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Autore: BlueRibes    09/09/2013    0 recensioni
Bekka è innamorata di Aidan, sin da quando si sono conosciuti nella tenera età.
Ora lei ha 16 anni, lui 19, e proprio quando lei pensa che lui possa notarla e darle una possibilità, rimane delusa.
Dal testo:
Non passava anima viva di lì quella sera, perché erano tutti in piazza. Lui compreso. E lei sperava davvero che la causa del suo male tornasse a ricevere ciò che si meritava.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO I
Confessions




Stupida. Stupida, stupida, stupida.
Ormai quella parola le ronzava nella testa, rendendole impossibile pensare a qualsiasi altra cosa. Si passò sgraziatamente una mano tra i capelli e iniziò a correre. La bionda chioma che rimbalzava ad ogni suo passo, spiccando tra la folla per quel paio di centimetri che lei tanto detestava, il leggero vestito azzurro in balia del vento, che asciugava le stesse lacrime che fino a poco prima le rigavano il viso. E corse, corse finché i suoi polmoni ardevano di dolore, corse finché vide quella casa e vi si fermò davanti, accasciandosi di fianco al cancello. Non passava anima viva di lì quella sera, perché erano tutti in piazza. Lui compreso. E lei sperava davvero che la causa del suo male tornasse a ricevere ciò che si meritava.

            *    *    *    *    *    *

Era stata una serata strana. Era quasi sicuro di aver incrociato il suo sguardo, eppure non era andato da lei. 
Era bellissima, quella sera più che mai. I piccoli occhi scuri, coronati dalle lunghe ciglia, erano truccati dei colori del cielo e del mare, creando una sfumatura degna di un angelo, eppure non era andato da lei. 
Il leggero abito che indossava lasciava scoperte le sue spalle abbronzate, che lui tanto aveva sognato di accarezzare, eppure non era andato da lei. 
Aveva visto il suo sorriso decisamente forzato rivolto agli altri ragazzi, eppure non era andato da lei. 
Perché? Ora il senso di colpa lo stava colpendo come un'onda. Raggiunse la casa con passo lento ma deciso, guidato dalla voglia di tornare a casa, buttare giù l'ennesima bottiglia di birra della serata e risolvere il tutto l'indomani, o comunque appena l'avesse vista.
Perso in questi pensieri non si accorse della figura accovacciata che ad ogni sobbalzo faceva rimbalzare i riccioli biondi, finché non vi fu quasi davanti. 

            *    *    *    *    *    *

Ormai non aveva più lacrime da piangere quando lui arrivò. Alzò piano la testa al rumore dei suoi passi, e fu così che si accorse di lei. I suoi occhi scuri, circondati dall'alone nero di quello che era il suo mascara, si aggrapparono al verde di quegli occhi che spesso si era ritrovata a fissare. Occhi che in quel momento erano spaventati. 
Lui si avvicinò cautamente e si mise in ginocchio davanti a lei.

            *    *    *    *    *    *

Non l'aveva mai vista così. In pochi secondi la bellissima immagine che inondava la sua mente era stata rimpiazzata dalla morbida pelle abbronzata rigata di nero e i piccoli occhi colmi d'odio e frustrazione che ora si ritrovava davanti.
Stava per parlare quando si ritrovò una mano sulla bocca.
-Zitto, parlo prima io.- disse lei con una voce che tradiva decisamente il pianto di poco prima.
Si tolse la mano dalla bocca e parlò a sua volta. 
-Vieni almeno in casa, non voglio che tu mi muoia qua davanti a casa.
Le prese la mano e dopo un po' di resistenza, lei si alzò e lo seguì dentro.

            *    *    *    *    *    *

Inizialmente non voleva seguirlo, che senso aveva accettare la gentilezza della stessa persona per cui hai consumato tutto quel mascara? Ma stava davvero gelando, e poi al centro commerciale c'erano i saldi. 
Si alzò, e come un cerbiatto appena nato cercò di camminare fino a dentro senza cadere. 
Girovagò un po' per il salotto, perché Aidan era sparito in una stanza adiacente al salotto. Dopo una decina di minuti, lui tornò con una bottiglia di birra e una cioccolata fumante con panna e cannella. O lui la conosceva molto bene, o era diventata davvero prevedibile. Per un attimo decise però di lasciare da parte ogni cosa, ma fu solo uno spiraglio di pochi secondi. Lui prese una poltrona, la trascinò davanti al divano, e una volta che vi fu seduto sopra in maniera per nulla fine, le fece cenno di sedersi. 
Lei cautamente si avvicinò, per poi acciambellarsi vicino al bracciolo del divano. 
-Sei uno stronzo- esordì lei.
-Bel modo di iniziare una conversazione- mugugnò lui. -Sentiamo, cosa avrei fatto sta volta?
-Lo stesso sbaglio che fai da quando ci conosciamo ma che non ti ho mai ripreso- disse Rebekka abbassando gli occhi.
-Vale a dire?- ribatté lui, evidentemente confuso.
-Non ti sei accorto che sono innamorata di te, scemo- disse piano, arrossendo.
Aidan per poco non si strozzò con la birra che stava bevendo.
-Ti amo, Aidan. Dalla prima volta che ci siamo incontrati, 16 anni fa.- proseguì lei, alzando lo sguardo.
Aidan posò la birra a terra e tolse la tazza di mano a Rebekka per posarla insieme alla bottiglia. 
-Bekka...- disse in un bisbiglio appena udibile.



Saaalve :3 
Bene, questa è una mia storia indedita, ho già in mente un paio di capitoli ma non so ancora quanti di preciso.
Btw, spero si capisca ciò che ho scritto, mi sa che i vari P.o.v. si potevano evitare...
Se avete tempo/voglia/qualcos'altro di lasciarmi una recensione sarò ben felice :)
A presto,
BlueRibes~
  
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