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Autore: ELE106    10/09/2013    8 recensioni
[Altri attori/telefilm]
[Cast Spartacus - Coppia Dan Feuerriegel / Pana Hema Taylor]
Dan e Pana interpretano due persone che si amano in modi che, prima di loro, non sembrava nemmeno possibile esistessero. Gli attori si immedesimano e diventano quegli stessi personaggi. Quanto sottile è il confine tra i sentimenti che trasmettono sullo schermo e quelli che sentono per davvero? Io ho sempre pensato che Dan e Pana avessero avuto una di quelle intese che va al di la della recitazione e della bravura. Che, almeno per qualche tempo, si sentissero davvero Agron e Nasir.
[POV Pana complessato - Episodio I-] Buona Lettura ;D
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Pana complessato'
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Se l’odore di un motel potesse mai definirsi buono, assomiglierebbe al tuo.

Che cazzo di pensiero imbecille.

È colpa della sua maglietta gigante che profuma troppo. Che cavolo me la sarò messa a fare?
Quel grosso australiano scemo usa sempre così tanto bagnoschiuma che ora tutta la stanza sembra una gigantesca doccia vaporosa e schiumosa.
Si è portato il suo dannato iPod in bagno e la sua dannata musica metallara, che fa un casino assordante e sta per farmi esplodere la testa.

Fuori il sole è così caldo e forte che vorrei ucciderlo. Sparargli al centro e sgonfiarlo come fosse un palloncino. Forse preferisco quando piove perché i colori del mondo diventano limpidi e freddi e mi ricordano casa mia.

Mi sembra di soffocare qui. Forse mi vestirò, uscirò dalla porta mentre non può sentirmi e scapperò via.

Invece resto immobile come una statua, arricciato tra le lenzuola sfatte che sanno così tanto di noi due che posso chiudere gli occhi e sentirmi lui ancora addosso, ancora dentro, sentire le sue mani che mi stringono, sentire la sua voce che...

“Ti amo.”
Perché lo dici sempre? Perché mi fai sentire così... sbagliato? Io non ti amo. No.
“Sta zitto e scopami, Dan.”
 
Il suo cellulare vibra dentro la tasca dei jeans, abbandonati a terra vicino al letto.

Sarà quel cazzo di twitter che usa sempre.

Apro gli occhi proprio un attimo prima che inizino a pizzicare. Ci manca solo che mi metta a piangere come una fottuta ragazzina. Sono io che non voglio lui, sono io che non lo amo, sono io che ora mi alzo e me ne vado, che ho un aereo da prendere.

Il corpo non mi ascolta mai, vede solo lui, sente solo lui.

Rimango abbracciato al cuscino stropicciato e morbido, lo stesso che ho stretto fino a farmi venire i crampi alle dita, mentre avevo lui tra le cosce e mi faceva contorcere e ansimare, solo pochi minuti prima.

Cristo, perché mi scopi così bene, Dan, perché?
 

Non voglio più aprire gli occhi, non voglio che esca da quel bagno, non voglio che mi raggiunga e che il suo maledetto profumo mi investa. Mi verrà voglia di toccarlo, leccarlo e scopare di nuovo, più forte, più a lungo, finché non penserò più a niente, finché non perderò conoscenza. Lui è capace di farlo, lo so.
Lo terrei tanto stretto tra le gambe da fargli restare i segni sui fianchi. Lo farei arrivare così a fondo da sentire dolore, perché è solo questo che merito, è solo questo che devo essere. È solo questo che posso dargli.

“Ti amo.”
No! No, io non sono niente, niente!
 
Dio che idiota spaventoso che sono.

Se non fossi miele tra le sue dita, se non mi sciogliessi e arrendessi appena mi tocca, saprei combattere questa cosa. Saprei farmela passare. Saprei dire basta e smettere di sprofondare sempre più a fondo in questo schifo di situazione in cui mi sono messo.
 
