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Autore: Maliks_Kebab    08/09/2013    0 recensioni
Ero lì per un motivo, solo non avevo idea di quale fosse.
Genere: Avventura, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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In quell'istante la mia preoccupazione raggiunse livelli mai raggiunti. Ero nel panico.


Nel frattempo l'avvocato Allen Welsh Dulles, non che finanziere, bancario e intermediario, passeggiava a passo svelto nel corridoio della stazione fissa dell'intelligence statunitense. Eh sì, era anche il direttore della CIA. Un uomo alto, magro, con il sorriso sempre stampato in faccia. I capelli corti brizzolati risaltavano i suoi lineamenti morbidi e infantili. Portava come sempre i suoi occhialetti, che coprivano gli occhi scuri e caldi, schiacciati alla sommità del naso che gli davano, insieme ad un completo classico, l'aria curiosa. Salutava i suoi dipendenti con l'aria di chi ha ritrovato un oggetto smarrito. E alla fine, trovata la porta del suo studio, la aprì e respirò profondamente.

"Che i giochi abbiano inizio"
Si guardò attorno, chiuse la porta a se e subito l'espressione felice e disinvolta che aveva prima svanì; chiuse le finestre e tirò le tende. Accese il monitor del computer e subito apparvero dei documenti. Alla sua destra stava un oggetto curioso: un attrezzo per modificare la voce. Subito accanto un telefono fisso con rete assolutamente protetta e irrintracciabile. Adesso squillava.

«Pronto?» rispose con una freddezza che non lo rappresentava per come lo conoscevano.
«Lui è qui. Sa tutto»
Si lasciò sfuggire un sorriso. " Troppo tardi "
Riagganciò la telefonata e riprese a leggere i suoi documenti.
Poi prese la sua pipa e iniziò a fumare. Completamente rilassato.

" Si pentirà di avermi intralciato il percorso con i suoi studi! Ma d'altra parte sarebbe stato troppo semplice. Accetterò il mio avversario, ma per adesso è bene rallentarlo."

Ancora si fece scappare un sorriso: "Lui non ha la più pallida idea"



300 km più a nord Robert stava cercando di rintracciare Steve.
«Steve, cavolo, rispondi è urgente»
*Bip*
" È il terzo messaggio che gli lascio in segreteria! Non capisco, lui risponde sempre"
«Qualcosa non va signor Collins?» Domandò Daniel con tono piuttosto arrogante.
Decisi di passarci su.
« In effetti...Un mio amico non risponde al telefono ed è molto strano perchè .. »
« Si tratta del suo amico Steve? Steve Denk?» Disse con ovvietà.
Rimasi di sasso. Non avevo mai detto il suo cognome.
« C-Cosa?»
L'agente si sentì a disagio. Come se avesse rivelato qualcosa che non aveva il diritto di dire.
« Ma basta!» disse l'altro agente.
« Harry, no!» urlò Daniel in preda al panico.

Alzai le mani alla vista della magnum  ad aria compressa che teneva ben salda nei palmi delle mani.

CONFUSIONE.

«Steve è morto. James è morto. E adesso lo sarai anche tu»

NON CAPISCO.
L’allarme dell’auto di fronte al mio appartamento al primo piano per fortuna distrasse gli agenti  e io senza pensarci due volte saltai giù dal balcone al lato opposto dove gli agenti stavano guardando.
Successe tutto in un attimo.
Per fortuna la mia caduta era stata attutita da un fitto prato d’erba sul retro della mia abitazione.
Adesso correvo arrancando delle parole di soccorso. Aprii in fretta il cancellino che mi divideva dalla strada e corsi. Corsi più che potei. Le mani mi tremavano, la testa mi faceva male e avevo gli occhi pieni di lacrime per i miei amici. 
“Non credo che la CIA stia dalla mia parte: è il nemico adesso”
Inghiottii quella brutta sensazione alla gola tipica delle situazioni difficili. Non ce la facevo più. Stavo correndo da non so quanto tempo. Decisi di fermarmi quando davanti a me intravidi un boschetto. Non vedevo quasi niente per le lacrime che faticavo a trattenere e che adesso mi stavano rigando il viso. Mi feci spazio fra i rami secchi e l’erbaccia. Una volta superata la burrascosa entrata, il bosco era bello.
Bello.
Non mi viene in mente nessun altra parola. La luce di metà mattina che filtrava fra i rami era di una delicatezza invidiabile. Camminai facendo scricchiolare le foglie secche dell’autunno sotto i piedi. Trovai poi un ammasso di pietre e massi.
Un flash. 
Mi vedevo lì, disteso su quella roccia. Ero deperito. Sporco. Denutrito.
Decisi di scacciare quel brutto pensiero. Non avevo nessuna intenzione di restare su una roccia tutta la vita. A scappare dal governo. No! Quelle immagini non erano reali, si vedevano solo nei film. 
“Mi devo nascondere, ma non lo farò di certo in questo modo.”
Ritornai a guardare la luce che filtrava dai rami. Allora mi sedetti sulla roccia e lasciai che le lacrime riempissero il mio viso. Ancora. Un’altra volta. 



Hey!!!!
Ecco a voi un altro capitolo  Spero davvero che vi sia piaciuto. Ci sono molti cambiamenti e ce ne saranno ancora! Spero solo di non confondervi troppo le idee.. hahahah!! Fatemi sapere se è stato di vostro gradimento lasciando un commento!! 

Un bacio x.
  
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