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Autore: GerardaWay_Antisocial    11/09/2013    0 recensioni
***STORIA IN REVISIONE FINO AL PRIMO CAPITOLO***
Andrea Cornelia Houdson, una ragazza semplice, in cerca di una nuova possibilità. Riuscirà a trovare l'opportunità che cerca? Ma sopratutto, riuscirà a rapire il cuore di Dominic James Howard?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dominic Howard
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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New Born

‘Londra’

 

Era la mia prima vacanza a Londra da sola, anche se sapevo che non era esattamente una vacanza a tutti gli effetti. La Scozia era diversa. Prati verdi sconfinati, aria fresca montagne. Vedevo solo case, monumenti, persone famose. Bella Londra. Già, girarla tutta in un giorno era impossibile. Devo chiamare Christopher. Ho perso il numero. Forse sta nel solito pub. Quando ero piccola quel pub era un educato club dove i signori e le signore potevano bere. Ricordavo perfettamente dove si trovasse. In fondo mio padre lavorava li. La visione era orribile, ubriachi che sbavavano sulle spogliarelliste, il barista che incitava la violenza di due ubriachi che si contendevano la stessa puttana. A Londra era cambiato qualcosa. Il solito pudore tipico inglese, aveva lasciato l'Inghilterra. Eccolo lì, beveva Christopher. Al solito angolo, a testa bassa, più triste del solito. Mi avvicinai con cautela. Non volevo dare nell’occhio. Misi una mano sulla sua spalla.

“Chri!” abbozzai un sorriso ma con scarsi risultati, lo squallore mi stava deprimendo.

“Andy, quanto tempo è passato, cosa ci fai qui?” disse lui gesticolando per invitarmi a sedere.

“Un viaggio. Pensavo che la tua amata Londra poteva darmi un po di pace.” dissi sedendomi sempre con maggior cautela, non volevo attirare l'attenzione, ricordi?

“Dai, ti porto a casa mia. Ho la stanza degli ospiti. Ormai sono un uomo ricco io.”detto ciò la sua schiena si fece ditta ed con fierezza alzò la testa.

Non ero in grado di rispondere ai suoi complimenti gratuiti a se stesso. Era fatto così Christopher. Un uomo, ormai. I suoi 26 anni lo rendevano affascinante, le donne andavano matte per lui. Pieno di soldi, villone, macchine di lusso, bel lavoro da Manager. Vanitoso, ma un buon amico. Mi ha sempre trattata come una sorella minore, anche se ho quattro anni in meno di lui. Moro occhi di ghiaccio. Spalle larghe, bel fisico. Andavo fiera del mio ‘fratellone’.

“Ti vedo abbastanza stanca, il viaggio è andato bene?” mostra il suo lato da fratello preoccupato mente mi andammo verso la porta del pub.

“Benissimo, il viaggio è perfettamente. Sono arrivata questa mattina. Ho visitato qualcosa. Poi sono venuta qui.” presi il suo braccio e lo strinsi forte.

“Non ti preoccupare. Non toccheranno ne me ne te. Se poi succederà qui ci sono 3 mie guardie del corpo che ci stanno seguendo da lontano. Sta tranquilla.” un sorriso sincero si dipinse sul suo viso e questa cosa mi diede fiducia.

Annuii. Uscimmo. Aria pulita.

“Ecco la mia macchina, andiamo.” indica una strana auto nera e, sempre gesticolando, mi invita ad entrare.

Una, due, tre, quattro curve. Inizio ad avere sonno. Goodnight England.

 

Mi risvegliai in una stanza arredata in modo perfetto. Il letto era comodo, grande e ossessivamente bianco. Il baldacchino bianco. Le lenzuola bianche, i cuscini piccoli bianchi, la trapunta bianca, la coperta bianca. La stanza era tremendamente, anch'essa, bianca. Il mobilio mai usato, tutto nuovo e molto sterile. Ero ancora vestita. Notai la mia valigia vuota. L'armadio ospitava i miei vestiti. Christopher non doveva disturbare una delle sue donne di servizio. Sa che detesto essere servita. Prendo dei jeans ed una felpa di lana. Cambio. La tuta sgualcita ed stropicciata giaceva sul letto.

“Signorina, bene sveglia.” mi disse una donna. Come cazzo era entrata.

“Oh...salve...buongiorno...perdoni la mia scortesia, ma lei cosa ci fa qui?” dissi turbata.

“Mi ha mandata il signor OConnor. Mi presento sono Dorotha.” disse inchinandosi.

“La ringrazio per avermi disfatto la valigia, Dorotha. Vorrei solo parlare con Christopher. Se sempre è possibile.”

“Certo che lo è. Vi sta aspettando in sala da pranzo.” disse la donna sorridendo.

