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Autore: Saffo    17/03/2008    11 recensioni
Si dice che la lontananza soffochi l'amore. Io credo che in un certo senso invece lo rafforzi. Per due persone come Temari e Shikamaru che si sono sempre appartenute, il distacco genera passione
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Burn with me

 

Mancanza di Coccole

 

 

I saldi della stagione estiva erano iniziati già da un bel pezzo.

Stormi di gente impazzita si assiepavano davanti alle vetrine dei negozi alla ricerca degli articoli firmati ora finalmente accessibili, mentre una leggera brezza avvertiva dell’arrivo prematuro dell’autunno.

Temari si godeva l’appena ritrovata libertà dopo due mesi di intenso lavoro come ambasciatrice del fratello Hogake presso la città di Honoha.

Camminava con passo leggero, quasi a voler trasmettere ai passanti il senso di serenità che la pervadeva, gustando un caffè freddo e morendo dalla voglia di vivere appieno questi primi momenti di permesso, concessole da Tsunade.

Imboccò il viale principale, rimanendo basita davanti a tutto quel caos e cicaleccio di persone, che uscivano dalle boutique, dopo ore, con almeno quattro buste tra le mani.

Le porte automatiche di un negozio si aprirono al suo passaggio e il suono di una canzone blues trasmessa alla radio, la investì rammentandole, quanto odiava lo shopping sfrenato, il turbinare di individui che sembrava avessero perso momentaneamente la razionalità tipica dell’essere umano, le commesse stupide e le taglie troppo piccole.

La sua attenzione fu calamitata da un indumento in esposizione, un completino intimo di colore nero rigorosamente di pizzo, che sembrava essere  stato accantonato dai tentacoli delle signore urlanti e che se ne stava lì in attesa di essere comprato, tra l’indifferenza di tutti.

Quest’ultimo articolo a Temari era piaciuto particolarmente.

Sebbene avesse sempre indossato biancheria sportiva, particolarmente comoda durante gli allenamenti e utile a nascondere le sue forme procaci, al contrario quel pomeriggio non disdegnò l’idea di poter risultare sensuale a gli occhi di Shikamaru, quella sera.

“D’altronde non ho avuto più tempo per me, impegnata come ero nell’esame di selezione dei Chunin” riflettè, mentre entrava nel negozio affollato, facendo un rapido calcolo delle sue finanze “e poi magari quel pesce lesso si sveglia un po’”.

Certo prorompente come era non aveva bisogno di artifizi di pizzo per essere sensuale, tuttavia era arrossita al pensiero di sedurre il suo uomo con un abbigliamento che lasciava poco all’immaginazione.

Infatti come dice il detto anche l’occhio vuole la sua parte e forse questa volta il moro avrebbe prestato più attenzione al suo essere donna.

“Ha bisogno di aiuto?” chiese garbatamente una commessa svampita, vedendola alquanto smarrita.

“Ecco, io volevo vedere quel completino nero in vetrina, se non le dispiace” rispose la bionda con un certo imbarazzo.

“Ma certo!” la voce stridula della donna le perforava le orecchie “lo vado subito a prendere! È per lei vero?” domandò con una punta di malizia nella voce.

“Si…certo” sussurrò Temari, sempre più imbarazzata da tutto ciò che stava accadendo.

Senza rendersene conto, stava tirando fuori il suo lato timido.

L’acquisto stava diventando più difficile del previsto.

“Ma che mi prende?” pensò quando la commessa fu scomparsa tra gli scaffali “cerchiamo di darci un contegno Sabaku no Temari, in fondo non stai facendo nulla di male” cercava di apparire calma, anche se in quel momento avrebbe dato qualsiasi cosa pur di sembrare disinvolta come Ino.

Immersa com’era nei suoi pensieri non si accorse della signorina che riemersa dal magazzino, le sventolava davanti il capo firmato.

“Si sente bene?” parve dirle scuotendola un po’, preoccupata.

“Si certo, mi scusi, ero sovrappensiero” farfugliò la bionda confusa, da tutta quella situazione.

