-Perchè io ti amo-

Il destino, dopo l'arrivo di Pain, non è stato gentile con molti, tanto meno con Hinata, che non riesce a fare a meno di ripensare a quelle sue parole, chiedendosi se non è stato solo un errore. Parole troppo avventate anche se pure come non mai. Dopo la sconfitta del membro dell'Akatsuki, Hinata non ha avuto alcuna occasione di rivedere Naruto, per chiarire di più la situazione. "Forse è meglio così" pensa la ragazza afflitta. "Infondo, lui, non ha mai ricambiato i miei sentimenti" si ripete tentando di sorridere nella speranza di trovare un po' di consolazione, che nessuno poteva darle. Infondo, nonostante tutti siano a conoscenza dei suoi sentimenti per lui, nessuno sa di quello che è successo, o meglio ha detto, quel giorno sul campo di battaglia. Certamente esternare i suoi sentimenti le impedirà di avere rimpianti in futuro. "Ma se il tempo dei rimpianti fosse ora?" bisbiglia fra sè e sè confusa con gl'occhi persi nel vuoto fissi sull'orizzonte. In qualsiasi maniera tenti di guardare la situazione, le sembra tutto sbagliato. "Ho davvero sbagliato tutto?" si domanda permettendo alla malinconia di prendere il sopravvento, poi, una folata di vento inizia ad accarezzare la chiara pelle della kunoichi, intrecciando i suoi lunghi capelli ai soffi del vento. Tutto ciò la riporta con i piedi per terra. E' come se il vento avesse portato via tutte quelle sgradevoli sensazioni, così, scuotendo la testa contrariata, l'alza al cielo con gli occhi rivolti al sole ripensando a ciò che le ha insegnato la persona che più ama. Un piccolo sorriso si dipinge sul suo viso. Rallegrata dalle parole di Naruto che riecheggiano nella sua mente, dandole forza e coraggio, "No, non mi abbatto" Afferma la giovane Hyuga. Non può rinnegare ciò che Naruto le ha insegnato, infondo questo è ciò in cui crede, ed è uno dei motivi per il quale si è innamorata di lui. Ritrovato un po' di sollievo, Hinata inizia a correre verso casa del compagno di squadra. Oggi la sua squadra di sarebbe rivista a casa di Kiba per passare un po' di tempo tutti e tre assieme, visto che dopo la distruzione del villaggio tutti sono impegnati fra progetti e missioni per far si che Konoha torni allo splendore di sempre. La ragazza, arrivata davanti alla porta di casa dell'amico, bussa un paio di volte aspettando che qualcuno le apra. Ma niente. Con sorpresa trova la porta aperta. Indecisa sul da farsi, visto che sembra non ci sia nessuno, prende un bel respiro e entra silenziosamente in casa chiedendo permesso. Solo entrando sente le voci dei suoi compagni, provenienti dalla cucina presi a parlare su chissà quale argomento. Avvicinandosi alla porta inizia a capire di cosa stanno discutendo.

-Certo che Naruto non si vede da un bel po'- dice con il solito tono passivo Shino.

Hinata, rimasta spiazzata dall'argomento dei due, resta immobile ad ascoltare, come se non riuscisse a muoversi. Pensierosa rimane appoggiata con le spalle al muro ascoltando ansiosa.

-Pff! Ma sai che importa! Finchè C'è Sakura con quella testa quadra possiamo stare tranquilli!- Risponde divertito Kiba, seguito dall'abbagliare di Akamaru.

-Già, l'eroe del villaggio ha bisogno ancora della balia- controbatte Shino con un tocco di sarcasmo.

-B'è! Secondo me a Sakura fa solo piacere stare dietro Naruto! E non mi riferisco al fatto che sono amici da tempo!- dice malizioso Kiba, pensando ai sentimenti della Kunoichi dagl'occhi verdi nei confronti di Naruto.

-E non ti dimenticare che Naruto ha sempre avuto una cotta per lei fin da piccolo- Aggiunge Shino, capendo dove vuole andare a parare l'amico.

Sul volto di Hinata, che è rimasta ad ascoltare ogni singola parola, riappare quell'espressione malinconica e spenta di poco fa. La forza che aveva raccolto è volata via con le sue ultime speranze. Quelle parole sono come mille spine che si conficcavano uno ad uno nel suo cuore, torturandola duramente. Negl'ultimi giorni si è preoccupata unicamente dei sentimenti di Naruto per lei, senza pensare a quelli che il ragazzo potrebbe provare per un' altra ragazza. Guardandosi intorno con la vista annebbiata per le lacrime agl'occhi, prova un avvilente senso di smarrimento. Il respiro si affanna dai singhiozzii trattenuti e stringendosi fra le sue stesse braccia, come una bambina che rifiuta la verità, chiude gli occhi tremanti, coprendosi le orecchie per le parole sentite, sperando di aver sentito solo bugie, ma ciò non basta a illuderla. Intanto, immobile, scivola lentamente in un baratro di insicurezze a paura che pare senza fine.

-Ora che ci penso, non dovrebbero ritornare oggi al villaggio?- Domanda perplesso Kiba.

-Ora che ci penso hai proprio ragione, magari è già qui- Risponde fermo Shino.

Sentendo quelle ultime parole, Hinata spalanca gli occhi sorpresa dalla notizia improvvisa, facendo scendere quelle lacrime che trattiene da troppo. Mentre il cuore le inizia a battere velocemente, lasciandosi logorare dalla paura, quest'ultima le fa compiere un gesto avventato. Lo scricchiolio di una delle tavole di legno, attira l'attenzione dei due ragazzi, che, accorgendosi di essere spiati, si fiondano sulla porta. Inaspettatamente l'unica cosa che vedono è Hinata correre via.

-Cazzo! Hinata, fermati!- Urla Kiba tra dispiacere e rabbia, ripensando alla leggerezza con la quale hanno parlato di quel' argomento, senza pensare ai sentimenti dell'amica.

Kiba, pronto a inseguirla, viene bloccato da Shino, che, con una mano sulla spalla dell'amico per confortarlo, gli fa cenno di no con la testa. I due tornano in cucina con il morale a pezzi.

La Kunoichi, preda della tristezza inizia a correre senza saper dove andare, l'importante è andare lontano da ciò che gli avrebbe potuto mostrare quella verità e ferirla più di quanto è già successo. Ora che Naruto sarebbe tornato al villaggio sarebbe tutto peggiorato. "Con quale faccia potrò guardarlo negl'occhi?" si domanda tormentata. A un certo punto, si blocca, sentendo qualcuno chiamare il suo nome. La sua voce per lei era inconfondibile. Allegra, solare, chiassosa ma allo stesso tempo rilassante. Ma l'unica cosa che prova nel sentire la sua voce è un immensa sensazione di vuoto, che piano piano vien riempita da paure.