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Autore: Mary MadMirror    10/09/2013    0 recensioni
In una delle loro solite missioni, Natsu, Lucy e Happy incappano inaspettatamente in due tizi particolarmente forti facenti parte di una gilda oscura. Nel bel mezzo della battaglia, la maga degli spiriti stellari si butta davanti al compagno per proteggerlo da un colpo che aveva l'aria di essere particolarmente pericoloso e si ritrova disegnato sul ventre un sigillo oscuro facente parte del libro di Zeref. Natsu e compagni, in questo modo, partiranno nuovamente alla ricerca della gilda oscura per trovare un modo per salvare la compagna, ma...
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natsu/Lucy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4 – LA PENA DELLA RAGAZZA
 
Il domani arrivò molto più presto di quanto ci si aspettasse. Tutti i maghi si radunarono alla gilda, preparati al peggio: erano quasi impazienti di sentire un grido, un rumore o una qualsiasi cosa che preannunciasse la battaglia. Finalmente il momento aspettato arrivò e quando giunse i maghi rimasero elettrizzati e speranzosi di rivedere la loro compagna. Per la strada di Magnolia regnava il caos: le persone correvano qua e là spaventate; la città si era riempita di maghi vestiti di nero che cominciarono a distruggere alcune abitazioni per stabilirvi la propria gilda: proprio come i Phantom. La storia si ripeteva; e la persona da salvare era ancora una volta Lucy. La gilda comparve dal nulla, formata da delle lacrime di teletrasporto posizionate ai quattro angoli. Dopo aver completato l'operazione di trasferimento della gilda, i maghi neri si posizionarono davanti a Fairy Tail. Makarov, seguito dai suoi discepoli, si parò davanti a loro con un'espressione spaventosa dipinta sul volto. Lucy non si vedeva da nessuna parte; c'erano addirittura Sean e Ledra, ma di Lucy nessuna traccia.
-Dov'è Lucy?!-
-Non qui, vecchietto. E poi siete voi che l'avete abbandonata, perché ora vi interessa così tanto, quella specie di demone?-
-Chiudi quella maledetta fogna!!-
Erza si scagliò contro Ledra con una furia superiore a quella che regnava solitamente sulla sua faccia mentre combatteva.
-Titania. . . non credo proprio che tu abbia il diritto di parlare così, no?-
Erza non rispose: non avrebbe commesso l'errore di cedere a i giochetti mentali di quei due bastardi; avevano un modo di combattere semplicemente subdolo e meschino, l'aveva capito troppo tardi. Prima giocavano con i sentimenti dell'avversario e poi lo massacravano senza pietà. Sean provò a scagliarsi nuovamente contro Natsu ma Gildarts fu pronto a mettersi in mezzo e scagliò via violentemente l'uomo dai capelli rossi. Poi urlò rivolto al ragazzo.
-Natsu, va' dentro alla gilda, muoviti! Se non è qui è probabile che Lucy sia dentro! Forza!-
-Grazie, Gildarts!-                                                                                                                         
Natsu si fece largo tra gli altri maghi e arrivò alla porta dell'edificio; prima di entrare sentì diverse voci dei suoi compagni.
-Natsu, guai a te se ti vediamo uscire senza Lucy! Forza!-                                           
Sorrise silenziosamente ed entrò. All'interno la gilda dava un senso di disgusto incredibile: era completamente nera e c'erano diverse lacrime, evidentemente manipolate dai Black Seal, che emettevano delle luci violacee inquietanti. Perlustrò tutto il piano inferiore, ma era deserto. Così salì velocemente a quello superiore e cominciò a guardare in ogni stanza. A un tratto vide una stanza che emetteva più luce delle altre, e non era viola, era luce normale. Ci entrò rapidamente: era anche molto più grande di tutte le altre, sembrava l'ufficio del master; lui però non c'era. Gli occhi gli scivolarono verso il centro della stanza e allora la vide. Stava di spalle, con la testa abbassata: il vestito era lo stesso che aveva visto il giorno prima, le braccia, spaventose, erano rimaste le stesse. I capelli biondi le si muovevano un po' al vento che filtrava dalla finestra. Natsu sussultò.
