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Autore: Make_a_wish_    10/09/2013    1 recensioni
Annalisa,Samuel,Vanessa,Riccardo.
Quattro ragazzi di 22 anni e due storie intrecciate tra loro.
Assisteremo all'amore complice e tranquillo e a quello passionale ma pieno di conflitti.
I colpi di scena non mancheranno e ci sarà da ridere.
Date una possibilità a questa storia, non ve ne pentirete:)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gente come noi.

 
-Annalisa-
Il telefono squilla ed io vorrei anche alzarmi per rispondere ma è tutta colpa del mio divano! Mi tiene prigioneria tra le sue grinfie e mi ripete "Se è qualcosa di urgente lasceranno un messaggio in segreteria"
E poi non ha tutti i torti! Insomma, sono le cinque del pomeriggio! C'è gente che vuole riposare in santa pace dopo una mattinata faticosa come la mia, fare la commessa in un negozio di musica dalle 8:00 del mattino fino alle 16:00 è estenuante!
Quando sto finalmente, per prendere sonno sento una voce tremendamente fastidiosa e a me conosciuta parlare.
"Ehi Alex, ti ricordo che stasera l'appuntamento è a casa mia alle 23:00. Scarica di nuovo quell'acida della tua ragazza e vieni da me, io ho già lasciato quell'idiota di Samuel!"
Cosa hanno appena udito le mie orecchie?!
Mi alzo di scatto dal divano e, come una furia, corro verso il telefono per poi scaraventarlo contro il muro.
Quella zoccola di Erica se la fa con il mio ragazzo?! E da quanto tempo va avanti questa storia?
Accecata dalla rabbia prendo tutte le cose che Alex ha lasciato a casa mia e le butto fuori dalla finestra che da sul cortile interno, così appena arriva penserà che è tutto ok.
-Stupido stronzo-Ringhio strappando le nostre foto.
Due anni, due stupidi anni passati con questo cretino che poi mi tradisce con una tettona insopportabile.
Incredibile.
Ma ancora non riesco a capire quando si vedevano questi due.. Passava più tempo a casa mia che a casa sua, se ne andava solo per il lavoro e per.. LE PARTITE DI CALCIO!
Cazzo, che stupidissimo clichè!
C'è anche un'altra cosa che non mi spiego: Perchè non ho pianto?
Si, sono arrabbiata e delusa ma non mi sento triste, o almeno non tanto da piangere.
Dopo una mezz'oretta sento il rumore delle chiavi che entrano nella serratura e aprono la porta.
Che lo spettacolo abbia inizio.
-Ciao amore-Lo saluto con le braccia conserte e un sorrisetto tutt'altro che amorevole.
Alex mi guarda stranito e richiude la porta, poi il suo sguardo ricade per terra, dove c'è il telefono rotto.
-Cos'è successo?-Chiese allarmato lanciando le chiavi sul mobile vicino all'entrata.
-Oh niente-Rispondo tranquilla scrollando le spalle.
-Ha solo chiamato Erica, dice che il vostro appuntamento è alle 23:00 a casa sua. Ti consiglia vivamente di lasciarmi e correre da lei per fiondarti tra quelle sue oscene tette rifatte-Continuo alzando sempre di più la voce.
Il suo viso sbianca sempre di più ad ogni parola, rimane lì inerme a fissarmi come un coglione.
-Va fuori da questa casa e non farti più vedere!-Urlò spazientita indicandogli la porta.
-Aspetta Lisa, è stato un incidente-Farfuglia in cerca di un appiglio per poter fuggire da questa situazione.
Scoppio a ridere e tanto per rendere il tutto un pò più teatrale mi metto le mani sulla pancia.
-E come scusa? Sei accidentalmente caduto finendo poi con il tuo cazzetto dentro la sua sguaiata vagina?!-Urlai infuriata, di nuovo.
La battuta non è molto fine.. bhè io non sono una ragazza di quelle che arrossiscono appena dicono una parolaccia quindi c'era da aspettarsi una frase del genere!
-Mi dispiace!-Urla con tono di suppliche.
-A me no, mi hai fatto un favore. Adesso so che schifoso e lurido bastardo sei-Sputo quelle parole con rabbia e rancore nei suoi confronti.
A quel punto sospira affranto e scuote la testa.
-Fammi almeno prendere ciò che è mio e me ne vado-Dice avviandosi verso la mia camera ma io lo blocco in partenza.
-Non occore,caro. Ho già provveduto io-Lo informo avvicinandomi alla finestra.
Lui mi segue e per poco non gli prende un colpo.
-Tu sei pazza! Hai gettato tutte le mie cose fuori!-Urla scioccato.
Poveretto, adesso come farà? Che si fotta.
-Si, è butterò anche te se non sparisci entro cinque secondi-Dico con un sorrisetto fiero.
Vado verso la porta e la apro aspettando la sua uscita.
Piano piano, Alex si avvicina e quando mi passa davanti ha anche il coraggio di guardarmi negli occhi ma io mi giro dall'altro lato e non lo degno di uno sguardo fino a quando non è fuori da casa mia.
Richiudo la porta sbattendola talmente forte che non so per quale miracolo non sia crollato il palazzo e telefono all'unica persona che può capirmi..