Sapessi dove cazzo sta la sala da pranzo. Dopo una ventina di minuti, sapevo perfettamente dove si trovava la stanza di Christopher, la mia, il bagno, la dependance delle donne di servizio, la cucina e la sala d'aspetto che ridava al suo ufficio. Ma della sala da pranzo nessuna traccia. Lo trovai appoggiato ad una porta in compagnia di una risata. Stava ridendo di me.

“Finalmente!” disse Christopher facendo una pausa dalle risate. “Ci sono dei miei clienti in sala da pranzo che vorrei farti conoscere.” così detto, mi trascinava in quel ampia sala da pranzo. Il tavolo era pieno di leccornie. Dovevo certamente fare colazione. Ma la vista di tre individui mi chiuse lo stomaco.

“Lei è mia sorella. La ragazza di cui vi parlavo. Ha un buon potenziale. Potrebbe aprire i vostri concerti.” concluse lui risoluto.

Erano proprio loro. I Muse. Belli come non mai dinnanzi ai miei occhi. Dominic è bellissimo. Mamma mia. Dal vivo sembrano persone normali, non semi dei come li avevo dipinti.

“Il suo nome signorina?” mi chiese Matthew Bellamy con un sorriso. La sua voce mi risvegliò da tutti i mille pensieri, quello più importante: perché Christopher aveva parlato di me a loro?

“Andrea, Andrea Cornelia Houdson.” ricambiai il sorriso, cercando di non entrare nel panico.

“Siediti Andrea.” Christopher, che aveva notato la mia deficienza momentanea, mi ordina quello che avrei dovuto fare naturalmente. Ovviamente, vicino a Dominic James Howard. Cristo...tra tutte le sedie libere proprio lì dovevi dirmi di sedermi.

“Andrea, non mordo mica!” Dominic sorride e mi incita a sedermi. No, tu no.

"Scusate, vorrei qualcosa." guardai negli occhi Dominic, gli regalai un sorriso sincero. Uno di quelli leggeri. Mi voltai, presi un tazzone pieno di caffè e lentamente mi sedetti sul posto scelto per me.

“Allora, Signor OConnor, in presenza della signorina Houdson possiamo parlarne con più serietà.” disse Matthew con toni gentili e cordiali.

“La signorina, ha un potenziale spaventoso. L'ho sentita parecchie volte. In molte occasioni, quindi vi prego di darle una possibilità.” disse Christopher in tono professionale. Okay avevo preso qualche lezione, avevo vinto un concorso molto piccolo scozzese, ma potenziale spaventoso proprio no.

“Scusate la mia intrusione priva di educazione, nemmeno immagino di poter essere al vostro livello. Non credo di essere la persona giusta. Ho preso qualche lezione, ma nulla di speciale. Non dovrei parlare, ma la mia onestà supera la mia forza di volontà.” alle mie parole tutti in quella stanza mi fissavano con un estremo stupore.

“Questo le rende onore Andrea. La sua persona la rende già perfetta per questo incarico. Se desidera questo posto la prego di darci un assaggio della sua bravura.” Dominic mi aveva stregato con le sue parole. Pacato e molto cordiale. Le sue labbra ondeggiavano ad ogni sillaba, i suoi occhi grigi erano costantemente illuminati da una luce che attirava, i suoi capelli biondi profumavano di lavanda. Ah la lavanda..

“Certamente. Però non so cosa vi possa gradire.” il dialogo ormai era solo tra me e Dominic lasciando ai restanti presenti uno spettacolo più che singolare.

“Qualsiasi cosa.” il tono di voce cambiò velocemente. Più caldo ed attraente.

Il coraggio non mi mancava. Non sapevo cosa cantare, tutto mi sembrava sbagliato. Mi resi conto a metà canzone che stavo cantando la Marsigliese. Che figura di merda. Finita la canzone mi risedetti sulla sedia molto imbarazzata.

“Lei è perfetta.” Chris e Matt si erano accordati con un solo sguardo.

“Direi un eccellente performance. Domani alle 10 possiamo incontrarci nel mio studio di registrazione.” disse Dominic rivolgendosi anche ai suoi compagni di avventura.

“Ci sarò.”dissi sorridendo.

“Signori, devo parlavi di alcune cose. Mi servono due di voi.” disse Christopher.

“La seguiamo subito signor OConnor.” Chris e Matt si alzarono e seguirono il manager in carriera nel suo studio. Io e Dominic restammo soli.
 

Angolo dell’autrice.

Bene, o forse no(?)

Sto aggiustando questa storia. La prima FF che sono riuscita a finire. L’ho riletta un po di tempo fa. Dopo vari “Omfg che è sta roba” “Ommiodio quanti errori ho fatto” “Non potevo scrivere cosa più patetica”, ho finalmente deciso di dare della dignità a questa storia.

Ebbene, questo è il primo capitolo rivisitato dalla sottoscritta. Un bacione a tutte quelle lettrici che, anche senza recensire, mi hanno dato coraggio, all’epoca, di continuarla.
  
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