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Autore: allison742    10/09/2013    9 recensioni
Per ogni cosa esiste la famosa prima volta: i primi passi, il primo bacio, il primo libro, la prima fotografia, il primo test, la prima partita... ma, soprattutto, il primo giorno di scuola.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Il primo giorno
 




Sciolti.
Sì, sciolti dovrebbero andare.
No, anzi, meglio la treccia. Penso mentre tolgo il codino rosso.
Mmm…  forse con la molletta di lato sarebbe meglio.
Disfo la treccia, facendomi scivolare i capelli biondi tra le dita.
Due occhi blu scuro mi stanno fissando attraverso lo specchio.
Li ignoro, tentando con i codini.
Sento un colpo di tosse. Faccio finta di non sentirlo, mentre ripropongo la coda.
- Ti prego mamma, lascia stare i miei capelli! – esclama Maddison esasperata, voltandosi verso di me.
- Pensavo volessi essere bellissima il tuo primo giorno di scuola.
- Io sono bellissima, sempre. Lo sarei anche calva; quindi, per favore, possiamo andare? – squittisce, arruffandosi i capelli.
Alzo gli occhi al cielo.
- E questa chi te l’ha insegnata? Tuo padre?
- Sì, lui mi dice sempre che sono bellissima. – risponde con occhi sognanti, come accade tutte le volte che pensa a Rick.
- Pronta?
- Sì, prendo lo zaino! – esclama scattando verso le scale.
Sospiro, accasciandomi sul divano.
Sento un turbine di emozioni al momento, e faccio fatica a distinguerle nitidamente.
Vorrei che Rick fosse con me, ma è all’aeroporto a prendere Alexis di ritorno da un viaggio in Svizzera.
Quindi mi tocca accompagnarla da sola, e mi sento morire all’idea di non poterla vedere per tutta la giornata.
Non avendo frequentato l’asilo, per lei è la prima volta in cui deve relazionarsi per tanto tempo con bambini che non conosce.
Il panico sta nascendo nella mia pancia, e risale sempre più in alto, verso la gola.
Vorrei urlare per buttarlo fuori e sentirmi una mamma normale, ma Maddy è già davanti a me con un sorriso smagliante.
Non so come faccia ad essere tanto entusiasta quando io sono così spaventata.
- Andiamo! – dice facendomi alzare e afferrandomi saldamente la mano.
- Comandi! – rispondo mostrandole un saluto militare.
Cerco invano di mantenere la calma, pensando alle parole che Rick mi ha sussurrato quella mattina, prima di partire:
Mi raccomando Kate, è un giorno speciale per Maddison. Sembrerà che ti strapperanno una parte di te, ma ricorda che lo stai facendo per il suo bene.
Certo, facile da dire a chi se ne sta a chilometri di distanza!
Mi tremano le gambe al solo pensiero che tra pochi minuti arriverà l’ora X, in cui si vedrà che tipo di mamma sono. L’importante è non fare scenate, giusto?
Parcheggio abbastanza lontano dall’entrata, per cercare di passare più tempo con mia figlia.
- Mamma – mi chiama davanti al cancello – io vado, ci vediamo alle 4, ok?
- Che significa “io vado”? – il panico mi attraversa gli occhi.
- Significa che la strada la so. Siamo venute a vedere la scuola con papà settimana scorsa, ricordi? So arrivarci da sola.
- Non sarebbe meglio che venissi con te a salutare la maestra?
- Lo potrei fare quando vieni a prendermi. Me la caverò, fidati.
Era così bella nel suo nuovo vestitino rosa, comprato per l’occasione insieme alla nonna.
Le brillavano gli occhi da un mese al pensiero che avrebbe frequentato la scuola: un posto pieno di bambini della sua età e in cui si gioca, si legge e si scrive. Le sue tre attività preferite.
Ma per me la scuola era solo una fonte di preoccupazione.
Mi sento terribilmente egoista a non volerla lasciare, in fondo ha già sei anni… pff, ma a chi voglio farla a bere? Io non sono affatto pronta a lasciarla andare!
- Maddy, dimmi la verità… ti vergogni di me? – meglio prendere tempo.
- Scherzi? Tu sei una super mamma!
- Lo pensi davvero? – chiedo accucciandomi al suo livello per vederla negli occhi.
- Certo! Catturi le persone cattive per difendere quelle buone, corri con i tacchi altissimi come se niente fosse, mi racconti tante belle storie, mi permetti di passare intere giornate con la zia Lanie e abbracci forte forte papà.
- Tuo padre ce lo infili sempre eh? – chiedo alzando gli occhi al cielo, mentre sento lacrime di commozione fare capolino.
- Ovvio, lo adoro! – risponde con gli stesi occhi sognanti di stamattina – Ma lo sai il perché?
Scuoto la testa. Cavolo, non riesco più a parlare per la paura di scoppiare in lacrime.
- Perché ti vuole tanto bene. – dice abbracciandomi.
A quel punto sento le guancie bagnarsi.
