Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: _paynephone_    09/09/2013    1 recensioni
Perdere l'amore della propria vita, perdere la voglia di vivere, girovagare per Londra come un fantasma, come se fosse inesistente. A lui è successo.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
All Over Again.

Era solo, seduto su quella panchina, mentre su Londra pioveva incessantemente. Era ormai un anno che tutti i giorni andava lì sperando di trovarla come la prima volta che si erano incontrati, cinque anni prima.

'Vuoi dirmi che ti succede Brittany?' disse lui, accarezzandole le guancie, bagnate dalle lacrime.
'No, non posso farlo, non posso restare, lo vuoi capire? Non è più il mio posto questo.'' disse lei, allontanadosi.
'E io che faccio? Senza di te dimmi cosa sono?'
'Tu resterai qui, ti dimenticherai di me e ti innamorerai di nuovo.'
'No, non mi innamorerò mai più, perchè amo te, è te che voglio sposare, è con te che voglio avere dei figli ed invecchiare, sei l'altra mia metà, come se fossi il mio riflesso, non vivo senza te.'
'Non vivresti neanche con me, fidati.'


La pioggia batteva sulla visiera del suo cappello nero dei New York Yankees, goccie che nascondevano le lacrime che cadevano ormai da troppo tempo sulle sue guancie arrossate per il vento di ottobre.
Non usciva più, mangiava poco, era un fantasma che girava per la città, nascosto dai suoi pensieri e dalla sua malinconia, dai ricordi che gli annebbiavano la mente, che lo facevano gridare di rabbia.
Era come se fosse morto, come se fosse solo un ombra che nessuno vedeva, della quale nessuno si preoccupava.

'Brittany, se tu adesso te ne vai io vengo con te. Non posso sopportare l'idea di esserti lontano adesso che hai bisogno di me.'
'Non voglio che tu mi veda morire lentamente in un lettino d'ospedale freddo e malinconico, non voglio che tu provi pena per me, voglio che ti ricordi i meravigliosi anni che abbiamo passato insieme, le stupidaggini, le feste, i baci, le notti insonni al telefono, tutto quello che abbiamo passato insieme. Devi ricordarti della Brittany solare, non di questa che sta morendo.' disse fra le silenziose lacrime
'Tu non morirai, posso giurarlo sulla mia stessa vita, ce la farai, ne sono sicuro, Brittany, non puoi lasciarmi dopo tutto quello che abbiamo superato insieme!' rispose piangendo anche lui.
'Sì, accadrà, e sono pronta. Tu sarai forte e vivrai anche per me. Io devo andare là, perchè non posso più restare a casa. La leucemia sta peggiorando, sono sempre stanca, faccio fatica a muovermi e respirare. Poi vedi, non ho più neanche i capelli.' rispose sorridendo amaramente.


I suoi capelli, quei liscissimi capelli rosso scuro, che avevano quei riflessi rosso acceso ogni volta che un raggio si sole li colpiva. Lui amava accarezzarli mentre erano distesi sul divano a guardare la tv, oppure dopo aver fatto l'amore, mentre lei dormiva e lui la osservava.
Aveva sempre detto che la loro figlia avrebbe dovuto avere il suo colore di capelli, perchè anche se Brittany fosse invecchiata avrebbe continuato a vederli.
Passava da quella panchina al cimitero, dove la piccola lapide bianca riportava la foto del suo amore, di quella ragazza così solare alla quale il destino aveva segnato un futuro orribile e ingiusto.
Sarebbe voluto morire lui, pur di salvarla. Tutti i giorni arrivava con un mazzo di tulipani rosa, i preferiti della ragazza; se li faceva spedire dal suo fioraio di fiducia e tutti i giorni li cambiava, poi si sedeva per terra e iniziava a raccontarle cosa era successo quel giorno.

'Margareth, sono io, volevo parlare con Brittany, posso passare a trovarla in ospedale?' chiese come sempre alla madre della ragazza.
'Credo che non potrai parlarle oggi, ne mai più...lei è...' la donna era scoppiata a piangere e il telefono del ragazzo era caduto rovinosamente a terra.
Lui scoppiò a piangere e iniziò a tirare calci al divano.
Suo padre corse da lui e lo strinse tra le sue braccia, e il ragazzo si lasciò cullare dall'uomo, mentre entrambi piangevano.
'E' stata forte per troppo tempo, doveva succedere e lo sapevamo.'
'Papà, io l'amavo, la amo, non le ho nemmeno detto quanto, perchè non saprei come dirlo. Come faccio senza i suoi occhi, senza il suo sorriso, senza lei?'
L'uomo alle parole del figlio pianse di nuovo e lo accompagnò all'ospedale, sicuro che il ragazzo non sarebbe stato in grado di guidare.


