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Autore: Merilin    16/03/2008    2 recensioni
..Una storia di insicurezza, di sofferenze, d’ amore e solitudine. Una storia che vi condurrà nel profondo dell’ essere di un ragazzo che scopre se stesso, nell’ intimo di chi insospettatamente soffre..
Genere: Romantico, Introspettivo, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non sto scappando. Ho solo bisogno di tempo. Ma che sia mio…solo mio...

Un lungo sospiro.

Incredibile come dal finestrino di un aereo le cose sembrino più facili. Così lontane, così irrimediabilmente ridicole.

Sorriso amaro.

Un ragazzo con gli occhi grandi e vacui guardava in lontananza, lo sguardo perso all’ orizzonte.

Osservava la notte, che piano si avvicinava. Che lentamente lo stava inghiottendo.

Le nuvole creavano un infinito tappeto bianco. Cosa ci fosse sotto aveva poca importanza. Sapeva che non era casa sua e questo lo rassicurava un minimo.

Gli altri passeggeri dell’ aereo erano come ombre ai suoi begli occhi castani. E ciò che più è importante, lui era un’ ombra ai loro.

Focalizzò per qualche attimo l’attenzione sugli sconosciuti che viaggiavano con lui.

Sedutagli accanto, una donna stava accarezzando i capelli ad un bambino che poteva avere non più di quattro anni. Sonnecchiava beato tra le braccia della madre.

Il ragazzo tornò a guardare dal finestrino stringendo forte la maglietta all’ altezza del cuore.

Il dolore al petto che provava gli ricordò che anche a migliaia di miglia da casa i suoi problemi non l’avrebbero abbandonato.

Guardò nuovamente fuori ma gli si presentò davanti agli occhi la sua immagine riflessa. Osservò senza troppa fretta i suoi lineamenti fini, il viso scavato, le labbra screpolate e ceree, gli occhi arrossati, che senza matita eye-liner gli parevano non avere alcunché di particolare, cerchiati da profonde occhiaie nere. Anche i capelli, normalmente liscissimi di un nero lucido, erano trascurati e il ragazzo sapeva che sotto il berretto che indossava c’era qualche centimetro di ricrescita castana chiara. Forse avrebbe dovuto tagliarli, i capelli. Un taglio netto.

Si guardò le mani, lunghe e affusolate. Le unghie erano ancora perfette. Nere e bianche. Nervosamente prese a rosicchiarle cercando di staccare lo strato di smalto. Ora aveva proprio l’aria di un povero pazzo. Sorrise distrattamente.

Non sono più io…

Si diede subito dell’ illuso per quel pensiero. Sarebbe rimasto comunque lui. Sarebbe sempre stato lo stesso anche un nuovo taglio di capelli, senza trucco unghie rifatte e persino con un altro nome.

Inforcò gli occhiali da sole e riprese a guardare fuori.

Attraverso la tasca del pantalone sentì vibrare il cellulare. Era suo fratello. Si diede dell’idiota per non averlo spento. Rimediò e seccamente lo gettò in borsa. Non aveva voglia di parlare con nessuno.

Lui, senza nome e cognome, senza passato, senza la consapevolezza di essere se stesso.

Era solo.

***

Ciao a tutti! Ecco il primo capitolo di una storia di insicurezza, di sofferenze, d’ amore e solitudine. Una storia che vi condurrà nel profondo dell’ essere di un ragazzo che scopre se stesso, nell’ intimo di chi insospettatamente soffre.

Lo so…è un po’ pochino…Prometto che la prossima volta vi farò capire di più! Nel frattempo aspetto con ansia ogni tipo di commento, prime impressioni e critiche a questo breve prologo.

A presto,

Merilin

  
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