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Autore: ryuga hideki    08/09/2013    1 recensioni
Il male che era nel suo cuore era del tutto sparito, come se non ci fosse mai stato. Eppure c'era qualcosa in lui che non andava, un vuoto che non riusciva a spiegarsi. Si sentiva solo, terribilmente solo, quella sensazione di incompletezza non faceva altro che ingrandirsi, di giorno in giorno, sempre di più. Sapeva che la decisione di lasciare la Contea non era stata semplice da prendere. Era consapevole che con quel gesto avrebbe compiuto un passo più lungo delle sue piccole gambe da Hobbit, ma non se ne dispiaceva. Aveva preso una giusta decisione per il suo bene e anche per quello di Sam.
(Sam\Frodo)
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frodo, Galadriel, Sam
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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BUONA LETTURA




 
 

Non ricordava quanto tempo fosse passato da quando era arrivato nelle Terre di Valinor, era difficile tenere il conto del passare dei giorni che scorrevano immersi nella pace e tranquillità.

Era seduto, come al solito, sotto Laurelin, l'Albero che emanava luce d'orata per tutta la vasta pianura, con le gambe incrociate mentre fumava dell'erba pipa riflettendo. Era completamente circondato da un'immensa distesa di prati verdi avvolto da una foschia di lucentezza così pura da non riuscire, quasi, a vedere niente davanti a sé; ai suoi lati riusciva a vedere i Monti Pelori che nascondevano l'orizzonte da cui era giunto. Voltò lo sguardo verso quella catena montuosa pensando alla sua Contea e ai suoi amici. Era in paradiso, non poteva trovarsi in un posto migliore di quello. Era libero da ogni preoccupazione e dolore, sia fisico che mentale. Era sereno, dopo tutto quello che aveva passato non sentiva più quella strana sensazione di non appartenere più a nessun luogo. Il male che era nel suo cuore era del tutto sparito, come se non ci fosse mai stato. Eppure c'era qualcosa in lui che non andava, un vuoto che non riusciva a spiegarsi. Si sentiva solo, terribilmente solo, quella sensazione di incompletezza non faceva altro che ingrandirsi, di giorno in giorno, sempre di più. Sapeva che la decisione di lasciare la Contea non era stata semplice da prendere. Era consapevole che con quel gesto avrebbe compiuto un passo più lungo delle sue piccole gambe da Hobbit, ma non se ne dispiaceva. Aveva preso una giusta decisione per il suo bene e anche per quello di Sam.

Sam, quel nome così tanto semplice ma a lui così caro. Il nome della persona più importante della sua semplice vita. Di colui che aveva rischiato di morire pur di seguirlo presso le Terre buie di Mordor, che gli era rimasto accanto fino alla fine anche nei momenti più cupi che avevano passato. Il nome di quel piccolo Hobbit che gli aveva salvato e cambiato la vita con i suoi semplici atteggiamenti, così buffi e teneri, con le sue parole profonde e piene di sentimento. Un semplice Hobbit che gli aveva fatto scoprire tante cose su sé stesso. Colui che tutti vedevano come il suo semplice giardiniere quando, invece, era molto di più.

Sam, Samwise Gamgee...

Forse stava riuscendo a capire il motivo del suo profondo sconforto. Aveva pensato a tutti gli aspetti positivi che avrebbe ricavato nel partire, ma non aveva dato molto peso a quelli negativi. Non pensava che si sarebbe sentito male standogli lontano. Pensava di aver fatto una scelta giusta, sopprimere i suoi sentimenti e lasciare andare Sam per la sua strada, fargli vivere la sua vita con Rosie e poter essere felice. Ma purtroppo, ormai, non poteva tornare indietro. Non poteva tornare nelle Grandi Terre in cui si trovava la sua Contea e non poteva correre presso Casa Baggins, ormai diventata Gamgee, per riabbracciare Sam.

Sospirò e poi si alzò. Prese un respiro profondo ed incominciò a correre più velocemente possibile e senza sosta. Non sapeva cosa stava facendo, voleva solo correre e raggiungere li Passo Di Luce ed avvicinarsi alla costa. Corse come non aveva mai fatto fino ad ora. Passò oltre Valimar senza prendere respiro e fece per arrivare a Formenos per poi oltrepassare Tirion. Sentiva una strana forza dentro il suo corpo, come se avesse potuto fare qualsiasi cosa. Ed ecco che riusciva a sentire il rumore delle onde infrangersi tra le rocce dei Monti. Fece un ultimo sforzo ed arrivò sulla costa. Si fermò, respirando profondamente e guardando l'orizzonte con uno sguardo perso nel vuoto e pieno di tristezza. Ansimava e respirava a fatica mentre delle lacrime cominciarono a scendergli dagli occhi. Si mise una mano sul petto stringendo la camicia bianca con forza. Si sentiva uno stupido. Cosa pensava di fare? A cosa era servita la sua azione? Cosa pensava di trovare nelle sponde di Valinor? Proprio niente. Si era illuso di ritrovarsi, miracolosamente, il suo Sam. Come si sentiva sciocco e profondamente perso nella solitudine.

