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Autore: timeoff98    10/09/2013    0 recensioni
Mi scende una lacrima, che cade tra le fiamme e brucia.
Ma era acqua, pensai, e l'acqua non brucia. Ma era anche una lacrima, e le lacrime sì, le lacrime bruciano. Bruciano il volto quando lo solcano e lasciano enormi cicatrici. E poi cadono nel fuoco e bruciano ancora, come i sogni appena morti. Perché io un sogno ce l'ho, e non è solo tornare a casa.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Altri tributi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco qui il mio delirio serale. Non siate cattivi con me c.c Consiglio di leggerla con "Atlas", http://www.youtube.com/watch?v=UGOfgMzvrFI. Fatemi sapere!

-Hai paura?
-No. - dice lei, però ha paura. E’ evidente.
In fondo, tra poco ci saremmo dovute uccidere a vicenda. Normalissimo, no? Comune routine. Il fuoco scoppietta tranquillo, nella sua beata ignoranza, aspettando di essere alimentato, nutrito, per continuare a sopravvivere. E a noi? Chi ci nutriva? Buttati in una Arena, e il più forte sopravviveva. Un pò come la selezione naturale che non avevo mai voluto studiare. Ma quelli erano altri tempi... Allora non volevo andare a scuola, la cosa più brutta era prendere un voto disastroso. Ora tutto era cambiato. Voglio solo tornare indietro, nulla di più. Voglio continuare a non voler andare a scuola. Tutte vane speranze.
Voglio tornare a quando non dovevo avere paura di me stessa. Perchè è a questo che mi ha portata l'arena. A farmi avere paura di me stessa. Ho paura di perdere il controllo, di uccidere, di diventare un'assassina, di non essere più ciò che sono. Ed ho anche paura di non esistere più. Di morire, di sgretolarmi. Ho paura di non sapere chi sono, se sono forte, pronta ad uccidere, o qualcuno che cerca solo di rimanere sè stesso. Ma io so che è impossibile, qui dentro, rimanere sè stessi. Veniamo annullati, i nostri pensieri non contano più, perchè la nostra sorte non si può cambiare. E' un destino ingiusto, affibbiatoci da qualcun altro. Qualcun altro che non sa cosa si prova ad essere annullati, a non valere niente. Dobbiamo solo divertire la gente, nulla di più. Dobbiamo farla emozionare per qualche giorno, e poi non serviremo più a nulla e verremo buttati via come sacchi vuoti, svuotati dei sogni. Ed anche se non muori, muori dentro. Perchè vedere gente che muore ti distrugge. Ragazzi con intere vite davanti, che non potranno mai scoprire cosa gli riserva il futuro per gli stupidi capricci di qualcuno là fuori. Sono tutti così egoisti, così crudeli, qui. Le persone hanno perso di vista ciò che conta, vogliono solo tornare a casa. Nel luogo che li tiene protetti. E per questo sono disposti ad uccidere, a togliere ogni possibilità di tornare a casa a ragazzi esattamente come loro. E io cosa sono disposta a perdere? Non lo so. Qui dentro sto impazzendo. Ma è normale, in un posto dove l'unica possibilità che hai è uccidere, dove l'amore viene annullato.
Miseria, si stavano rubando la mia vita! Mi si stava sgretolando tra le mani e io quasi non me ne accorgevo, come granelli di sabbia sparsi al vento.
A chi importava di me? Ero lì, in mezzo ad altri ventitré ragazzini, con il compito di rovinarci le vite a vicenda.
 E anche mettendo il caso che io vincessi, gli altri? Gli altri non torneranno più a casa. Mai più.
Solo una vita potrà continuare, spezzando tutte le altre. La vita più forte.
E non tornerò mai la stessa, perchè io non esisto già più. Sono solo un essere inutile, una macchina per uccidere. Un corpo vuoto, senza senso, creato per intrattenere. La vera me è andata distrutta appena ho messo piede nell'arena, e non c'è modo di tornare indietro. Posso solo andare avanti, senza ripensare alla mia vecchia vita, perchè non tornerà, mai. Mi scende una lacrima, che cade tra le fiamme e brucia.
Ma era acqua, pensai, e l'acqua non brucia. Ma era anche una lacrima, e le lacrime sì, le lacrime bruciano. Bruciano il volto quando lo solcano e lasciano enormi cicatrici. E poi cadono nel fuoco e bruciano ancora, come i sogni appena morti.
Perché io un sogno ce l'ho, e non è solo tornare a casa. È tornarci con lei, con la ragazza che ho affianco.
Mi scivola un'altra lacrima. Ma lei l'ha notata, stavolta.
-Non...non piangere, per favore... Non sei sola... Io, io ti voglio bene, io ti proteggerò...- non era di molte parole. E già quelle che aveva detto erano troppe, e le erano costate molta fatica.
Ora le lacrime scendono copiose sulle mie guance.
-Io no...io ti amo! - dico semplicemente, tra le gocce salate, la disperazione nella voce.
La disperazione deriva dalla paura. Dalla paura di perdere tutto. Perché io non avevo nulla, e in lei ho trovato il mondo. Un mondo che perderò presto, e che forse non potrò mai avere completamente.
Lei mi stringe, come si stringe una bambina capricciosa.
Lo sa meglio di me che da quella arena non se ne esce vivi, tantomeno in due. E di sicuro non ne escono vive due ragazze che si amano.
Io l'ho trovata. Lei ha trovato me. E io non posso più vivere senza di lei, perchè ormai ho scoperto com'è vivere con lei. Lei, che mi illumina le giornate. E' come se all'improvviso potessi volare, con il vento che mi accarezza il volto e mi spazza via le lacrime. E poi, all'improvviso come quando hai cominciato a volare, precipiti. Precipiti nel vuoto, per sempre. Senza alcun rimedio. Precipiti e basta. Perchè tutto quello che ti aveva fatto volare non c'è più, non esiste. Lei mi alza il mento con due dita, mi guarda fisso negli occhi, e io mi perdo nei suoi. Grigi come un temporale, con i riflessi delle fiamme. C'è amore, disperazione, buio, tenerezza, consapevolezza, determinazione, distruzione. C'è tutto in quegli occhi, c’è il mondo, e io so che li avrò mai.
Non la avrò mai, perché lei è il mio sogno.
E l’arena è progettata per distruggere i sogni.
  
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