa mi accorgevo a malapena della tua presenza. Direi che è… stupido,
no?
“Oggi hanno fatto sciopero… gran bel sabato! Niente scuola!”
Giusto… la scuola. Sei ancora al primo anno di
superiori, mentre io la scuola l’ho terminata da un po’.
Io, ma tu no.
Tu sei ancora… mio Dio… piccolo! Eppure non lo
sei.
Cioè, anagraficamente sì, sei ancora un giovane
minorenne dedito allo studio e allo sport, ma non sei solo questo.
Lo credevo fino a quando non t’ho conosciuto
per bene.
Sei maturo, solare, spiritoso, vivace, dolce,
responsabile… bello.
“…una mia compagna c’ha provato
spudoratamente, sai?! Dice che sono… bello.”
La mia mano si blocca, tra i tuoi ciuffi.
Ecco appunto…
“E dov’è la novità?!”
Te lo dico quasi ogni giorno…
io.
“…è sempre un complimento, fa piacere.”
“Non è un complimento… è un dato di fatto.”
E’ innegabile la tua bellezza.
Hai le fattezze di un angelo immacolato. Biondo, occhi chiari, fisico
asciutto. Chiunque, qualsiasi ragazza con un briciolo di buon gusto, che ti incrocia per strada pensa o dice apertamente “che carino”
o… sì, anche di peggio. Le ho sentite con le mie
orecchie. Fa’ uno strano effetto. Dovrei provare gelosia, detestare chi ti
guarda in maniera differente dal “cucciolo” che sei sempre stato… anche per me.
Ma non posso. E’ vero, sei bello.
Bellissimo forse sarebbe più corretto. Perfetto no, nessuno è perfetto. Tutti
hanno i loro difetti e anche tu.
In primis… l’età.
Almeno per quel che mi riguarda.
“Dato di fatto…” Biascichi tu. “…resta comunque
un complimento. Nessuno mi aveva mai detto…”
No, alt… nessuno?
“Nessuno?!”
“Eh… nessuno.”
…
“Che c’è?!”
…
“Ti sei addormentata!?”
Medito di
comprare un registratore… è diverso.
“Sto pensando.”
“A cosa?!”
…
“Ohi…”
“Che non ti dico più niente.”
…
“…o se ti dico qualcosa, te la registro così poi te la riascolti.”
…
“Tanto quello che dico non lo senti.”
“Non è vero!”
“…io ti dico sempre che tu sei bello, no?!”
…
“Appunto.”
Lasciamo perdere.
Tra poco te ne andrai e io voglio guardarti
ancora, toccarti di nuovo, respirare il tuo buon odore.
Appoggio il mento sulla tua spalla.
“A quando il prossimo giro in scooter?!”
Dì domani… dì domani…
“Domani?!”
I sogni son desideri…
“Certo… mattina o pomeriggio?!”
“E’ uguale.”
“…ma la sera dobbiamo uscire?”
Dimmi di sì…
dimmi di sì…
“Non lo so… mhm Marco,
dobbiamo uscire domani sera?”
Marco annuisce.
“Sembra un sì.”
Simpatica
che sono…
“Sì, usciamo.”
“Allora facciamo in mattinata… così mamma non
rompe le scatole.”
Il tuo maglione bianco, è intriso di te. Riesco a sentire la tua
essenza anche quando Rita mi tira per un braccio, perché deve dirmi qualcosa
all’orecchio.
Oddio… che ha detto?
Ho capito sì e no una parola, ma tanto fa lo stesso. Rita la vedo tutti
i giorni, ma proprio tutti. Me lo dirà domani…
E’ un così gran peccato, immaginare di essere stretta tra le tue
braccia, adesso? Sei persino più alto di me, nessuno in questo pub direbbe che
ci sia differenza di età tra di noi… o forse sì, ma
non me ne importa nulla.
Vorrei riuscire a sentire fino in fondo, il calore che emana il tuo
corpo, non quei brevi attimi rubati. Prenderti il viso tra le
mani, sfiorarti le labbra con un bacio… renderlo più intenso… giocare con la
tua bocca. Stringere le tue spalle. Scendere a baciarti il collo… tutto,
fino al petto. Sentirti chiamare il mio nome… prima piano,
poi un po’ più forte. Assaggiare la tua pelle… il tuo sapore.
Sono convinta che sia dolce,
come il tuo sguardo.
Vorrei che mi stringessi a te, forte, fino a farmi male.
Tanto più di così… non posso sentirne… non poterti avere mi sta distruggendo.
Che ricambiassi il mio bacio, che tuffassi le
tue mani nei miei capelli, che li afferrassi fino a tirarli, aggrappandoti a me
come un naufrago ai resti della sua barca.
Riesco a sentire il tuo respiro caldo sul mio volto, una tua mano sulla
mia gamba, l’altra dietro la schiena. Sento il tuo tepore anche attraverso la
stoffa del vestito…
“Sandra?”
La tua voce…
“…mi stai ascoltando sì o no?”
Il bicchiere di vodka e lime è quasi vuoto.
“Sì… sì ti ascolto.”
“Devo andarmene, i miei mi aspettano al solito posto.”
…
“Ragazzi io vado.”
I saluti di rito…
“Stai attento per strada, è buio.”
La solita preoccupazione, ormai ci sarai abituato alle mie paranoie.
“Sta’ tranquilla.”
Mi accarezzi la testa… ma questo… dovrei farlo
io.
“Fai uno squillo, quando arrivi, ok?!”
“Ok…”
“…e non fare l’esasperato… sai che mi preoccupo.”
“Sì lo so.”
E’ bello terminare una serata, con l’immagine del tuo sorriso.
“Ci vediamo domani.”
Vorrei che fosse già domani…
“Ah Federico!”
...
“Fatti salutare…”
Bacio sulla guancia, come sempre…
“A domani.”
Sorrido.
“A domani…”
La strada verso casa non è mai stata particolarmente… divertente. E’ la
fine di una serata.
Non scollo gli occhi dal cellulare.
Andiamo! Son passati trenta
minuti… cellulare del cavolo, che ti piglia?
BIP-BIP-BIP
Ecco… così va meglio.
In fondo, la vita è fatta di attimi no?
Viviamola così…
FINE