 
 
-Samuel-
Non ci credo, quella puttana di Erica mi ha lasciato!
Dopo tutto quello che ho fatto per lei.. Ho litigato con la mia famiglia, con i miei amici e lei cosa fa? Mi lascia dicendomi che ha trovato in un altro ciò che cercava.
Aveva ragione mia sorella quando diceva di lasciarla perdere, adesso devo anche fare le valige e andarmene!
Cose da pazzi.
Ma ciò che mi ha dato più fastidio è stata la maniera in cui me l'ha detto, come se fosse tutto così normale e scontato.
Inizio a fare la mie valige e mi squilla il cellulare, che sia lei?
-Pronto?-Rispondo con un tono non proprio amichevole.
-Sei stato scaricato anche tu, eh?-Chiede una voce a me molto familiare.
-Lisa!-Esclamo sorpreso dalla sua chiamata.
E' la migliore amica della mia gemella,Vanessa, ma non capisco come mai mi abbia contattato.
-Si coglione, sono proprio io-Risponde con la sua solita finezza.
-Come mai questa chiamata?-Domando sedendomi sul letto.
-Volevo solo informarti che la tua Erica ti ha lasciato per il mio Alex, se vuoi va a spaccargli il culo-Risponde evidentemente nervosa e adirata.
Come biasimarla?
-Quindi sei nella mia stessa situazione-Commento con tono certo.
-No, bello. A differenza tua, io non sono stata lasciata, l'ho sorpreso prima che me lo dicesse e gli ho anche fatto uno scherzetto-Dice con una piccola risata malefica che fa sorridere anche me.
-Allora ti è andata meglio. Quella stronza mi ha anche sbattuto fuori di casa, devo andarmene entro un'ora-Spiego sbuffando al solo pensiero di non sapere dove minchia andare.
Ma si, me ne vado alle rampe e dormo lì con il mio skate, l'unico e solo vero amore della mia vita.
-Vieni qui-Proprone lei come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Confesso di essere abbastanza sorpreso e scioccato per la proposta ma mi sembra l'unica soluzione e,non so come mai, mi fa sorridere quest'improvviso interessamento da parte sua.
-Ok, ma è solo una cosa momentanea-Acconsento specificando la situazione.
Sento Lisa sbuffare e borbottare un "Come cazzo ti pare" prima di riattaccare.



