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Autore: Kixiu_    10/09/2013    4 recensioni
"Lovino si vergognava, e per questo si nascondeva. Si vergognava di non saper volare, ma la paura di cadere, di perdersi, di finire in qualche temporale, di morire, lo lasciava con i piedi ancorati al suolo."
[Spamano Wingtalia AU]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Chiuse gli occhi, lasciando che il timido sole mattutino gli baciasse la pelle. L’ombra della quercia sopra di lui era un nascondiglio agli occhi dei suoi simili, che nel frattempo volteggiavano lontani nel cielo sereno perdendosi nell’orizzonte lontano.
Lovino si vergognava, e per questo si nascondeva. Si vergognava di non saper volare, ma la paura di cadere, di perdersi, di finire in qualche temporale, di morire, lo lasciava con i piedi ancorati al suolo.
Si era costruito il suo rifugio lontano dalla colonia dove abitavano gli altri proprio per non dover subire gli sguardi derisori ogni giorno, e oramai da cinque anni viveva lì,muovendosi soltanto di qualche chilometro per procurarsi il cibo. Ogni giorno andava vicino alla quercia dalla chioma maestosa e, accuratamente nascosto dalle eleganti ali brune e dagli arbusti, spiava gli altri volare.
Quella mattina Lovino si era svegliato particolarmente presto, e notando il sole appena sorto dietro le montagne ricoperte di boschi era uscito dalla sua capanna e si era adagiato sul tronco nodoso della quercia,e poiché nel cielo sembravano esserci solo tre dei suoi simili e poiché essi volavano particolarmente lontani decise di uscire allo scoperto senza preoccuparsi di nascondersi eccessivamente come faceva di solito.
Il caso volle che uno dei tre si avvicinasse troppo al punto dove Lovino riposava beatamente e,atterrando bruscamente,svegliò l’italiano dalla dormiveglia. Spaventato,quest’ultimo,sperando di non essere notato dall’altro che comunque distava una decina di metri da lui,si alzò e velocemente si diresse verso la sua casa nel sottobosco. Non fece in tempo a fare due passi che un fruscio d’ali lo fece voltare preoccupato. Si girò,ma non vide nessuno. Tirò un sospiro di sollievo:era riuscito a non farsi notare. Fece per riprendere il cammino,quando dall’alto arrivò qualcosa,o meglio qualcuno,che lo afferrò per un braccio con una stretta salda,impedendogli di proseguire. Lovino si girò subito,e la prima cosa che vide furono dei grandi occhi verdi che lo scrutavano interrogativi.
“Dove vai? Perché cerchi di nasconderti? Vieni con noi!” disse indicando il cielo dove volteggiavano gli altri due.
Ma chi si credeva di essere? Neanche lo conosceva e già era così confidente! Con uno strattone violento Lovino si liberò della stretta del ragazzo. Si girò e,ignorando l’altro,continuò la sua via verso casa.
“Mi vuoi rispondere?” chiese divertito.
“Senti bastardo,saranno cazzi miei dove sto andando,cosa sto facendo,e no,non ci vengo con te e con i tuoi amici” disse arrabbiato “e tanto per la cronaca,sono qui perché ho del lavoro da fare,non mi sto di certo nascondendo”
“E allora perché ogni volta che ti vedo sei sempre nascosto? Hai paura di noi?”
Lovino lo guardò imbarazzato e,con voce tremante,chiese:”Che significa ogni volta che mi vedi?”
Il ragazzo rise e disse:”Significa che ti ho già visto prima! Ti vedo ogni giorno,ma avevo paura di spaventarti,sembravi così indifeso chiuso in quelle ali! Oggi invece ti ho visto con il volto scoperto e non ti eri nascosto come tuo solito,quindi ho pensato che sarebbe stata la mia occasione!”
Detto ciò fece un occhiolino ammiccante all’italiano,che imbarazzato e diventato paonazzo in faccia,cercò di nascondersi con le ali che prontamente vennero bloccate dall’altro.
“Perché ti nascondi? Sembri un pomodoro quando arrossisci! Sei così carino!”
Tutto ciò non fece che aumentare l’imbarazzo del povero italiano che mosse le ali e riuscì a liberarle dalle mani del ragazzo,per poi chiuderle intorno a sé a mo’ di scudo.
“Allora aveva ragione Francis che diceva che avevi paura di noi. E pensare che io ero convinto che tu rimanessi fermo qui perché avevi paura di volare!” disse divertito “Ah! Che maleducato! Non mi sono ancora presentato! Il mio nome è Antonio,tu come ti chiami?”
Lovino timidamente schiuse le ali e osservò gli occhi verdi di Antonio,i capelli mori che gli ricadevano in dei boccoli ricci sulla fronte abbronzata,il sorriso bianchissimo,per poi soffermarsi sulla mano tesa verso di lui. Con non molta convinzione la strinse e mormorò il proprio nome.
“Guarda che non ho paura di voi. Tsk,come se dei bastardi come voi mi facessero paura.” Disse abbassando lo sguardo.
“E allora? Perché te ne stai qui da solo?” chiese ingenuamente Antonio.
L’italiano non rispose.
“Lovi? Perché non mi rispondi? C’è qualcosa che non va?”
“Non chiamarmi Lovi!” disse irritato il ragazzo.
“Perché? E’ così carino!” disse sorridendo. Lovino non riusciva a capire come faceva a sorridere sempre e comunque,anche per la minima cosa,era snervante!
“Fai come ti pare.” borbottò innervosito “Ora devo andare.”
“Non mi hai ancora detto perché te ne stai sempre qui,ora che ci penso non ti ho mai visto alla colonia!” disse pensieroso “ E comunque,dove devi andare? E’ prestissimo! Vieni con me,ti faccio conoscere Gilbert e Francis!” Disse indicando il cielo dietro di sé.
“Non ci voglio venire con te. E adesso vattene,prima che ti vengano a cercare i tuoi amici idioti”
“Che male c’è? Se non hai paura di noi,perché non dovrebbero vederti? E perché non vuoi venire con me?” chiese,inarrestabile.
Lovino non rispose,ma gli lanciò un’occhiataccia piena di odio.
Infastidito dal suo comportamento,Antonio prese il polso del ragazzo e lo iniziò a trascinare verso la radura dove si ergeva la famosa quercia.
“D-dove diavolo stai andando b-bastardo!” disse Lovino sbattendo le ali furiosamente e impuntando i piedi nel disperato tentativo di bloccare il ragazzo.
“Se tu non vuoi venire con me,allora ti porto con la forza” finita la frase si alzò nel cielo,trascinandosi dietro un italiano terrorizzato.
Lovino guardò i propri piedi sollevarsi velocemente da terra per poi sentire la stretta del ragazzo scomparire,e istintivamente si aggrappò alla gamba di Antonio,iniziando a supplicarlo di tornare giù.
Antonio non capiva,che male c’era a volare? Per questo non scese,ma solo quando sulle guance di Lovino iniziarono a scivolare le lacrime capì di avere esagerato e in pochi istanti riatterrarono. L’italiano appena sentì sotto i piedi la terra vi si accasciò e,scosso dai brividi,iniziò a piangere sommessamente.
“L-Lovi…che succede? Lovi?” chiese Antonio preoccupato,accovacciandosi accanto al ragazzo e cercando di rassicurarlo con delle carezze.
“Succede che sei un bastardo!” urlò Lovino in mezzo ai singhiozzi “Vattene,non ti voglio più vedere,stronzo! Come puoi essere così deficiente da non capire che non so volare?! Vaffanculo!”
Antonio rimase sconcertato,ora capiva tutto. Ecco perché si nascondeva,ecco perché non voleva venire con lui. Solo perché non sapeva volare.
“Lovi” disse una volta che l’italiano smise di singhiozzare,mostrandogli un tenero sorriso “ Ti insegno io a volare! Non è difficile!”
Lovino lo guardò con un’espressione stralunata sul volto e ,incredulo, disse “Cosa?”
“Ho detto che ti insegno io! Non è difficile! Iniziamo subito!” Disse l’altro muovendo le ali nere allegramente “Alzati in piedi!”
L’italiano non seppe perché lo fece,ma si alzò in piedi e guardò Antonio. Cosa credeva di fare?
D’improvviso tutto il coraggio che lo aveva portato ad alzarsi in piedi e ad indurlo a seguire il consiglio del ragazzo scomparve,e Lovino iniziò a camminare velocemente in direzione del bosco,ignorando totalmente lo sguardo stupito dell’altro.
“Lovino! Lovino torna qui!” ed eccola di nuovo la stretta ferrea sul suo braccio,determinata a non farlo scappare “Non ho chiesto il tuo parere,non ti ho chiesto se tu volessi imparare o no,ti ho semplicemente detto che l’avrei fatto”
 
