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Autore: DateAtTeaTime    10/09/2013    2 recensioni
A sei anni si conobbero. A undici, furono separati da un vecchio cappello rattoppato.
Ma la rivalità fra le loro Case servirà a separarli ulteriormente, o a riunirli? Pottertalia, Prungary.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Un po' tutti, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Gilbert ed Elizaveta erano stati amici fin dall'infanzia, quando tutti i bambini evitavano l'uno perché troppo megalomane e l'altra perché troppo scatenata: non avere nessuno con cui giocare era ciò che li accomunava e che li aveva uniti.

Gilbert era un bambino strano, con capelli bianchi e occhi rossi. Il suo aspetto incuteva timore ai bambini, ma in realtà era la sua arroganza a tenerli lontani. Non passava giorno che non proclamasse a gran voce quanto fosse magnifico, intelligente ed altri attributi positivi che nessun bambino sopportava di sentire.

Elizaveta era una bambina dai capelli castani, lunghi e raccolti in una piccola coda, e occhi color verde. Fin da piccola era sempre stata un maschiaccio dalle riserve energetiche infinite, e tutti avevano dato per scontato che fosse un bambino, finché l'affermazione non divenne vero nella mentalità comune; quando arrivò all'età di sette anni, tutti ormai pensavano che fosse un maschio, e i suoi genitori non si presero mai la briga di smentire.

Si conobbero a sei anni, in un incontro finito con un naso rotto e un paio di denti spaccati, ma che era stato ribattezzato dai due “La lotta più magnifica del mondo”-cortesia di Gilbert. Da quel momento, anche quando tutti i bambini del quartiere capirono che i due erano di buona compagnia e, quindi, di seguirli nelle loro avventure, Gilbert ed Elizaveta furono inseparabili: si sceglievano sempre a vicenda nelle squadre per giocare a Quidditch, facevano ogni settimana un pigiama party (solitamente a casa di Gilbert, soprattutto perché Elizaveta adorava passare del tempo con il suo fratellino Ludwig), si lanciavano addosso le gelatine dai gusti più schifosi, si promettevano amicizia eterna ogni volta che Gilbert entrava nella sua fase sentimentale, il che accadeva spesso, e a Elizaveta fu permesso l'onore di leggere il diario che il suo amico custodiva in gran segreto.

Gilbert spesso metteva in dubbio l'amicizia che Elizaveta provava per lui, spaventato dalla mancanza di dimostrazioni d'affetto da parte sua. Elizaveta non diceva mai niente per provare il contrario, scegliendo sempre di proporgli un'attività divertente con cui rincuorarlo; certamente non gli avrebbe mai detto che nessuno oltre a lui l'ha mai vista piangere, né che non aveva bisogno di tenere un diario segreto perché confidava già tutto a Gilbert.

 

Avevano entrambi undici anni quando ricevettero la lettera da Hogwarts.

Qualche giorno dopo aver mandato la risposta, andarono a comperare i loro materiali a Diagon Alley insieme, con Ludwig che seguiva il fratellone e la sorellona (perché Ludwig invece aveva saputo che Elizaveta era una ragazza da quando aveva capito la differenza tra maschio e femmina) in ogni negozio, curioso e un po' invidioso che per lui ci sarebbero voluti ancora tre anni prima di andare a scuola. Si comprarono i svariati libri scolastici, e Gilbert aggiunse alla pila un paio di autobiografie dei più grandi maghi del mondo, mentre Elizaveta, a cui non era mai piaciuta la lettura perchè un'attività troppo tranquilla, si limitò a scegliere quelli elencati nella lista mandata da Hogwarts. Poi i loro genitori -il padre di Elizaveta e la madre di Gilbert-, insieme a Ludwig, si offrirono di prendere i materiali necessari per Pozioni e li lasciarono da una sarta a farsi prendere le misure per l'uniforme della scuola. Uscirono dal negozio poco dopo e decisero di comprare gli animaletti da portare: Gilbert si prese un pulcino che chiamò Gilbird mentre Elizaveta fu indecisa fino all'ultimo, quando scelse finalmente un gattino nero con gli occhi verdi che chiamò Blanka.

