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Autore: Anonimadelirante    10/09/2013    6 recensioni
"Allora era proprio vero che Gazza non buttava via mai niente..."
Fred è morto.
E George ripercorre i corridoi di Hogwarts fuggendo dai propri pensieri...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Mio fratello è figlio unico'
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Emarb

 

 

George raccolse le coperte, scuotendole dalle macerie e lanciò uno sguardo ai cadaveri che giacevano lungo una parete della Sala Grande.
Bill gli venne incontro, coprendogli la visuale, con un sorriso un po' forzato:-Ehi! Georgie, perché non vai a cercare altre coperte? Quelle lì sono tutte sporche e... - si voltò anche lui verso i corpi, poi mordendosi un labbro ritornò a guardare il fratello, in cerca di conferma.
George si sforzò di ricambiare:-Sì, hai ragione... si meritano...- deglutì a vuoto, si sentiva soffocare.
-Già...- Bill si grattò la nuca, imbarazzato- allora... vai...
George annuì, lasciò che il suo sguardo scivolasse ancora una volta su quei cadaveri... ma si fermo a Ninfadora. Si costrinse a voltarsi senza andare oltre, nella fila.
Come se non avesse saputo chi c'era vicino a Tonks... come se vedersi lì, steso, a terra, pallido come un morto potesse fargli più male di come che non sentiva già...
George infilò il grosso portone di quercia, scivertato e s'inoltrò nei corridoi bui del castello.
...Come se non sapesse che non era lui ad essere steso vicino a Dora... come se non avrebbe preferito essere lui... come se avrebbe potuto vivere ancora dopo che...
Bloccò i pensieri, il sangue che gli rombava nelle orecchie. Provò a concentrarsi sulla strada che stava facendo.
Quante volte aveva percorso quel corridoio? Quante di notte, scappando da Gazza e dalla sua malefica gatta? Quante volte l'aveva usato per sgattaiolare via, sotto il naso oblungo di Piton? Quante volte aveva corso a perdifiato fino a una di quelle stanzette che fungevano da ripostigli in compagnia di...
Fred.
Fred.
Non poteva essere lì, nella Sala Grande.
Non poteva essere lì e non respirare.
Era tutto uno stupido scherzo.
Uno stupidissimo scherzo.
Presto sarebbe saltato fuori da uno di quegli sgabuzzini urlando:-Paura, Georgie?
E lui l'avrebbe menato, dandogli dello stronzo e intimandogli di non farlo mai più.
Sei proprio un maledetto bastardo, Freddie” pensò e poi si ricordò che non avrebbe più potuto dirglielo.
Che non avrebbe più potuto correre con lui lungo quel corridoio... che non avrebbe più potuto fare battute sul naso di Piton... che non sarebbe più potuto scappare da Gazza...
Nè fare qualcos'altro, comunque.
Accelerò il passo, mentre il respiro si faceva affannoso. Aprì una porta a caso e ci s'infilò dentro.
Tanto non importava quanto tempo ci avrebbe messo a cercare quelle maledette coperte... come se gli fosse gliene fregasse qualcosa, delle coperte... come se non fosse stato chiaro che Bill voleva solo tenerlo lontano dal cadavere di Fred...
Il cadavere dei Fred.
Non poteva essere davvero morto.
Non per davvero.
George si lasciò scivolare lungo la parete, fino a terra. A carponi aspettò che le lacrime lo sopraffacessero.
Perché erano lì, quelle sporche traditrici, lo sapeva.
Ora dovevano solo fare il loro dovere e affogarlo.
Ma, a quanto pareva, sembrava che nulla potesse più andare più per il verso giusto.
Ora che non c'era più Fred...
George aprì gli occhi e si accorse di essere inginocchiato su qualcosa di duro e liscio, uno specchio.
Allora era proprio vero che Gazza non buttava via mai niente...
Scostò il velo bianco che lo copriva e soffiò via la polvere. Passò un dito lungo una crepa.
Quello specchio era incrinato, almeno quanto i suoi sogni.
Senza neppure guardarsi appoggiò una mano a coppa lì, dove doveva esserci il suo orecchio.
Così erano perfettamente identici.
Così lui era Fred.
Desiderò ardentemente essere Fred.
Essere morto lui.
A
nzi, essere morto anche lui. Così avrebbero potuto continuare a stare insieme. Qualunque cosa ci fosse, di là.
Ma non era morto, questo era abbastanza chiaro: il riflesso gli lanciava uno sguardo triste, ma perfettamente vivo.
Vivo.
Avrebbe dovuto essere contento.
Avrebbe dovuto essere con gli altri, a festeggiare. A cantare.
Eppure, in quell'istante, gli parve che essere vivi fosse così tremendo da essere insopportabile.
Sperò di morire.
Avrebbe dovuto ridere con gli amici, in Sala Grande.
Avrebbe dovuto sforzarsi di ignorare tutti quei morti.
George tolse la mano dal lato del suo riflesso e il suo cuore perse un colpo.
Scostò la mano dall'immagine del suo viso e, finalmente, le lacrime gli inondarono il viso, libere di rotolare via da quegli occhi, saturi di disperazione.
Si fissò, tremando: il riflesso aveva entrambe le orecchie.

 

 


Hola, gente!!!

'Notte ai lettori notturni di efp.

Io... boh... avevo voglia di deprimermi un po', ecco.

Non so voi, ma io ho amato Bill, quando copre la vista dei cadaveri a George.

George.

Il mio Georgino :c

*si dispera insieme a lui*

lo specchio, si capisce dal titolo e dall'ultima frase, è lo specchio delle Brame.

Va beh, adesso vi lascio a piagnucolare per la morte di Fred e mi Smaterializzo a letto.

PIANGETE.

DOVETE FARLO.

ORA.

*si rintana in angolino a singhiozzare, tirandosi sulla testa una copertina stile-linus*

 

 

se invece avete voglia di rompervi le Pluffe ancora un po', andate a frignare con Mirty Mal. Oppure fate un salto qui https://www.google.it/#q=http:%2F%2Fwww.efpfanfic.net%2Fviewstory.php%3Fsid%3D1586335%26i%3D1

(probabilmente fa piangere solo me, comunque)

Eh, sì. Io quando scrivo piango. E anche quando leggo. Perché quando arrivo a pagina 586, del capitolo 31... spero sempre che sia cambiato qualcosa.

 

Ora lasciatemi affogare nelle lacrime insieme a Georgie.

 

*si concentra sulle tre D*

 

 

'Notte!

 

Crack!

*si Smaterializza*
  
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