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Autore: sonsimo    14/03/2008    8 recensioni
Attendere l'arrivo della propria sposa, il giorno del matrimonio, è di certo un'esperienza che ogni uomo vive con grande trepidazione. Se poi quell'uomo non sa nemmeno che cosa sia il matrimonio...
Una storia incentrata sulla mia coppia preferita, romantica ma spero non eccessivamente sdolcinata. Buona lettura.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chichi, Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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This is fear. This is love

This is fear. This is love.

 

Le sue mani erano terribilmente sudate. Avrebbe voluto asciugarsele sui pantaloni, ma il gomito di Bulma contro il suo fianco gli fece capire che non era la mossa giusta da fare. Probabilmente aveva ragione, si disse Goku, Chichi gli aveva detto di fare attenzione, di comportarsi bene, non sporcare l’abito…

Il ragazzo sbuffò, annoiato. Non riusciva proprio a capire perché, con quel caldo terribile, dovesse starsene lì immobile, sotto il sole, rinchiuso dentro quei vestiti così scomodi rispetto alla sua amata tuta arancione, ad aspettare l’arrivo di Chichi, con tutti gli occhi di quella gente che non conosceva puntati addosso, con i loro antipatici bisbigli nelle orecchie. Avrebbe volentieri fatto un bel bagno nel lago lì vicino, nel frattempo, magari avrebbe potuto pure pescare qualche grosso pesce da far cuocere a Chichi quella sera.

Chichi era un’ottima cuoca. Gli aveva già preparato diversi pranzetti, da quando si erano “fidanzati” (qualunque cosa volesse dire quella parola, Goku non era completamente sicuro, ma sapeva che aveva a che fare con un’altra parola complicata, “matrimonio”, che era il motivo per il quale doveva indossare un vestito così scomodo e stretto) e il ragazzo non aveva davvero di che lamentarsi, era tutto squisito! Quella giovane aveva un brutto carattere, sembrava sempre così nervosa, ma le sue mani erano in grado di creare delle pietanze che lasciavano Goku senza fiato… per non più di mezzo secondo, ovviamente, perché poi il ragazzo si tuffava sul cibo con una voracità che la ragazzina dai capelli neri osservava sempre con sguardo di rimprovero. Il giovane guerriero allora alzava gli occhi verso di lei, con espressione interrogativa, e farfugliava qualche parola a bocca piena, ottenendo come unico effetto quello di far arrabbiare Chichi ancora di più.

Gli dispiaceva farla infuriare. Dopotutto la ragazza cucinava per lui e non chiedeva niente in cambio, e gli aveva pure promesso che lo avrebbe fatto per sempre.

E quella promessa, Goku non riusciva proprio a spiegarsela. Quella ragazzina lo lasciava senza parole, continuava a dire di voler trascorrere tutta la vita al suo fianco, e Goku non capiva perché. Non lo conosceva nemmeno! Gli rinfacciava una promessa stretta tanti anni prima, di cui il giovane guerriero non conservava nemmeno il ricordo, e faceva leva su quella ogni volta che Goku mostrava qualche perplessità alle sue parole.

Non fare quella faccia, me l’hai promesso! Hai promesso che mi avresti sposato ed ora devi mantenere la tua parola!

Ma lui non aveva intenzione di ribellarsi! Non pensava potesse essere così male sposarsi, dopotutto, se significava che ogni giorno avrebbe potuto gustare quei manicaretti preparati da Chichi. Eppure qualcosa, nell’atmosfera così… seria, formale, che c’era attorno a lui quel giorno, lo preoccupava, così come le strane parole che poco prima Crilin gli aveva rivolto, che lo avevano messo in agitazione.

Ma sei proprio sicuro, Goku? Non la conosci abbastanza e dovrai dividere la vita con lei.

Goku non aveva la minima idea di che cosa intendesse dire l’amico con quelle parole, “dividere la vita”. E ciò, ovviamente, lo impensieriva, e faceva sudare le sue mani. Possibile che non avesse afferrato fino in fondo il senso di quello che stava per accadere? E se stesse davvero sbagliando, se un giorno avesse ripensato a quel momento e si fosse pentito di non essersi comportato diversamente?

Ma era troppo tardi per tornare indietro. Tutta quella gente che non conosceva, che venerava Chichi come una principessa, lo guardava con aspettativa e lo teneva inchiodato sul posto. Bulma, nel suo abito elegante, appariva preoccupata, così come Crilin, ma i due amici rimanevano immobili al suo fianco, vicino a lui, come se volessero confortarlo, eppure il giovane non si sentiva rassicurato.

Era confuso e agitato.