-Lucy!-
Lei non rispose. Rimase ferma, in silenzio. Poi dopo un po' disse semplicemente una parola, priva di espressione, detta da quella voce che non le apparteneva.
-Natsu.-
Lo sapeva. Sapeva che era lui.
-Lucy. . . perdonami. . .-
Non fece in tempo a finire di parlare, Lucy lo attaccò con una frustata potentissima, che grazie al cielo riuscì a schivare.
-Perdonarti? Ah sì. . . perdonarti, certo. . . scusami. . . non ci riesco!!-
Sferrò un'altra frustata, che andò di nuovo a vuoto.
-Lucy ascoltami, ti prego! Lo so che ho sbagliato, so quello che ho fatto, non avrei mai voluto lasciarti lì con tutto il tuo dolore! Ma i miei. . . i nostri sentimenti per te non sono cambiati, credimi! Ti prego, torna con noi! Siamo compagni, lo saremo per sempre!-
-Sempre. . . sempre. . .-                                                                                                                  
Lucy riusciva a dire solo frasi sconnesse: così Natsu ebbe la certezza che non era pienamente consapevole delle sue azioni.
-No! Il tuo sempre non vale niente, io ho voluto solo aiutarti e tu sei scappato via come si fa da un mostro!!-                                                                                                                                              
Poi si mise a ridere ma erano risate sconnesse, amare.
-Un mostro. . . sì, un mostro. . . in fondo è quello che sono. . .-
-Non è vero!!-
Natsu urlò quanto più forte poteva.
-Tu sei solo la nostra Lucy! Non sei nessun'altro! Una come te non può essere un mostro!-
Lucy sussultò. Il sigillo le faceva male.
-Perché. . . perché lo avete fatto, se siamo amici? Per una volta. . . per una volta volevo essere io a salvarvi! Non sono debole. . . NON SONO DEBOLE!!-
Lanciò un'altra frustata e poi un'altra e un'altra ancora: l'ultima venne bloccata. Natsu afferrò con tutte le sue forze la corda della frusta magica e si ferì le mani; le macchie di sangue cominciarono a cadere sul pavimento.
-Lo sappiamo. . . lo sappiamo che non sei debole. . . tu sei forte, perché non lo capisci?!-
Lucy ritirò la frusta e Natsu gemette. Poi fece una faccia sconsolata; era tutto inutile, quel tatuaggio le aveva tolto la libertà di pensare come voleva lei. Non aveva altra scelta, doveva affrontarla e portarla al master, sperando in una cura. Fintanto che aveva quel tatuaggio marchiato addosso non avrebbe ascoltato niente e nessuno. Deglutì, disperato e furioso per non essere riuscito a convincerla pacificamente; purtroppo a volte le parole erano assolutamente insufficienti. Si ricoprì il corpo di fiamme e guardò la compagna.
-Questa volta non fuggirò, Lucy. Ti riporterò a casa. È una promessa.-
Lucy strinse gli occhi arancioni e impugnò saldamente la frusta.
-Preparati, Natsu.-
 
Erano uno di fronte all'altra. Natsu era ricoperto di fiamme, ma la parte del suo corpo che bruciava di più in quel momento era un'altra. Si mise una mano sul petto e chiuse gli occhi per un attimo; poi li riaprì con decisione e si mise in posizione pronto per combattere. Lucy notò il suo sguardo di prima e il tatuaggio le pulsò nuovamente.