“Sarò dalle tue parti per un paio di giorni. Ci vediamo?”
“Certo, Pana! Vengo a prenderti in aeroporto! Quando arrivi?”
Sei un idiota, Dan! Dovevi dirmi di no.
 
Appena mi ha visto da lontano si è precipitato da me con un sorriso largo quanto la sua Australia. Avrei voluto sparire dalla vergogna. Mi ha sollevato da terra per abbracciarmi come fossi leggero quanto un bambino. Quello stupido, stupido orso col cervello bacato.

“Mi sei mancato, Pana!”
No... no, non è vero, non dirlo.
“Tu no!”
 
Se io fossi un uomo... se fossi meno infame ora lo saluterei, mi rivestirei ed uscirei da questa camera. Lo guarderei in faccia e non mi spezzerei in due davanti ai suoi stramaledetti occhioni da bamboccio innocente, che mi guardano come fossi l’unica cosa bella al mondo, l’unica cosa di cui gli importi davvero.
Invece non sono altro che un ragazzino inutile, che non vale niente.

Perché non te ne accorgi? Che vuoi farci con me, Dan? Che ci fai con uno come me?

“Io ti amo.”
Io ti odio invece. Ti odio, perché mi fai questo? Perché mi fai sentire così... così meschino?
 

Sono due giorni che siamo chiusi in questa camera. Due giorni che gli chiedo di scoparmi e lui fa l’amore con me. Sono due giorni che non fa che ripetermi “Ti amo.”

“Smettila!”
“Non mi freghi, piccoletto. Te lo faccio ammettere a forza di orgasmi, vedrai!”

Ma vaffanculo Dan! Non lo vedi? Non ti accorgi che mordo sempre qualcosa quando mi fai venire? Qualsiasi cosa (compreso te), pur di non far uscire quelle due parole.

A cosa servirebbe ammetterlo? Che vuole da me? Vuole che abbandoni tutto e stia con lui? Per fare cosa? Io non sono niente, non so nemmeno cosa voglio fare davvero.
Voglio solo tornare a casa e sentire l’umido della mia terra che sprofonda sotto i piedi nudi.
Voglio l’infinito verde dei suoi spazi e l’aria pulita. Voglio infilare le mani nel fango, oppure nella sabbia e poi stare lì a guardare il mare mentre le sommerge e poi le ripulisce, portandosi via tutto.

Una nullità non ha ambizioni.

Voglio impegnarmi per essere uno straccio di padre come si deve per mio figlio. Fare il meno schifo possibile. Non importa se è nato perché sono stupido, non diventerà come me, sarà migliore.

Quale sarebbe il tuo posto in tutto questo? Cosa faremmo insieme? Come potremmo stare insieme?

Non potremmo e basta. Perché non lo capisce? Perché non mi lascia in pace? Perché non me ne vado io? Perché finiamo a scopare in fottute stanze di motel, due giorni al mese?
Esiste qualcosa di più evidente di quanto tutto questo sia squallido?

Sprofondo con la faccia nel cuscino e borbotto una serie di imprecazioni che vedono me stesso come diretto e meritevole destinatario di ogni singolo insulto.
 
“Ti amo.”
No, non è vero! Non mi faresti stare così male. Io non ti amo!
 

“Cerchi di soffocarti, piccoletto?”

Eccolo. È uscito dalla doccia. Bella figura di merda che ho fatto.
Non voglio voltarmi, non voglio voltarmi, non voglio voltarmi.

Dio quanto profumi di buono, Dan, ma di cosa sei fatto?
 
“No! Cerco solo di non morire intossicato dall’odore di bagnoschiuma con cui hai appena appestato la camera. Quanto ne usi, maledizione?”

Bravo, Pana. Fai lo stronzo, funziona sempre.

