| Di ritardi ed idioti addormentati.

Discutere di un caso con il procuratore Gavin, sicuramente, non era tra i suoi hobby preferiti.
Se poi il damerino osava addirittura non presentarsi ad un incontro prefissato, la detective trovava perfettamente ragionevole andare su tutte le furie.
Voleva forse farsi venire a prendere al suo ufficio?
O peggio, si era scordato di una data da lui stesso fissata?
Arrivò sbattendo i piedi davanti all'ufficio di Klavier, si sistemò i capelli, ed entrò furiosa.
L'ufficio era nella permanente condizione di disordine, che il proprietario non sembrava intendere cambiare. A giacere sul pavimento, dei libri svogliatamente impilati vicino alla scrivania, in una posizione a dir poco precaria. Tra le pagine si intravedevano uscire di qua e di là degli spartiti musicali, forse usati a mò di segnalibro, o forse semplicemente abbandonati in un luogo dove non potevano piegarsi. La stravagante scrivania era coperta da documenti, tanto che quasi non se ne intravedeva la superficie originale. I cassetti del mobile vicino alla finestra, tutti aperti, lasciavano intravedere anch'essi fogli, appartenenti quasi sicuramente a casi esaminati o risolti. Infine, abbandonato sulla poltrona nera che si affacciava sulle finestre, il procuratore Gavin dormiva industurbato, tenendo stretti altri documenti.
Anche se inizialmente stupita, Ema sbuffò pesantamente.
A quanto pare quel deficiente era stato a controllare le prove fino a tardi, tanto da addormentarsi senza avere il tempo di impostare uno straccio di sveglia.
Tirando fuori l'immancabile busta di snack, la donna si avvicinò silenziosamente al biondo assopito, tanto da poter sentire il profumo della colonia che usava il procuratore.
Skye aveva sempre amato quell'odore, ma -ovviamente- non ne aveva mai fatto parola con lui. Sarebbe stata solo un'altra occasione per vantarsi, il che avrebbe seccato non poco la detective.
I capelli color grano ricadevano ordinatamente sulla spalla dell'uomo, nascosta dalla giacca -dai colori discutibili- che indossava sempre. I tratti decisi e virili del viso e la pelle liscia apparivano meglio quando non ci si distraeva sulle idiozie che uscivano dalla bocca di quel pallone gonfiato. Anzi, Ema si ritrovò a pensare che, quando dormiva, non era tanto male. Bastava che non parlasse, ed aveva un aspetto decisamente migliore.
Anche se , doveva ammetterlo, era divertente ogni tanto uno scambio di battutine sarcastiche con l'altro, riusciva sempre a migliorarle leggermente l'umore, anche se si appurava di non farlo mai notare.
Una mano le bloccò all'improvviso il polso, che già si stava avvicinando nuovamente al viso della giovane per portare alla bocca uno snack.

-Che stava facendo detective? Per caso il mio fascino è riuscito a conquistarla a tal punto da farle dimenticare di svegliarmi al suo arrivo?-

Rise una voce fin troppo nota, mentre il suo braccio veniva liberato dalla presa.

-Idiota.-

Si limitò a dire lei, per poi scagliargli lo snack in fronte.

-La prossima volta che dobbiamo discutere di un caso, assicurati di arrivare in tempo!-

Aggiunse dopo con voce ben più alterata.
Di  certo passare del tempo con il procuratore Gavin non era il suo hobby preferito, ma, ogni tanto, era carino parlarci.




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#Note:
No, vabbè, XD. Forse un pò banale -un bel pò- ma i prompt mi hanno guidata qui(?).
Una piccoli fic senza alcun tipo di pretesa, scritta nella foga da fangirl (?) che mi ha presa pensando a questi due.
Che, tra parentesi, sono l'amore.
Ok, ora me ne vado, e vi lascio in pace, XD.
Se qualcuno mi cerca per farmi notare qualche errore di battitura, sono nel mio angolino! (?)
/si rintana nell'angolino/

Bye-o-nara!~ [cit. Monokuma, SDR2]
#Matt