Dannazione!
- Mamma, non piangere…
Allunga la manina smaltata di rosa, in tinta con il vestito. Altro trucco magico della super-nonna.
- Non sto piangendo! E’ l’allergia…
- Oh giusto… dimenticavo che sei spaventosamente allergica al pensiero di passare una giornata senza di me. 
E questa da dove diavolo le è uscita? C’è solo una spiegazione…
- Tu devi passare meno tempo con la zia Lanie, ragazzina! – la ammonisco scherzosamente, puntandole il dito al petto.
- E tu invece è ora che torni a casa, ti cambi e vai al lavoro. Ti ricordo che non sei più in ferie! – come se servisse lei a ribadirlo!
Per la prima volta nella mia vita non ho tutta questa voglia ed entusiasmo ad andare al lavoro, come invece ne ha lei per il primo giorno di scuola.
Il suo sorriso disarmante mi fa cedere.
Se solo tutti i sospettati che ho fatto crollare mi vedessero adesso!
- D’accordo, ma promettimi solo una cosa.
- No, ti prego! L’ultima volta che mi hai detto “promettimi solo una cosa” mi sono ritrovata tutto il giorno a fare shopping con la nonna. Le voglio tanto bene e mi diverto con lei, ma tutto il giorno è troppo anche per me.
Scoppio a ridere.
- Tranquilla, niente shopping. Ma promettimi che ti divertirai, ok?
Annuisce seria.
- Te lo posso assicurare. Mi divertirò da matti! Pensaci, io so già leggere e scrivere e gli altri no. Sarà spassoso! E poi nel tempo libero giocherò a nascondino… lo sai che è il mio preferito! Incontrerò tanti nuovi amici che poi potrò invitare a casa! – si avvicina al mio orecchio – così condividerò gli schifosi cupcake della nonna con qualcun altro! – sussurra complice.
Rido di nuovo, leggermente più sollevata.
Almeno una delle due la prende sul ridere questa giornata.
La campanella suona.
Alle mie orecchie è assordante: indica l’inizio di una nuova vita.
Ma il vederla così serena mi riempie il cuore di felicità, facendo uscire un po’ di preoccupazione.
- Ok Maddy, mi fido di te. Adesso dammi un bacio.
Si sporge verso di me e mi stritola il collo.
La vedo attraversare il cortile e correre verso l’entrata.
Si blocca di colpo, come il mio cuore: cosa le è successo?
Panico.
Si volta verso di me.
- Ti voglio bene mamma! – urla a squarciagola, facendo sorridere anche altri genitori.
- Anche io tesoro! – rispondo orgogliosa e sollevata. – Anche io… - ripeto poi sussurrandolo più a me stessa.
Aveva ragione Rick, è come se mi avessero appena strappato una parte di me, ma al contempo sono felice per lei… è il suo giorno speciale in fondo, giusto?
Seguendo le sue istruzioni torno a casa per cambiarmi.
Quando entro trovo Rick seduto sullo sgabello a mangiare. Figuriamoci!
- Ehi amore, com’è andata? – mi chiede con la bocca piena di quella che dovrebbe essere la nostra cioccolata portata da Alexis.
- Bene… - rispondo vaga.
- Avevo ragione eh? – chiede compiaciuto.
- Dannatamente! – rispondo avvolgendogli le braccia intorno al collo. – Quella bambina assomiglia sempre di più a te!
Mi bacia lentamente, attirandomi a sé.
- E’ fantastica vero? – domanda.
Gli occhi gli brillano esattamente come quelli di Maddison.
- Sai, credo sia stata più lei a rassicurare me… non lo trovi strano?
- Naaa… ti conosco, posso solo immaginare com’eri agitata. Niente di nuovo, lo ero anche io il primo giorno di scuola di Al. Che ti ha detto?
- Mi ha detto che si divertirà un mondo a vedere gli altri che non sanno fare niente, quando lei è già capace! – mi scappa una risata – ah, e poi giocherà a nascondino nel tempo libero.
- Mmm… nascondino hai detto? – chiede, guardandomi con uno sguardo strano.
Io capisco al volo… sempre il solito!
- Rick, devo andare a lavorare… - provo a spiegargli, invano.
- Ti prego… giochiamo a nascondino? – gli occhi gli brillano di eccitazione e malizia.
Al divolo… ogni tanto bisogna tornare bambini no?
- Sì, ma se ti trovo ti bacio. – ok, non troppo bambini.
- Andata! – esclama staccandosi da me – Ah, e se non mi trovi sono dietro la porta!
 
 
 
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Note dell'autrice


Dopo le minacce di note ragazze del Made of (Ahahaha Love u girls) che lamentavano il troppo angst nel mio cervello, mi sono decisa, sotto commissione e a causa di una foto*, a mettere da parte rapimenti, morti e genitori mancanti e fare un pieno di zucchero.
Spero di non aver deluso nessuno.
Alla prossima allora!
Un bacione, Giuli <3

Ah, e viva l'ANGST! Sempre e comunque u.u




* questa è la foto in questione: 







 
   
 
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