E così la vita di Lovino Romano Vargas cambiò.
 
A distanza di anni,Lovino si risvegliò nel letto della sua casa nel centro della colonia e si ritrovò nelle braccia di un certo bastardo. Mentre nella sua memoria riaffioravano i ricordi di quella mattinata di tanti anni prima e di come aveva imparato finalmente a volare,sorrise. Al suo fianco un mugugno gli indicò che Antonio era oramai sveglio.
“Buongiorno,mi amor” disse baciandolo dolcemente sulle labbra,mentre una morbida ala color della pece li copriva entrambi “Stamattina sei mattiniero,uh?”
 
 
 
 
 
Note dell’autrice ~
 
Oddio. Francamente non so da dove sia uscita fuori questa fan fiction,è…è…boh. Era da tanto che volevo scrivere una Spamano Wingtalia (per chi non lo sapesse e non avesse capito dalla descrizione di cacca che ho fatto, è un AU dove tutti i nostri amati personaggi hetaliani hanno le ali –non da winx,sia chiaro- ma ali da falco,da aquila,insomma avete capito u.u)
Beh,non so che dire,quando ho visto questo AU mi sono subito innamorata,poi quando ho visto l’adattamento Spamano dove Lovi non sa volare…ho capito che dovevo fare qualcosa.
Spero di poter scrivere in futuro un’altra storia legata a questa, dove magari parlerò delle lezioni che Antonio dava a Lovi,perché francamente se l’avessi scritta tutta insieme probabilmente l’avrei pubblicata il trentuno febbraio <3 E perché già rischiavo un esaurimento nervoso e sarebbe risultata troppo lunga. Staremo a vedere come va scuola! Beh,spero ci sia una prossima volta,quindi alla prossima! <3
 
 
                                                                                                                    Kixiu_
 
  
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