Era passato un anno, 365 giorni, 8 760 ore, 525 600 minuti, 31 536 000 secondi senza lei, senza la ragazza della sua vita, senza l'unica che lo aveva fatto sentire vivo in quattro anni, la persona per la quale avrebbe dato la vita, ma i dottori avevano detto che anche con un trapianto di midollo sarebbe stato impossibile salvarla, aveva insistito e all'inizio sembrava che avesse funzionato, ma poi le condizioni erano peggiorate di nuovo.
Non sapeva più come fare a vivere, non sapeva più ragionare razionalmente: la sognava di notte, vedeva il suo sorriso in ogni ragazza, era peggiorato a scuola e nessuno sapeva come aiutarlo, neanche i suoi migliori amici, che erano riusciti a superare la morte della ragazza.

'Siamo qui oggi per dare l'estremo saluto ad una ragazza che ci ha dato tanto, è sempre stata un'ottima studentessa, altruista, generosa e solare, illuminava ogni stanza nella quale entrava...'' il prete aveva iniziato il suo straziante discorso, anche lui con le lacrime. Tutti in quel quartiere conoscevano Brittany e tutti le volevano bene.
'Era la mia migliore amica, eravamo inseparabili, non mi ha mai detto della sua malattia, l'ha nascosta a tutti noi fino a che è stato possibile -Non voglio la pena di nessuno- era quello che ci diceva. So che oltre un'amica meravigliosa era anche una fidanzata fantastica.
So quanto a lui manchi Brittany, mancherà a tutti noi, avevano un rapporto unico, mi raccontava sempre tutto, di come si sentiva con lui, di quanto volesse che quegli attimi fossero infiniti, di quanto le sarebbe piaciuto passare la vita con lui, e io non capivo perchè dicesse così...o almeno l'ho capito dopo.' 
Alle parole di Ashley, il ragazzo non resistette e si allontanò, mentre i suoi amici lo seguivano.
Quanto tornò là fu il primo a gettare una rosa e una manciata di terra sulla bara bianca appena appoggiata al suolo.


In un attimo gli tornarono alla mente i momenti passati con lei, tutte le meravigliose cose che si erano detti, il primo bacio, il primo ti amo, la prima volta.
Era straziante il dolore che provava senza di lei, sentiva come se il suo cuore fosse stato strappato senza preavviso, senza permesso, senza un motivo.
Perchè una bellissima ragazza di 19 anni deve morire? Perchè gli assasini, i pedofili, gli stupratori girano liberi senza una condanna giusta? Brittany non doveva morire, quella malattia non doveva portargliela via, strapparla dalle sue braccia come se fosse stato un pacco, come se avesse fatto male a qualcuno.
Ma lei era unica, era la persona più dolce, sensibile e buona che questo mondo avesse mai conosciuto ed era sua, sarebbe stata sua per sempre se solo lui l'avesse aiutata.
Si odiava perchè lui non aveva fatto niente per lei, nonostante si fosse sottoposto ad un intervento per donarle il midollo, nonostante le trasfusioni sangue che faceva settimanalmente che lo avevano indebolito lui si era sentito inutile perchè lei era morta, non era più al suo fianco, a dirgli quanto lo amasse.
Tower Bridge, il loro primo bacio, era lì, in piedi, guardava il Tamigi scorrere veloce sotto di lui, decise di sedersi, e iniziò a scrutare l'orizzonte.

''Ciao mamma, ciao papà, scusatemi, lo so che non sono stato il figlio perfetto che volevate, lo so che spesso vi ho deluso, lo so che non è questo che volevate per me, ma io l'amavo, l'amavo più di me stesso, era l'unica che sapeva farmi sentire vivo.
Brittany era la donna della mia vita, era tutto, era il sole e la luna, era il fuoco e l'acqua, era l'ossigeno che respiravo, mi nutrivo del nostro amore, non avevo bisogno di nient'altro se non di lei.
Non è giusto, lei non doveva morire, doveva essere con me seduta su Tower Bridge, a ricordarsi del nostro primo bacio, non dovrei esserci solo a piangermi addosso, ma non riesco ad andare oltre, non riesco a superarla, non posso dimenticarmi di lei, perchè se lo facessi morirebbe di nuovo.
Ho bisogno di rivederla, di riabbracciarla, di dirle quanto la amo, di stare con lei.
Ho bisogno dell'altra metà di me.
E' per questo che voglio dirvi che vi voglio bene e che non vi scorderò mai, ma adesso devo andare da lei, per ricominciare tutto di nuovo.''

Ma quando i suoi arrivarono era troppo tardi, era già saltato giù, trasportato dalla corrente verso il suo unico amore, pronto a riunirsi a lei per l'eterità, senza che più nulla potesse separarli.

Ciao a tutti, quetsa è la mia prima One Shot e spero vi sia piaciuta. Non ho voluto mettere esplicitamente uno dei ragazzi, perchè l'intenzione è quella di farvi immaginare quello che la vostra mente deciderà. Fatemi sapere che ne pensate!
Reb.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _paynephone_