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Autore: always_in_my_heart_    07/09/2013    2 recensioni
-Sai se due giorni fa mi avessi detto che avrei fatto una cosa simile non ci avrei creduto- rise il castano osservando l’altro che si distendeva sull’ erba ben tagliata del prato.
-Cosa? Scappare?- chiese Harry ridendo mentre Louis lo raggiungeva sdraiandosi al suo fianco.
-Si, in un certo senso è come se stessi scappando per una notte. Quando mia madre mi ordina di fare qualcosa lo faccio e basta. Con lei non si discute. E invece guardami, ora sono qui con te e.. e non so nemmeno io il perché, ti ho appena conosciuto- ammise guardando il celo che era diventato sempre più scuro.
Larry. Se non vi piace il genere non entrate.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Before Sunrise- Prima dell’alba
 




There’s wind that blows in from the north
And it say that loving takes this course
Come here, come here.

Harry fece partire le prime note della canzone di Kath Bloom. Non sapeva perché, di tutte le canzoni che aveva quel lettore dvd aveva scelto proprio quella. In realtà era abbastanza imbarazzato per questo. Insomma, quale ragazzo ama ascoltare canzoni così smielate? Lui no di certo, infatti si era stupito di se se stesso quando tra tutte aveva deciso di ascoltare proprio questa.
Diede un’occhiata fugace al suo orologio: 16.52. era decisamente in ritardo.
Appoggiò velocemente le cuffie sul bancone ed uscì di corsa dal negozio avviandosi verso la stazione.
L’altoparlante stava annunciando l’arrivo del treno per Vienna nell’esatto istante in cui Harry superò la porta della stazione.
Il riccio tirò un sospiro di sollievo avviandosi verso una panchina poco distante dove appoggiò il suo zainetto.
Una volta salito sul treno si appoggiò comodamente su uno dei sedili della sua cabina aprendo il libro di Shakespeare che il suo professore di letteratura aveva rifilato alla classe dicendo loro di leggerlo durante l’estate, ma che come sempre il riccio non aveva ancora iniziato.
Improvvisamente l’anta scorrevole della sua cabina si aprì leggermente scoprendo il volto di un ragazzo.
-Scusami, non vorrei disturbare ma tutte le cabine sono piene, non è che potrei sedermi qui?- Harry annuì poi osservò per bene la persona di fronte a lui, era un ragazzo magro, non troppo alto con i capelli di un castano chiaro pettinati un po’ alla rinfusa, due occhi azzurrissimi, una bocca sottile di un rosa pallido e la barba lievemente incolta. Indossava una giacca di Jeans scolorita con sotto una maglietta bianca adornata da qualche disegnino nero, le sue gambe magrissime avvolte in un paio di pantaloni neri stretti con il risvolto in fondo e per completare il tutto ai piedi aveva un paio di vans rosse scolorite.
-Comunque io sono Harry- il riccio tese la mano verso l’altro per rompere l’imbarazzo creato dal silenzio.
-Louis- il castano strinse la mano dell’altro per poi regalargli un sorriso che metteva in mostra le sue piccole rughette ai lati della bocca.
Anche lui stava osservando per bene il suo “compagno di cabina”. Trovava strano  il modo in cui era vestito: anfibi neri, pantaloni neri stretti, una maglietta nera con uno scollo a V che gli scopriva delle piccole parti di due tatuaggi che aveva nel petto e infine una giacca gessata abbastanza elegante, anche questa nera. Ma guardando il suo viso il castano no riusciva proprio a trovarci la negatività che aveva nel vestire: capelli ricci su cui Louis avrebbe volentieri affondato le sue dita lunghe e affusolate, due occhi verdi pieni di luce con sfumature screziate di azzurro e grigio, delle labbra abbastanza piene e colorite di un fucsia che dava sul rosso. Aveva stampata in faccia un’espressione abbastanza tranquilla e in mano aveva un libro di Shakespeare, uno dei suoi autori preferiti.
A quel punto Louis pensò che il ragazzo sarebbe tornato alla sua lettura ma non accennava a volerlo fare, anzi continuava ad osservarlo, così decise di provare ad aprire una conversazione con lui. Louis era un campione in questo, parlava con chiunque, a raffica, senza mai smettere. Per la prima volta in vita sua però gli restava difficile trovare un argomento da cui far partire una conversazione, la sua migliore amica Martha gli diceva sempre che era stressante, quando parlava non si fermava mai. Se lo avesse visto in quel momento sarebbe scoppiata a ridere ne era certo.
