La notte.
Così buia, tranquilla, enigmatica, arcana.
Non riconosciamo davvero quanto sia speciale.
La notte è sacra. Perché permette di pensare.
La notte è rugiada. Quando volge all’alba…
La notte soffia. Soffia via l’infelicità e la rabbia.
La notte trasporta. L’ansia e la preoccupazione in fondo alla mente, in un cassettino.
La notte canta. Una canzone soave per farti addormentare.
La notte risana. Le ferite del mattino.
La notte ti culla. Fra le sue impalpabili braccia.
La notte è pura. Fresca. Bella. Fanciulla dal volto stellato.
Rilassa. Rinvigorisce. Consola.
Ma a un certo punto frastorna.
Per far posto a magiche esperienze.
E così dà una dimora ai sogni.
I sogni.
Tele e tele di immagini e suoni.
Dicono che i sogni rispecchino le proprie emozioni…
…ambizioni…
…il proprio carattere…
…modi di vivere…
O che rivelino…
previsioni del futuro...
…quello che non ci si riesce a togliere dalla mente… una persona, un pensiero, una canzone.
Per alcuni popoli sono gli astri che vegliano sulle persone la notte e intrattengono gli spiriti tessendo per loro magici sogni.
O sono invenzioni.
Solo supposizioni.
Lassù, fermi. Fedeli riferimenti da secoli e abili artigiani nel dare forma ai nostri pensieri.
Si dice anche che ognuno abbia una propria stella,
che brilli su nel cielo, che sia la nostra copia dell’anima o solo un oggetto incandescente.
Voci, voci, voci.
Ma la notte è anche il momento in cui agisce il male.
Un oscura presenza abbandona il covo. Ombra nell’ombra, la chiamano. Per il suo cuore che non vide mai luce e pullula di nero rancore.
Misteriose intenzioni affollano la mente di quest’individuo.
Che sia in cerca di tesori? Fortuna?
O persone.
In quel momento Howl e Kaidara non potevano mai saperlo.
* * *
Passi. Quella notte si udirono dei passi.
Passi sicuri e un po’ pesanti che fecero scricchiolare il pavimento di legno.
Howl si rigirò nel letto.
Dapprima pensò che si trattasse del padre o della madre che quasi ogni sera avevano gli incubi e scendevano al piano di sotto; poi però si accorse che la persona o era ferma da un po’ o si muoveva così silenziosamente che non riusciva a sentirla.
Che stesse cercando di entrare di soppiatto? Che fosse un malintenzionato?
La paura le scorreva nelle vene, le si accapponava la pelle al solo pensiero che qualcuno la stesse cercando nella notte.
Cercò di rimanere calma e di riflettere ma mentre pensava ciò la figura si mosse e venne verso la sua stanza.
Che fare ora? Alzarsi, mettersi dietro la porta e poi colpirla in testa?
E se invece si stava solo preoccupando inutilmente?
L’adrenalina era in circolo.
Howl allora prese l’abat-jour e la mise accanto a sé sotto le coperte.
La porta si aprì e Howl si coprì fin sopra la testa.
L’individuo si avvicinò al suo letto. Lei si chiese se quella fosse davvero la sua fine.
Poi si sedette accanto a lei e poggiò la testa sul cuscino. Howl si tranquillizzò.
- Ciao Howl, scusa l’ora. Non riuscivo a dormire, capisci? - sussurrò - Ho fatto un sogno molto strano; vuoi che te lo racconto?
La testa di lei fece capolino dalle coperte.
- Uhhmmm… Magari domani. - rispose stizzita - Ma che cacchio di ore sono? Mi hai fatto prendere un colpo!
- Le undici e mezza. - sussurrò ‘innocente’.
- Dai, vai a dormire come fanno tutte le persone normali! – gli disse, quasi volesse rimproverarlo.
- Va bene, ok, ci proverò. - Il ragazzo si alzò - ‘Notte Howl e sogni d’oro. - e la baciò sulla guancia.
- ‘Notte Kai.
Uscì dalla stanza guardando la sorella e chiuse la porta alle sue spalle.
- D’ora in poi dormirò con la lampada sotto il letto. - pensò Howl - Ogni tanto una lampadata in testa fa bene!
Pensò a come vendicarsi il giorno successivo ma non ci fu mai l’occasione di farlo.