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Autore: Shin83    08/09/2013    2 recensioni
[Prompted Seblaine!Sunday] [Marvel!AU]
Essere figlio di un supereroe non sempre è un "lavoro" semplice.
Blaine lo sa bene, soprattutto quando conosce un nuovo agente dello S.H.I.E.L.D.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Questa One Shot partecipa all'iniziativa domeniche a tema organizzata dal gruppo Seblaine Events.

 
 
Blaine Anderson Rogers Stark era il figlio adottivo di Iron Man e Captain America e come tale, aveva facilmente accesso alle strutture dello S.H.I.E.L.D., conosceva tutti quanti e anche adesso che frequentava il college era la mascotte della sede, dal direttore Fury agli agenti più giovani.
Conosceva l’edificio a menadito e più di una volta, da piccolo, fece prendere un colpo ai padri perché si nascondeva in qualche anfratto facendosi trovare con molte difficoltà.
Anche se, il suo posto preferito era l’ufficio dell’Agente Coulson: all’età di otto anni scoprì che aveva un armadietto pieno di gadget con la faccia di suo padre Steve e non ci fu alcun modo a farlo desistere ad andare a giocarci ogni volta, con estrema rassegnazione da parte di Phil, che era letteralmente terrorizzato che gli potesse rovinare uno dei suoi preziosissimi memorabilia.
Con l’età, Blaine smise di giocare con le figurine di suo padre ma quella stanza, ormai, gli era così familiare che ci passava quasi tutto il giorno, quando usciva da scuola o quando Steve e Tony, impegnati in qualche missione, si sentivano tranquilli a saperlo al quartier generale a studiare, a leggere o a giocare al Nintendo DS.
 
***
 
Sebastian Smythe era un venticinquenne laureato e con parecchi anni di addestramento alle spalle. Suo padre aveva lavorato per lo S.H.I.E.L.D., quindi conosceva molto bene l’agenzia e dopo un periodo in Europa post laurea, decise di seguire le orme del paterne.
Il suo primo incarico ufficiale fu quello di assistente dell’Agente Coulson, un ruolo molto importante per una nuova leva; per alcune settimane lavorò anche accanto agli agenti Romanoff e Barton. Il suo background familiare e l’esperienza accumulata nel Vecchio Continente gli permisero l’entrata allo S.H.I.E.L.D. dall’ingresso principale.
 
***
 
Fu proprio nell’ufficio di Coulson che Blaine e Sebastian si incontrarono per la prima volta.
Blaine era spaparanzato sul divano di pelle nera che si trovava in un angolo della stanza, ad ascoltare la playlist Broadway sul suo StarkPod e a leggere Vanity Fair.
L’agente era l’unico di tutto il quartier generale, Fury incluso, ad avere un simile complemento d’arredo nel suo ufficio. Infatti, alla quinta volta che Tony Stark trovò suo figlio seduto per terra decise di comprarne uno. Un divano allo S.H.I.E.L.D. era decisamente eccentrico, ma Stark preferiva passare per quello pittoresco, come al solito, piuttosto che pensare al figlio per terra.
Phil, ovviamente, non ebbe modo di obiettare a questa decisione e con suo sommo imbarazzo, fu dotato di un costosissimo divano di design.
 
Blaine era talmente sommerso nel suo mondo che l’agente ci mise un po’ a far notare la presenza di Sebastian nella stanza. Il terzo tentativo fu quello giusto, chiamandolo ad alta voce e sbracciandosi neanche stesse in mezzo al mare cercando aiuto di un bagnino. Il ragazzo fece un sobbalzo,  tolse le cuffie e le appoggiò la rivista sul divano, alzandosi in piedi sistemandosi alla bene e meglio. Anche il suo abbigliamento era decisamente una nota di colore nello scuro rigore dello S.H.I.E.L.D.: indossava dei mocassini rossi che riprendevano il colore del suo papillon, un paio di pantaloni senape arrotolati alla caviglia molto, decisamente molto stretti ed una camicia a mezze maniche bianca a piccoli pois rossi; in testa aveva una massa di ricci scuri decisamente ribelli.
“Blaine, ti presento il mio nuovo assistente, l’agente 47, Sebastian Smythe.”
Al ragazzo prese un colpo quando vide il nuovo arrivato: alto, fisico magro e asciutto, capelli perfettamente in ordine, completo d’ordinanza nero con cravatta ma, soprattutto, un paio di occhi verde smeraldo e magnetici che lo fissavano con un certo interesse.
“Smythe, lui è Blaine Anderson, figlio di Stark e Rogers, lo troverai spesso qui da me, tutto regolare.” Continuò Coulson.
“P-piacere, Blaine.” Disse il ragazzo porgendo la mano.
“Il piacere è tutto mio, signor Rogers Stark, ho sentito molto parlare di lei.” Rispose Sebastian, stringendo con vigore la mano all’altro ragazzo, ma mantenendo un tono neutro della voce, nonostante si fosse fatto scappare un sorrisetto.
Blaine non riusciva a togliergli gli occhi di dosso.
“F-forse è il caso che vi lasci da soli, Phil, se dovete parlare di lavoro.”
Coulson gli fece un cenno di assenso con la testa e nel contempo fece accomodare il suo assistente.
Blaine fece per uscire dalla stanza ma era talmente preso dal nuovo agente che non vide lo stipite della porta e ci picchiò contro col naso. “Tutto ok, tutto ok, Phil, non è niente.” Si affrettò a rassicurarlo quando lo vide schizzare dalla sedia.
Trenta secondi dopo, intanto che i due agenti fecero a malapena in tempo ad iniziare il loro discorso, Blaine irruppe nuovamente nella stanza: “Scusate, scusate.” Indicò lo Starkpod e la rivista, le recuperò e sparì alla velocità della luce. Si sentiva un completo imbecille.
 