Alla fine si decise a parlare.
-Allora Harry, cosa fai di bello nella vita?-
Il riccio era sconvolto dalla voce del ragazzo. Certo, prima lo aveva sentito sussurrare il suo nome ma era troppo breve per sentire bene la sua voce. Invece ora che l’aveva sentita bene era basito e si ritrovò a pensare a quanto fosse dolce e allo stesso tempo strana la sua voce, insomma lui era abituato ad avere intorno a se ragazzi con vocioni pesanti che lo stordivano ogni volta che dicevano anche solo una piccola parola, invece la voce di Louis era nasale e lievemente roca, ma data la sua voce dolce quest’ultimo particolare si sentiva davvero poco.
Improvvisamente si rese conto di essersi perso nei suoi pensieri senza aver risposto al ragazzo di fronte a lui che lo guardava perplesso e anche lievemente preoccupato così si decise a rispondere.
-Studio- si affrettò allora a dire il riccio- Sono americano e studio letteratura in un’università a New York, ero qui per uno stage ma l’ho terminato ieri e domani mattina ho un volo per New York-
Anche Louis rimase colpito dalla voce bassa e roca del ragazzo di fronte a lui.
Il castano annuì alla sua risposta e poi –Quanti anni hai?- chiese di nuovo.
-Diciannove compiuti da poco- sorrise soddisfatto della sua età credendo che l’altro fosse più piccolo di lui –Tu invece?-
-Ventuno- rispose frettolosamente il castano osservando poi divertito lo stupore di Harry –Lo so sembro più piccolo, me lo dicono tutti- ed era vero, nonostante la barbetta incolta e i suoi lineamenti da uomo Harry non avrebbe dato più di diciassette anni al ragazzo di fronte a lui.
-E cosa fai di bello nella vita?- chiese superando lo stupore.
-Per ora nulla, sono inglese e mi sono appena laureato in lingue ma ora sto tornando dalla mia famiglia che vive a Parigi, poi mi cercherò un lavoro lì- disse fissando distrattamente un punto fuori dal finestrino.
Harry annuì rapito, anche lui avrebbe voluto laurearsi in qualcosa di interessante come le lingue o come la fotografia ma suo padre aveva spento ogni sua speranza costringendolo a laurearsi in letteratura. Letteratura, a chi interessava più? Certo era una materia che aveva il suo fascino ma purtroppo non era interessante come le altre.
-È  sempre stato uno dei miei sogni nascosti lingue lo sai?- disse con nonchalance rivolto verso il suo compagno che aggrottò la fronte incuriosito.
-Davvero? E cosa ti a spinto a iscriverti a letteratura alla fine?- domandò curioso.
-Mio padre- sorrise amaramente mentre guardava Louis annuire comprensivo.
Dopo questa piccola conversazione un silenzio imbarazzato calò nella piccola cabina. Louis si sentiva lievemente in colpa. Forse non avrebbe dovuto fare troppe domande. Maledisse se stesso e la sua linguaccia che non stava ferma un minuto.
-Allora Harry- Louis dopo un po’ spezzò il silenzio volendo rimediare- Cosa fai per divertirti?-
Il riccio lo guardò divertito.
-Davvero vuoi saperlo? Non credo che piacerebbe ad un perfettino laureato in lingue come te-
-Disse quello che si sta laureando in letteratura- ribatté il castano.
Harry rise non potendo dar torto al ragazzo.
-Vieni con me- infilò velocemente il suo libro dentro lo zainetto per poi prendere il ragazzo per un polso ed aprire la porta scorrevole.
Anche Louis prese il suo zaino incuriosito dalle intenzioni del riccio.
Arrivati al vagone in cui c’era il bar Louis iniziò a ridere.
-Sai, lo immaginavo- disse divertito.
-Vedi- lo schernì Harry -Te lo avevo detto che ad un perfettino come te non sarebbe piaciuto-
-Oh no al contrario, mi piace il tuo modo di divertirti ma non lo credevo adatto al tuo stile-
-In che senso- il riccio aggrottò le sopracciglia non capendo a cosa si riferisse.