L'ultima sosta fu da Olivander, dove vennero raggiunti anche dai loro genitori. Elizaveta provò una bacchetta di acero e una di quercia, prima di scegliere -o, come invece sosteneva Olivander, “essere scelta da”- una bacchetta di legno di abete, nove pollici, con corde di cuore di drago. Gilbert invece ne dovette provare parecchie, convinto di essere compatibile con bacchette che invece lo rifiutavano, finchè Olivander non gliene fece provare una in legno di salice, lungo dieci pollici e mezzo, con piume di fenice. Anche a Ludwig venne dato il permesso di provare un paio di bacchette e Olivander fu compiaciuto della forte luce emanata al suo contatto con una bacchetta che si rifiutò di descrivere, con la promessa che tra pochi anni sarebbe stata pronta per lui.

Durante il tragitto a casa, Gilbert ed Elizaveta sfogliarono il libro di Incantesimi e ne provarono alcuni, impazienti di iniziare finalmente la loro vita in una scuola di magia.

 

Partirono il primo di settembre, salutando tutti e promettendo di scrivere lettere quanto possibile. Trovarono posto in uno scompartimento vuoto e si sedettero, chiacchierando dell'ultima partita di Quidditch che avevano fatto un paio di giorni prima, comprando dolci al carrello, e giocando a fare incantesimi semplici, imparati nei pochi giorni da quando avevano comprato le bacchette. Era già buio fuori dal finestrino ed entrambi si stavano chiedendo se mettersi la divisa scolastica quando la porta dello scompartimento si aprì ed entrarono di corsa due ragazzi che sembravano più grandi di loro. I due si chiusero la porta alle spalle, ridacchiando e scambiandosi sguardi complici.

Uno dei due li notò e smise di ridacchiare per presentarsi. “Bonjour, mes amis! Vi dispiace se rimaniamo per un po' qui? E se i prefetti lo chiedessero, noi siamo stati qui fin da quando il treno è partito, oui?” Aveva lunghi capelli biondi raccolti in una coda e occhi azzurri; sul mento gli si era già sviluppata un po' di peluria, che contribuiva a dargli un fascino un po' adulto.

Elizaveta aggrottò le sopracciglia quando notò finalmente le cravatte verdi che i due indossavano: erano dei Serpeverde.

Elizaveta aveva sentito diverse voci sul Serpeverde, ma se avevano una cosa in comune, era che non erano mai voci buone. Era stata la Casa del Signore Oscuro, e aveva sfornato molti maghi malvagi. Certo, alcuni suoi parenti lontani che erano stati Serpeverde a loro volta erano cresciuti per essere persone decenti, ma Elizaveta era comunque diffidente e non le piaceva avere a che fare neanche lontanamente con quella Casa.

Gilbert, che apparentemente aveva ignorato le loro uniformi, annuì con sguardo curioso. “Che avete fatto?” chiese, sempre attratto dalle bravate, anche quando non era lui a commetterle.

Abbiamo solo riempito di rospi gli scompartimenti riservati ai prefetti,” gli rispose il biondo con tono incurante.

Gli occhi di Gilbert si spalancarono in un misto di meraviglia e ammirazione, e i due Serpeverde scoppiarono a ridere.

Je m'appelle Francis Bonnefoy, e lui è Antonio Carriedo. Siete del primo anno?”

Antonio Fernandez Carriedo,” precisò l'altro ragazzo, un tipo abbronzato con capelli scuri e un paio di occhi verdissimi, mentre Gilbert annuiva alla domanda di Francis.