Ma non si trattava di quell’adrenalina che si prova prima di raggiungere il campo di battaglia e fronteggiare il proprio avversario, era una sensazione completamente diversa, qualcosa che Goku non aveva mai sentito prima di allora.

Possibile che fosse… paura?

Ma no, che cosa andava a pensare, non era possibile! Lui, il guerriero che aveva sconfitto, quand’era ancora un bambino, il Grande Mago Piccolo, e poi dopo qualche anno pure il figlio di quest’ultimo, che cosa mai avrebbe avuto da temere da una ragazzina che, certo, sapeva essere scontrosa e irritabile, ma non aveva di sicuro le caratteristiche fisiche che avrebbero potuto metterlo in difficoltà in un combattimento! Conosceva le arti marziali, ma la sua forza non era nemmeno lontanamente paragonabile alla sua.

Era piccolina, sottile, dalla pelle candida e gli occhi neri e profondi, così caldi…

Improvvisamente Goku provò qualcosa di molto strano, di ancora più sconvolgente persino di quello strano tremore interiore così simile alla paura che aveva avvertito fino a quel momento. Una sorta di calore, che si diffondeva sul suo volto, sotto la pelle, fino al collo e alle orecchie. Aveva ancora più caldo di prima.

La voce di Crilin lo fece voltare nella direzione di quest’ultimo:

“Goku, ti senti bene? Sei tutto rosso!”

Goku sorrise impacciato e inclinò la testa da un lato:

“Ho solo caldo,” disse con una mezza risatina.

Crilin lo fissò con un’espressione furbetta e al tempo stesso accondiscendente che fece lievemente accigliare l’amico:

“Sei emozionato, vero? Tranquillo, amico, è normale avere paura in un momento del genere!”

Goku sgranò gli occhi e guardò Crilin con espressione interrogativa, per qualche secondo, prima di scoppiare in una fragorosa, quanto forzata, risata.

Paura? Ma che dici, Crilin, mica devo combattere!” si fermò un attimo e poi riprese, come se solo in quel momento avesse contemplato la possibilità: “Non devo combattere, vero?”

Crilin assunse di nuovo quell’aria preoccupata che aveva poco prima:

“Emh… no, Goku, certo che no… ma sei sicuro di aver capito bene che cosa stiamo facendo qui, vero?”

Goku stava per rispondere che temeva proprio di non aver capito un granché, quando un’altra gomitata alle costole da parte di Bulma gli fece morire le parole in bocca.

“Fate silenzio, voi due, sta arrivando la sposa!”

Goku, che aveva aperto la bocca per parlare, la richiuse immediatamente e si voltò a guardare nella stessa direzione in cui erano puntati gli occhi di Bulma. La prima figura che scorse fu quella di Juma, alto, imponente ed evidentemente commosso, che stringeva in una mano un enorme fazzoletto bianco umido di lacrime, mentre l’altro suo braccio veniva stretto dalla figlia. Goku posò lo sguardo sulla ragazza, non perché avesse particolare desiderio di vederla, ma semplicemente spinto da curiosità, dal momento che Bulma, al suo fianco, aveva iniziato a balbettare commenti estatici su quanto fosse perfetta Chichi in quel momento.

Goku portò gli occhi su di lei e immediatamente fu costretto a sgranarli. Si sentì mozzare il fiato. Mai, nella sua vita, aveva visto niente di simile.

L’abito bianco che ondeggiava dietro di lei, i capelli neri raccolti in un’elegante acconciatura che le incorniciava il viso, la luce del sole che sembrava irradiarsi tutto attorno alla sua figura e venir rafforzata dalla sua mera presenza, Chichi appariva come Goku non l’aveva mai vista. Il ragazzo deglutì faticosamente, sentì aumentare l’intensità di quel calore che già prima lo avvolgeva e spostò lo sguardo sul volto della ragazza, che era sempre più vicina. L’espressione della giovane era serena, felice, ma al tempo stesso determinata, talmente determinata da sembrare quasi dura. Gli occhi scuri e penetranti, così vivi, scintillavano di una luce che le stelle della notte avrebbero probabilmente invidiato, e a ragione, e tutto in lei emanava forza. Forza ed eleganza. Grazia e bellezza.

E fu allora, in quel preciso istante in cui era evidente quanto quella ragazzina fosse incredibilmente lontana da ciò che Goku era, e da ogni altra cosa che avesse mai avuto nella sua vita, che il ragazzo capì che la sensazione che provava era davvero pura, semplice paura.

Lui era un guerriero.

Era un uomo goffo, impacciato, solitario. Aveva molti amici, che amava con tutto il cuore, ma non era abituato a stare accanto agli altri sempre, in qualunque momento della giornata, e pareva fosse proprio questo che avrebbe dovuto fare con Chichi.