-Hai uno stile strano, tutto vestito di nero.. è quasi macabro- il riccio liberò una risata roca alle parole del ragazzo.
-Una birra- alzò la mano attirando l’attenzione del cameriere che annuì.
-Due- lo corresse il castano.
-Insomma io sarei macabro eh?- Louis rise.
-No, non volevo dire questo. Dico solo che è strano vedere un ragazzo di diciannove anni completamente vestito di nero-
-Su questo ti do ragione- rispose Harry lasciando il castano di stucco –Ma a me piace- alzò poi le spalle.
Finalmente il cameriere arrivò e i due consumarono le loro birre immersi nel silenzio contemplando i loro bicchieri.
‘Informiamo i signori passeggeri che stiamo per fermarci alla stazione di Vienna al binario nove’ la voce metallica dell’altoparlante svegliò Harry dal suo stato di trans.
-Scendi con me- disse poi rivolto verso il castano che lo guardò stupito.
-O-ora?-
-Si-
-Ma.. ma tu non devi scendere a Vienna- affermò.
-Lo so, volevo tornare a Vienna domani ma dovrò scendere tra un paio di fermate e non voglio salutarti così presto- Louis tentennò per qualche secondo.
-Non lo so Harry, è una cosa senza senso-
-Lo so ma voglio conoscerti meglio Louis. Non voglio dirti addio così presto. E poi, domani ho l’aereo quindi dovremo salutarci per forza- Il castano rimase sbalordito dalle sue parole.
-E va bene- gli sorrise mentre il riccio esultava felice.
Si avviarono velocemente verso l’uscita mentre il riccio stringeva il polso del più grande.
Appena usciti dal treno l’aria fresca del tramonto di Vienna li avvolse facendoli rabbrividire.
-E ora?- chiese Louis guardando il riccio.
-C’è un parco là, andiamo- disse indicando un punto di fronte alla stazione.
Era un piccolissimo parco contornato da qualche albero e c’era anche una piccola altalena.
Si sedettero in una panchina uno a fianco all’altro iniziando a parlare del più e del meno.
-Sai se due giorni fa mia avessi detto che avrei fatto una cosa simile non ci avrei creduto- rise il castano osservando l’altro che si distendeva sull’erba ben tagliata del prato.
-Cosa? Scappare?- chiese Harry ridendo mentre Louis lo raggiungeva sdraiandosi al suo fianco.
-Si, in un certo senso è come se stessi scappando per una notte. Quando mia madre mi ordina di fare qualcosa lo faccio e basta. Con lei non si discute. E invece guardami, ora sono qui con te e.. e non so nemmeno io il perché, ti ho appena conosciuto- ammise guardando il celo che era diventato sempre più scuro.
-Forse perché ti sei stancato di tutto questo?- domandò con ovvietà.
-Forse- ammise il castano- Ma te lo assicuro è meglio non entrare nella lista nera di mia madre. Lei non dimentica- rise guardando la faccia sconcertata dell’amico. Si perché ormai potevano considerarsi amici. Pensò Louis. Se non lo erano aveva fatto questa pazzia per niente.
-È tardi Loulou. Su andiamo a cena- dopo questo ne era certo: potevano considerarsi amici. Sorrise al pensiero.
-E dove andiamo? Io non conosco Vienna- rispose piagnucolando.
-Quanti problemi ti fai. Andiamo un po’ in giro, qualcosa troveremo- gli sorrise rassicurante afferrando la sua mano.
Louis rabbrividì al tocco. Nessuno gli aveva mai fatto quell’effetto, o almeno, non ultimamente.
L’ultima volta che il suo cuore aveva battuto così forte era stato quando aveva visto il suo ragazzo morire sotto i suoi occhi. Il mondo gli era caduto addosso, ma non era quello il momento di pensarci.
Girarono per diverse vie poi trovarono un ristorantino.
Era molto carino e semplice, una terrazza molto ampia con i tavoli illuminati dalla luce di un paio di candele profumate.
Harry pensò che era quasi come un primo appuntamento era tutto molto semplice si, ma anche molto romantico. Si sentiva felice ad essere capitato in quel posto.
Era la prima volta che cenava con Louis ma probabilmente sarebbe stata anche l’ultima.
Il riccio si rattristò al pensiero ma lui doveva per forza tornare a New York e a quanto pare anche Louis era costretto a tornare a Parigi.
