Caro Duncan...
Non so nemmeno io perché scrivo questa lettera...
È quasi un anno che sei tornato da Courtney e non ti biasimo visto che sono stata io a lasciarti.

Ma non potevo più vivere con quel peso.
Courtney e Trent stavano soffrendo.
Troppo.
E io non riuscivo più a sopportarlo.

Ora scrivo questa lettera perché è giusto che tu sappia di lui.
È giusto che tu sappia dell'esistenza di Alex.
Lui è nostro figlio sai?
Ho scoperto di essere incinta circa un mese dopo che ci eravamo lasciati.
Non te l'ho detto fino ad ora e non so nemmeno io il perché...
Ogni giorno mi sono ripromessa di farlo ma alla fine non ci sono mai riuscita.

È un bambino stupendo.
Ha i tuoi occhi sai?

E ora lui avrà bisogno di te.
Avrà bisogno di qualcuno quando io non ci sarò più...
Ho il cancro Duncan.
I medici dicono che è inoperabile.

Secondo loro mi resta poco più di un mese da vivere ormai.

Ma stranamente non ho paura per me.

Ho solo paura di quello che accadrà ad Alex.
Se tu non lo prenderai con te, verrà messo in orfanotrofio.

E io non voglio quella vita per lui.

Non se la merita.

So che probabilmente straccerai questa lettera prima di aprirla ma voglio fare almeno un tentativo, tanto non ho più niente da perdere.

Se vorrai vedermi o vedere Alex sono al Sant Memory Hospital, camera 405.

Spero che tu venga.

La tua Darkettona

Gli tremavano le mani mentre leggeva e le lacrime gli rigavano gli occhi.

Stava cercando i suoi guantoni da box nell'armadio quando una vecchia scatola era caduta per terra spargendo per terra vecchie buste.
Ne aveva subito notato una per via del colore.

Blu notte.

Il blu dei capelli di Gwen.

Con stupore aveva visto che la lettera era indirizzata a lui e l'aveva letta.

Ora era fuori di se.

“Courtney...”
Usci a stento un sussurro dalle sue labbra.
Ma questo presto si trasformò in un urlo, la ragazza arrivo quasi di corsa in camera spaventata dal suo tono di voce.

Appena vide la busta qualcosa nella sua espressione sembrò incrinarsi.

“Dove l'hai trovata?”
La guardò con odio.

“Dove non avrebbe dovuto essere. Perché non me l'hai mostrata?”
Lei sembro ferita da quelle parole.

“Perché lei voleva di nuovo portarti via da me! Ma ora non potrà più farlo. Ora è morta e tu sarai per sempre mio!”
Il ragazzo vacillo come colpito al petto.

“Vattene.”

La ragazza sembro sorpresa.

“Cosa?”
Lui alzò lo sguardo e la fissò dritta negli occhi con tutto l'odio possibile.

“Vattene e non tornare mai più se non vuoi che io ti uccida”
Lei corse via.
Lui crollò a terra e iniziò a piangere per ore senza trovare la forza per smettere.

“Non può essere vero. Non puoi avermi lasciato solo. Non ti ricordi la promessa? Mi avevi detto che avresti realizzato il tuo sogno. Saresti diventata un artista famosa! Che fine ha fatto tutto questo?”
Continuò così per ore.

Finché alla fine lui non si addormentò.

Era di nuovo sull'aereo di quello stupido reality.

Una figura vestita di bianco con dei capelli scuri con ciocche blu era davanti a lui.

Gwen.

Lui corse da lei e la strinse a se fino a quando non sentì qualcosa iniziare a colargli fra le mani.

Vide che Gwen stava sanguinando.

“No! Non morire!”
Lei gli sorrise.
“Vai da Alex”
Poi chiuse gli occhi e in quel momento Duncan si svegliò urlando.

Sapeva cosa doveva fare.

Cara Gwen,

non ha molto senso scrivere questa lettera perché so che non la leggerai mai ma voglio farlo lo stesso.

Ho trovato Alex.
È al sicuro.

È stato adottato da due persone che lo ameranno e proteggeranno.

Due persone che conoscevi.

Brigette e Geoff.

Loro lo cresceranno come fosse figlio loro ma mi hanno promesso che un giorno gli parleranno di noi.

Del nostro amore.

Della nostra vita.

Delle nostre morti.

Si hai letto bene ho usato il plurale.

Sto per raggiungerti.

Consegnerò la tua lettera e questa a Geoff così un giorno le potrà dare ad Alex.

Te lo giuro Gwen ci ho provato ma questa vita senza te non vale la pena di essere vissuta.

Sto venendo da te piccola.

Aspettami.

Il tuo Punk.

Un ragazzo cammina in un cimitero.

Ha gli occhi azzurri e i capelli neri.

In mano tiene due lettere.

Una in una busta blu notte e una in una busta verde prato.

Cammina fino ad arrivare a due lapidi una accanto all'altra.

Legge l'incisione sulla prima lapide.

“            Gwendolyne Smith.

                   1993-2013

   Ognuno di noi ha un paio d'ali,
ma solo chi sogna impara a volare”

Sorride.

La madre adottiva gli ha detto che quella era la citazione preferita dell'amica.

Guarda l'altra lapide.

       “  Ducan Evans

            1993-2013

       Perdonami Padre,

Perché so quel che faccio”

Sorride ancora.

Il padre adottivo gli ha detto che era la citazione che l'amico amava di più.

Si avvicina alla prima lapide e poggia una rosa bianca davanti ad essa.

“Ciao mamma.”
Poi si sposta verso la seconda e le posa un altro fiore davanti.

“Ciao papà”
Si rialza in piedi e inizia a guardare le due lapidi mentre le lacrime gli rigano il viso.

“Spero che ora siate insieme. Vi voglio bene”

Detto questo si gira e se ne va ancora in lacrime inconsapevole che due figure invisibili ai suoi occhi lo guardano l'una fra le braccia dell'altro.

Una ha i capelli neri con delle ciocche blu.

L'altro una cresta verde.

Entrambi sussurrano qualcosa.

“Ciao Alex. Buona fortuna”

Poi sorridono e tenendosi per mano svaniscono nel nulla.