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Autore: Amens Ophelia    07/09/2013    9 recensioni
Gai Maito e Rock Lee, un idillio di forza travolgente, ammirazione e gioventù.
Può un sensei così idolatrato sconvolgere il giovane allievo con l'ammissione di una propria debolezza?
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gai Maito, Kakashi Hatake, Rock Lee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Sai mantenere un segreto?





La Bestia verde della Foglia sentiva crescere dentro di sé una forza incredibile, incommensurabile; lo spirito della gioventù si faceva spazio nelle sue fibre muscolari meglio di qualsiasi sostanza dopante, e lo sguardo acceso lo dimostrava.
Allenarsi con il suo pupillo, in quel dojo, era uno dei suoi passatempi preferiti, in quel periodo, da quando alla sua squadra non erano più toccate missioni rilevanti.
«Maestro, se vuole possiamo fermarci un attimo e…».
«Stai scherzando, Rock Lee? Mai interrompere l’impeto della gioventù; significherebbe invecchiare istantaneamente!», urlò su di giri Gai Maito.
«Ha perfettamente ragione!», esclamò quella sua fotocopia in miniatura, riponendo in tasca il taccuino su cui si era annotato l’ennesima perla del maestro. Teneva a quel blocchetto quanto alla propria vita e lo rileggeva ogni qual volta il suo sensei concedeva agli allievi un attimo di tregua, trovandosi spesso commosso di fronte alle parole vibranti dell’uomo, che tanto riuscivano a scavare in lui.
Si fronteggiarono nuovamente, sorridenti e più carichi di prima. Gai aveva inferto una ventina di rapidi colpi al sacco di pelle appeso in un angolo della struttura, per poi girarsi veloce come un gatto e tendere un agguato al ragazzo, che però non si era lasciato cogliere impreparato ed era balzato in aria con un salto.
«“I ninja sono imprevedibili, Tenten: tu devi essere ancora più solerte e improvvisa del tuo avversario!”. Ricordo ancora quella missione», affermò Lee, atterrando fulmineo alle spalle di Maito.
 «Ah, ragazzo! Magari fossero tutti come te!», commentò il sensei, toccato da tanto zelo.
 L’uomo si girò poi di scatto e afferrò il giovane ninja per una gamba, pronto a farlo vorticare e lanciarlo improvvisamente lontano da quella centrifuga, ma l’allievo aveva superato il maestro, sfilando velocemente il piede e lasciando nelle mani del trentenne il suo scaldamuscoli.
«“Sii più rapido di una folata di vento”». Ennesima citazione ed ennesimo sospiro orgoglioso di Gai.
«Molto bene! E ora rilassiamoci con una serie di cento flessioni!», ordinò l’uomo, riconsegnandogli la fascia gialla.
«Solo cento?», domandò incredulo il ragazzo, dopo essersi sistemato quel calzettone tubolare sul polpaccio.
 «Hai ragione, dobbiamo riprenderci degnamente… duecentocinquanta!».
 «Così si ragiona, maestro Gai!», gridò euforico il giovane, guardando con ammirazione il suo idolo. Ogni volta che si trovava a fissarlo, desiderava diventare più simile a lui e si riteneva il ninja più fortunato del mondo ad averlo come istruttore. Lo stesso sentimento di stima era provato dalla Bestia verde.
 
Non erano arrivati alla flessione numero centottanta, quando le luci si spensero improvvisamente e un rumore metallico li avvertì che qualcuno li aveva chiusi lì dentro.
Gai sgranò gli occhi, ma più cercava di trovare un punto di luminosità nell’oscurità, più il buio si faceva profondo.
 «Rock Lee!», chiamò forte l’uomo, spaventato.
 «Maestro, sono qui!», gli rispose affannosamente il diretto interessato.
 «Perché respiri così faticosamente? Non devi aver paura, sarà certamente uno scherzo di qualche buontempone».
 «Lo so, sicuramente è come dice lei, e non ho paura. Sto solo ultimando la serie di flessioni», rispose.
 «Il tuo spirito di gioventù riesce a illuminare questa oscurità», affermò fiero il sensei.
 