-Che succede?- Louis lo guardò preoccupato. Improvvisamente era diventato cupo.
-Stavo pensando- si fermò un attimo- Stavo pensando che abbiamo solo questa notte per stare insieme poi probabilmente non ci rivedremo. Mai più- disse le ultime due parole con rabbia.
Anche Louis si rattristò, poi il suo viso assunse un espressione furba che incuriosì Harry.
-Hai detto che abbiamo solo questa notte giusto?- il riccio annuì non capendo dove voleva arrivare a parare l’altro- Sono le undici e mezzo, mancano sette ore e mezzo prima di salutarci giusto?- Harry annuì di nuovo- Bè allora tanto vale divertirsi in queste sette ore no?- l’altro sorrise. Stava imparando davvero molto da lui.
-Bravo Loulou vedo che hai capito come funziona. Sono un ottimo maestro. Allora divertiamoci!-
Il castano esultò poi pagarono il conto.
Vagando per le strade della città trovarono una discoteca così entrarono.
Era un posto piccolo e non si respirava, inoltre Harry soffriva d’asma, ma a loro quel posto bastò per un paio di balli poi tornarono a fare i pazzi per le strade ridendo e scherzando tra loro.
Verso l’una e mezzo trovarono un bar aperto.
-Perché non andiamo a prendere una bottiglia di vino- suggerì il riccio.
-Buona idea, però io non ho più soldi, non posso giocarmi quelli del biglietto del treno-
-Nemmeno io- rispose il riccio dispiaciuto.
-Senti ho un piano- Louis si avvicinò all’orecchi di Harry spiegandogli le sue intenzioni.
-Hey piano che se vai avanti così mi diventi un criminale Loulou- il riccio rise vedendo l’altro imbronciato.
 
Entrarono nel bar e come stabilito si misero in posizione: Harry al bancone e Louis seduto ad un tavolinetto.
-Senta le vorrei chiedere una cosa- chiese il riccio rivolto verso il barista.
Mentre l’uomo rivolgeva le sue attenzioni verso Harry Louis prese uno dei due bicchieri appoggiati al tavolo e lo infilò velocemente nel suo zainetto.
Intanto Harry proseguiva con il piano che il castano gli aveva spiegato.
-Senta, vede quel ragazzo laggiù?- indicò verso Louis e il barista annuì- Ecco io e lui ci siamo incontrati stasera per puro caso e mi sono follemente innamorato di lui. Però, questa è la prima ed ultima notte che passeremo insieme. Poi non lo rivedrò mai più- strinse le mani a pugno- Capisce?- l’uomo sulla cinquantina annuì dispiaciuto –Ecco.. noi volevamo bere qualcosa insieme ma non abbiamo più soldi- l’uomo annuì e porse una bottiglia di vino bianco al riccio. Lui avrebbe preferito il rosso ma si accontentò ringraziando il barista per la sua gentilezza.
In tanto poco più in là Louis aveva preso anche un secondo bicchiere dal tavolo.
I due uscirono dal bar ridendo e prendendo in giro l’uomo.
Louis provò un po’ di rimorso ma voleva divertirsi. Probabilmente non avrebbe più rivisto Harry.  
Passarono il resto della notte distesi sul prato di un grande parco giochi con la bottiglia di vino e i due calici brindando a loro e al loro futuro.
L’alba li trovò distesi a chiacchierare e a prendersi in giro.
-Sai Hazz? Non ce la faccio davvero più, mia madre sta superando il limite. Si impiccia sempre in tutto.-
-Allora scappa Loulou, vieni con me in America- e Louis per un attimo fu davvero tentato di accettare, di scappare via con lui. Poi abbassò la testa.
-Non posso Harry-
-Capisco Louis, tranquillo- lo guardò comprensivo poi piano piano si appoggiò sul gomito sinistro e si avvicinò sempre più a Louis fino a sfiorare delicatamente le sue labbra sottili quasi avesse paura di frantumarle da un momento all’altro.
Entrambi rimasero straniti da quel contatto ma infondo lo avevano bramato così tanto.
Louis si era chiesto diverse volte come potesse essere assaggiare quelle labbra così piene e sensuali tanto quanto Harry si era chiesto cosa si sentisse a baciare quelle labbra così dolci e sottili. E ora che entrambi avevano avuto la risposta alla loro domanda non erano soddisfatti, volevano di più. Ne volevano ancora. Ed erano consapevoli che anche dopo un fatto così semplice, anche dopo un semplicissimo sfioramento di labbra lasciarsi sarebbe stato ancora più difficile.
