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Autore: pluviophilia    10/09/2013    5 recensioni
-Peeta- sussurro con un tuffo al cuore.
-Dov'è Peeta?- sibilo.
{CF; 374}

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In un momento impreciso, tutto è cambiato.
Perché da quando hanno chiamato il suo nome, fra la folla, non me lo sono dimenticata un attimo.
Perché da quando ci siamo stretti la mano, nel distretto 12, ho capito che tutto sarebbe cambiato.
Perché i suoi occhi, ogni volta che li incrociavo, sembravano essere sicuri, sicuri che sarebbero venuti a casa con me.
Perché abbiamo sempre tenuto alta la speranza, ma da ieri, tutto è cambiato.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer:
Ed eccomi anche in questo fandom.
Secondo me, nel momento in cui Katniss si riprende dallo stato di incoscienza in seguito alla tragica fine dei 75* Hunger Games, capisce ancora di più quanto tiene a Peeta.
Ho cercato di dimostrarlo con questa piccola OS.
Ovviamente qui Katniss non ha ancora capito bene cos’è successo, questi sono piccoli pensieri impulsivi che le vengono. Mi sono ispirata alla canzone Everything Has Changed, che vi consiglio di ascoltare durante la veloce lettura.
joanne



 
 
 
-Peeta- sussurro con un tuffo al cuore.
-Gli altri hanno tenuto Peeta in vita perché sapevamo che, se lui fosse morto, non saremmo riusciti a tenerti dentro l’alleanza- continua Haymitch – E non potevamo rischiare di lasciarti senza protezione. – Le sue parole sono dirette, la sua espressione immutata, ma non può nascondere la sfumatura di grigio che ha assunto il suo volto.
-Dov’è Peeta?- sibilo.

 
{catching fire; 374}
 
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All I knew this morning when I woke
Is I know something now, know something now I didn't before
 
You'll be mine and i'll be yours
All I know since yesterday is everything has changed
 
And all my walls stood tall painted blue
But i'll take them down, take them down and open up the door for you
And all I feel in my stomach is butterflies the beautiful kind
Making up for lost time, taking flight, making me feel right
 
I just want to know you better know you better know you better now
I just want to know you know you know you

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L’unica cosa che so da ieri è che tutto è cambiato.
Dopo l’esplosione, dopo lo squarcio, dopo la catastrofe, tutto è cambiato.
Per l’ennesima volta.
Vicino ad Haymitch, mi sembra di poter finalmente pensare con la mia testa.
Mi sembra quasi di essere libera, di non avere una telecamera puntata dritta al mio cervello, al mio cuore.
Peeta è stato preso, è stato catturato, ed io non posso ancora fare nulla per aiutarlo.
Non posso medicarlo come quando eravamo nell’arena, non posso portare le mani sulle sue guance e accarezzargli la fronte, il viso, le braccia.
Attendo spiegazioni, voglio sapere dov’è.
Perché so, che da quando mi sono svegliata, tutto è cambiato.
Sento un peso nello stomaco.
Una voglia di piangere.
Di urlare, gridare, buttare a terra questo stupido divano.
Correre via, fuggire, tornare alla settantaquattresima edizione e mangiare quelle dannate bacche prima che il gioco venisse sospeso.
Avrei creato molti meno problemi.
A Prim, al distretto, a Cinna, ad Haymitch, a Peeta.
Peeta.
Non riesco a fare altro che pensare a lui.
Perdere una persona è terribile, ma rivivere questo incubo due volte è insopportabile.
Due volte, nell’arena, con il compito di ucciderlo.
Di colpirlo con una freccia, di trapassarlo con una lancia, di guardare l’ultima scintilla svanire dai suoi occhi.
Ma, non so quando, tutto è cambiato.
Forse me ne accorgo completamente ora, forse lo ammetto a me stessa solo adesso, che in un momento impreciso, tutto è cambiato.
Perché da quando hanno chiamato il suo nome, fra la folla, non me lo sono dimenticata un attimo.
Perché da quando ci siamo stretti la mano
, nel distretto 12, ho capito che tutto sarebbe cambiato.
Perché i suoi occhi, ogni volta che li incrociavo, sembravano essere sicuri, sicuri che sarebbero venuti a casa con me.
Perché abbiamo sempre tenuto alta la speranza, ma da ieri, tutto è cambiato.
E tutti i miei muri si ergono dipinti di malinconia, ma io li abbatterò, li abbatterò e aprirò una porta per lui.
E l’unica cosa che continuo a sentire è questo groppo in gola, che mi avverte, mi dice che avrei dovuto godere di più dei momenti passati, che mi fa stare male.
Voglio sapere che lui ne è consapevole, voglio sapere che lui sa come mi sento.
A tratti, nell’Arena, mi sembrava di averlo lontano chilometri, nonostante fosse lì accanto a me.
Ma non era lui che stava lontano, era io che non mi volevo avvicinare.
Io che non volevo capire.
Non volevo capire di amarlo.
Ma l’unica cosa che so da ieri, è che tutto è cambiato.
 

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