Sì, è il nostro primo anno a Hogwarts. Io sono Gilbert Weillschmidt e lui è Elizaveta Hèdervary,” rispose indicando Elizaveta con un cenno della testa. Gilbert non disse niente quando Francis sollevò un sopracciglio durante la presentazione, per cui la ragazza suppose che non si accorse di niente. “Dal secondo anno si può entrare nella squadra di Quidditch, no? Voi giocate?”

Oui, intendevamo provare per i due posti liberi come Cacciatori. Et vous?”

Gilbert accettò una Cioccorana da una manciata che Antonio aveva nel frattempo pescato dalle tasche. “Siamo due Battitori. Quando si libereranno entrambi i posti, proveremo ad entrare. Ci prenderanno sicuramente perché quando giochiamo a Quidditch insieme, nessuno ci batte!” spiegò Gilbert, sulle labbra un sorriso con tracce di arroganza, ma perlopiù affettuoso.

Stavolta Antonio smise di masticare la rana di cioccolato per scambiare uno sguardo sospetto con Francis. Il disagio di Elizaveta crebbe finchè i due non si congedarono poco dopo, suggerendo loro di indossare l'uniforme perchè di lì a poco sarebbero arrivati.

 

Nonostante tutto il suo gran parlare, davanti al portone della Sala Grande il nervosismo di Gilbert era palpabile. Elizaveta decise di non deriderlo solo perché era a sua volta molto in ansia.

Inutile dire che, quando scoprirono che lo Smistamento consisteva semplicemente nel mettersi in testa un vecchio Cappello che avrebbe scelto le loro Case di destinazione, le risate forzate di Gilbert sovrastarono il sollievo generale.

Elizaveta fu chiamata prima di Gilbert e il Cappello la tenne per un paio di minuti prima di urlare “GRIFONDORO” tra gli applausi degli studenti seduti nel lungo tavolo sotto lo stendardo rosso e oro.

Si posizionò su una sedia vuota vicino a un ragazzo più grande dai capelli castani e occhi scuri incorniciati da un paio di occhiali, e stava giusto chiacchierando con lui quando Gilbert fu chiamato a essere smistato.

Gilbert, il Cappello Parlante in testa, si mise comodo sulla sedia, le gambe larghe e le braccia conserte, mentre il silenzio scendeva nella sala. Elizaveta gettò un'ultima occhiata alla sedia vuota che aveva di fianco e che aveva tenuto per Gilbert, pronta ad applaudire l'annuncio del Cappello, quando questi urlò “SERPEVERDE”.

Gilbert si tolse il Cappello con uno sguardo allibito mentre veniva applaudito dal tavolo sotto lo stendardo verde. Elizaveta non potè che ricambiare con espressione incredula quando lui la cercò con uno sguardo ferito prima di unirsi ai suoi compagni, sedendosi fra Francis e Antonio.

Elizaveta lasciò che la sedia vicino alla sua fosse occupata dal primo Grifondoro smistato dopo Gilbert e mangiò le prelibatezze, apparse sul tavolo dopo il discorso del Preside, con una sensazione di vuoto nello stomaco.

 

Per arrivare al dormitorio del Grifondoro si dovevano salire parecchie scalinate. Elizaveta non prestò attenzione a nessuno dei consigli del prefetto, conscia solo del fatto che le sue gambe stavano iniziando a lamentarsi per la lunga ascesa. Il gruppetto dei Grifondoro del primo anno entrò oltre un passaggio nascosto dietro al ritratto di una donna molto grassa, ed Elizaveta si raccomandò di chiedere a qualcuno la parola d'ordine che non aveva sentito, impegnata com'era a cambiare tutti i programmi della sua vita a Hogwarts che includevano Gilbert.

Realizzò che avrebbero probabilmente giocato come rivali Battitori per la Coppa del Quidditch, e fu grata quando il prefetto, un ragazzo dalle origini nordiche, alto, biondo e con gli occhi chiari, di nome Mathias divise il gruppo indicando le entrate per il dormitorio femminile e quello maschile. Elizaveta stava proprio dirigendosi verso quest'ultimo quando Mathias le mise una mano sulla spalla.

