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Autore: Granmango    08/09/2013    0 recensioni
Talvolta il mondo sa essere doloroso, molto.
Eppure non è in uno di quei momenti ad essere nato questo flusso di pensiero.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi fa male.
Mi fa male questa vita che ci è stata data, questo dono enorme con praticamente ogni tipo di possibilità che si trasforma in un misero continuo sopravvivere, in una serie di riti continui per mantenere la propria ideale posizione sociale.
Mi fa male vedere le persone camminare e sapere che nessuno di loro sta pensando a nient’altro che ai fatti propri, a perché quel ragazzo non l’abbia richiamata, a perché ultimamente i suoi voti a scuola vadano tanto male, a quante ragazze riuscirà a farsi sabato sera, a quanti giorni manchino alle vacanze di Natale; mi fa male vederli tutti e realizzare quanto si odino l’un l’altro, quanto le maschere che indossano siano palesemente mal indossate, forse appositamente, per incapacità, o forse per il desiderio inconscio di farsi riconoscere come attori, di essere scoperti e costretti a rivelarsi per quello che sono realmente.
Mi fa male il modo in cui ogni sentimento diverso dal normale sia schiacciato, oppresso, pestato e torchiato fino a renderlo niente più che delle parole, parole vuote che verranno poi diffuse, enfatizzate e modificate a piacere da ognuno in un vociferare che continua in continua espansione.
Mi fa male il gusto morboso nel mestiere di informare, lo sfoggio di pensieri senza mai l’ombra di un dolore, e le miserie umane raccontate come film gialli, tutte tragedie ideate per sfamare solo avidi sciacalli.
Mi fa male l’idea di conoscenza, il concetto che immagazzinare un maggior numero di fredde informazioni renda superiori agli altri, la classificazione di ogni saggezza, di ogni idea e pensiero in correnti, periodi e scuole teoriche.
Mi fanno male l’odio, la rabbia, il disgusto, il disprezzo, la puzza sotto il naso che le persone enfatizzano nell’impacciato tentativo di farsi vedere come filantropi, tutte quelle emozioni che sono ormai il tratto caratterizzante dell’uomo.
Mi fa terribilmente male quanto noioso sia stato reso questo mondo, il modo in cui ogni mistero delle piccole cose della vita sia stato svelato con inattaccabili verità, sempre inopportunamente sbagliate; il modo in cui ogni aspirazione all’avventura sia stata sopita, ogni ideale di coraggio e ardore sfatato; mi duole che ormai l’unica strada per vivere un’avventura non sia Fare qualcosa, bensì Non fare ciò che gli altri ti dicono.
Mi fa male l’essermi ritrovato, senza possibilità di scelta in un mondo che non mi appartiene; mi fa male che la nostra situazione sia tanto disperata da dover rimpiangere l’ignoranza e la povertà del passato…
Mi fa male come io legga sempre il peggio nelle parole altrui e mi ritrovi, altrettanto spesso, ad averle interpretate giustamente.
Mi fa male; e il dolore porta solo ad altro dolore.
Mi fa inevitabilmente male sapere di aver ricevuto un dono, un dono talmente grande da far rabbrividire la pelle: mi fa male il sapere al contempo che non riuscirò mai a farlo fruttare adeguatamente.
Ogni mese, ogni settimana, ogni giorno che passa mi fa male.
Ogni volta che, andando a letto, non sono in grado di dirmi “questo è stato un grande giorno, ho dato il massimo e non potrò mai rimpiangere il modo in cui ho passato il mio tempo” io soffro.
Soffro.
Soffro moltissimo.
Soffro ogni volta che mi sveglio, sapendo che il mondo reale verso cui sto andando non sarà mai bello quanto quello da cui sto venendo, per quanto brutto possa essere stato.
Soffro quando mi è menzionata la parola amore, sapendo quanto il suo significato mi sia ignoto.
Soffro ogni istante della mia misera vita pensando che Devo combattere, ma non ho nulla per cui farlo.
Soffro, e mi rendo conto di non soffrire per l’odio ma per il mancato amore.
L’odio è ciò che potrebbe rendere le mie giornate attive, è ciò che potrebbe farmi godere le piccole cose, l’odio è una risorsa accessibile da tutti; c’è così tanto odio di cui potrei nutrirmi, giorno dopo giorno, nutrirmi fino a scoppiare, potrei sollazzarmi nell’odio e avere un motivo per cui alzarmi la mattina e uno per andare a letto soddisfatto la sera…
Ma non sono stato predisposto all’odio.
Forse nessuno lo è.
Io sono stato creato con uno scopo, me lo sento: lo sento! Sento che ogni mio osso, ogni mio organo vitale, ogni mia fibra, capello e cellula mi sta gridando lo scopo per cui sono nato, l’amore verso cui devo dirigermi.
Tuttavia sento anche un muro, uno spesso muro formato dall’odio, dall’indifferenza e la sofferenza delle persone; e sento questo muro alzarsi, farsi più imponente, minuto dopo minuto, giorno dopo giorno. E ogni volta che una bestemmia esce dalla bocca di un cerebroleso come intercalare, ogni volta che vedo gente drogarsi per omologazione, ogni volta che qualcuno si definisce mio amico a vuoto, ogni volta che le persone sono criticate per il modo di vestirsi, ogni volta che una frase poetica viene scritta su di una pagina blu come descrizione della propria foto “alternativa” solo per essere letta e subito dimenticata… ogni volta è un altro mattone in questo muro.
E mi fa male.
 
 
Eppure la mattina mi alzo, sempre e comunque: di buono o di cattivo umore io mi alzo e vivo.
Vivo, e non sopravvivo, perché, se anche mi fanno male la vita e il mondo, perfino nell’oscurità più profonda, c’è sempre, in me, una tenue luce che brilla, un piccolo faro che mi guida fuori da ogni tristezza, sempre.
E che questa mia luce possa essere la famiglia, la musica, un libro, un fumetto, un film, una ragazza, un albero, o una forcina per capelli non ha alcuna importanza.
La luce c’è sempre per chi è disposto ad accoglierla, e se anche ad ottant’anni io mi ritrovassi malato terminale, cieco, zoppo, abbandonato da tutti, da tutto, in miseria a vivere sotto un ponte, la mia luce, per quanto esile sarebbe ancora lì, perché non è qualcosa di cui possiamo essere privati: la speranza è il bene di cui l’essere umano si nutre e basandosi sulla quale vive con gioia, a qualsiasi livello della scala sociale, con qualsiasi disponibilità di denaro, solo o amato da tutti, la speranza di un mondo migliore, dove le persone amino e sentano ciò che sento io, una volta che l’hai provata, non ti lascerà mai.
  
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