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Autore: MiChiamoChiara    09/09/2013    19 recensioni
Cara Delevigne, una ragazza di diciassette anni che si è trasferita a Londra da sola perchè era uno dei suoi tanti sogni, lasciando a Chicago i suoi migliori amici e la sua famiglia.
Harry Styles, il suo vicino di casa e compagno di banco a scuola, rimane subito colpito da Cara per la sua innaturale bellezza e spontaneità.
Cosa succederà tra i due?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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                                     Skinny Love.

                                                                         Capitolo 1 - Prologo



L'aria pungente di Londra mi arrivò dritta in faccia, scompigliandomi i capelli mandandomi qualche ciocca bionda davanti agli occhi. Sbuffai, e con gesto secco della testa li tirai indietro afferrando il manico della mia valigia marroncina. Tutte le estati venivo qui da mia nonna per le vacanze; mi trovavo degli amici, uscivo quasi tutte le sere  ma poi ritornavo a Chigago per il solito tram tram.

Decisi una volta per tutte di trasferirmi completamente qui a Londra, tanto per i miei diciasette anni  scarsi potevo anche cavarmela da sola. Quando ero una stupida dodicenne mi prendevo sempre cura da sola, a causa di genitori sempre assenti per lavoro. Appena gli spiegai la mia idea di venire a vivere qui, mi dissero che se era un mio sogno era bene che gli andavo incontro.
Appeva notai con la coda dell'occhio una macchina gialla con la scritta "TAXI" nera sui fianchi, mi affrettai ad alzare il pollice della mia mano coperta dal guanto per fare l'autostop. L'autoveicolo si fermò proprio davanti a me, uscii un uomo sui quarant'anni sorridente che mi aiutò a mettere la valigia nel bagagliaio piuttosto ristretto. Lo ringraziai gentilmente, e lui si limitò a fare un cenno con la testa.  Salii in macchina sedendomi silenziosamente nei sedili posteriori, infagottandomi nel mio cappotto per il freddo.
«Dove la porto signorina?» domandò l'uomo mentre si sfregava le mani nel tentativo di scaldarle, ma con scarsi risultati.
Mia zia, che era venuta due volte a fine Ottobre, mi aveva detto che non era poi così freddo, un maglione di lana per andare in giro e via. Fanculo, qui gela e sei hai solamente un maglione addosso credo che potresti morire di ipotermia.
«Wallstreet, numero sette.» risposi infreddolita, frugando nella mia borsa blu in pelle in cerca del mio I-Phone che mi avevano regalato i miei il giorno del mio compleanno. Appena lo trovai, lo sbloccai inserendo il PIN, mandando subito un messaggio ai miei due migliori amici: Met e Alexia.

A: Met.
Ciao babbano, sono arrivata a Londra sana e salva. Ti chiamo presto. -C. x
Premetti velocemente in tasto 'invia' per poi scrivere quello di Alexia.

A: Alexia.
Ciao Ale, sono arrivata a Londra e sto andando all'appartamento. Quando ho un pò di tempo ti chiamo. -C. x

E premetti 'invia' per la seconda volta, mettendo il mio cellulare nella borsa non curante. Le uniche cose che mi trattenevano a Chigago erano loro due, ma mi continuavano a dire che ci saremmo visti, anche se meno spesso, ma potevamo sentirci via Facebook quando volevamo.
Non mi dispiaceva andare via dai miei genitori, anche perchè loro erano sempre fuori casa e non c'era nessuna differenza da vivere da sola o con i miei, quindi. Avevo promesso ai miei parenti che sarei tornata prima di febbraio, o addirittura di gennaio per una visita. Sentii la vibrazione ripetuta due volte che proveniva dal mio cellulare, segno di due messaggi arrivati. Alexia e Met.

Da: Met.
Okay piccola, ci sentiamo. -M.
Sorrisi, amavo quando quando mi chiamava con i suoi nomignoli dolci.