Le visite di Blaine all’ufficio di Coulson diventarono casualmente ancora più frequent: ogni scusa era buona per rintanarsi da lui e di conseguenza incrociare Sebastian, che sembrava essere divertito della cosa e che avrebbe voluto avere qualche possibilità in più di scambiarci quattro chiacchiere, ma Coulson non lo mollava praticamente mai.
 
***
 
Più o meno un mese dopo l’arruolamento di Sebastian, Blaine ebbe l’occasione di rimanere da solo con lui. Coulson era fuori per una missione molto riservata per cui neanche il suo assistente poteva parteciparvi.
Sebastian era seduto alla scrivania a sistemare delle scartoffie quando Blaine entrò nella stanza con il suo maglioncino a righe da marinaretto, pantaloni rossi e la borsa a tracolla.
Il ragazzo restò inebetito per un secondo quando se lo trovò davanti e soprattutto, da solo.
“Salve, Agente Smythe.” Biascicò parecchio imbarazzato Blaine.
“Signor Roger Stark.” Rispose molto formalmente l’altro.
Con estrema lentezza, Blaine si accomodò alla sua postazione, sentendosi gli occhi di Sebastian addosso.
Per parecchi minuti, i due ragazzi rimasero in religioso silenzio, con una tensione che poteva tagliarsi col coltello, anche se, ogni tanto, si guardavano di soppiatto.
Ad un certo punto, Blaine chiuse il suo libro di storia del teatro e fissò Sebastian.
“Sa, Agente Smythe, non c’è bisogno che mi chiami Signor Rogers Stark, Blaine è sufficiente. Nessuno qui mi chiama in quel modo.”
Sebastian appoggiò il fascicolo che stava consultando sulla scrivania e lo fissò. “D’accordo, Blaine, ma la stessa cosa vale per me. Non c’è bisogno di darmi del lei.” Concluse con un sorrisetto e alzandosi dalla sua postazione per avvicinarsi al divano e sedersi accanto al ragazzo.
“Cosa stai leggendo?” Gli chiese e sembrava sinceramente interessato.
“Sto-sto studiando storia del teatro. Vado alla Tisch.”
“Sai, mi sto veramente scocciando a sistemare quei faldoni, se andassimo a berci un caffè? Offro io, naturalmente.”
“Perché no.” Si fece coraggio Blaine.
Il ragazzo raccattò la sua roba e seguì l’agente verso l’uscita dal quartier generale.
Gli agenti Romanoff e Barton li videro passare e si scambiarono uno sguardo divertito: sicuramente ci avevano anche scommesso a vedere una scena del genere.
 
Non si allontanarono molto dallo S.H.I.E.L.D.: Sebastian aveva ricevuto istruzioni su quanto iperprotettivi fossero i padri del ragazzo, che di rado si muoveva da solo, soprattutto dopo che avevano ricevuto alcune minacce molto vaghe da parte dell’HYDRA, che aveva ancora il dente avvelenato con Steve.
Blaine, infatti, suo malgrado, aveva sempre alle calcagna Happy Hogan, l’ex capo della sicurezza delle Stark Industries. L’uomo si era già messo in allerta quando lo aveva visto uscire dall’edificio ma, vedendolo assieme all’agente 47, si fidò a lasciarli da soli.
Scelsero dunque una caffetteria a circa cento metri dal quartier generale, era molto carina e piccola.
Blaine, nonostante fosse a pochi passi dalla sua seconda casa, si sentiva finalmente un po’ libero dal controllo in cui viveva costantemente tutti i giorni: essere figlio di due supereroi poteva essere “una gran figata”, ma aveva anche i suoi bei lati negativi.
 