-Che c'è, Natsu? Ora ti faccio pena? Sappi. . . sappi che io non ho bisogno della tua compassione!!-
Quella fu la sua ultima frase: si avventò addosso a Natsu con furia, come si fa con una persona che ti ha tolto tutto. Ma nel profondo del suo cuore non era così, sapeva che quella che ora stava attaccando era una persona che le aveva dato tutto. Il cuore però non le rispondeva più, era come se il tatuaggio lo soffocasse completamente. Lucy cominciò a sferrare attacchi con le braccia che non le appartenevano: attaccava senza curarsi troppo della precisione, voleva solo sfogare la sua furia sull'avversario. Natsu schivò alla meno peggio quasi tutti i colpi ma l'ultimo lo colpì in piena pancia: gemette ma non ebbe il tempo di riprendersi perché Lucy lo colpì successivamente con una ginocchiata sulla faccia. Il mago venne scaraventato via e quando si rialzò un rivolo di sangue cominciò a scendergli dalla bocca.
-Se penso. . . se penso che con questo potere avrei potuto proteggerti. . . no. . . è solo colpa tua!!-
Srotolò la fusta e cominciò a colpire il compagno senza alcuna pietà o rimorsi: nei suoi occhi ormai non era rimasto più nulla, solo quel maledetto bagliore arancione che la rendeva terribile. Natsu parò come meglio poté i colpi, poi si avvicinò alla compagna correndo e l'afferrò per un braccio. Fu una sensazione orribile: le braccia che aveva afferrato tante di quelle volte erano così esili e delicate che a volte temeva di romperle se stringeva troppo. Quello che stringeva in quel momento non era un braccio ma cercò di non pensarci troppo: tirò la compagna in avanti e con un colpo secco le tolse la frusta che era nell'altra "mano". Lucy in un primo momento sembrò disorientata ma poi sferrò un pugno con il braccio dove prima aveva la frusta: Natsu venne colpito un'altra volta sulla faccia, ma non si mosse. Era privo di espressione, sembrava che non avesse sentito assolutamente niente; afferrò anche l'altro braccio e le bloccò entrambe le mani.
-Questa è una battaglia inutile, non lo capisci?-
Poi alzò lo sguardo e le sorrise.
-È  vero che mi sarei sempre voluto battere con te, ma non così. . .-
Lucy sussultò e abbassò lo sguardo. Poi si appoggiò con le braccia sul petto di Natsu e gli diede un'altra ginocchiata in pancia. Natsu sentì un dolore pazzesco: come faceva Lucy ad avere tutta quella forza? Sputò sangue, che si andò a posare su una guancia della maga; senza curarsene troppo, Lucy alzò un braccio e lo ricoprì di un'aura strana, violacea, che si condensò in una specie di sfera sul palmo della mano mostruosa. La scagliò velocemente addosso a Natsu, che se la prese in pieno. Quando la polvere sollevata dall'esplosione si dissolse, il mago era a terra a pancia in giù. Il gilet si era completamente strappato ed era a torso nudo; la sciarpa gli avvolgeva ancora il collo ma il resto del corpo era pieno di ferite. Lucy lo guardò con un'espressione strana: era un misto di rabbia e compassione, ma non si capiva quale delle due prevaleva sull'altra. Poi si riscosse: Natsu stava ansimando per la fatica ma piano piano si stava rialzando. Quando fu completamente in piedi alzò la testa; il volto era pieno di sangue, ma gli occhi prevalevano su tutto: erano occhi colmi di dolore, interrogativi. Li puntò sulla compagna come per volerle chiedere perché stava facendo tutto ciò. Lucy si ritrovò un po' spiazzata ma il tatuaggio la obbligava a rimanere impassibile.
-Lucy. . . non posso combattere con te. Non così.-
-Ah, davvero? Sono troppo forte per te, ora?-
-Non è questo.-
-E allora cosa vuoi da me?! Sono stufa delle tue frasi senza senso! Non è da te tutto questo! Combatti!-
-Non posso!! Guardati, maledizione! Non riesci a vedere quello che sei diventata?! Stai soffrendo come un cane!!-
Lucy si sentì trapassare: aveva ragione, stava soffrendo moltissimo e non sapeva il perché. Perché era stata tradita? Non le bastava come spiegazione; c'era qualcos'altro. Si avvicinò con piccoli passi ma si fermò quasi subito.