Ma come poteva? Che cosa avrebbe dovuto fare, lui, con una creatura tanto bella e delicata? E soprattutto, perché mai un essere del genere desiderava stargli accanto?

Dividere la vita.

No, non poteva funzionare. Qualunque cosa fosse questo “matrimonio”, non doveva essere una buona idea.

Ma che cosa poteva fare adesso? Perché qualcosa gli diceva che andarsene via in quel momento, o anche semplicemente parlare ed esprimere i propri dubbi, non era la cosa esatta da fare. E a dirla tutta, Goku non aveva nemmeno voglia di parlare. Si passò una mano sulla fronte, sempre senza distogliere lo sguardo dalla donna che ormai era quasi arrivata dinanzi a lui, pensando che se avesse parlato avrebbe rovinato qualcosa, qualcosa di prezioso, che poi se ne sarebbe pentito. Se avesse parlato forse Chichi si sarebbe fermata, avrebbe smesso di camminare nella sua direzione, e lui non voleva che ciò accadesse.

Non sapeva bene che cosa desiderasse, in quel momento, era estremamente confuso, ma almeno di questo era assolutamente sicuro. Voleva che Chichi gli venisse vicino. Il più possibile. Voleva poter guardare quegli occhi da una minima distanza, poterne cogliere tutte le sfumature, forse addirittura accarezzare la sua guancia. E la paura aumentava.

Non avvertiva più la presenza degli amici al suo fianco, non sapeva se si fossero allontanati o se fossero ancora lì e fosse lui che non riuscisse più a percepirli. Non vedeva più Juma accanto a Chichi, non vedeva più gli occhi degli invitati che lo scrutavano, non sentiva i loro bisbigli eccitati. Nei suoi occhi c’era solo lei. Era arrivata, gli era di fronte, lo illuminava con quegli occhi. Mai il nero era stato un colore così splendente.

Mai Goku aveva tremato così nella sua vita.

Stava per sorridere, impacciato ed insicuro come sempre, ma non ci riuscì, deglutì nuovamente e sentì un peso, ingombrante e soffocante, farsi strada nel suo petto. Il peso di una consapevolezza che nemmeno la pura ingenuità di quel guerriero bambino poteva far tacere, per quanto era forte, per quanto urlava, implorandolo di ascoltare e capire.

Aveva i contorni sfumati e sfuggenti del presentimento, ma la drammatica consistenza della verità.

Io sono un guerriero. Sono un uomo segnato. Io ti farò soffrire. Ti farò piangere. Disperare.

Avrebbe voluto dire qualcosa. Avrebbe voluto confessare ad alta voce quei pensieri e sentiva di doverlo fare, di dover essere sincero con quella donna. Ma non ne ebbe il tempo.

Chichi sorrise, radiosa e raggiante, così piena di gioia da costringere Goku a richiudere la bocca che aveva aperto per dar voce a quella paura. E una forza irresistibile spinse Goku, quasi inconsapevolmente, a sorridere a sua volta, a far da specchio a quelle meravigliose emozioni che vedeva brillare negli occhi di Chichi.

Anche lei sembrava provare paura, adesso che  poteva guardarla da vicino. Era determinata, certo, ma pareva anche un po’ intimorita. La mano che stringeva il braccio del padre tremava, così come le labbra della ragazza, seppur leggermente. Ma non pareva preoccuparsene. Anzi, sembrava non avere una sola preoccupazione al mondo. Fu lei a fare il primo gesto, ad allungare la mano e ad afferrare quella di Goku, che sentì dissipare la nebbia attorno a sé, sentì far ritorno la propria forza, la propria sicurezza, che era la sicurezza di entrambi, in quel momento, la certezza che tutto fosse esatto, che quell’attimo fosse esattamente come avrebbe dovuto essere, e che fosse importante.

Goku non aveva bisogno di confessarle niente, perché lei sapeva già tutto, era tutto scritto nei suoi occhi, che lo guardavano senza vacillare.

Guerriero, mi farai soffrire, io lo so. Io, che a mia volta provengo da una famiglia di guerrieri, so a cosa vado incontro. So quale vita mi attende. Piangerò, mi dispererò. Mi lascerai sola, ma mai completamente. Mai per sempre.

E ogni volta che te ne andrai, sarà per poi ritornare.

 

FINE

Nota del'autrice: Il romantico non è proprio il mio genere, eppure oggi ero in vena. Spero davvero che la storia vi sia piaciuta, avevo una gran voglia di scrivere una Goku/Chichi e mi sono proprio sfogata nel farlo! Fatemi sapere che ve ne pare, un bacio! Sonsimo

  
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