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Autore: behappythinkhappy    09/09/2013    1 recensioni
Stava combattendo contro se stessa. Ora l’aveva capito. Era una battaglia, che avrebbe avuto come premio le sue stesse emozioni. Il suo tesoro più prezioso.
Era una battaglia che poteva vincere. Ma come?
Cercando di non pensare alla paura, al dolore ? Era impossibile, l’avrebbe persa in partenza.
Era sempre pronta a riportarla con se nel baratro, nel buio. Oscurandola dalla luce. Lei aveva solo bisogno di luce.
“ Luce. Luce. Luce. Dove sei? Sto diventando cieca. “
Era strano. Il sole splendeva. C’era la luce, ma non era quella che intendeva lei.
E nel suo ennesimo grido sordo, si sentiva ‘ salvatemi.’
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter one

I need light.
Cambiare la propria vita è possibile?
E’ possibile scappare? O meglio, creare un solco tra il proprio passato e il presente?
A quanto pare si, era quello che stava facendo Mia.
Era talmente spaventata, che non c’era nessun dottore o esorcista a poterla aiutarla. Lei voleva isolarsi, creare uno scudo contro le persone. Voleva proteggersi, aveva fin troppe cicatrici che bruciavano sulla sua pelle ricordandole che il passato era alle sue spalle, pronto a ricordarle ‘ ehi, sono qui per ucciderti lentamente’.
Era ormai un corpo privo di emozioni, se non per l’unica che non avrebbe mai voluto provare: la paura.
Vivere nella paura di ciò che le era stato tolto. Vivere cercando di sopravvivere. Vivere senza emozioni.
Lei non aveva ancora un motivo per andare avanti.
Le amiche l’avevano abbandonata, lì sul ciglio della strada mentre piangeva; i genitori troppo impegnati per capire cosa stesse succedendo; aveva solo una gioia, un fratello. Un angelo dalle sembianze umane. Un angelo che la risollevava ogni volta che cadeva. Un angelo che era disposto a dare la propria vita, piuttosto che vedere la sorella così distrutta.
Distrutta. Demoralizzata. Con così tanto odio in corpo,  che pensava sarebbe esplosa.
Ma non era vero e proprio odio, il suo. Lei non sapeva cosa fosse l’odio, lei era la ragazza più buona del mondo. Lei era solamente stanca di dare tanto e non ricevere niente. Lei era stanca di essere incolpata di tutto.  La gente non capiva che era umano sbagliare. Lei era stanca di ricevere delusioni. Non ricordava nemmeno a quando risalisse l’ultima volta che fosse stata davvero felice.
Forse… mai.
Si sentiva soffocare.
L’aria le mancava, ma tutte le finestre erano aperte. L’aria entrava, ma una sensazione le attanagliava lo stomaco. Aveva i crampi, ma non era mal di pancia. Voleva piangere, ma voleva essere forte allo stesso tempo.
Perché tutto questo?
Perché continuava a dire che tutto andava bene, quando non era vero? Perché cercava di nascondere l’evidenza?
Perché nessuno sentiva che stava urlando?
Perché scriveva su una scatola tecnologia, al posto che parlarne con qualcuno che l’avrebbe potuta capire?
La verità è che nessuno l’avrebbe potuta capire.  Non sapeva spiegarlo a sé stessa, figurati come avrebbe potuto spiegarlo a qualcun’altro. Voleva solo piangere, urlare. Forse si sarebbe sentita meglio. Diceva davvero?
Niente di tutto questo l’avrebbe fatta sentire meglio.
Chiedeva tanto, se voleva avere una persona che avrebbe capito il suo disagio?
Si, disagio.
E’ un disagio, perché la bloccava.
Perché non la faceva vivere.
Perché la stava lentamente uccidendo dentro, privandola ogni voglia di scoprire, conoscere e soprattutto ogni voglia di sorridere. Non rideva, spontaneamente da tempo, tanto che nemmeno ricordava l’ultima volta. Si ripeteva: ero piccola.
“ Ora sono grande? “ pensava. “ Se essere grande significa tutto ciò, non sopravviverò a lungo.“
Si sentiva priva di … tutto.
“ Cosa sono senza emozioni? Un corpo morto emotivamente. “
 
La vita è basata sulle emozioni, sulle gioie, sulla felicità, sulla spensieratezza, sui dolori, sui dispiaceri. E’ ciò che ti sprona.
Non provava più nulla, se non dolore. E’ soltanto questione di tempo? No.
Avrebbe voluto avere quella voglia di scoprire. Svegliarsi la mattina e voler conoscere il mondo, sapendo certo che non aspettava mica i suoi comodi.
Ma no.
In questo momento le sarebbe bastato essere felice. Non sapeva quale fosse il suo concetto di felicità.  Lei la intendeva come una ‘pace con me stessa’.
Ma no.
Niente.
Zero.
Avrà anche lei il suo momento, ne era certa. Stava combattendo contro se stessa. Ora l’aveva capito. Era una battaglia, che avrebbe avuto come premio le sue stesse emozioni. Il suo tesoro più prezioso. Era una battaglia che poteva vincere. Ma come?
Cercando di non pensare alla paura, al dolore ? Era impossibile, l’avrebbe persa in partenza. Era sempre pronta a riportarla con se nel baratro, nel buio. Oscurandola dalla luce. Lei aveva solo bisogno di luce.
“ Luce. Luce. Luce. Dove sei? Sto diventando cieca. “
Era strano. Il sole splendeva. C’era la luce, ma non era quella che intendeva lei.
E nel suo ennesimo grido sordo, si sentiva salvatemi.

 

Saaaaaalve a tutti, 
come state? Fra due giorni ricomincio scuola e la voglia di buttarmi dalla finestra sta salendo sempre di più.
Anyway non pensiamoci, ho iniziato questa nuova storia che spero vi piaccia. La ritengo molto personali, in quanto alcune parti di questa storia sono sensazioni che provo in prima persona. Aggiornerò il prima possibile, prometto. Spero che lascerete un vostro commento, altrimenti ... grazi comunque. 
A presto, 
behappythinkhappy
  
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