Si sedette sulle sabbie candide e fini della costa stringendosi le gambe al petto. Nascose il muso tra le braccia fissando il Grande Mare e perdendosi tra il suono delle sue onde e il profondo blu di cui era tinto. Le lacrime continuavano a scendere copiose dai suoi occhi i quali cominciarono a farsi sempre più rossi. Come avrebbe voluto che Sam giungesse come quella volta alle Cascate di Rauros che, pur di seguirlo, stava per morire sommerso dalle fredde acque del fiume. Come avrebbe desiderato poterlo udire urlare il suo nome ed implorargli di restare. Come avrebbe sognato di poterlo rivedere e riabbracciare ancora una volta, poter sentire la sua dolce e calda voce che gli metteva sempre di buon umore perchè sapeva esattamente cosa dire. Avrebbe voluto tante cose in quel momento, ma era consapevole di non poterle vedere realizzarsi. Era un semidio tra gli Dei e un Dio tra i mortali, ormai. Non c'era alcun posto per lui lì, nella Terra di Mezzo. Il tempo era passato, i suoi amici erano invecchiati e, molto probabilmente, alcuni di loro erano morti. Cosa avrebbe trovato lì, se non ancora più tristezza e vuoto di dov'era ora?

Iniziò a tremare impercettibilmente come una piccola e fragile foglia appena caduta coll'arrivo dell'autunno. Singhiozzò così silenziosamente da non poter essere sentito da nessuno e venendo portati via dalla brezza marina che, allo stesso tempo, gli accarezzava il viso e spostava i scuri ricci. Guardava l'orizzonte, come se riuscisse a vedere la Contea, come se riuscisse a sentire le voci dei suoi amici giungergli alle orecchie. Si sentiva come se si fosse esiliato da solo da quel Mondo che tanto amava e che aveva salvato pur di non vederlo distrutto. Stava rivivendo ogni singolo istante della sua avventura con Sam, ogni singolo momento passato insieme a lui e che custodiva gelosamente nel cuore. Ripensava a tutte quelle volte in cui l'aveva trattato male per via dell'influenza dell'Anello e che, nonostante tutto, Sam continuava a restargli fedele e accanto. Si colpevolizzava per il modo in cui si era comportato con lui, non si meritava tanto affetto ed amore da un così gentile Hobbit. Doveva esserci lui qui a vivere nelle Terre Immortali e non viceversa. Doveva esserci Sam ad essere un semidio tra gli Dei, perchè così lo vedeva, un semidio e un Dio tra i mortali. Eppure quel Dio viveva nelle Terre Mortali perchè era lì che voleva essere, era lì che la sua vita doveva continuare.

Proprio nel momento in cui stava per esplodere, sentì una presenza vicina a lui e una voce familiare e profonda parlargli in testa.

-Non molte lacrime hanno bagnato le Terre di Valinor, quelle che sono cadute erano le più pure e sincere, versate per una persona molto importante-

Si voltò e, tirando su con il naso, vide la Dama Galadriel sorridergli affettuosamente. La guardò con uno sguardo molto malinconico e con le lacrime che a stento riuscivano a trattenersi dal cadere.

-Non tutte le lacrime sono un male, Frodo...-

-Forse ho sbagliato, non sarei dovuto venire qui...- continuarono a parlarsi mentalmente.

-Colui che ha un cuore puro e sentimenti sinceri verrà ricompensato da Ilúvatar. C'è sempre speranza, non abbandonarla mai...- concluse la Dama allontanandosi.

Abbassò lo sguardo, tornò a vedere per qualche secondo l'orizzonte. La luce d'orata di Laurelin stava calando, ormai, per lasciare posto all'argento di Telperion. Si alzò e si avviò lentamente verso casa, lasciandosi alle spalle il Grande Mare. All'improvviso si bloccò e sentì una voce chiamarlo.

-Frodo!!!- in un primo momento pensò di avere delle allucinazioni, ma poi continuò a sentire quel suono sempre più vicino. Sgranò gli occhi e si voltò lentamente rimanendo a bocca aperta.

