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Autore: TheGreatAndPowerfulZael    08/09/2013    0 recensioni
[Questa fic partecipa al contest ‘Between Heaven and Hell’ indetto da FaGammaVoloso e Saw Yozora.]
Piccola shoujo-ai prodotta per il contest di Fra e Saw... spero di aver rispettato tutti i canoni.
Le parole sono esattamente 1255, quindi sono sopra il minimo di 1000.
È stata un'impresa xD Spero piaccia ai giudici e a tutti coloro che la leggeranno.
Qui Nebiros Zael, passo e chiudo!
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Destra/Desuta, Sael/Sein
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore/i: Nebiros Zael
Titolo: La Sottile Linea fra Redenzione e Dannazione
Pairing: Guel/Arachnes
Parole: 1255
Prompt: classico
Note [le potete inserire anche in fondo alla fic]: Mah, nessuna

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Ancora una volta, dopo altri mille anni, le forze del Paradiso e dell’Inferno erano state risvegliate. Eppure, sembrava che nulla dovesse accadere, pertanto tutti si chiedevano il motivo di questo strano fenomeno.
La bionda ragazza stava riposando quando l’altra entrò. Silenziosamente, s’insinuò fra le coperte del letto, fino a giungere faccia a faccia con la sua preda.
“Voglio proprio vederla quando si sveglierà.”
Mille anni di solitudine erano mille anni di prigionia. E, se a molti andava bene, ad Arachnes non piaceva affatto: a malapena resisteva un giorno senza vederla, figurarsi un migliaio di anni. La bionda lentamente aprì gli occhi, sbadigliando, quando la demone partì all’attacco, forzando le sue labbra su quelle dell’altra ragazza.
-Buongiorno, raggio di sole.-
Un sorriso malizioso si dipinse sul volto di Arachnes, mentre l’angelo arrossiva come un peperone e cadeva dal letto balbettando sillabe senza un preciso senso logico.
- Oh cielo, Guel-chan. Non sei contenta di vedermi?-
- A-A-Arachnes, cosa ci fai qui?-
La demone fece un sorrisone e le disse:
- Ci siamo risvegliati senza un motivo, e ho pensato di venire qui a trovarti... non t’è piaciuta la sorpresa?-
Arachnes fece una faccia triste, e si mise a frignare, portando i pugni agli occhi per stropicciarli.
- Buaaaaah, Guel-chan mi odiaaaaa!!!!-
Di fronte a tale scena, Guel disse:
- E piantala, frignona...-
S’avvicinò per abbracciarla e consolarla, ma subito Arachnes fece cadere l’illusione e si avventò sull’angelo.
- Ci sei cascata...-
D’improvviso sentirono bussare alla porta, e Guel sapeva benissimo chi era lì fuori: l’unica persona che mai avrebbe tollerato vedere un demone vicino ad un angelo. Sein.
- Nasconditi, idiota!-
- Non c’è tempo, ci si vede!-
Sein aprì la porta esattamente un momento dopo la fuga di Arachnes, mentre Guel cercava di fingere di dormire: questo avrebbe spiegato la mancata risposta al bussare del capo degli angeli. Sein s’avvicinò, mentre, con naturalezza, Guel sembrava ancora immersa in un sonno profondo.
- Guel...-
Sein uscì, e Guel subito si rialzò, chiedendosi come mai se ne fosse andato senz’aver provato a svegliarla. Un terribile dubbio le sorse, e andò a specchiarsi: tracce di rossetto violaceo c’erano ancora sulle sue labbra. La più terribile delle ipotesi si palesò nella mente della bionda, che, dopo essersi sistemata, andò subito da Sein.
- Sein!-
Il ragazzo, quasi per nulla sorpreso, disse:
- Oh, ti sei svegliata, Guel?-
La ragazza fu subito aggressiva:
- Chi ti da il permesso di entrare nella mia stanza?-
- Sono il capo qui, credo di poter fare quel che mi pare. Piuttosto, quell’alone violaceo sulle tue labbra? C’è qualcosa che devi dirmi?-
- Cosa t’importa? A te interessa solo trovare un sacrificio adeguato!-
Sein inarcò un sopracciglio:
- Beh, se la pensi in questo modo... immagino che non ti interessi la dannazione eterna.-
Guel guardò con sguardo truce il ragazzo, mentre il suo cuore ospitava una rabbia bruciante, pronta ad esplodere in qualsiasi momento, fosse alla prima parola sbagliata o alla prima azione brusca di Sein. Freddamente, quest’ultimo terminò la loro conversazione.
- Se non hai altro da dirmi, sappi che ho già preso provvedimenti. Rimarrai confinata nella tua stanza. Ora vai.-
Guel stava per esplodere, ma fu teletrasportata nella sua stanza. Urlò, gridò, si dimenò sul letto, e pianse. Pianse moltissimo. Non poteva più vedere l’unica persona che dava un senso al loro millenario risveglio. Affondò il volto nel cuscino, e pianse talmente tanto da cadere preda della stanchezza e del sonno, che si avventarono su di lei. E mentre dormiva, le lacrime continuavano a scorrere.
 