Non voglio voltarmi, non voglio voltarmi, non voglio voltarmi.
Ride, l’imbecille.
Ride e un attimo dopo si stende dietro di me. Sento il suo peso  affondare nel materasso e il calore del suo corpo avvolgermi appena sfiora il mio.
Mi bacia una spalla, io serro le palpebre più forte e impreco ancora un pochino tra me e me, perché sento già che sto cedendo un’altra volta.

“Non ti fai la doccia, tu? A che ora hai il volo?”
No, non mi laverò più, idiota. Avrò questo odore (il tuo odore) finché non andrà via... finché non andrai via.

Mi volto verso di lui. Sorride ed è così bello che ho quasi l’impressione che, dalla finestra, la luce del sole si faccia più intensa, solo per sbattermi in faccia la sua perfezione.
Cazzo! Porco mondo infame, si accorgerà che ho gli occhi lucidi. Eppure so di avere addosso ancora la solita maschera arrogante e sbruffona. Fingo addirittura di essermi offeso.

“Cerchi di mandarmi via prima? Cos’è, hai un altro ospite dopo di me?”

Lui non sorride più e io mi sento morire.
Sento qualcosa che si sbriciola dentro la mia cassa toracica. Mi sembra persino di sentirne il rumore, mentre si rompe.
Abbasso subito lo sguardo. Non riesco a guardarlo, non posso.

Va via Dan! Va via da me, sono solo capace di distruggerti.
 
“Se fossi Agron, ti risponderei che massacrerei tutto l’aeroporto... pur di non farti partire.”

L’accappatoio gli cade morbido addosso. Aperto sul davanti, il suo petto nudo si alza e si abbassa velocemente. Respira forte, mentre a me manca quasi il fiato.
Anche se non lo vedo, perché sono troppo codardo per guardarlo negli occhi, è come li avessi davanti.
Si rompe.
Si rompe tutto.
La mia maschera, il mio cuore, il mio corpo.
Inspiro ed espiro una, due tre volte, cercando di calmarmi.

Posso farcela.

Alzo lo sguardo e incrocio il suo. Sincero, limpido, caldo.

Posso farcela.
 
“Se fossi Nasir, ti risponderei che ti amo.”

Si sgretola tutta la farsa, disintegrata da quello che gli leggo negli occhi.
Ora non riuscirò più ad andarmene.

Sei fregato, Dan. Sei fregato perché io ti amo.

Non è nemmeno riuscito a parlare. Me lo sono tirato addosso, sotto le lenzuola, l’ho abbracciato e stritolato contro di me, prima che aprisse bocca.

Non dire niente, per carità.

“Vieni a casa con me, Dan? Solo per un po’...”

Lo stringo ancora più forte, tanto è un bestione scemo e non gli farò male. Faccio persino fatica a circondargli le spalle con le braccia. Allora gli allaccio una gamba intorno ai fianchi e rimaniamo così per non so quanto.
Sento le sue dita tra i capelli e il suono del suo cuore contro il mio petto che pompa veloce.

“Allora, ci vieni?”

Perché? Perché tra tutte le maledizioni al mondo, mi sono rovinato con uno stupido orso australiano ingenuo e idiota, che non capisce un cazzo!

Non capisci di essere troppo per un niente come me? Troverai di meglio e mi spezzerai il cuore.

Ma non mi importa, non adesso. Perché ogni volta che lui mi bacia sulle labbra, io mi sento miele che cola e si scioglie. E voglio solo che mi baci per sempre.

“Ci vengo, Pana.”
 

Faremo l’amore a casa mia, Dan. Fuori il sole sarà diverso, dentro il profumo sarà lo stesso.
 
 

Fine.
 
 

Nda: la fanfiction la dedico a meggie681, perché ne ha scritte un paio su Dan e Pana che mi hanno chiaramente disintegrato i neuroni XDDD Questa me l’ha ispirata lei e le emozioni che mi ha trasmesso. GRAZIE e per gli Dei, scrivine ancora ;DDD
 
Ps. Non è betata, chiedo umilmente perdono per gli errori!

 
   
 
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