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Autore: Saya chan    14/03/2008    0 recensioni
Idea malsana nata da un impeto di follia di me ed Arianna ò_ò ogni riferimento a fatti, cose e persone NON è puramente casuale.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Presentazione

Presentazione

 

Alessandro

 

Una cosa mala.

Vit sostiene che dovrei definire la mia vita così.

Una cosa mala.

In fondo, come dargli torto?

Una cosa mala perché la mia è una vita abbastanza insipida.

Ho diciassette anni e mezzo, vivo in questa misera città chiamata Padova. I turisti appena sentono pronunciare il suo nome esclamano tutti all’unisono “Sant’Antonio!”.

Cristo, non esiste solo questo qui!

E’ il classico luogo comune che la gente si autoinculca nella mente, come a trasmettersi sicurezza: come per Venezia si dice San Marco, per Padova si dice Sant’Antonio. Ma questa città non è fatta di una chiesa colossale e basta. Prato Della Valle, chi ci fa mai caso? Eppure, è la seconda piazza più grande d’Europa dopo Piazza Rossa a Mosca. Ma non voglio stare qui ad annoiarvi con una dettagliata descrizione sulle “meraviglie” che rendono così caratteristica Padova.

Dunque, torniamo a noi, anzi, a me.

Mi chiamo Alessandro, il cognome non lo sto a scrivere, probabilmente verrà fuori in seguito, ed anche se non sarà così, tanto meglio. Frequento il Liceo Classico Tito Livio.

Oh, il Tito Livio!

Ci terrei ad aprire una parentesi.

Non faccio a tempo ad aprire la bocca per dire la scuola che faccio, che tutti storcono il naso, i miei coetanei si mettono a guardarmi con disprezzo misto a scherno; per la cronaca, il Tito Livio di Padova è come il Giulio cesare di Roma: il Liceo per antonomasia, con la L maiuscola, quello che sono destinati a frequentare i figli di papà. Beh, si dà il caso che io provenga da una famiglia benestante, mio padre non è di certo un medico o un notaio, ma viviamo comunque.

Quindi, felicemente fanculo.

In mezzo ai truzzetti, ai no global, ai finti alternativi, io occupo il mio modesto posto. Partecipo attivamente al giornalino scolastico, mi dedico allo spazio poesia. Scrivo di tutto quello che mi passa per la testa. Anna, la caporedattrice, afferma che io sia un neo Baudelaire, che oltretutto è il mio poeta prediletto. Nei momenti di sconforto, apro il libro ormai consunto de “I Fiori del Male”, e mi immergo nella lettura, anche per molte ore consecutive.

Amo leggere, ed anche le materie umanistiche. Di conseguenza, odio quelle scientifiche. Ma questo è un altro discorso.

Inoltre, mi cimento molto volentieri nell’hobby della fotografia: prediligo i paesaggi più strani e nascosti, anche se non mi lamento di certo a catturare lo sguardo un po’ svampito di una bella ragazza.

Ah, per la cronaca, sono gay.

Spero che non vi metterete a fare battutine stupide, oppure a pensare che sia stato contagiato dalla moda del momento, sarebbe altamente patetico.

Semplicemente, nutro una naturale predisposizione verso i maschi, piuttosto che verso le femmine.

Il sabato mi concedo il mio meritato pomeriggio in piazza.

La piazza è uno spazio di terreno che si trova tra il Municipio e l’Università “Il Bo’”, dove ogni settimana si riuniscono tutti gli “Alternativi” a godersi il loro benamato cazzeggio.

La piazza è un po’ come la mia casa, poiché non posso definire quella natia un vero e proprio “nido familiare”.

In piazza ci stanno Leo, uno dei miei migliori amici, Jayden e la sua ragazza Greta, Jejè, Giada, Fra, Debby, Carletto, la Zazza, Vero, Ricca, Pelo, Luca, Mel, la Ceci, Jake, Bastian, e chi più ne ha più ne metta. Voglio a loro un bene dell’anima.

Noi e le nostre cicche, noi e le nostre birre, noi e le nostre cagate… ci divertiamo troppo. Loro non mi guardano storto, non mi giudicano, pur sapendo che sono omosessuale. Mi accettano per quello che sono. E di questo gli sono immensamente grato. Sono sinceri, così come io lo sono con loro.

Posso definirmi una persona abbastanza pacata, anche se ogni tanto ho degli improvvisi scatti d’ira. Ma questa è una prerogativa ereditata da mio padre, che a sua volta ha ricevuto in dono da mia nonna.

Sono uno pseudo-dark.

Mi piace molto ascoltare black e gothic metal, ma non disdegno nemmeno gli altri generi. Anzi, provo un grande piacere nell’abbandonarmi al ritmo dei pilastri del rock come Pink Floyd e Led Zeppelin. Mi interesso anche alla musica classica, in particolare a Chopin, mio compositore preferito. Di lui amo assaporare il virtuosismo delle scale musicali, che mi fanno tornare alla memoria la mia infanzia da pianista provetto. Tuttavia, come re indiscussi del mio cuore rimarranno sempre i Deftones.

Mi vesto rigorosamente di nero, come il mio stile richiede, ma ogni tanto mi concedo anche qualche altra tonalità, purchè rimanga spenta e scura.

Per Pippo, il mio vicino di banco, sono “il vassallo del metallo”.

Ahahah.

Mi fa morire dal ridere, con le sue bestemmie improponibili.

Sono alto circa 185 centimetri, e peso settanta chili. Nella norma, insomma. Da questo punto di vista non ho mai avuto problemi, fortunatamente, anzi. Mia madre sbraita in continuazione che mangio come un’idrovora, eppure il peso rimane sempre quello. Dev’essere preoccupata perché da piccolo, una volta, dopo aver mangiato in fretta come al solito, dovette portarmi all’ospedale per dei crampi assurdi di cui soffrivo.

E va bene, non vi tedio oltre con la storia della mia vita!

Concludo in breve. Finisco di descrivermi e poi levo le tende.

Ho i capelli marrone scuro, lisci, sempre sparati per aria.

Sia benedetto Dio per aver inventato il gel!

La mia carnagione è abbastanza chiara, e ho una leggera allergia al sole, sicchè non esco quasi mai di casa.

Ciò mi conferisce un’aria spettrale a chi mi vede per la prima volta. E hanno paura.

Ma non sono cattivo, figuriamoci.

Magari un po’ superbo e cinico, ma cattivo proprio no.

Bene, ho terminato la mia prefazione.

Meglio se vado a cena, qui mia sorella scassa amabilmente il cazzo (di lei ne parlerò, FORSE, in futuro).

Hasta luego.

 

  
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