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Autore: _Kiiko Kyah    08/09/2013    3 recensioni
[questa fanfiction partecipa al contest "between heaven and hell" di FaGammaVoloso e Saw Yozora]
«Che ne pensi di un gelato?»
«Un gelato?»
«Sì darkettone, un gelato, io e te.»
«Non mi stai chiedendo un appuntamento, vero?»
«Che- no, come ti viene in mente?!»
[...]
«Senza zucchero» spiegò l’angelo, perfettamente cosciente del dubbio che era sorto nella testa del demone «Sai darkettone, a me non piace vanificare il delizioso gusto di un dono della natura.»
«Che paroloni per dire che sei l’unico angelo al mondo a cui lo zucchero non piace.»
«Non ho detto questo!» sbottò riappropriandosi del cucchiaio «Ahh, sei proprio uno scemo!»
[...]
«Sappi che ti sei sbagliata, comunque.»
«Eh, riguardo a cosa?»
«Quello di ieri era un appuntamento.»
«Oh certo, e perché mai di grazia se ti ho detto di no?»
«Perché sei cotta di me, che domande.»
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Autore/i: _Kiiko Kyah
Titolo: di granite e litigi. «
Pairing: Aiel x Belzebu.
Parole: 1067 secondo word
Prompt: Insopportabile
Note [le potete inserire anche in fondo alla fic]:
Allora. L’avevo postata e poi l’ho cancellata, perché? Beh, perché avevo fatto un casino e avevo infranto pesantemente il regolamento, quindi ho dovuto cancellare e risistemare.Parlando della fic in sé, è un vero schifo e ne sono davvero consapevole. Spero che comunque vi piaccia, perché avevo davvero pochissimo tempo fra tutti i casini, sono anche indietro sulle valutazioni del mio contest. Ahh... qualcuno mi spari! Vi prego! Okay basta.
Buona fortuna lettura. 
Nella fic sono nominati i seguenti personaggi: Aiel, Belzebu, Elfel, rispettivamente angelo demone e angelo. Aiel mi piace, è carina e pare molto energica, e anche Elfel non è male; Belzebu è proprio bello invece, è il più carino a mio parere della squadra di demoni. Passo e chiudo. 
 
 
 
di granite e litigi. «
 
 
«Che ne pensi di un gelato?»
«Un gelato?»
«Sì darkettone, un gelato, io e te.»
«Non mi stai chiedendo un appuntamento, vero?»
«Che- no, come ti viene in mente?!»
«Preziosa, la biondina.»
«Insomma, vieni o no?»
«Offri tu.»
«Sono un angelo, è la mia prerogativa.»
«Bene principessa, allora ci sto.»
 