Quell’armonia speciale però fu rovinata dallo squillo di un telefono, quello di Louis.
Quando il castano lesse il nome della madre sul display decise di non rispondere.
-Si è fatto tardi forse è meglio se andiamo- il riccio annuì.
Un’ora dopo erano alla stazione. Binario nove. Di nuovo.
-Forse dovremmo scambiarci i numeri- propose il riccio lasciando l’altro sbalordito.
-Non so se è una buona idea- rispose l’altro.
-Allora dovremmo incontrarci di nuovo-
-Harry se ci incontrassimo uno dei due dovrebbe prendere l’aereo-
-Io lo farei Louis- disse lasciandolo sbalordito. Anche lui lo avrebbe fatto ma non credeva che Harry lo dicesse davvero.
-Che ne dici se ci incontriamo qui tra venti anni esatti?-
-Venti anni? Harry sono troppi. Avremo una famiglia per quella volta-
-Hai ragione-
-Se facciamo tra due anni?-
-Due anni? Non so Lou, sono troppi. Facciamo sei mesi?-
-Sei mesi? Andata! Vediamo oggi è il venti ottobre ci incontreremo qui il venti aprile alle sette e mezzo del mattino- disse Louis fissando il riccio.
-Va bene, ovviamente entrambi siamo liberi di non venire se non vogliamo- disse il riccio sfidando Louis.
-Si ma allora non è il caso di scambiarci i numeri telefonici per avvertirci?-
-No, chi viene aspetterà per un giorno e se l’altro non arriva vorrà dire che non voleva venire- il castano annuì agli ordini di Harry.
‘I passeggeri che devono andare a Parigi sono pregati di salire sul treno al binario nove’
-E così è ora di salutarci- disse Harry tutto d’un fiato.
-Già- rispose l’altro dondolandosi su se stesso. Poi si fiondò tra le braccia del riccio stringendolo forte per poi baciargli delicatamente le labbra.
-Allora a presto- disse avviandosi verso la porta del treno che si trovava a meno di un metro da lui.
-A presto e ricordati, venti aprile alle sette e mezzo-
Louis sorrise per poi entrare poco prima che le porte del treno si chiudessero e salutò Harry con un gesto della mano.
Il riccio rincorse il treno per qualche metro poi uscì dalla stazione diretto all’aeroporto.

 
 
*si nasconde dietro la scrivania*
Lo so che non è venuta un granchè ma in fondo qualcosa che mi piace c’è quindi ho deciso di pubblicarla.
Che dite andranno o no al loro appuntamento tra sei mesi? A voi la scelta :3
Inizio subito col dire che per questa os ho preso ispirazione da un film intitolato appunto ‘Prima dell’alba’, premetto che ho visto solo gli ultimi venti minuti(si io arrivo sempre troppo tardi e vedo quasi sempre solo la fine del film lol so che non ha senso ma ok.. infondo sono io ^^) ammetto che in alcune parti(ad esempio il bar o la scena finale) sono molto simili al film perché non sapevo come cambiarli ma per il resto è tutto frutto della mia testolina bacata(non è vero, anche la canzone è presa dal film andate a cercarla è “Come here” di Kath Bloom).
Nel film ovviamente la coppia è etero ma io volevo scrivere una os sui Larry a tutti i costi(è la prima siate clementi) quindi l’ho cambiata.
Devo ammettere che mi spaventava davvero tanto scrivere questa os perché è un film a cui tengo molto(e che prima o poi vedrò per intero in streaming spero lol), inoltre sono i Larry sono i Larry e sono  unici, se ho scritto in modo.. diciamo.. giusto(?) di loro dovrete dirmelo voi in una piccola recensione.. vi prego *faccia da cucciolo* altrimenti vedrò se lasciare o meno l’os qui sul sito.
Perdonatemi eventuali errori di punteggiatura, tempi verbali ecc.. purtroppo ho avuto due prof di italiano uno peggio dell’altra in questi due anni di scuola superiore çç
Credo di aver detto tutto più o meno.
Ora evaporo a presto ((:
Un bacio <3
                   
                                                                                               Hatchy_1D
  
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