-Sam...- davanti a lui si ritrovò il suo caro Sam che gli stava correndo incontro, e così fece anche lui. Lo raggiunse e lo abbracciò con forza stringendogli saldamente le mani sul mantello. -Oh, Sam!- scoppiò a piangere di gioia nel rivedere il suo amato proprio lì, dove desiderava che fosse.

-Mi sei mancato tanto, Frodo...- staccarono l'abbraccio e si guardarono negli occhi.

-Anche tu... Non immagini quanto!- sorrise teneramente.-Non sei cambiato per niente. Sei tale e quale a l'ultima volta che ti ho visto-

-Mi sa che non vedi molto bene! Sono pieno di rughe e qualche capello bianco!-

Lo guardò un po' confuso poi però capì, grazie alle parole di Galadriel.

-Ilúvatar deve averti fatto un dono-

-Come? Perchè?- chiese spiegazioni Sam molto confuso.

-Beh, ecco...- abbassò lo sguardo diventando un po' rosso in viso.-Deve aver letto il mio cuore e capito che i miei sentimenti per te sono sinceri...- aspettò qualche secondo e poi riprese a parlare.-Ti amo, Sam...-

L'adorato compagno lo guardò, gli alzò il viso e gli diede un piccolo e tenero bacio sulle labbra per staccarsi poco dopo. Rimasero a vedersi negli occhi per un'istante poi Frodo gli prese la mano ed incominciò a correre.

-Vieni! Ti faccio vedere una cosa stupenda!-

-Le mie gambe! Vanno veloci e da sole!- esclamò divertito. -Mi sembra di volare!-

-A Valinor non conosci stanchezza e nemmeno fatica! In pochi minuti arrivi dove vuoi!- gli rivelò guardandolo e ridendo.

Non molto tempo dopo giunsero davanti i due Alberi di Valinor. Telperion stava già illuminando tutta l'isola con la sua luce argentea, emanando brillantezza e tanta lucentezza. Le foglie sembravano fatte di vero e proprio argento che luccicava come stelle nel cielo. Tutto intorno si era creata un'atmosfera magica e intima. Sotto a tale bellezza, Sam rimase stupefatto con gli occhi che gli esplodevano dalla meraviglia.

-E' meraviglioso!-

-Sapevo che ti sarebbe piaciuto!- lo guardò e poi abbassò lo sguardo. -Mi spiace, Sam. Mi dispiace per tutto. Per averti trascinato a Mordor, per averti trattato male e fatto soffrire quando me ne sono andato...- non riuscì a non piangere. Avrebbe voluto non farlo, ma non ci riusciva.

-Ma che dici?- si voltò verso di lui e gli prese il viso tra le mani con estrema delicatezza. -Non devi chiedere scusa...-

Frodo lo guardò negli occhi e si calmò, mettendogli le mani sopra le sue. Lo baciò con tanta dolcezza ed amore come avrebbe desiderato fare tante volte e che solo ora era riuscito a realizzare. Quando non ebbero più fiato, si staccarono e Sam appoggiò la sua fronte su quella dell'altro. Fecero scendere le mani lungo i finachi stringendosele a vicenda. Rimasero in silenzio per un po' per non rovinare la magia del momento.

-Sono contento che tu sia qui con me...- ruppe il silenzio Frodo, chiudendo gli occhi.

-Sono felice di essere con te...-

Si guardarono e poi si sdraiarono sul candido prato, rimanendo stretti in un abbraccio.

-Hai fatto progressi... Non mi dai più del voi- disse, ridendo un po'.

-Mi sono allenato parecchio in tutto questo periodo, faccio un po' di fatica...ma il risultato l'ho ottenuto!-

Scoppiarono entrambi a ridere di gusto come facevano in passato.

-Profumi di Contea...- sussurrò Frodo con tenerezza e un velo di malinconia. Si sentiva felice, adesso. Stava bene, ora che al suo fianco c'era il suo caro e amato Sam. Quella sensazione di vuoto era del tutto sparita. Sentiva il suo cuore colmo di gioia e amore. Si sentiva come se avesse potuto fare qualsiasi cosa, ora che c'era il suo Sam. -Sei qui... Sto sognando...-

-Non stai sognando... Starò con te fino alla Fine.-

Rimasero stretti in un caldo abbraccio per tutta l'intera notte senza mai staccarsi.

 
Il finale è un po' una merda, ma mio fratello mi ha messo un po' di fretta! Spero sia piaciuta!

A Presto

Ryuga
 
   
 
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