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Autore: kurage    09/09/2013    0 recensioni
[BtoVIXX] [KenJae/sungjaehwan]
"Quando eravamo bambini, io e Jaehwan eravamo ottimi amici. In ogni ricordo felice della mia infanzia c’è sempre la sua presenza."
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Sungjae
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quando eravamo bambini, io e Jaehwan eravamo ottimi amici. In ogni ricordo felice della mia infanzia c’è sempre la sua presenza. Io non avevo altri amici al di fuori di lui.
Quand'ero piccolo avevo un carattere piuttosto riservato e raramente stringevo rapporti con i compagni di scuola o con i bambini del vicinato, e oltre ai legami familiari che avevo con i membri stretti della mia famiglia, non riuscivo a relazionarmi con gli altri miei coetanei. Ma un giorno, mia madre mi convinse da uscire per provare almeno a scambiare qualche parola con qualcuno, e incontrai un ragazzino, di tre anni più grande di me. Fu lui a rivolgermi per primo la parola, vedendomi in disparte seduto sul marciapiede. Ricordo che mi trovai subito a mio agio assieme a lui, fui in grado fin da subito di parlargli senza alcun problema. Era molto simpatico, a prescindere dalla situazione riusciva sempre a farmi ridere, la sua presenza aveva per me un non so che di rassicurante.

Un giorno, non appena scesi le scale di casa mia per raggiungerlo in mezzo alla strada deserta, mi corse incontro tutto eccitato.
«Sungjae! Sungjae! Mi è venuta un'idea!»
Io lo guardai curioso.
«Che idea?»
«Andiamo! Andiamo a visitare la casa abbandonata in fondo alla strada! Ti prego!»
Mi irrigidii. Casa abbandonata? Non se ne parla. Avevo troppa paura di questo genere di cose, ma allo stesso tempo pensai che deluderlo sarebbe stata l'ultima cosa che avrei voluto fare. Quindi, abbozzai un sorriso e dissi fingendo grande entusiasmo:
«Certo.. andiamo!»
Mi tirò per un braccio e mi condusse di corsa davanti alla casa guardandola con ambizione. Mentre io, a stento riuscii a tenere lo guardo fisso su una delle sue finestre malandate per più di qualche secondo. Il cancelletto era semi aperto e il piccolo spazio davanti alla porta d'ingresso era pieno di erbacce. Jaehwan immediatamente si fece strada tra l'erba alta ed io lo seguii indugiando, guardandomi intorno con estremo timore. Lui notò la mia esitazione e si girò appena verso di me.
«Ehi, se hai paura posso sempre proteggerti io. Non per niente sono il più grande!»
Girò completamente il volto alle sue spalle, in mia direzione e mi fece un enorme sorriso, per me la cosa più acquietante che avessi mai visto. Lo raggiunsi velocemente e mi poggiai alla sua schiena, lui si voltò e mi accarezzò piano la testa.
«Puoi afferrarla, se vuoi,» disse porgendomi la mano.
Senza pensarci su posai la mia mano sulla sua e lui me la strinse forte. Pensai che in quel momento, con la sua protezione, sarei stato in grado di fare qualsiasi cosa.
Entrammo nella casa, accompagnati dal fastidioso cigolio della porta.
«Permesso?» disse Jaehwan tendendo l'orecchio per captare una risposta che ovviamente non arrivò. «Visto?» si voltò verso di me sorridendo. «Non c'è nessuno!»
Io annuii rassicurato e facemmo qualche passo all'interno della casa. Arrivati all'inizio di un piccolo corridoio prese dalla tasca una piccola torcia e l'accese facendo luce intorno a noi. Appoggiato ad una parete notò un bastone e lo afferrò, lasciandomi la mano. Lo agitò nel buio, imitando i movimenti di un abile spadaccino. Applaudii la sua piccola esibizione e il suono delle mie mani rimbombò per tutta la casa con un eco’inquietante. Da una camera lontana da noi sentii provenire un rumore che mi fece accapponare la pelle. Immediatamente feci un salto aggrappandomi alla sua maglietta, e lui con fare protettivo si posizionò davanti a me agitando il bastone. Impaurito continuavo a stare dietro di lui guardandomi intorno spaventato.