Elizaveta, la tua stanza è di là,” le disse con un sorriso divertito, indicando l'entrata delle camere delle ragazze.

Sono un maschio,” rispose lei con tono piatto, troppo stanca persino per sentirsi offesa.

Elizaveta è un nome da femmina,” suggerì Mathias, ed Elizaveta alzò gli occhi al cielo. Era davvero così difficile credere che un nome non dovesse dipendere dal sesso di chi lo porta?

I miei genitori si sono divertiti a darmi un nome da donna,” inventò sul momento a mo' di scusa, impaziente di riposarsi dopo la lunga giornata. “Guardami, però. Sono un maschio!” concluse, aprendo le braccia come per mostrargli il suo aspetto fisico e, soprattutto, il fatto che non indossava la gonna sotto l'uniforme di Hogwarts, ma un paio di pantaloni.

Mathias si guardò intorno, nella Sala Comune del Grifondoro ormai vuota, prima di tornare a parlarle. “Ti direi di guardarti lì sotto, ma sarebbe inopportuno vista la tua età. E la mia,” aggiunse ridendo, ma tacendo subito appena notò lo sguardo confuso di Elizaveta. “Sai, c'è una sola cosa che non può essere ingannata: la magia di Hogwarts. Le scale che portano verso il dormitorio femminile si trasformano in uno scivolo appena un maschio prova ad entrare,” spiegò, facendole segno di seguirlo.

Mathias le aprì una porta che dava su una ripida scalinata in salita, e con un gesto la incoraggiò ad entrare. “Prova a salire, e se riuscirai, promettimi che andrai subito a riposarti e che, se vorrai, potrai venire a parlarmi domani.

E se non ci riuscissi?” chiese Elizaveta, ferma sul primo gradino.

Ti ospiterò nella mia stanza e domani troveremo un letto libero per te nel dormitorio maschile. D'accordo?”

Elizaveta annuì, trovando la cosa ragionevole, anche se era un po' infastidita per il trattamento riservatole. Iniziò a salire le scale con passi lenti e cauti, ma arrivò in cima alle scale senza problemi. Aveva occhi e bocca spalancati quando si voltò verso Mathias, che le disse di andare a dormire prima di andarsene a sua volta.

Le ragazze non sembrarono sorprese dalla sua presenza, e si limitarono invece a chiederle come mai ci avesse messo così tanto ad entrare e indicandole il letto a baldacchino che le era destinato. Dopodiché tentarono con poco successo di farla partecipare in un'allegra chiacchierata sulle loro prime lezioni, che sarebbero iniziate il giorno successivo.

Elizaveta iniziò a sentire gli occhi pesanti solo ore dopo che le sue compagne si erano addormentate. Chiuse gli occhi, ignorando le lacrime che scivolarono sulle sue tempie e trattenendo i singhiozzi che le scuotevano le spalle. In vita sua, non si era mai sentita così abbandonata.

 

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N.d.A: Ecco che dopo una lunga pausa in cui ho provato a coltivare una vita sociale (e ho fallito), ritorno con questa piccola ff Prungary che ho iniziato a caso e che non so neanche come continuare. In questo periodo sto rileggendo HP per l'ennesima volta e quindi ho pensato di scrivere questo AU.

Ho cercato di essere più fedele al Potterverse descritto da Rowling, invece che dai film, ma probabilmente mi sono scappati alcuni particolari perchè sono un'incapace -.- 

Di solito per il cognome dei fratelli tedeschi uso la traslitterazione "Beilschmidt", ma stavolta ho preferito usare "Weillschmidt" perchè faceva comodo allo svolgimento della scena di smistamento. 

Che dire d'altro se non: recensite e fatemi sapere che ne pensate :)

 

   
 
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