I due ragazzi passarono una piacevolissima ora a chiacchierare del più e del meno: della passione di Blaine per Broadway, di quanto fosse interessante frequentare un’università come la sua e delle avventure europee di Sebastian.
Blaine era estremamente affascinato dal ragazzo, non solo per quanto riguardava il suo aspetto fisico, ma soprattutto per i suoi modi di fare e di raccontare le cose. Dal canto suo, Sebastian non trascurava a lanciare al ragazzo segnali di interesse, non staccandogli mai gli occhi di dosso.
Quando Sebastian controllò l’ora, si accorse che si era fatto tardi e doveva finire di sistemare le sue scartoffie entro sera per evitare che Coulson si indispettisse.
Nell’uscire dal locale, Sebastian sussurrò a Blaine: “Stammi vicino.”
Il ragazzo fece un mezzo sorrisetto e lo prese a braccetto, pensando che fosse un invito ad un gesto più intimo; sicuramente a Sebastian la cosa non dispiaceva affatto, ma in realtà l’agente S.H.I.E.L.D. aveva notato una macchina scura che sembrava seguirli da quando erano usciti dall’agenzia.
 
Non ci aveva visto male: di lì a pochi passi, due energumeni si avvicinarono loro e afferrarono Blaine da un braccio, strattonandolo.
“Chi cazzo siete?” Urlò spaventato.
Quello che l’aveva agganciato gli rispose a bassa voce: “Amici di papà Steve.”
Sebastian in un lampo riuscì a colpire l’uomo con il calcio della sua pistola per liberare Blaine e urlargli: “BLAINE, SCAPPA!”
Il ragazzo ascoltò immediatamente appena riuscì a divincolarsi dal suo aggressore, lanciandosi in direzione dello S.H.I.E.L.D. e creando qualche problema al traffico, che da lì ad un minuto impazzì.
Sebastian si trovò, dunque, da solo, ad affrontare i due bestioni, a suon di colpi di kickjitsu con risultati discreti. Dopo alcuni minuti arrivò l’Agente Barton a dargli man forte, mentre Natasha ed Happy scortavano Blaine all’interno del quartier generale. La curiosità “pettegola” dei due agenti fu provvidenziale in quella situazione: tenendoli d’occhio dalla finestra, si erano accorti immediatamente che c’era qualcosa che non andasse, così da intervenire prontamente.
Insieme, ci misero davvero poco a sopraffare i due aggressori e portarli immediatamente allo S.H.I.E.L.D. per sottoporli ad inevitabili interrogatori. Non avrebbero visto la luce del giorno per parecchio tempo, visto che erano sospettati di essere scagnozzi dell’HYDRA.
 
Grazie a quel gesto, Sebastian si guadagnò rispetto incondizionato e fiducia da parte dell’agenzia; in particolare,Tony e Steve vollero ringraziarlo di persona, qualche giorno dopo, invitandolo a cena alla Stark Tower.
La serata passò in maniera piacevole e tranquilla, nonostante alcune imbarazzanti battutacce di Tony, come quando, ad esempio, disse a Sebastian: “Smythe, ti sarò grato a vita per questa cosa, ma non credere che ti porterai a letto molto facilmente mio figlio.”
Provocò diverse reazioni tra gli uomini: Steve gli piazzò una gomitata nello stomaco, Blaine avvampò urlandogli: “PAPA’, TI PREGO!” e Sebastian riuscì a nascondere magistralmente il suo lieve disagio con un sorriso disinvolto.
 
Al momento dei saluti, Steve riuscì a trascinare via Tony per lasciare i due ragazzi un po’ da soli.
“Non credo riuscirò mai a ringraziarti per quello che hai fatto, l’altro giorno, Sebastian.” Disse Blaine, osservando con molto interesse il pavimento.
Sebastian gli tirò su il mento con l’indice e gli rispose fissandolo negli occhi: “Basta che il prossimo caffè sia un po’ più tranquillo.”
Blaine accennò un sorriso e venne colto di sorpresa da un bacio, che ricambiò senza neanche pensarci.
Quando riuscirono a staccarsi, Blaine scherzò: “Bè, se questo è quello che mi aspetta dopo ogni tentato rapimento, chiamo l’HYDRA per dir loro di farlo più spesso.”
 
I due non poterono che scoppiare a ridere all’unisono.

 
Prompt: Marvel!AU

Eccallà, Shin che coglie al volo la possibilità di mischiare le sue OTP nella maniera più spudorata possibile.
Se non è la prima volta che passate da qui, sapete benissimo che è una cosa che ho già fatto, altrimenti qui e qui trovate altre due crossover The Avengers/Glee che vi spiegano anche la scelta di Blaine figlio di Tony e Steve. Ovviamente questa è una cosa a parte, perché nelle mie precedenti One Shot Blaine e Sebastian sono già fidanzati :-P . Qui, invece, Sebastian è qualche anno più grande di B., da come avrete potuto capire.
Perché viene menzionata l'HYDRA? Perché nei fumetti è un'organizzazione villain che esiste anche post Seconda Guerra Mondiale e poi è quella che è maggiormente legata a Steve, quindi ha senso che voglia rapire suo figlio. 

So benissimo di non aver prodotto chissà cosa, anzi, avrei voluto fare decisamente di più, perché questo era un po' il "mio" prompt, ma quando la testa decide di mettersi di traverso c'è ben poco da fare.

Last but not least, grazie tantissime a quello zucchero di Medea che me l'ha corretta al volo oggi, thank you darling.
  
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