-Hai ragione. . . mi fa male. . .-                                                                                                            
Si toccò il petto.                                                                                                                                     
-Mi fa male da morire, non riesco più a sopportarlo. . . perciò, ti prego. . . lascia che ponga fine a tutto questo!!-                                                                                                                                        
Cercò di raccogliere nuovamente la magia oscura nel braccio destro ma non ce la fece. Natsu le era corso incontro velocemente, aveva teso le braccia e gliele aveva passate intorno alle spalle. Poi si era fermato. Non seppe neppure lui quanto tempo rimasero così; respirava pesantemente e gli occhi erano serrati, come a voler trattener le lacrime. Lucy abbassò le braccia e non seppe più che fare. Lui era il suo nemico, doveva liberarsi da quella stretta e dargli il colpo di grazia; eppure non riusciva a fare nulla, riusciva solo a sentire il calore che le trasmetteva quel contatto. Non voleva staccarsi, sarebbe rimasta così per sempre. . . eppure non era ancora libera di scegliere. Spinse Natsu indietro e lui poté vedere la sua faccia: stavolta le uscivano veramente. Erano proprio lacrime, sgorgavano da quegli occhi arancioni come un fiume in piena; ma non durarono molto, si portò un braccio sul viso e si asciugò freneticamente le gote lucide.
-NATSUUU!!!-
In preda all'ira emise un'esplosione violacea che accecò il compagno. Natsu si coprì il volto con il braccio e quando lo scostò vide Lucy con uno sguardo ancora più fuori di sé, ma c'era mescolato anche un senso di smarrimento. La ragazza alzò un braccio come se volesse attaccare di nuovo.
-Basta così, Lucy.-
Natsu sussultò: dietro di lui era sbucato un uomo con una corta barba nera e due occhi color ghiaccio che sembravano capaci di penetrare nel profondo chiunque. Il mago di fuoco ne rimase disgustato.
-Chi diavolo sei tu?!-
L'uomo lo ignorò e andò verso Lucy. Lei non reagì ma sembrava che lo conoscesse. Quando l'uomo le fu vicino si rivolse a Natsu.
-Io sono il master dei Black Seal. Il mio nome è Orion.-
Natsu rimase pietrificato.
-Che diavolo vuoi da Lucy?!-
-Non sono affari tuoi, salamandra. O meglio, avrebbero potuto esserlo, ma adesso sono di questa ragazza.-                                                                                                                                               
Le posò una mano sulla spalla.
-Toglile le mani di dosso!!-                                                                                                            
Natsu fece per corrergli incontro ma Lucy lo scaraventò via con un attacco magico; venne sbalzato via ma si rialzò subito.
-Lucy. . .-
Lo sguardo di Lucy era tornato inespressivo, non lasciava intuire niente, nessun sentimento.
-È  ora, Lucy.-
La ragazza annuì e il Master fece un incantesimo di teletrasporto; entrambi sparirono sotto gli occhi di Natsu.
-ASPETTAAAA!!!-
Si buttò a terra con rassegnazione. Era esausto, il combattimento l'aveva segnato sia fisicamente che mentalmente. Rimase fermo per un po’, poi si rialzò a fatica.
-Aspettami. . . te l'ho promesso.-
Corse in direzione della finestra e si buttò: atterrò con i piedi, che bruciarono un po' per la violenza con cui avevano toccato il suolo. Era nel lato destro della gilda e qualche membro di Fairy Tail già lo vide.
-Natsu! Che ci fai lì?! Vieni qui, presto!!-
Natsu all'inizio non capì, poi corse in direzione dei compagni che gli indicarono un punto in alto dell'edificio. Il mago sgranò gli occhi: Orion era dietro Lucy, sopra una specie di balconcino al centro della gilda, che evidentemente veniva usato per i discorsi. Molti compagni guardavano Lucy con un'espressione atterrita e altri guardavano furiosamente il master. Gildarts era pieno di ferite ma era riuscito a sistemare Sean. Natsu urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
-Lucy!!-
-Procedi.-                                                                                                                                      
Orion fece un cenno alla maga, che allargò le braccia.
  
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