“Volevo dirle che il completo non si può provare, quindi le lascio un po’ di tempo per decidere” le disse porgendole l’acquisto “comunque accetti il mio consiglio spassionato e lo compri, vedrà che non se ne pentirà”  replicò, facendole l’occhiolino e lasciandola turbata da quelle parole.

 

                                                                                        *** 

 

 

Contemporaneamente, dalla altra parte della città uno sfaticato ragazzo con il codino, si trascinava mollemente per il viale seguito dal suo migliore amico che sgranocchiava rumorosamente patatine.

Il tramonto aveva reso l’aria limpida e tersa e l’asfalto aveva preso un colorito arancione, mentre il sole si specchiava tra le pozzanghere.

Shikamaru si fermò a contemplare il cielo privo di nuvole, lasciando che il vento della sera gli accarezzasse la pelle.

“Oggi non sei particolarmente loquace amico” gli fece notare Choji, che per non perdere tempo masticava e parlava nello stesso momento “c’è forse qualcosa che ti preoccupa?” domandò con l’aria di chi la sa lunga.

“Choji, mi conosci da tutta la vita, sai che non sono mai stato un tipo che si può definire socievole” lo rimbeccò quell’altro, guardandolo disgustato.

“Questo lo so, mio caro, e so anche quando soffri per la mancanza di qualcuno” gli trotterellò accanto, continuando con fare saputo “hai i chiari sintomi della M.D.C” esclamò mettendogli una mano sulla fronte.

Shika lo guardò come se stesse farneticando “Davvero?” gli rispose con aria sorniona “e da quando in qua medico dei miei stivali, dimmi, dispenseresti diagnosi di cui l’attendibilità è incerta?”

“Guarda che la Mancanza di Coccole è una malattia comune” mormorò il ninja paffuto, appuntandosi i gomiti “nostalgia, poco interesse per le cose che capitano attorno, difficoltà a respirare (sospiri), la trascuratezza e il prodromo più importante: la mancanza della persona amata!”

Il moro aggrottò le sopracciglia sempre più sorpreso dall’elenco che gli veniva rivolto, e sempre più convinto che Choji in fondo non avesse tutti i torti.

Era da quasi quindici giorni infatti che Temari, non lo veniva a trovare nella sua camera.

Quegli incontri notturni siglavano quasi come un tacito accordo il bisogno d’amore reciproco, la certezza che le loro anime e i loro corpi si appartenevano, senza il bisogno di esprimerlo a parole, ma solo con la forza dei gesti.

Solo la notte scrutava con discrezione la loro intimità, conciliava l’amore e li teneva a riparo da occhi indiscreti.

Adesso il desiderio di lei si era fatto impellente, come il naufrago annaspa tra le acque alla ricerca di ossigeno, così Shikamaru si sentiva ormai da un po’ di giorni.

Incostante e altezzosa, lei non aveva dato segni di smarrimento quando per caso si erano incontrati nel corridoio del palazzo presidenziale.

Aveva imparato magistralmente a mantenere un ferreo controllo delle proprie emozioni, tanto da guadagnarsi il titolo di maestra nel fingere tra i due.

Di giorno semplici colleghi freddi e distaccati, di notte amanti passionali.

Forse a questo erano condannati.

Scuotendosi da i suoi infausti pensieri, Shikamaru decise di non dare corda alla parole dell’amico rimbeccandolo con una delle sue battute taglienti “forse sei tu quello affetto dalla sindrome del cibo che oscura il cervello!” e agguantando il sacchetto di patatine esclamò “Da oggi ti tengo a dieta per punizione, stai diventando obeso!! Infatti farnetichi!”

“Già forse hai ragione” gli rispose l’amico sorridente che conoscendolo aveva smesso di indagare oltre.

 

 

                                                                                          ***

 

 

Si chiuse la porta della sua camera alle spalle.

La luce della luna filtrava dalla finestra, rischiarando il letto coperto solo da un lenzuolo.

Il ninja si accomodò sul margine, facendo scricchiolare le doghe di legno mentre si slacciava gli stivaletti che vennero buttati con noncuranza nell’angolo.

