MARE, ANANAS E NUOVE TRADIZIONI
Era una bella giornata, il mare era calmo, il sole splendeva alto nel cielo e la Moby Dick era appena attraccata al porto di Painappuru, un’isola estiva, famosa per la bellezza della sua spiaggia.
‘’Babbo, ho intenzione di andare in spiaggia’’ disse il comandante della prima flotta pensando a come trascorrere le ore successive in completo relax.
‘’Ok, ma sta attento a non cadere in mare’’
‘’Certo, non sono mica Ace!’’
‘’Ehi!’’ rispose l’interessato ‘’Comunque vengo con te.’’
‘’Cosa!?Non se ne parla!’’ cercò inutilmente di fargli cambiare idea Marco, ma ormai il “fratellino” aveva deciso così e quando si metteva in testa una cosa era impossibile fargli cambiare idea.
‘’Veniamo anche noi’’dissero poi in coro Satch, Haruta e Izo mentre si mettevano in marcia già pronti per trascorrere una giornata in spiaggia, mentre Marco abbandonava l’ idea di pace, tranquillità e assoluto relax.
Arrivati in spiaggia i cinque comandanti si piazzarono sotto un albero di ananas e si misero ad ammirare la bellezza del paesaggio davanti a loro: la sabbia era fine e pulita, mentre poco più dietro c’ erano gli scogli, il mare era limpido e cristallino e c’ erano alberi di ananas ovunque, infatti l’ isola prendeva il nome proprio da questa caratteristica.
‘’Ehi, Marco, vedi lì! Ci sono i tuoi parenti!’’ scherzò Satch per poi mettersi a ridere con gli altri tre, prima che un pugno non lo colpisse in pieno volto.
La mattina passò velocemente in spiaggia, fra le battute di Satch ed Ace riguardanti ananas e Marco, fino a quando arrivò l’ora di pranzo.
‘’Ace, dove hai messo il cestino?’’ gli chiese Izo guardandolo preoccupato.
‘’Quale cestino?’’
‘’Come quale cestino?ìì gli rispose subito Haruta ‘’quello con il pranzo!’’
‘’Ah, quel cestino! L’ ho lasciato sulla nave perché mi ero mangiato tutto, però non sapevo che c’ era il pranzo per oggi!’’cercò di discolparsi il fiammiferino senza successo.
‘’E ORA CI VUOI DIRE COSA MANGIAMO NOI!?’’ gli urlò Marco dopo averlo colpito con l’ ennesimo pugno
‘’Potremmo mangiare gli ananas di quest’ albero’’ rispose calmo Izo cercando di calmare la fenice.
‘’è un’ idea’’ gli rispose allora Marco che si era un po’ calmato.
‘’Cosa!? Non me lo sarei mai aspettato da te, Marco! Vuoi mangiare i tuoi simili!?’’ fece l’ ennesima battuta Satch, scatenando le risate di tutti, mentre Ace addentò un braccio a Marco sostenendo che aveva fame e aveva voglia di pollo con salsa all’ ananas.
A quel punto Marco, rosso per la rabbia scaraventò i due malcapitati in mare, però Ace si aggrappò a lui e così anche la testa d’ananas si fece un bel bagno. Visto che due di loro avevano mangiato i frutti del diavolo, si tuffarono in acqua anche Haruta e Izo, che salvarono rispettivamente Ace e Marco.
Appena usciti dall’ acqua, quando furono asciutti, Ace e Satch iniziarono a confabulare, per poi voltarsi verso Marco e dirgli ‘’Ci vendicheremo, ci puoi contare’’ e poi andare a mangiare.
Il pomeriggio passò tranquillamente: Marco era disteso a prendere il sole, non preoccupandosi minimamente della minaccia, Izo e Haruta erano impegnati in una partita a beach volley, mentre Ace e Satch facevano chissà cosa con degli ananas raccolti poco prima.
Quando il sole stava per tramontare la banda di incamminò verso la nave.
Arrivata l’ ora di cena Marco uscì dalla cabina e quando entrò nella sala da pranzo vide tutti, persino Barbabianca, che indossavano come copricapo la parte superiore di un ananas!
‘’Cosa sta succedendo qua!!!’’ esclamò il comandante con tutto il fiato che aveva in gola.
‘’è una tradizione nuova inventata da Ace e Satch’’ gli rispose l’ imperatore si tratta di tenere questo coso in testa per una settimana>>
‘’è una tradizione in tuo onore, Marco’’gli disse Satch ‘’Però purtroppo non sono avanzati altri ananas’’ ‘’Perciò non c’è per te, dopotutto tu non ne hai bisogno’’continuò Ace.
Alla fine Ace e Satch hanno avuto la loro vendetta e Marco rimase chiuso in cabina per tutta la settimana.



Angolo dell’autrice:
Allora, se siete arrivati fin qui vuol dire che avete letto tutto.
Cervello di Nali: No, non mi dire!
Sta zitto stupido cervello! Ops, mi sono insultata da sola.
Passiamo alle cose serie, spero che la ff  sia stata di vostro gradimento, a me sinceramente non mi piace molto, soprattutto il finale.
Volevo dire che nel scriverla ho preso spunto da un’ immagine che ho trovato e che ora non trovo più.
A presto o a mai più, non si può mai dire, Nali.