Da: Alexia.
Okay Cara, buona permanenza allora, fatti sentire qualche volta. -A. x

Alzai la testa quando l'uomo parlò dicendomi che eravamo arrivati alla mia via. Lo ringraziai dandogli una piccola mancia in segno di gratitudine per poi prendere la mia valigia e diringendomi in quello che sarebbe dovuto essere il mio appartamento. Girai le chiavi nella toppa per ben tre volte, dandomi visione della mia piccola dimora.
Me l'ero aspettata più brutta, sinceramente. Ma era esattamente l'incontrario; le pareti erano dipinte di un leggero rosso, c'era un grande tappeto in mezzo al salotto e un piccolo camino attaccato al muro. Lasciai la mia valigia nel soggiorno, continuando a perlustrare le altre camera curiosa; il bagno era azzurro, un pò piccolo, ma era davvero carino. La cucina era grande, un grande tavolo in mezzo con delle rose in un vaso, frigo e fornelli nuovi di pacca. Aprii la porta dove c'era inciso sulla porta "Room", ovvero camera da letto. In mezzo c'era un letto matrimoniale, una scrivania vicino alla finestra per avere più luce e infine un mazzo di fiori che emanavano un profumo delizioso. Mi affacciai alla finestra e con grande stupore s'intravedeva il London Eye, solo un piccolo pezzo.
La settimana prima di venire qui avevo cercato su Internet dov'era la mia scuola; dieci minuti da casa mia, neanche tanto. Però, per cominciare uno di questi giorni a seguire le lezioni, dovevo iscrivermi.
Decisi di andare subito, così almeno non lo rimandavo al giorno dopo ancora come di solito facevo io. Chiusi la porta di casa verde, e seguii alla lettera le indicazioni che mi ero scritta su un foglio insieme alla cartina. C'era molta gente per le vie di Londra, sebbene fossero le sei di sera. Pensai che molta gente a quest'ora usciva da scuola e dal lavoro, era l'unica spiegazione plausibile.


Appena lessi il nome della mia scuola "LONDON HIGH SCHOOL" dall'atra parte della strada sorrisi, mentre mi affrettai ad attraversare sulle strisce pedonali bianche, per poi suonare il campanello mezzo rotto. Mi rispose una voce graffiata e squillante:
«Chi è?»
«Sono Cara Delevigne, devo iscrivermi alla vostra scuola.» sussurrai a dieci centimetri dal citofono, mentre - presumo sia la preside - mi apriva il cancello.
Appena entrai fui pervasa da una ventata di aria calda, che dovetti per forza togliere il cappotto e i guanti di lana beige. Una signora sulla sessantina mi diede il benvenuto, poi mi ordinò di seguirla per compilare dei moduli dell'iscrizione. Nell'attimo in cui posai sull'appendiabiti il mio cappotto mi cadde un pacchetto di Malboro rosse, subito la preside mi guardò con sguardo di rimprovero.
«Non si fuma nella nostra scuola.» mi avvertii, io annuivo lentamente mentre recuperavo da terra le mie preziose sigarette. Ne avrei fatta una fuori dopo, ne avevo tremendamente voglia.
 Mi fece sedere su una sedia di pelle nera del suo ufficio, per poi guardarmi di sottecchi mentre compilavo alcuni fogli con domande molto banali. Glieli ridiedi soddisfatta del mio lavoro, mentre lei li controllata e annuiva.
Mi diede tutti i libri per studiare da portare a casa, non erano tanti ma pesavano.
«Perfetto signorina...» si fermò per vedere il cognome su uno dei fogli «Delevigne. Può iniziare domani, arrivederci.» la salutai ringraziandola cordialmente, mentre mi infilavo il cappotto uscendo.
Frugai nella mia borsa cercando una sigaretta e l'accendino che tenevo dentro il pacchetto, sennò l'avrei sicuramente perso. L'accesi e mi beai dell'amaro di nicotina in bocca, mentre pensavo a come sarebbe stata la giornata di domani.




Hola ragazzuole belle!
Eccomi qui con un'altra FF, questo è solo il Prologo, vi prometto che i prossimi capitoli saranno meglio anche perchè il capitolo 2 è già lì che vi aspetta :)

Vi piace? A me sì dai, c'è Cara Delevigne che è da un pò di tempo che volevo introdurla in una storia e voi direte? Ma mica era una Fan Fiction sui One Direction NON FAMOSI? Essì, ma si incomicia a vedere UNO di loro nel prossimo capitolo :)
Mi piacerebbe se ognuna di voi lasciaste anche una piccola recensione, solo per vedere come vi sembra, sennò non ci perdo altro tempo.. Spero che vi piaccia questo capitolo. Se volete vedere un'altra mia FF andate sul mio profilo, ma di sicuro sarà meglio questa! ho taaaaaaaaaaante idee! :)
Nel capitolo 2 c'è da schiantarsi dalle risate ahahah :')

Alla prossima, forse.

Baci, Chiara.





  
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