Qualche minuto dopo, Rock Lee aveva terminato il suo allenamento, ma la luce non era ancora tornata. Il giovane si era portato il più vicino possibile al maestro, pronto magari a ricevere qualche nuovo ordine, che però non giungeva. A dir la verità, da Gai non erano più provenute parole, se non un respiro preoccupato.
«Tutto bene, maestro?», chiese l’allievo, spezzando il silenzio.
 «Ovviamente!», rispose ridendo Maito. Una lunga pausa, dopodiché la risata assunse una connotazione quasi isterica, che spaventò a morte Rock Lee. «Non va per niente bene, figliolo! Sai mantenere un segreto?», chiese titubante l’uomo.
 «Un segreto? Un suo segreto? Certamente, maestro! Ne sono onorato! Aspetti solo che tiri fuori il mio taccuino… cercherò di scrivere il meglio possibile, anche al buio!», esclamò emozionato, mentre la mano vagava a tentoni verso la tasca.
 «No, niente annotazioni, deve restare confidenziale!», gli ordinò.
 «Oh, naturalmente! Ha ragione», si scusò il ragazzo, facendosi piccolo piccolo.
 Un profondo sospiro, le palpebre abbassate e i pugni chiusi, infine la verità.
 «Ho paura del buio, Rock Lee. L’oscurità mi fa impazzire».
  Il giovane ninja rimase sbalordito al suono di quelle parole e benedì l’assenza di luce che gli aveva permesso di tenere celata quell’espressione agli occhi del suo maestro. Inoltre, dopo qualche secondo, la felicità crebbe a dismisura: grazie a quell’incidente, era venuto a conoscenza di un lato nascosto del suo amato sensei!
«Un valoroso guerriero come me ha paura del buio… sarai deluso!», mormorò l’uomo.
«Niente affatto, maestro! Lei non deve vergognarsi di nulla, è il jonin più formidabile che abbia mai conosciuto e questa confessione mi fa comprendere quanto lei sia valoroso e amante della luce, del sole, di tutte le cose più belle della vita! Non deve temere, usciremo di qui», giurò il ragazzo, stringendo il pugno e alzando il pollice in direzione del sensei. Sperava davvero che l’avesse visto, in quel frangente.
Gai si sentì il cuore pervaso da un calore incredibile, circondato da tanto affetto e ammirazione. Se non fosse pervenuto al suo orecchio quel forte rumore dall’esterno, si sarebbe persino calmato. Invece cominciò a urlare con tutta la sua forza.
«Aiuto! Tirateci fuori di qui! Aprite la porta!», gridava a pieni polmoni, sbattendo sulle pareti. Rock Lee cercava di corrergli dietro, tenendo il passo, ma la Bestia era sciolta, molto più veloce di lui.
 
Proprio mentre Maito stava per scaraventarsi all’ingresso, la porta si aprì e lui cadde rovinosamente per terra.
«Tutto bene, qui?», domandò con la consueta tranquillità Kakashi.
«Oh sì, adesso va molto meglio!», esclamò sollevato Rock Lee, uscendo e accasciandosi a fianco del maestro steso sul terreno.
Gai alzò la testa, fulminando l’Hatake con lo sguardo. «Maledetto, sei stato tu!», ringhiò.
«Io? Passavo di qui per caso… credo che tu debba prendertela con il resto della tua squadra: ho visto Neji e Tenten sghignazzare con delle chiavi in mano, verso la piazza», spiegò l’altro jonin, sfilandosi dalla tasca il romanzo che da qualche giorno aveva catturato la sua attenzione.
«Che insolenza! Sfaticati e impudenti!», urlò Rock Lee, su tutte le furie. «Maestro, permetta che escogiti una giusta vendetta!», lo pregò.
«Ci penseremo dopo», sospirò Gai, rialzandosi, paonazzo per l’imbarazzo e la scarica di energia. Altro che spirito della giovinezza: la paura gli aveva procurato un’adrenalina pazzesca!
«Mmm… a proposito, chi urlava così forte? Credo che gli strilli siano giunti persino alle orecchie di Tsunade», bofonchiò Kakashi, sollevando l’occhio dal libro e trattenendo una risata.
«Io!», esclamò prontamente Rock Lee, alzando la mano. «Ho una terribile paura del buio!». Non poteva certo permettere che il segreto del suo maestro venisse scoperto!
«Ragazzo, devi vincere questa fobia per diventare un ottimo ninja. Mi raccomando, segnalo sul taccuino», gli consigliò il Copia-Ninja con tono serio, fissandolo autorevolemente e appoggiando la mano libera sulla sua spalla, prima di allontanarsi e sghignazzare sotto la maschera. A chi voleva darla a bere? Conosceva Gai meglio delle sue tasche!
 
«Maestro, come si sente?», domandò il fedele allievo, osservando i lucciconi negli occhi del Maito.
«Resterai sempre il mio allievo prediletto, Rock Lee!», esclamò emozionato, abbracciandolo con forza.
Se quella era la gioventù cui lui stava tanto a cuore, tutte quelle cialtronerie che andava predicando sulla forza giovanile potevano andare a farsi friggere, al confronto. 





Ciao a tutti!! :)
Questo è il mio primo tentativo di scrivere qualcosa di meno tragico su "Naruto" e non potevo non pensare a Gai e Rock Lee, per questo esperimento! Li trovo sempre esilaranti, ma tenerissimi, nell'anime :D Spero di essere riuscita nell'impresa XD
Se vi va di farmi conoscere il vostro parere, sarei lietissima di leggerlo! :)
(Ah, S h i n, questa è per te... te l'avevo promessa ;) Spero ti piaccia!)
Grazie a tutti per aver letto questa one shot! :D
A presto,

Ophelia

 
   
 
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