Si sdraiò contemplando il riverbero delle ombre delle foglie sul soffitto.

Mancava poco alla mezzanotte, quando un fruscio di tende e dei passi felpati lo fecero trasalire, scrollandolo dallo stato di torpore.

Temari sospinse piano la finestra in attesa di un cenno del ragazzo.

“Cry–baby che dormivi?” fecero capolino quattro codini biondi nella penombra della stanza.

Shikamaru non se lo aspettava. Era convinto che la routine si sarebbe ripetuta anche quella sera.

“Beh e anche se fosse?” insinuò lui in tono velenoso “la prossima volta dovrei lasciarti fuori, seccatura”

“A volte sei proprio rozzo, sai?” rispose lei indignata “ma come, una bella ragazza viene nella tua stanza e tu la ricevi così? Bel modo di comportarsi!”

“Davvero? Sai credo di averle dimenticate, seccatura, le buone maniere visto che è quasi un mese che non ci vediamo!” mormorò caustico incrociando le braccia.

“Esagerato” proseguì lei, appoggiata alla parete “ Te l’ ho detto che avevo da fare” il suo tono si stava facendo più duro “ L’esami di selezione sono impegnativi e occupano molto tempo”

La sua protesta però si disperse nell’aria.

Il ninja aveva girato le spalle dall’altra parte, mettendosi su un fianco e fingendo di dormire.

Temari che ormai conosceva i punti deboli del suo uomo, cercando di essere il più sensuale possibile sussurrò: “Peccato, che la metti su questo punto Cry Baby, perché stanotte avevo una sorpresa in serbo per te, ma sembra che oggi non sia il caso quindi…..” lasciò in sospeso le ultime parole, facendo scivolare la vestaglia corta di raso lungo i fianchi, permettendo così ai raggi della luna di illuminarla in tutto il suo splendore.

Shikamaru che aveva deciso di farla restare, già da quando l’aveva sentita appressarsi alla finestra, ora seguiva tutta la scena con la vista annebbiata e le labbra boccheggianti.

“Pensi che se basta questo completo a farmi desistere, ti stai sbagliando di grosso” le disse in maniera maliziosa avvicinandosi pericolosamente a lei.

“Io non sbaglio mai, questo ormai dovresti saperlo” la voce di lei era roca, mentre lambiva con la punta della lingua i contorni del suo orecchio, infiammandolo a fuoco lento.

Una scia di profumo vellicò le sue narici, mentre Temari gli cingeva le braccia intorno al collo e lo baciava lasciandolo senza respiro.

Così intrecciati i due ricaddero sul letto, mentre le loro bocche si esploravano fameliche e i loro corpi reclamavano un contatto più intimo.

Tutti il loro desiderio represso in quei giorni fu consumato quella notte.

I loro corpi provarono sensazioni e brividi che testimoniarono il loro amore.

Come se il rancore trascinato nei giorni scorsi fosse sparito tra i loro ansiti e le loro carezze, come se questo sentimento potesse purificare e al tempo stesso redimere.

Fecero l’amore come se fosse stata l’ultima volta.

Esausti, si adagiarono sul letto disfatto. Temari pose la sua testa su i pettorali ansanti di lui, accarezzandogli la mascella come per ammansire una belva feroce.

“Resta con me questa notte, seccatura” la richiesta venne pronunciata come una preghiera supplichevole e implorante, lasciandola di stucco.

“Lo sai che non posso” le rispose lei, distogliendo gli occhi “non voglio avere tua madre sulla coscienza, quando domani mattina ci troverà così e avrà un infarto”.

“Non voglio che tu vada via, mentre io sto dormendo” disse cupo “Ti prego resta ancora” e alla fine chiuse gli occhi contro la sua volontà.

Lei decise di restare lì, percependo inquietudine nel sonno dell’altro, che la teneva stretta quasi per paura che gli potesse sfuggire.

 

Note dell'autrice:

Dedico questa fanfiction a tutti quelli che la vorrenno leggere e che mi scriveranno una recensione

Grazie in anticipo!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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