-Vanessa-
Odio questo dannato ragazzo, ma ciò che odio di più è il mio carattere fondamentalmente buono.
Perchè non potevo lasciarlo lì, per strada? D'altronde non lo conosco poi così bene e non mi è mai stato simpatico.
L'ho visto sotto la pioggia che cercava disperatamente un passaggio perchè gli si è fermata la macchina di colpo, purtroppo non riesco a lasciare la gente in difficoltà e così l'ho portato qui perchè aspettavo una telefonata importante e avevo lasciato il cellulare a casa, di nuovo.
Mi sono distratta solo un secondo per rispondere al telefono e questo sparisce, come Houdini.
Dopo aver passato in rassegna tutto il piano di sotto, salgo velocemente al piano di sopra e quando passo accanto al bagno un rumore attira la mia attenzione.
Non ci credo, sta facendo la doccia!
-Ma si può sapere che ti salta in testa?!-Sbraito abbastanza incazzata battendo i pugni sulla porta in legno.
-Vuoi unirti a me? E' aperto!-Esclama divertito per poi scoppiare in una fragorosa risata.
Mantieni la calma, Vane. Non abbassarti ai suoi livelli.
Dopo essermi, per così dire, calmata ritorno al piano di sotto e mi butto a peso morto sul divano aspettando che quell'odioso egocentrico esca dal mio bagno.
Incredibile, è ancora più odioso di quando andavamo alle medie,
Pensiamo positivo, sono stata assunta come cameriera al "Bar del corso" così almeno riuscirò a fare la spesa senza dover chiedere soldi alla mia amica Lisa.
Non è il lavoro dei miei sogni ma quando finirò l'università potrò lasciarlo e inseguire il mio sogno: Diventare un'assistente sociale.
Ho sempre desiderato questa professione, avrò l'occasione di aiutare i bambini a conquistare la meritata fecilità in una famiglia che vada bene per loro.
Mentre fantastico sul mio futuro, Riccardo scende le scale con addosso solo la mia asciugamano avvolta in vita.
Oh Signore.
-I vestiti sono diventati un optional?-Chiedo sbuffando scocciato.
-Ma se sono tutti baganti!-Risponde prontamente avviandosi in cucina.
Ma certo, fa come se fossi a casa tua!
Mi alzo dal divano e lo seguo per vedere che accidenti combina.
-E quindi hai intenzione di rimanere qui,mezzo nudo?-Chiedo mentre lo vedo bere un bicchiere d'acqua.
Improvvisamente la sua faccia assume una strana espressione e si avvicina lentamente guardandomi fisso negli occhi.
Io, non capendo che accidenti ha in mente, indietreggio fino a sbattere col muro.
Perfetto, ora sono in trappola!
In men che non si dica, Riccado mi raggiunge e poggia una mano sul muro, proprio accanto alla mia testa, mentre con l'altra si tiene l'asciugamano. Avvicina perciolosamente il viso al mio, così tanto che sento il suo respiro caldo sbattere sulle mie guance.
-Ti dispiacerebbe se io rimanessi qui, mezzo nudo?-Mi domanda in un sussuro facendo sfiorare i nostri nasi.
Ok, la situazione è abbastanza bizzara ma stranamente..piacevole.
Incredibile, tutte quelle che dicevano che Riccardo sa come attirare l'attenzione di una ragazza avevano ragione!
Non so come mai, mi è impossibile sostenere il suo sguardo così chiudo gli occhi e sento un buon profumo di.. COCCO.
Immediatamente sbarro gli occhi e sgattaiolo via da quella specie di afrodisiaca trappola.
-Hai usato il mio bagnoschiuma al cocco?!-Chiedo scioccata e nervosa.
Lui, preso alla sprovvista, scoppia a ridere.
-Stavamo per baciarci e tu pensi al bagnoschiuma al cocco?-Domanda senza smettere di ridere.
Improvvisamente sento le guance andare a fuoco. Stava davvero per baciarmi?
-Vai ad asciugare i tuoi stupidi vestiti e poi ti riaccompagno a casa-Dico duramente andando a rintanarmi in camera mia per riflettere su quello che è, o meglio, che sarebbe potuto accadere.
-Bel tatuaggio, comunque-Aggiungo una volta arrivata sulle scale.
Giuro di averlo sentito ridere, di nuovo.