 
Era divertente occultare le ali e fingersi esseri umani, soprattutto quando non era affatto necessario. Belzebu era sempre stato il tipo di demone che si divertiva a fare dispetti a chiunque gli capitasse a tiro, umano o immortale che fosse, e farlo in forma terrena era ancora più stuzzicante, soprattutto perché era più pericoloso e con maggiori rischi di essere rimproverato.
A dire il vero, non gli era mai capitato di nascondere le sue amate ali nere per prendere un gelato, tantomeno con un amico, tantomeno con un amico con cui litigava sempre e ancor meno con un “amico” che al suo contrario era una femmina e per lo più un angelo nel vero senso della parola. Beh, quantomeno d’aspetto e poteri era un angelo. Poi, se si parlava di carattere, c’era da capire chi era il diavolo tra i due.
Aiel abbandonò con delicatezza il denaro sul bancone e dedicò un’occhiata sorridente alla granita alla fragola che teneva in mano, per poi afferrare un cucchiaino e decidere che era venuto il momento di ingoiare quel ghiaccio rosso tritato e zuccherato. Sinceramente?, il ragazzo dalla chioma grigio polvere pensava che quell’esplosione di glucosio e gelo fosse troppo dolce e smielato per essere sopportato. Anche perché quel... coso non sapeva di fragole, l’aveva provato.
Probabilmente, l’angioletto pensava a sua volta che il suo cono al cioccolato fondente e caffè fosse troppo amaro per essere ingerito, ma d’altra parte, erano o no l’uno l’opposto dell’altro? Non ci si poteva fare niente e al demone piaceva così. Se fossero stati simili, stuzzicare la sensibilità esageratamente esuberante di Aiel non sarebbe stato così appagante.
«Tu sei sicura che questo non sia un appuntamento.» inquisì di punto in bianco, pienamente conscio dell’alto tasso di malizia nel suo tono.
La bionda lo guardò di traverso e si voltò in seguito in un’altra direzione, con uno scatto tale che uno dei suoi ciuffi color miele colpì quasi in faccia l’altro. «Fammi il piacere! Come se io venissi a chiedere un appuntamento ad un cafone come te.» ostentò una tonalità seria e offesa di voce, tuttavia le sue gote assunsero un involontario e inconsapevole spruzzo di rosa.
Purtroppo per lei, quella stilla di colore non mancò di essere avvistata dall’ottima vista delle due perle blu argento che costituivano il maligno e costantemente arrogante sguardo di Belzebu.
«Intanto mi hai offerto un gelato.» le ricordò portandosi la crema gelida a contatto con le labbra nivee «Fino a ieri, era già tanto se mi offrivi una bastonata in testa.» nascose dietro al gelato una smorfia al pensiero. Già, perché quella della bastonata non era un’ipotesi mai verificatasi.
L’altra alzò le spalle, rifiutandosi ancora di voltare il capo nella sua direzione. «Mi hanno imposto di fare un’azione buona, dicono che sono troppo scontrosa per un angelo.» sospirò quasi affranta, con quella teatrale necessità di avere l’approvazione di tutti tipica degli angeli.
«Effettivamente, sono rari persino i demoni aggressivi come te.» considerò il moro, in un misto fra la rara ma semplice verità e la solita e irritante malizia di sempre.
In replica ottenne come prevedibile un pugno sulla spalla che sfiorò il nervo, provocandogli un brivido che percorse tutto il braccio fino alle dita. Rivolse un’occhiataccia alla giocatrice degli Apostoli del Cielo, la quale lo fissava infastidita con le sue grandi e dense iridi di zaffiro fuso. Il giovane – si fa per dire – si stupì un attimo di quella apparentemente insignificante analogia. Da quando pensava certe cose zuccherate?
«Sei sempre il solito deficiente senza un briciolo di cervello.» sibilò tornando alla sua merenda, riportando le affusolate dita femminee – erano anche smaltate di azzurro, e poi la loro proprietaria si lamentava quando la si trattava da femminuccia – intorno al cucchiaio di plastica, che terminò in qualche secondo a combaciare con la sua bocca carnosa e rosata. Altri pensieri assurdi.
«Almeno io mi comporto come la mia natura richiede, demonietta mancata.» ghignò scoprendo i canini appuntiti, il moro; con noncuranza, si abbassò di scatto leccando il gelato, giusto in tempo per evitare il gancio destro che – senza neanche guardarlo – la biondina gli sferrò da sinistra.
«Io sono perfetta, idiota.» ringhiò palesemente turbata l’accusata. E certo si sarebbe dovuta rendere conto che già quell’affermazione la rendeva ben lontano dall’essere un angelo modello...
L’interpellato inclinò la testa con aria sorniona. «Non ti scaldare Riccioli d’Oro, non l’ho detto io che sei troppo eccentrica per essere l’amica preferita di Sein.» schernì divertito.
Strappò il cucchiaino di plastica dalle dita di Aiel e ne saggiò il contenuto, preparandosi al trattenersi dai conati che solitamente le granite così zuccherose gli provocavano, senonché si ritrovò a sussultare per la sorpresa, tentando di non darlo a vedere. Sapeva davvero di fragola, a metà fra l’aspro e il dolce solito dei frutti appena colti. Era buona, dannazione.
«Senza zucchero» spiegò l’angelo, perfettamente cosciente del dubbio che era sorto nella testa del demone «Sai darkettone, a me non piace vanificare il delizioso gusto di un dono della natura.»
«Che paroloni per dire che sei l’unico angelo al mondo a cui lo zucchero non piace.»
«Non ho detto questo!» sbottò riappropriandosi del cucchiaio «Ahh, sei proprio uno scemo!»
Il bruno dovette appellarsi a tutto il proprio precario autocontrollo per non scoppiare a ridere. «Non fare la preziosa, tanto con me non attacca. Lo so che ti secca dover essere come tutti gli altri.»
La ragazza digrignò i denti e gli rovesciò la granita in testa. «Sei insopportabile, avrei dovuto invitare Elfel, con lui mi diverto decisamente di più e mi arrabbio meno!»
Ciò espresso con inquietudine nello sguardo, gli volse le spalle e si incamminò, irritata, verso una destinazione ignota.
 
«Alla fine hai vanificato la tua azione buona, ieri.»
«Fai silenzio, darkettone insopportabile.»
«Sappi che ti sei sbagliata, comunque.»
«Eh, riguardo a cosa?»
«Quello di ieri era un appuntamento.»
«Oh certo, e perché mai di grazia se ti ho detto di no?»
«Perché sei cotta di me, che domande.»
«Ma se non ti sopporto!»
«Non sei proprio capace a mentire, almeno in questo sei simile agli altri angeli.»
«Se non fossi immortale ti farei fuori seduta stante!»
 
 
 
  
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