«Hyung, usciamo ti prego,» gli dissi con un filo di voce.
«Tranquillo, non succederà niente, te lo prometto,» rispose lui con tono rassicurante.
Dopo qualche momento di assoluto silenzio, Jaehwan sobbalzò e lanciò un urlo. Totalmente in preda al panico mi rannicchiai lì dove stavo proteggendomi la testa con le mani. Il petto sembrava scoppiarmi, avevo davvero paura. Lì in mezzo al buio, senza sapere come fare, vidi la mia vita scorrermi davanti. Ma la tensione si allentò quando dopo un po' lo sentii ridacchiare.
«Ehi, guarda un po' chi abbiamo qui,» disse puntando la torcia di fronte a sé illuminando la figura di un piccolo gatto. «Ci siamo spaventati per un gattino!»
Rasserenatomi sollevai piano la testa e restando rannicchiato allungai la mano per accarezzare la testolina del piccolo animaletto, senza dire una parola. Jaehwan si avvicinò e fece lo stesso.
«Non dovresti stare qui tutto solo, lo sai?» disse rivolgendosi al gatto, poi si girò verso di me. «Che ne dici di prenderlo con noi? Ce ne prenderemo cura insieme.»
Guardandolo negli occhi annuii piano, profondamente felice di quella proposta.
Sarà il nostro gattino, pensai. Sorrisi.
«Ora possiamo uscire!» esclamò e poi si diresse verso la porta d'ingresso prendendo il gatto in braccio e facendomi cenno di afferrare la torcia. Io la presi e la puntai davanti a noi per illuminare il cammino.
«Però hyung,» dissi ad un certo punto. «Quando hai afferrato quel bastone e hai cercato di proteggermi eri davvero figo!»
«Sul serio?» disse ridacchiando. «Sembravo un vero guerriero?»
«Decisamente! D'ora in poi ti chiamerò Ken, come Ken il guerriero!»
«Ken?» rispose con una smorfia, ridendo. «Ma è imbarazzante! Poi tutti penseranno a Barbie!»
«Ah sì? Allora io mi farò chiamare Barbie, così in confronto al mio il tuo soprannome sarà molto meno imbarazzante!» esclamai soddisfatto della soluzione che avevo trovato e proseguii assieme a lui passando per la porta d'ingesso.
Tornammo all'aperto e scendemmo nuovamente in strada, e in quello stesso momento dei ragazzi, amici di Jaehwan, che passavano in bici si fermarono guardandolo con ammirazione.
«Wow! Sei riuscito ad entrare nella casa abbandonata? Nessuno fin ora l’aveva mai fatto!»
Lui li guardò con aria fiera.
«Modestamente, non è da tutti essere coraggiosi come me. Ma non ho fatto tutto da solo, c'era anche lui!»
Improvvisamente mi indicò ed io, che fino a quel momento me n'ero stato di fianco a lui senza dire una parola e senza neanche guardarli in faccia, sobbalzai imbarazzato. Ma loro, dopo avermi dato una veloce occhiata, continuarono ad ignorarmi.
«Complimenti Jaehwan!»
«Ehi, vi avviso, io non sono più Jaehwan. Da oggi sarò Ken, il guerriero!»
«Ken?» i ragazzini scoppiarono a ridere. «E Barbie dove l'hai lasciata?»
«Eccola qui, è lui la mia Barbie!» mi mise un braccio attorno alle spalle e mi strinse, continuando a guardarli soddisfatto. Inutile dire che i ragazzi cominciarono a ridere ancora più forte, rischiando quasi di cadere dalla bici. Nonostante questo lui non smetteva di sorridere e di stringermi a sé.
Non ero mai stato così imbarazzato e così felice allo stesso tempo come in quel momento.
 
  
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