-Riccardo-
Una volta tornato a casa mia, metto in carica il mio cellulare e mi preparo un panino.
Quella ragazza è incredibile, nessuna è mai riuscita a resistermi.
Ma Vanessa Serami non è come le altre ragazze, l'ho capito già il primo giorno delle medie.
Eravamo appena entrati in classe ed io ero seduto all'ultimo banco della fila centrale a parlare con dei miei amici quando la vidi entrare insieme a Samuel, il suo gemello. I due andarono a sedersi al terzo banco della mia stessa fila e, contrariamente da tutte le altre ragazze della classe, lei era stranamente calma. Sorrideva disinvolta e si mostrava sicura di se. Samuel ed io diventammo quasi subito ottimi amici e ogni pomeriggio ci ritrovavamo a casa sua per giocare alla playstation. Vanessa non mi salutava mai, anzi, mi ignorava completamente. Se ne stava sempre con la sua amica Annalisa a ridere e scherzare nella sua stanza.Io non avevo idea del perchè non mi degnasse di uno sguardo ma la cosa mi intrigava.
Purtroppo, a causa del mio carattere presuntuoso ed orgoglioso, non ho mai ammesso a nessuno la mia cotta per lei. Solo Samuel lo sapeva, ma non perchè gliel'avevo detto io, l'aveva capito da solo.
Io e Sam eravamo come fratelli, dopo le medie avevamo deciso di scegliere lo stesso liceo e rimanere insieme. Andava tutto bene, nulla poteva separarci, poi arrivò lei:Erica.
L'aveva cambiato e aveva fatto in modo di allontanarlo sia da me che dalla sua famiglia.
Vanessa e Samuel sono molto diversi caratterialmente: Lei è solare, vuole a tutti i costi mostrarsi forte ma è tremendamente altruista e sensibile. Ha provato in tutti i modi a proteggere suo fratello da quella stronza di Erica e ci è rimasta malissimo quando lui ha deciso di allontanarsi da lei per stare con quella vipera. Se mai dovesse tornare indietro non sarà semplice avere il perdono di sua sorella, è molto testarda ed orgogliosa. Samuel invece è un tipo tranquillo, forse un pò ingenuo ma divertente. Vive alla giornata e non pianifica nulla, è molto pigro e l'unica cosa che fa volentieri è andare sul suo amato skate. O almeno era così fino ad un anno fa.
Il campanello inizia a suonare freneticamente e sono costretto a correre per andare ad aprire e lasciare il mio magnifico panino a metà.
Quando apro la porta per poco non mi prende un colpo.
-Mamma?!-Esclamò abbastanza sorpreso.
-Ciao tesoro, mi fai entrare?-Mi chiede lei con uno strano sorriso stampato sul volto.
-Certo, fai pure come se fossi a casa tua-Rispondo scostandomi di lato per farla entrare.
Mi fa strano vederla qui, sono andato da lei e papà a Milano due giorni fa.
-Bhè amore, tecnicamente questa casa l'hai comprata con i miei soldi quindi è mia-Scherza posando la valigia vicino al divano.
-Come mai sei qui, problemi?-Chiedo leggermente allarmato richiudendo la porta.
-Diciamo che tuo padre ed io non andiamo tanto d'accordo ultimamente-Risponde accomodandosi sul divano.
Che i miei genitori non andassero d'accordo non era una novità, ma non erano mai arrivati fino al punto di separarsi e quella valigia non promette nulla di buono.
-Potrei rimanere qui da te per qualche giorno?-Mi chiede mangiucchiandosi un'unghia smaltata di rosso.
Appunto.

Angolo autrice
Ok, eccomi con un'altra storia!
Ultimamente mi sento particolarmente ispirata e non faccio altro che scrivere..
Questo prologo è abbastanza lungo perchè introduco tutti e quattro i personaggi:)
Saranno due storie intrecciate tra loro e sono ambientate qui in Italia invece che in Inghilterra o qualche altro paese straniero.
Spero vi piaccia!
Un bacione
Dani.
  
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