- Arachnes!-
La ragazza si voltò, e vide Desuta.
“Merda! Proprio lui dovevo trovare!”
Il demone annusò l’aria e scosse la testa.
- Sei andata di nuovo da quell’angelo, vero?-
- E anche se fosse?-
Desuta schioccò le dita, e all’improvviso tutti e due si trovarono in una cella, dove il ragazzo, nettamente più forte di Arachnes, le incatenò gli arti e successivamente la incatenò ad una sedia.
- Ti ho avvertito un sacco di volte. Il tuo desiderio è più forte del tuo buon senso? Più ti avvicini a quell’angelo, più rischi di essere redenta.-
Arachnes sbuffò, mormorando che non le importava affatto. Sfortunatamente per lei, Desuta aveva un udito molto fine, e sentì tutto; le tirò uno schiaffone dopo l’altro, fino a farle diventare viola le guance.
- Piantala di dire stronzate. Rischi la morte, lo sai.-
- Tanto a te importano solo i sacrifici... ogni volta è così.-
Desuta non le rispose nemmeno. La fissò con sguardo crudele:
- Mille anni... rimarrai così per i prossimi mille anni. E poi vediamo se avrai tanta voglia di vedere quell’angelo.-
Desuta scomparve in un passaggio creato dall’oscurità, lasciando Arachnes sola, con il volto tumefatto. Ma nessuna lacrima era scesa dagli occhi della ragazza: solo poche parole con flebile voce si udirono, nel vuoto della cella.
- Scusami... Guel... non ci potremo più rivedere per un po’.-
 
Il giorno seguente, Sein si stava recando nella stanza di Guel, ma, quando bussò, non ricevette risposta. Bussò ancora e ancora, finché non decise di aprire la porta. E, una volta aperta, si trovò davanti il nulla. Guel era scomparsa.
- Ma come ha fatto ad aggirare la barriera? Maledizione...-
Sein corse subito via, e Guel apparve: aver imparato la magia dell’invisibilità era servito a qualcosa. Uscì dalla stanza, e corse nella direzione opposta, fino ad uscire dal tempio. Non si sarebbe mai arresa: spiegò le ali e scese in picchiata verso gli inferi: avrebbe rivisto Arachnes, non le importava praticamente nulla del pericolo che correva, della dannazione. Pur di star con lei, avrebbe spostato montagne e mari.

Arachnes era lì che sogghignava: Desuta s’era forse dimenticato che era lei l’incaricata delle prigioni? Fu facile per lei liberarsi dalle catene, anche se lo scoglio più duro era la barriera oscura di Desuta: nessuno era mai stato in grado di oltrepassarla, se non Desuta stesso. Ma, a costo di essere redenta, doveva farlo assolutamente.
“Pensi di essere tanto bravo... vediamo di cosa sei capace veramente.”
Usando tutto il potere a sua disposizione, la ragazza riuscì ad aprire un minuscolo varco nella barriera, e ad uscire subito prima che si richiudesse. Con le poche forze che le rimanevano, s’alzò in volo, lentamente e silenziosamente, diretta verso i cieli.
 
Nelle due menti c’era solo un pensiero comune: rivedere la persona più cara al loro cuore. E se una scendeva, sentendo che la dannazione stava agendo su di lei, l’altra saliva, mentre sentiva che la redenzione iniziava a entrare in lei. S’incontrarono a metà strada, sulla sottile linea fra redenzione e dannazione, su un mondo a metà fra l’inferno e il paradiso, un mondo talmente enorme che sarebbe stato impossibile trovarle.
- Arachnes!-
- Guel!-
Le due si gettarono l’una fra le braccia dell’altra, e finirono a cadere su un soffice manto d’erba, mentre, lentamente, le ali e l’aureola di Guel scomparivano, così come le ali e la coda di Arachnes.
- Ma cosa... siamo...-
- Sì. Siamo libere. Tu non sei più un angelo... e io non sono più una demone. Siamo... umane.-
Sapevano che Sein e Desuta non avrebbero avuto alcuna speranza di riportarle allo stato originale, e perciò sarebbero rimaste al sicuro: avevano deciso di rischiare, pur di stare l’una accanto all’altra, e le loro vite erano in pericolo, ma non si fermarono. E vinsero la scommessa con un destino beffardo, che le aveva volute angelo e demone, ma anime gemelle. Sfidando il paradiso, sfidando l’inferno. Solo così s’arriva alla sottile linea fra redenzione e dannazione. Solo così si scopre l’amore.
  
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